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martedì 10 aprile 2007

Dulcis in fundo!

Camelia timida e un pò tardiva

Dolce o salato?
È la domanda di sempre. Io tendenzialmente sono per il salato ma, come si dice?, “Dulcis in fundo” …

E come dio volle, passò anche la santa Pasqua… indenne dal punto di vista calorico a causa di una oculata scelta di pesci, pollame e verdure, tanto che ieri sera, per prevenire una sommossa casalinga, ho dovuto scongelare d’urgenza 4 salsicce con la provola del buon Mariano (il mio macellaio) e cucinarle con un bicchiere d’acqua e mezzo di vino bianco per l’acuta fame di carni porche che attanagliava la mia ammutinata equipe domestica.

E cosi, mentre gozzovigliavamo e ciarlavamo allegramente in tavola (complice una TV sempre più mefitica e un Sangiovese toscano di recente acquisizione), si è fatto un momento di silenzio alla comparsa dell’On. Mastella and his wife intervistato dalle canagliesche e adorabili Iene nella sua principesca dimora di Ceppaloni.

Senza entrare (ovviamente) nel merito delle interessanti domande e legittime risposte (le opinioni sono opinioni, le sue come le mie anche se le sue contano di più…), quello che risultava assai spiacevole era che i tentativi della sig.ra Mastella di interloquire anch’essa con l’intervistatore (rubando forse un pochino di scena al più famoso marito), venivano ignorati dal prode marito che continuava a parlare senza interruzione, senza concederle alcuno spazio. Ecco, questo ci sembrava spiacevole e forse un tantino arrogante. I nostri commenti erano del tipo: “ma falla parlare quella poverina!”, “ma figurati se uno è cosi arrogante con la moglie, come sarà con gli altri?”

Dulcis in fundo, accompagnando l’intervistatore fuori della villa, si trovavano di fronte ad una piccola folla di postulanti e clientes con le braccia cariche di doni pasquali per l’onorevole e sapete cosa ha fatto il ns. ministro?

Ha preso i primi che gli sono capitati davanti (un gigantesco uovo e una bottiglia di champagne) e li ha regalati all’intervistatore!

Mettetevi, se è immaginabile, nei panni dei donatori, uno arriva per rendere omaggio (o ringraziare per un favore?!), ha speso qualcosa di suo e si vede togliere il dono e passarlo ad un altro. Taht’s incredible!

Non c’è niente da fare, come dice mia madre “per diventare Signori ci vogliono almeno tre generazioni”.

Auguri sinceri ai nipotini di Mastella.


Quando ero piccolo, poco prima di Pasqua, il colono (mezzadro) della mia famiglia veniva a fare gli auguri. E non veniva mai a mani vuote. Quando l’anno era andato bene portava capretto (una volta portato vivo e questa è un’altra storia da dedicare agli Scribacchini ;-]), capponi e primizie, altre volte, se le cose non erano andate bene, ci si contentava di mele annurche, pizze di scarole e di cipolle, uova fresche. Ed era sempre una festa.

Il profumo fresco delle mele riempiva la casa ma si poneva il problema di cosa farne di tanti chili di mele!? Fondamentalmente, oltre alle mele cotte in vari modi che dopo 2-3 volte non sopportavamo più, mia madre faceva la zuppa di mele e fagioli, la torta e il maiale arrosto con le mele (e con cosa?).

Delle mele annurche si è già detto bene altrove (qui, qui e qui) ricordo solo che, seppure bruttine, sono tra le più profumate e dolci, la polpa è succosa con grana compatta e per nulla farinosa. Insomma una delizia!

Torta di mele alla Federica

Se cercate “torta di mele” su Google escono 401.000 pagine in Italiano (0,09 secondi). Mi sono detto: che male c’è ad aggiungerne un’altra? Boh!?

In fondo la ricetta che vi propongo:
-
è buonissima
- è poco calorica [trovate un’altra torta con solo 150 gr. di zucchero (volendo solo 100), un uovo e burro solo per ungere?!?]
- è facilissima da fare
- è l’unica che so fare
- mi è stato chiesto un dolce da Pandora

mi sembrano ottime ragioni, provate a farla, è veramente buonissima.

PS: la ricetta non è quella di mia madre che, come me, non ha mai saputo fare i dolci ma della mia carissima amica Federica (ciao Fede, grazie!).

Ingredienti:
mele annurche (le più profumate), 1 kg
uovo fresco (dovete chiedere: uova da bere!), 1
farina tipo 00, 150 gr.
zucchero grezzo di canna, 150 gr. (volendo anche solo 100 senza la glassa)
uva passa e pinoli, a volontà
latte fresco 5-6 cucchiai
burro per ungere
un pizzico di sale
lievito per dolci
ruoto a cerniera da 23 cm.

Preparazione:

è una vita che sogno di dire: in una terrina stemperate 100 gr di zucchero con l’uovo, incorporate poco a poco la farina, aggiungendo un po’ di latte fino ad ottenere una pasta semiliquida (è il vero segreto di questa torta!!!) e, infine, aggiungete il lievito e un pizzico di sale.

Lavate le mele, sbucciatele e tagliatele a fettine sottili e poi incorporatele delicatamente alla pasta insieme all’uva passa ed ai pinoli.

N.B.: non spaventavi se vi sembra che la torta non c’è! C’è, ma non si vede!!!! :->

Ungete un ruoto a cerniera con il burro che cospargerete poi di farina, stendete il composto, cospargete con il resto dello zucchero (e in fondo potreste rinunciare anche a questi 50 gr. ma che peccato) e infornate per 40-45 minuti a 180° gradi.

Servite tiepida accompagnata (se necessario) con un cucchiaio di panna fresca.
A me la panna no grazie. :-]

PS: ma voi siete dolci o salati????