Questa volta me ne starò tranquillo ad ascoltare il suo racconto, magari limitandomi a mettere su un po' di musica. Per chi volesse guardare il film sull'evento, Magar mette a disposizione i link (in coda al post).
Area - Gioia e Rivoluzione
ANNI DI RABBIA, ANNI DI UTOPIE
Parlare degli
anni '70, e di tutti gli eventi ad essi collegati è decisamente complesso. Sono
stati un decennio unico ed essenziale, figlio di un secolo che ha visto due
guerre mondiali ed una serie di eventi storici difficilmente ripetibili (dalla
grande crisi del '29 alla conquista della luna). Decennio unico perchè il magma
culturale nel quale ci si muoveva, figlio della Summer of Love e del Maggio
Francese, difficimente si ripeterà; essenziale perchè ha concentrato, nel suo
comunque breve volgere, le illusioni e la rabbia di una generazione davvero
convinta di poter cambiare lo stato delle cose.
Ho avuto la
percezione dei '70 poco prima che iniziassero, il 12 dicembre del 1969. Con
quella bomba, in Piazza Fontana, Milano e tutta l'Italia prendevano atto della
guerra che iniziava.
Ma al di là della
violenza, della strategia della tensione, dei morti da entrambe le parti, quel
decennio è stato anche un faro luminoso di Cultura e Controcultura. E se il
Festival del Parco Lambro, nei suoi tre anni, ne è stato sicuramente l'apogeo,
va comunque detto che tutto quel periodo fu ricco di innovazione e di voglia di mettersi in gioco.
Furono talmente intensi quegli anni che, come una sorta di rigetto, quello che
venne dopo, gli anni '80, furono essenzialmente un decennio nel quale contava
molto di più l'apparire che l'essere.
Il Festival del
Parco Lambro arriva tardi, quasi fuori tempo, ma ha la capacità di rigenerare e
dare nuovo slancio ai delusi ed arrabbiati protagonisti di una generazione in
bilico. Da una parte la gioia, la speranza, persino la certezza, che un mondo
migliore fosse possibile e a portata di mano; dall'altra la rabbia e la
disillusione di chi si accorge di aver fatto male i conti.
Terry Riley, Don Cherry, Karl Baber - Köln Concert 1975 - Deshending Moonshine Dervishes
Ho iniziato gli
studi superiori nel 1970, per concluderli con una laurea nel 1981, per cui
posso dire di aver vissuto sulla mia pelle, da protagonista direi, quel
periodo. Da protagonista certo, perchè era nelle scuole, nelle aule dei licei e
delle università che il fermento culturale era al culmine. Era li che si
giocava la partita. O meglio, era li che pensavamo si giocasse. Ed anche se il
connubio tra studenti ed operai, sopratutto da parte di questi ultimi, non
sempre era il massimo, è sicuramente vero che la visibilità dei due movimenti
congiunti ha portato a notevoli risultati.
In quei tempi,
quando andavi a scuola, non sapevi mai cosa ti aspettava. Ogni mattina, davanti
alla scuola capivi ciò che sarebbe stata quella giornata. C'era, negli
studenti, la voglia di fare parte del mondo degli adulti, di quel mondo che
decideva anche per loro. Tra Comitati Unitari di Base (i CUB), assemblee,
occupazioni, e via dicendo, cercavamo
quella che allora era definita agibilità politica. Volevamo dire la nostra.
La storia ci dice
ora come sono andate le cose. Ma è stato bello provarci; è stato bello crederci.
In quel periodo
cosi ricco, cosi intenso, in quegli anni vissuti con il cuore in gola, fece la
sua comparsa il Festival del Parco Lambro. Una cosa decisamente atipica.
Atipica, perchè
quegli anni erano già passati, già superati dagli eventi. Non c'era più spazio
per i sogni e le utopie, per le illusioni anarchiche cullate da una nutrita
parte di giovani. Ma, proprio per questo, furono giorni memorabili. Giorni nei
quali ci siamo ritrovati, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati.
Giorni nei quali
abbiamo alimentato con combustibile fresco le nostre illusioni. Ed anche se, in
un certo qual modo, eravamo consapevoli del nostro fallimento, è stato bello
abbandonarci a quel presente, lasciando perdere ciò che ci stava aspettando.
E' difficile,
anzi impossibile, comunicare con un semplice scritto, le sensazioni provate in
quei giorni. Credo che solo chi le abbia vissute in prima persona possa
immedesimarsi in quello che dico. Per tutti gli altri....
Be, per loro
rimangono le immagini di questo Film che, seppure con tutti i limiti del caso,
riesce ad aprire uno spiraglio su un evento che rimarrà per sempre nella testa
di chi ha avuto la ventura di parteciparvi, di chi, seppure per un breve
momento, ha fatto parte della Storia. Non di quella che si studia sui libri di
testo certo; parlo della Storia vissuta, di quella raccontata dalle persone.
Quella viva, vera, vissuta, che niente ha a che vedere con quella statistica ed
arida che vogliono insegnarci.
Aggirarsi per
quel Parco, in quei giorni era come vivere in una realtà parallela; era vivere
in un mondo decisamente irreale, utopico e bellissimo. Forse lo era proprio
perche sapevamo che aveva ragione di essere solo per un tempo limitato e molto
breve ma, credetemi, nulla mi ha più entusiasmato di quei giorni. Lo spirito
era lo stesso che aleggiava nei grandi Festival di anni addietro. Certo, era
tutto molto politicizzato, e non c'erano le grandi star d'oltreoceano ,ma
tirando le somme, posso tranquillamente affermare che dal punto di vista
musicale si trattò di un evento molto ricco e sentito.
A distanza di 30
anni, ancora risuonano nella mia mente le note di quei set, entusiasmanti e
grintosi, come a voler ribadire con ogni singola nota la voglia di lottare e di
credere in una società più equa e solidale. E se gli eventi verificatisi da lì
in poi hanno portato tutto ciò che è stato ad un ricordo ormai privo di
significato per molti, vi
assicuro che cosi non è.
Non lasciatevi trarre in inganno da immagini
fuorvianti, che vi presentano spesso solamente
caroselli di persone nude; non crediate che siano stati solamente giorni di
fumo e di sessualità libera. Tutt'altro. C'era, in tutti i presenti , la
consapevolezza di essere parte di un evento storico ed importante, che avrebbe
segnato il destino di molti.
Quei giovani,
quelle persone, oggi hanno ormai passato abbondantemente la cinquantina, e se
le loro speranze, le loro certezze, sono andate in frantumi, niente potrà
comunque cancellare quell'esperienza. Il lascito di quelle giornate è rimasto
dentro di noi, ed ancora oggi, nel nostro vivere il presente, riaffiora nel
modo con il quale affrontiamo la vita.
E questo è tutto.
Se, leggendo queste righe, non avete trovato il consueto elenco di Band e di
canzoni, è perchè quello è un resoconto che potete trovare nei molti altri
scritti su questo argomento. Quelle note, quelle parole, restano, almeno loro,
immutabili nel tempo. Noi invece no. Noi siamo cambiati. Ma questa è un'altra
storia.
Magar