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lunedì 24 ottobre 2011

Pappe.

In questi giorni le mie attenzioni sono state rivolte alla preparazione delle prime pappe di Chiara. In genere la prima pappa è composta da un brodo di verdura, qualche cucchiaio di crema di cereali (le prime, di solito, senza glutine), un filo d’olio e un cucchiaino di grana.
Ora, sorvoliamo sul fatto che ho impiegato più di mezz’ora per riuscire a scegliere una misera carota e una banale zucchina, girandole e rimirandole neanche dovessi far da mangiare a Gualtiero Marchesi (beh, che poi non sarebbe nemmeno tanto difficile dato che il Maestro oggi dovrebbe accontentarsi di un panino…).
Ho scelto delle verdure normali, non biologiche e questo un po’ perché al biologico credo fino ad un certo punto e un po’ perché la scelta bio mi fa sentire come se chiudessi mia figlia sotto una campana di vetro, perfettamente sterilizzata e completamente avulsa dal mondo -in questo caso, della tavola- reale.
Questo per dire che non sono una di quelle mamme ipocondriache che crede ciecamente nel biologico né tantomeno una di quelle new age con il ciuccio sempre perfettamente sterilizzato e via dicendo. Penso al contrario che un po’ di “schifezzine” quotidiane aiutino la formazione degli anticorpi rafforzando la salute di mia figlia.

Ma torniamo a noi…
Dopo l’impresa della selezione delle verdure è arrivato il momento di scegliere quale crema di riso acquistare. Con una certa serenità mi sono avvicinata allo scaffale preposto e ho iniziato a vivisezionare le varie offerte tramite l’analisi dell’etichetta riportante gli ingredienti.
Qui con grande stupore ho scoperto che la maggior parte dei prodotti delle marche più note dichiara tra gli ingredienti la presenza di AROMI e/o VANILLINA. Come è noto, quando il termine “aromi” non è accompagnato da alcuna specifica (es. “naturali”) significa che si tratta di aromi di sintesi ottenuti, con l’aiuto della chimica, in laboratorio. La vanillina è uno di questi. Giusto per intendersi, la vanillina è una sostanza ottenuta nel migliore dei casi da un sottoprodotto dell’industria della lavorazione del legno (lignina), nel peggiore è figlia dell’industria petrolchimica (vedi Bressanini).
Ed è innanzi a questo panorama che mi fa sorridere l’attenzione (peraltro molto soggettiva) dedicata dai pediatri all’introduzione graduale dei vari cibi nello svezzamento onde evitare di coltivare terreni fertili per allergie/intolleranze (guai a proporre un pomodoro prima del nono mese o il latte prima dell’anno!!!) senza pensare a quali conseguenze potrebbero avere queste sostanze sull’organismo del bambino.

Ma al di là dell’aspetto salutistico della questione, tengo a soffermarmi su quello educativo. Che tipo di curiosità/senso critico volete che possano stimolare dei cibi omologati nel sapore? Come si può formare il senso del gusto quando i prodotti assaporati sono tutti appiattiti al dolce della vanillina (o chi per essa)?
Non sono qui a fare una crociata anticapitalistica, né voglio cadere in un discorso superficiale e paternalistico. Dico solo che si può scegliere e, con un po’ di attenzione, si può anche scegliere bene.

Insomma, oggi più di prima ho imparato a perdere tempo davanti alle etichette dei prodotti che compro. E voi?

martedì 10 maggio 2011

Udite, udite!


Ebbene sì! Venerdì 6 maggio alle 10.13 è venuto al mondo il mio biscottino migliore: Chiara! 4.040 kg di bimba tutti da mangiare!

lunedì 28 febbraio 2011

Il sale alla vaniglia

sale alla vaniglia

Di sicuro vi starete chiedendo cosa avete fatto di male per trovarvi innanzi all'ennesimo post sul sale alla vaniglia. Non preoccupatevi, non avete combinato nulla!
Ho solo deciso di riparlare della cosa per due motivi:
1. per chiarezza, dato che nel 90% dei dolci che propongo cito sempre 'sto benendetto sale (così almeno è la volta buona che ci intendiamo per davvero!);
2. perchè trovo che il metodo che utilizzo per farlo sia decisamente economico, ecologico, ecotutto...insomma turbofigo!
Infatti, contrariamente a quanto ho letto in giro, io uso solo gli scarti della vaniglia (ovvero i bacelli già grattati a dovere) con il vantaggio di non dover gettare una parte del frutto dalle grandi potenzialità e senza dover "sprecare" i preziosi semi che contiene con una preparazione "povera" come il sale (che tra l'altro ne richiederebbe una quantità industriale).
Insomma, rigorosamente ad occhio, questo è quello che faccio:


Sale alla vaniglia

sale grosso
stecche di vaniglia "vuote" e asciutte

Per prima cosa, taglio col coltello le stecche di vaniglia a piccoli pezzi, poi le infilo dentro un frullatore cercando di sminuzzarle il più possibile.
Quando ho ottenuto un composto ben triturato, aggiungo anche il sale grosso e vado con un ultimo breve giro di frullatore.
Mi piace che la consistenza rimanga un po' grossolana (tipo un fior di sale) e quindi tengo bene sotto controllo l'ultima frullata. Naturalmente, qualora preferiste una grana più fine, non dovete fare altro che frullare più a lungo.
Di solito faccio quest'operazione ogni volta che mi ritrovo con una stecca utilizzata (non aspetto che si secchi ma la frullo subito così il sale si insaporisce per bene).
Spero che questo metodo possa tornarvi utile!

Quanto dura?
Considerato che il sale è il miglior conservante che esista, credo che questa preparazione farà in tempo a seppellirmi...

Dove lo uso?

Nei dolci, dove si richiede il famoso "pizzico di sale", sulle verdure (io lo apprezzo in particolare con zucca, pomodori o cipolle) oppure con i crostacei e naturalmente...largo alla fantasia!

lunedì 13 dicembre 2010

Biscotti per cani

biscotti per cani

Chi mi conosce, conosce anche alla perfezione la mia passione per i cani. Sa di quando a quattordicianni ho finto di aver investito in motorino un cucciolo di cane, strappandomi i pantaloni e tirando ginocchiate contro il muro per fingere la caduta, di come, il povero e abbandonato trovatello in realtà fosse un cagnolino perfettamente profumato e pettinato appena uscito dalla vetrina di un negozio...e dell'annuncio sul giornale locale che ho fatto scrivere ai miei genitori (della serie: se nessuno si fa vivo, il cane lo teniamo noi*, altrimenti lo restituiamo al legittimo proprietario)...
Chi mi conosce sa anche che non c'è stato fidanzatino che, per riconquistarmi, non si sia presentato a casa con un cane o con la promessa di comprarmelo...o di tutte le volte che ho assaggiato i croccantini per cani...
Insomma, chi mi conosce sa che in questi biscotti c'è tutta me stessa.
A dire la verità, li ho anche personalizzati (ogni biscotto ha inciso il nome del ricevente) ma siccome non vorrei mai che qualcuno dei fortunati quadrupedi passasse da queste parti, vi mostro il retro un po' bitorzoluto ma che rimane in forma anonima.


Biscotti per cani con sesamo e arachidi
(da Regali golosi di Sigrid Verbert)

per 25-30 biscotti (a seconda delle dimensioni del vostro stampino):
una tazza di farina
una tazza di farina integrale
una tazza di farina di segale
2 cucchiai di semi di sesamo nero
2 cucchiai di semi di sesamo bianco
un uovo
un cucchiaione di burro di arachidi puro (per me: crema spalmabile di arachidi bio)
Acqua q.b.

Impastare insieme tutti gli ingredienti e aggiungere acqua fino ad ottenere la giusta consistenza. Stendere l'impasto ad 1cm di altezza, ritagliarlo con l'apposito stampino e cuocere i biscotti a 180 gradi per 20 minuti poi a 160 (io 150) per altri 40 minuti in modo che diventino ben croccanti.

* lo so che questa informazione non la volete sapere, ma il cagnolino è tornato al negozio il giorno dopo.

N.B.: ricordo inoltre di non dare mai cioccolato ai cani perchè per loro è tossico e potrebbe portarli alla morte immedita!

giovedì 17 giugno 2010

Incredibile ma vero: il mio primo raccolto!

fragoline

Sì, sì, avete letto bene: ho scritto "raccolto" e non "raccolta"...
Eh sì, perchè alla faccia di uccelli, afidi e gufate varie ieri finalmente ho raccolto le mie prime fragoline.
Grazie a tutti quelli che mi hanno dato consigli su come distruggere i pidocchiosi abitanti abusivi. Alla fine ho trovato la soluzione del sapone di marsiglia disciolto in acqua e vaporizzato (con sguardo minaccioso e psicolabile) quella in assoluto più efficace.
Inutile dirvi che erano buonissime e che sono finite in un bicchiere di zabaglione caldo...

fragoline

martedì 1 giugno 2010

Orgoglio

Pride (ovvero le mie fragoline!)

Portate pazienza ma non posso farne a meno! Ve le devo assolutamente far vedere!
Quando ieri mattina ho visto spuntare questi bitorzoletti tra le foglie non stavo più nella pelle.
Avete presente quelle madri antipatiche del tipo "mio figlio di qua", "è un genio di là" e "ha vinto la garetta della scuola e quanto è figo"?!?? Ecco, elevate il tutto all'ennesima potenza e immedesimatevi nel mio stato d'animo.

Fiori

Quando due mesi fa alla fieramercato dei fiori sul Naviglio (memore del suo post) non ho saputo dire di no a dei minuscoli germoglietti di fragoline di bosco, non gli avrei dato una lira (non abbiamo un giardino, non abbiamo una finestra al sole, le dobbiamo abbandonare in viaggio di nozze, ecc. ecc.).
E invece...

Pride (ovvero le mie fragoline!)