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venerdì 21 giugno 2013
Semplicemente budino al cioccolato (ma quello della nonna!)
Qualche tempo fa sono stata colta da un'insana voglia di budino al cioccolato. Facile no? E invece no. Ho fatto tante creme e cremine al cioccolato, ma il budino vero, come quello che mi faceva la mamma da piccola sciogliendo le uova di Pasqua, quello no, non l'ho mai fatto. Beh, direte voi, basta telefonare alla mamma per avere la ricetta. E ancora no, perchè sono passati talmente tanti anni dall'ultimo budino che la mamma non se lo ricorda più.
Per fortuna è venuta in nostro soccorso mia cugina Luisa che ci ha ricordato il ritornello della nonna: "per un litro di latte, un etto di cioccolato, uno di zucchero e uno di farina". E così è stato.
La nonna poi aggiungeva una bella noce di burro per dare più forza e, a volte, un cucchiaino di caffè solubile.
Noi alla fine l'abbiamo fatto così (come sempre, e a maggior ragione per una preparazione così semplice, è fondamentale che gli ingredienti siano di primissima qualità):
Budino di cioccolato
un litro di latte intero fresc)o
150g cioccolato fondente min 70% (la nonna mi perdonerà ma ne ho aggiunto un po' di più)
100g farina setacciata
100g zucchero di canna
40g di burro
Portate il latte ad ebollizione (a piacere con il caffè solubile o con un po' di vaniglia). A parte, fuori dal fuoco, in un pentolino diluite con una frusta la farina con il latte bollente, mettendone prima poco, poi via via aggiungendolo tutto, stando attenti a non formare grumi. Rimettere sul fuoco e aggiungere lo zucchero, il burro e sciogliere in ultimo il cioccolato. Mescolare fino ad ottenere la giusta consistenza. Se si dovessero formare grumi il minipimer sistema tutto! Distribuire in uno stampo (magari bagnato con un goccio di liquore e fare raffreddare in frigo per almeno due ore.
Per sformarlo, immergere rapidamente lo stampo in una vasca di acqua calda che, scaldando un po' le pareti esterne del budino, lo aiuterà meglio a scivolare via.
martedì 9 ottobre 2012
Crema cotta caramellata alle mele
A bassa voce (che non mi senta il tiramisù), ma credo di poter dire che la creme brulèe è il mio dolce al cucchiaio preferito. Oggi ve ne propongo una simpatica variante, con l'aggiunta di una purea di mele cotte che arricchisce la crema di una fresca nota fruttata. La ricetta, con qualche modifica (ho usato solo miele di rosmarino invece che zucchero+miele di tiglio) è tratta dal libretto di Bibliotheca Culinaria "Una mela al giorno".
Crema cotta caramellata alle mele
per 6 persone (ciotoline da 125ml)
250g latte fresco intero
250g panna
mezzo bacello di vaniglia
5 tuorli
50g miele di rosmarino (o tiglio)
200g purea di mele golden delicious cotte (intere in forno, ne servono 4)
zucchero di canna per la superficie
Versare il latte e la panna in una casseruola, aggiungere il bacello di vaniglia inciso nel senso della lunghezza e portare lentissimamente a bollore.
Nel frattempo sbattere i tuorli con il mieie.
Versare il composto di latte e panna sui tuorli attraverso un colino, unire la polpa di mele e distribuire nelle cocottine.
Cuocere a bagnomaria in forno a 120 gradi per 40 minuti (sono sufficienti 30 minuti se usate cioroline larghe come quelle in foto).
Far raffreddare e spolverare di zucchero di canna. Caramellare con apposito cannello.
Volendo si possono sformare nel piatto.
mercoledì 13 luglio 2011
Crumble di albicocche (quello vero)
Lo confesso: mi è così tanto piaciuto il trittico albicocche-farro-mandorle provato nella torta crumble di Knam che non potevo non replicare il mitico crumble nella versione più ortodossa.
Si aggiunga a tutto ciò un'irrefrenabile voglia di sfoggiare le mie nuove cocottine ed ecco che si arriva a questa semplicissima conclusione:
Crumble di albicocche
Per 6 persone:
260g albicocche (al netto)
50g zucchero
85g farina di farro
60g burro
60g mandorle tritate
Un pizzico di sale
Mezza stecca di vaniglia
Lavare le albicocche e tagliarle a pezzetti.
Lavorare velocemente insieme la farina con il burro, lo zucchero, le mandorle, il pizzico di sale e i semi raschiati della vaniglia fino ad ottenere un composto sabbioso.
Suddividere le albicocche in 6 cocottine di porcellana leggermente imburrate e distribuirvi sopra il crumble. Disporre il tutto in frigo intanto che il forno raggiunge la temperatura di 180 gradi.
Cuocere per 15-20 minuti.
P.S.: approfitto di questo mio spazio per pubblicare un appello disperato: vi prego, oh voi milanesi che mi leggete, vi supplico, mi sapete indicare un posto dove trovare delle albicocche degne di questo nome?
mercoledì 16 febbraio 2011
Budino di Squacquerone
Avete presente quelle preparazioni, come dire, un po' sempliciotte, non particolarmente ardite ma che hanno un fascino e una pregnanza tali da stregarvi per sempre e relegare le ricette di alta pasticceria all'ultimo posto dei vostri pensieri?
Ebbene, è esattamente quello che mi è successo in questo caso.
Oltre al rinco-shopping in questi giorni mi sto dedicando anche allo spoglio delle riviste di cucina e così, tra uno strappo e l'altro, sono incappata in questa preparazione romagnola tipica del periodo pasquale (così almeno ho letto su La cucina italiana da cui è tratta).
Su internet non ho trovato grandi informazioni (e sarei ben grata se qualche romagnolo che passasse da queste parti mi sapesse dire qualcosa di più) ma visti gli ingredienti direi che non può che essere un dolce di tradizione (dato l'utilizzo del pane raffermo) e decisamente pasquale (come indica l'uso abbondante di uova, mandorle e arancia).
Viene definito 'budino' ma direi che ha più del 'pudding' inglese piuttosto che del budino nell'accezione italiana del termine.
Lo squacquerone credo lo conosciate tutti: più cremoso di uno stracchino, è il formaggio della piadina per eccellenza che qui trova la sua collocazione anche in una preparazione dolce.
Budino di Squacquerone
per uno stampo da 28:
500g latte
300g squacquerone
150g zucchero
130g pane bianco raffermo
100g mandorle pelate
5 uova
scorza grattugiata di 2-3 arance
2 cucchiaini di lievito per dolci
burro
pan grattato
un pizzico di sale alla vaniglia
Tostare le mandorle a 180°C per qualche minuto; una volta fredde, tritarle finemente con lo zucchero. Ammollare il pane nel latte, strizzarlo poco e amalgamarlo con lo squacquerone. Unire anche le mandorle con lo zucchero, i 5 tuorli, il lievito, il pizzico di sale e la scorza di arancia. Montare i 5 albumi a neve e incorporarli delicatamente al composto di squacquerone. Trasferire il tutto in una tortiera imburrata e cosparsa di pane grattugiato e infornate a 190°C per 50' circa.
Far raffreddare e cospargere di zucchero a velo.
N.B.: io ho diviso la dose per 5 e ho ottenuto 3 stampini da 12cm di diametro che ho cotto a 180 gradi per 15 minuti.
mercoledì 19 gennaio 2011
Petit pots au chocolat
Dovete sapere che io sento già di essere una madre scrupolosa ed apprensiva ed in quanto tale mi sacrifico nello studiare le future merende per la mia panzerotta...sì, lo so, è dura la vita, ma qualcuno si deve pure sacrificare!
Prima di sbranarceli, ho ragionato se arricchirli con qualche aroma o con un crumble, poi ho pensato che li avremmo gustati più volentieri così, senza tanti fronzoli e in tutta la loro quasi banale semplicità.
Senza uova nè burro (e pure senza glutine) sono dei budinetti per fare i quali sono partita da una vecchia e sempre amata ricetta a cui ho semplicemente aggiunto del buon cioccolato con un'alta percentuale di cacao.
Ultima nota: si fanno in 5 minuti e si possono gustare quasi subito poichè solidificano molto velocemente...
Buona merenda!
Petit pots au chocolat
per 4 vasetti:
200g di panna fresca
300g di latte intero fresco
60g cioccolato extra fondente 85%-90%
60g di zucchero semolato
18g di maizena
Versare il latte, la panna e lo zucchero in un pentolino, portare il tutto a bollore e togliere dal fuoco. Prelevare due o tre cucchiai di liquido caldo e versarli sulla maizena precedentemente setacciata in un piccolo recipiente, mescolare bene in modo da ottenere una cremina e versarla, mescolando, nel latte caldo*. Rimettere sul fuoco dolce e riportare a bollore continuando a mescolare con cura, lasciar bollire da 3 a 5 minuti o fino a quando la crema risulterà addensata. UNire ora il cioccolato e farlo sciogliere velocemente. Distribuire nei vasetti, lasciar intiepidire e mettere in frigo per almeno un paio d'ore.
*Il passaggio dello scioglimento della maizena ovviamente è quello più importante.
Io ho setacciato la maizena in una ciotolina, poi ho prelevato un cucchiaio di latte/panna caldo e ho iniziato a lavorarlo con la maizena, poi ancora un cucchiaio e ancora a mescolare, poi ancora uno e ancora mescolare e così via.
Quello che voglio far capire è che se si sbatte subito dentro troppo latte, non si riesce a creare un composto omogeneo e a sciogliere bene la maizena e rimangono i grumi.
Allo stesso tempo, anche una volta resa la maizena una crema, continuo ad aggiungere (sempre poco alla volta) il latte, fino a raggiungere un composto totalmente liquido e solo in questo momento, unisco i due liquidi e proseguo la cottura.
lunedì 10 gennaio 2011
Bicchierino con caco, vaniglia e nocino
L'idea di questo dessert mi è venuta da un ricordo: l'immagine di mia nonna che si mangiava i cachi stemperati da un goccino di rum!
Ho pensato che la crema di vaniglia avrebbe esaltato le note vanigliate del frutto mentre il liquore alle noci con alcolicità e un leggero retrogusto amaro, avrebbe smorzato la stucchevolezza del caco.
Sono molto soddisfatta del risultato (la sapeva lunga la mia nonna...). Stranamente mi ci sono incaponita (di solito coi dolci ho il vaffa facile) e l'ho provato tre volte prima di raggiungere il mio obiettivo.
Ho imparato anche ad avere pazienza: se infatti non si dà il tempo ai vari strati di solidificare viene fuori un bel pastrocchio (si veda il bicchiere in secondo piano dove la gelatina al nocino non era ancora del tutto solidificata e con l'aggiunta fuoritempo del caco si è "deformata" mutando l'equilibrio dei vari strati).
Bicchierino caco, vaniglia e nocino
per 4 bicchierini:
Crema alla vaniglia:
200g panna fresca
300g latte
1 stecca di vaniglia
60g zucchero
20g maizena
Gelatina di nocino:
60g nocino
1/2 foglio di gelatina (1g)
Purea di cachi:
2 cachi (circa 250g di purea) ben maturi
1/2 foglio di gelatina (1g)
Crema alla vaniglia:
Versare il latte, la panna, lo zucchero, i semi ricavati dal baccello di vaniglia e il bacello stesso in un pentolino, portare il tutto lentamente a bollore e togliere dal fuoco. Togliere la stecca di vaniglia e prelevare due o tre cucchiai di liquido caldo e versarli sulla maizena precedentemente setacciata in un piccolo recipiente, mescolare bene in modo da ottenere una cremina e versarla, mescolando, nel latte caldo*. Rimettere su fuoco dolce e riportare a bollore continuando a mescolare con cura, lasciar bollire da 3 a 5 minuti o fino a quando la crema risulterà addensata. Distribuire nei vasetti, lasciar intiepidire e mettere in frigo per almeno un paio d'ore.
*Il passaggio dello scioglimento della maizena, ovviamente è quello più importante.
Io ho setacciato la maizena in una ciotolina, poi ho prelevato un cucchiaio di latte caldo e ho iniziato a lavorarlo con la maizena, poi ancora un cucchiaio e ancora a mescolare, poi ancora uno e ancora mescolare e così via.
Quello che voglio far capire è che se si sbatte subito dentro troppo latte, non si riesce a creare un composto omogeneo e a sciogliere bene la maizena e rimangono i grumi.
Allo stesso tempo, anche una volta resa la maizena una crema, continuo ad aggiungere (sempre poco alla volta) il latte, fino a raggiungere un composto totalmente liquido e solo in questo momento, unisco i due liquidi e proseguo la cottura.
Gelatina di nocino:
Ammollare la gelatina in acqua per un quarto d'ora.
Portare a leggera ebollizione un paio di cucchiai di nocino e sciogliervi dentro la gelatina. Versare il tutto nel nocino restante.
N.B.: cercate di scaldare meno liquore possibile in modo che non perda la sua alcolicità.
Distribuire la gelatina sopra la crema di vaniglia e lasciar solidificare per almeno tre ore in frigo.
Purea di cachi:
Ammollare la gelatina in acqua per un quarto d'ora.
Frullare la purea di cachi, scaldare un cucchiaio della stessa e sciogliervi dentro la gelatina. Unire al resto della purea e distribuire nei bicchierini sopra la gelatina di nocino.
Riporre in frigo per un'ora almeno prima di consumare.
Non vi spaventate! Vi assicuro che è più lungo a dirsi che a farsi (tempi di riposo permettendo...)!
giovedì 1 luglio 2010
Ciliegie.
Oggi sono proprio in difficoltà a dare un nome a questa preparazione. Ciliegie sciroppate? Spiritate (nel senso che contengono un po' di alcol)? Spiritose? Non saprei davvero.
In realtà non si tratta nemmeno di una ricetta. Più semplicemente sono un inno alla genuinità e alle cose semplici della vita.
Provatele da sole, con il gelato, con uno zabaione o più semplicemente con lo yogurt. A mio avviso creano dipendenza.
Zuppetta di ciliegie sciroppate, spiritate e sicuramente spiritose
Queste le proporzioni:
ciliegie (quante ne stanno in una mano)
un cucchiaio raso di zucchero
5 cucchiai di marsala
acqua
Lavare le ciliegie e privarle del picciolo. Se siete volenterosi e un po' masochisti, privatele pure del nocciolo (ma io non lo faccio mai). Mettetele sul fuoco con il cucchiaio di zucchero e il marsala e aggiungete acqua quasi fino a ricoprirle. Fate andare fino a quando non avrete ottenuto una consistenza sciropposa. Aggiungete alla fine un altro po' di marsala se volete un sapore più alcolico.
mercoledì 31 marzo 2010
Tiramisù con le fragole
No, giuro che non era mia intenzione prendervi per il chiùlo.
Il fatto che abbia appena finito di piangere lacrime di coccodrillo sulla mia mancata perdita di peso e che poi casualmente oggi vi proponga una cofana di tiramisù è del tutto casuale.
Però una bella cofana di tiramisù sana tutti i mali e cura ogni isterismo...
Dato che avevo terminato i savoiardi (sulla scorta di un tiramisù assaggiato di recente da Sadler), ho deciso di fare al volo un pan di spagna in loro sostituzione, decisamente più veloce e "leggero".
N.B. che non si tratta di un tiramisù alle fragole ma di un tiramisù con le fragole, ossia della preparazione classica con la sola aggiunta della frutta. Sublime.
Tiramisù con le fragole
per 8 persone
pan di spagna (M. Santin)
180g zucchero
160g farina
7 tuorli
7 albumi
mezza stecca di vaniglia
crema al mascarpone
3 uova
300g mascarpone
200g caffè
200g marsala
60g zucchero
cacao
fragole pulite e tagliate a cubetti
Pan di spagna
Montare a lungo i tuorli con 140g di zucchero e i semi di vaniglia. Aggiungere delicatamente la farina setacciata e infine gli albumi montati a neve con il restante zucchero.
Suddividere in due teglie da 24 e cuocere a 180 gradi per 20-25 minuti (prova stecchino).
Crema al mascarpone
Montare i tuorli con lo zucchero e aggiungervi il mascarpone precedentemente lavorato con una frusta. Incorporare 2 albumi montati a neve e far riposare la crema per un'ora in frigo.
Comporre il dolce con un primo strato di pan di spagna passato in una soluzione di caffè e marsala (e un paio di cucchiai d'acqua a piacere), poi con uno strato di crema al mascarpone e poi con le fragole e così continuando sino all'esaurimento degli ingredienti. Spolverare con cacao amaro.
martedì 23 febbraio 2010
Budino di kiwi
Ai tempi in cui scrivevo sul forum de La cucina italiana questa ricetta era quella più indissolubilmente legata al mio nome. In realtà si trattava della versione all'arancia e, sempre a dirla tutta, mi ero solo fatta portavoce di una ricetta della mia mamma.
Noi l'abbiamo sempre chiamato "budino" ma forse il suo nome più appropriato sarebbe "gelo", dato che segue tale e quale il procedimento dei dolci al cucchiaio siciliani (ovvero usare maizena o frumina come addensante).
Qualsiasi nome gli si voglia attribuire, rimane comunque una preparazione versatilissima (è stato fatto in tutti i gusti, pomodoro compreso!) e facilmente sformabile anche in stampi d'alluminio (cosa non da poco).
Questo al gusto Shrek mi è piaciuto molto...
Budino di kiwi
6 kiwi
300g zucchero
90g di maizena
1 limone grande
Sbucciare i kiwi e frullarli assieme al succo di limone. Inserire il succo ottenuto (circa 320-350g) all’interno di un contenitore graduato. Aggiungere lo zucchero, la maizena e stemperare bene. A questo punto aggiungere acqua sino a raggiungere il litro.
Mettere sul fuoco e cuocere per tre minuti dal momento dell’ebollizione. Versare in uno stampo (o in più stampini monoporzioni) leggermente inumidito da un liquore a piacere e far raffreddare in frigo per almeno tre ore prima di servire.
martedì 12 gennaio 2010
Il sugolo (o sugol)
Buongiorno a tutti e ben ritrovati!
Chi è curioso di sapere delle nostre avventure nella Grande Mela credo proprio dovrà aspettare parecchi giorni anche perchè ho l'impressione che NY non finisca mai, nemmeno quando sei tornato a casa. Qualcosa ti rimane dentro e si fa sentire a scoppio ritardato. Non so se sarò mai in grado di riordinare le idee quindi nel frattempo mi dedico ai sapori antichi, a quelli di casa.
Il sugolo o sugol non è altro che un budino di mosto d'uva tipico, a quanto mi risulta, delle zone tra il mantovano e il modenese (ma correggetemi se sbaglio).
E' di una semplicità ancestrale, di sapore schietto e senza tanti fronzoli ed è proprio per questo che lo adoro.
Il sugolo
un cucchiaio di farina 00 (e un cuccchiaio di zucchero a piacere) ogni bicchiere di mosto
Stemperare per bene la farina con il mosto (prima solo con qualche cucchiaio e poi, a mano a mano col resto) aggiungere lo zucchero e portare a bollore. Far bollire per qualche minuto fino a quando non sentite una consistenza più solida e versare in un contenitore a piacere (la tradizione lo vorrebbe servito dentro ad un piatto fondo).
Far raffreddare e servire freddissimo possibilmente il giorno dopo!
venerdì 18 dicembre 2009
Budino di zucca alle mandorle
Raro caso di ricetta di cui non cambio una virgola ma che, in fin dei conti, non mi ha fatto strappare i capelli. Viene da Di zucca in zucca, recente pubblicazione di Bibliotheca culinaria. L'ho trovato un dessert incompleto. Non cattivo, ma incompleto (e un po' insulso). Chissà che l'aggiunta di una cremina riesca a dargli un tono maggiore.
Il bilancio del libro per ora è:
- una ricetta insoddisfacente;
- una ricetta errata.
Come la mettiamo???
Budino di zucca alle mandorle
per 6 persone:
500g zucca violina (io ho usato la mantovana)
50g mandorle dolci tostate
50g zucchero semolato
15g burro
15 zucchero di canna
250g latte
4 uova (ma io ne leverei una)
cannella in polvere
Pulire la zucca e cuocerla per 40 minuti nel latte, poi scolarla e passarla al setaccio.
Tritare le mandorle fnemente dopo averle lasciate in freezer per 15 minuti (questo fa sì che non rilascino olio), mescolarle con lo zucchero e aggiungerle alla purea di zucca.
Sbattere le uova con la cannella e aggiungerle al resto.
Imburrare e zuccherare (con zucchero di canna) degli stampini, versarvi il composto e mettere a bagnomaria in una pirofila coperta di alluminio. Cuocere 40 minuti a 180 gradi.
giovedì 6 agosto 2009
Soufflè glacèe all'anguria
Il soufflè glacèe era da una vita che volevo prepararlo. Fa un figurone micidiale ed è veramente una cavolata da fare.
In questo caso mi sono ispirata ad una ricetta di A Tavola di un paio d'anni fa (agosto 2007) e ho trovato il giochino molto moolto divertente.
Il più è preparare i supporti di carta forno perchè per il resto la preparazione si combina in pochi minuti. Inutile dire che si presta a tutte le variazioni del caso.
Soufflè glacèe all'anguria
per 4 persone:
250g anguria (al netto)
75g zucchero
1g gelatina
200g panna
20g canditi di cedro (io abbondante scorza di limone)
10g pistacchi
10g scaglie di cioccolato
Mettere a bagno la gelatina.
Preparare 4 cilindri di carta forno da infilare nei bicchieri e che li superino in altezza di 3cm (io li ho fissati con una puntatrice).
Frullare l'anguria con lo zucchero.
Recuperare un cucchiaio di purea frullata e scaldarla in un pentolino. Sciogliervi dentro la gelatina strizzata e aggiungere il composto al resto.
A parte, montare la panna, amalgamarla bene con la purea di anguria, aggiungere il cioccolato, i canditi (o la scorza) e i pistacchi tagliati grossolanamente e distribuire il tutto nei 4 contenitori. Mettere in freezer per almeno tre ore. Al momento di servire, eliminare la carta forno e guarnire la superficie con cioccolato, scorza di limone e pistacchi.
Ciò detto, dato che oggi è il mio compleanno, vi faccio vedere cosa ho ricevuto. Si tratta di una magnifica torta fattami da Lydia con pan di spagna e crema al mascarpone (QUI la ricetta). Al di là dell'indubbia bellezza e dell'altrettanta bontà, è stato proprio il fatto stesso di ricevere LA torta di compleanno ad avermi lasciata senza parole. Non è cosa di tutti i giorni (anzi, se vogliamo dirla tutta, sarà dalle elementari che nessuno mi preparava una torta di compleanno). Lydia, grazie di cuore. E adesso basta che con l'età sto diventando sensibile e rischia di scapparmi la lacrimuccia!
martedì 7 luglio 2009
Gelato allo zabaione con ciliegie sciroppate
...ovvero quello di cui dovrei nutrirmi dopo il tour de force di Mantova!
Altra ricetta della mamma...e di quelle super!
La cosa positiva è che è un procedimento da fare senza la gelatiera (il gelato, contenendo così tanti grassi, riesce a rimanere morbido anche senza la mantecatura meccanica).
La prima volta l'ho servito con le ciliegie, la seconda con una cucchiaiata di pesche fatte sciroppare col medesimo procedimento e amaretto sbriciolato.
Qui si stanno sfiorando alti picchi di lussuria...
Gelato allo zabaione con ciliegie sciroppate
mezzo litro di panna fresca
4 tuorli
4 cucchiai di zucchero
8 cucchiai di Marsala
una manciata di ciliegie
un cucchiaio di zucchero
Montare a bagnomaria i tuorli con lo zucchero e il Marsala. Fare attenzione che la temperatura non salga troppo (come per un qualsiasi zabaione).
Montare la panna e mescolarla allo zabaione fatto, nel frattempo, intiepidire.
Versare il tutto in una vaschetta e alloggiarlo in freezer (volendo, lo si può anche adagiare in stampini monodose non troppo arzigogolati).
Se possibile, dargli una mescolata ogni ora (servono almeno tre ore in freezer).
Poco prima di servirlo, preparare le ciliegie (o altra frutta) lavandole e ricoprendole di acqua (quel tanto che basta perchè siano immerse) e aggiungendo un cucchiaio di zucchero. Cuocerle a fuoco alto fino a completo assorbimento del liquido.
Servire il gelato con le ciliegie tiepide.
Leccarsi i baffi e fare penitenza per le due settimane seguenti...
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domenica 21 giugno 2009
Lo spumone alla fragola
Questa ricetta -non so perchè, dato che la foto non è nulla di fantasmagorico- si è attirata un sacco di complimenti su Flickr. Sarà merito del nome (che ispira simpatia) o del colore rosa Barbie, fatto sta che questa ricetta di mia madre ha conseguito un successo inaspettato. L'unico imbarazzo è nato quando una lettrice inglese mi ha chiesto la translation del termine "spumone"...ehm, ehm!
Le dosi (grazie mamma per avermi avvisata!) possono sfamare l'intero esercito italiano per i prossimi sei mesi e quindi il consiglio è di dimezzare le quantità.
L'ho servito, di volta in volta, con fragole fresche tagliate a pezzetti o ciliegie velocemente sciroppate e ancora tiepidine. Ottimo in entrambe le versioni.
Ovviamente questa preparazione si presta a mille varianti in quanto a frutta.
Spumone alla fragola
700g fragole (già pulite)
500g panna
5 albumi
300g zucchero
un goccio di liquore a piacere
Passare le fragole al passaverdura o frullarle con lo zucchero.
Montare la panna e incorporvi la purea di fragole.
Montare gli albumi e incorporarli al resto.
Distribuire il tutto in uno stampo bagnato con un goccio di liquore e riporlo in freezer.
Non servirlo direttamente dal freezer, ma farlo scongelare qualche minuto.
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giovedì 11 giugno 2009
Mattonella allo yogurt con fragole e fragoline di bosco
Prima di disperdere il foglietto con la ricetta e soprattutto, prima che finiscano le fragole, ci tengo a trascrivermi questa ricetta perchè è fresca, piacevole e adattissima a questa stagione...insomma, ci è proprio piaciuta!
Oddio, io qualche remora nei confronti della colla di pesce, in realtà, ce l'ho sempre. A dire il vero, volevo provarla con l'agar, ma siccome mi sono fatta intimorire dopo aver letto che in ambienti acidi perde il suo effetto gelificante, sono pavidamente tornata sui miei passi (anche perchè trattavasi di dolce da portare a casa di amici -motivo per cui non ho potuto fare la foto dell'interno...e non vi dico quanto fossi tentata!!!- e non mi potevo permettere il rischio del flop!).
Mattonella allo yogurt con fragole e fragoline di bosco
500g panna fresca
400g yogurt bianco (per me, Mila)
18g colla di pesce (riducibile a 14-16 se lo tenete in frigo almeno una giornata)
60g marsala (o altro liquore a piacere)
100g zucchero
150g fragole
100g di fragoline di bosco
fragole per guarnire
In una ciotola mettere a bagno 9g di fogli di gelatina per ammorbidirli, quindi scolarli e strizzarli bene. Mettere 30g di marsala sul fuoco e toglierlo appena inizia a bollire. Scioglierci dentro la gelatina ed incorporarla a 200g di yogurt in una terrina. A parte, in una ciotola ampia, montare con una frusta 250g di panna, quindi aggiungervi lo yogurt con la gelatina sciolta.
Distribuire il tutto in uno stampo da plumcake di alluminio leggermente inumidito col liquore, livellare e metteterlo i freezer per 15 minuti.
Nel frattempo pulire le fragoline e tagliare le fragole a piccoli pezzi (grandi come le fragoline) e condirle con lo zucchero.
Tirare fuori lo stampo e adagiare sopra un abbondante strato di fragoline e fragole.
Rifare lo stesso procedimento con la panna, lo yogurt, il marsala e la gelatina restanti e terminare di ricoprire lo stampo.
Mettere il tutto in frigo per almeno 2 ore (meglio anche di più).
Al momento di sformare, immergere lo stampo per un attimo (e non di più!) in acqua bollente e ribaltare su un piatto.
Servire contornato da una dadolata di fragole appena zuccherate.
giovedì 28 maggio 2009
Bicchierino con yogurt, pistacchio e rabarbaro
Questo bicchierino l'avevo fatto parecchio tempo fa ma poi -chissà perchè- me l'ero scordato totalmente. Forse non vi volevo tediare con 'sto rabarbaro, forse è il rincoglionimento che sta avanzando, fatto sta che siccome trattavasi di dolcetto fresco e delizioso, ha tutto il diritto di ricevere le dovute attenzioni.
Bicchierino con yogurt, pistacchio e rabarbaro
Per 2 bicchieri:
Per la parte allo yogurt:
80g di yogurt bianco (per me, Mila)
80g di panna fresca semimontata
mezzo foglio di gelatina (da 2g)
Per la parte al pistacchio:
50g panna fresca semimontata
3 cucchiaini di pasta di pistacchio
1/3 foglio (da 2g) di gelatina
Per la parte al rabarbaro:
200g rabarbaro
40g zucchero
2g (1 foglio) di gelatina
Per la base allo yogurt:
Mettere la gelatina a sciogliere in acqua fredda.
Semimontare la panna e aggiungervi lo yogurt. Sciogliere la gelatina in un goccio di latte/panna caldo e aggiungere il tutto al resto del composto.
Distribuire nei bicchieri e riporre in frigo a raffreddare.
Per la crema al pistacchio:
Mettere la gelatina a sciogliere in acqua fredda.
Semimontare la panna e aggiungervi la pasta di pistacchio (assaggiare per definire il gusto). Sciogliere la gelatina in un goccio di latte/panna caldo e aggiungere il tutto al resto del composto.
Distribuire nei bicchieri sulla parte allo yogurt già solidificata e riporre di nuovo in frigo.
Per la parte al rabarbaro:
Mettere la gelatina a sciogliere in acqua fredda.
Pulire il rabarbaro, tagliarlo a tocchetti e cuocerlo per 10 minuti circa con 40g di zucchero. Farlo raffreddare.
Strizzare la gelatina e scioglierla in una piccola quantità di purea di rabarbaro (di nuovo scaldata) e aggiungerla al resto.
Finire la composizione del bicchiere.
Riporre in frigo fino al momento del consumo.
lunedì 18 maggio 2009
Creme brulèe alla liquirizia
Quando Sandra ci ha domandato di proporle un dolce "goloso per golosi" la mia mente si è subito indirizzata al mio dolce preferito. Ma dico: esiste goduria più grande dell'affondare il cucchiaino in una creme morbida e avvolgente dopo aver conquistato una croccante crosta di zucchero? No. Non esiste. Io mi sento male solo a scriverlo.
Per me la creme brulèe è il non plus ultra dei dolci. E questa volta, declinato con uno dei miei sapori preferiti, è riuscita a regalarmi ancora di più...
E con la bava alla bocca, invio a Sandra questa ricetta per la sezione del concorso legata al libro Il caramello delle meraviglie...
Creme brulèe alla liquirizia
per 4 persone
400g panna
100g latte
50g zucchero
4 tuorli
1/2 di stecca di vaniglia
4 cucchiai rasi di polvere di liquirizia
zucchero di canna
Far bollire il latte con la panna, la liquirizia e i semi della vaniglia.
Nel frattempo sbattere (non montare!) leggermente i tuorli con lo zucchero.
Quando la panna inizia a bollire, versarla a filo sul composto di tuorli e zucchero e mescolare. Filtrare il tutto attraverso un colino e distribuire in quattro ciotoline.
Cuocere a bagnomaria in forno a 120 gradi per circa 45-50 minuti.
Far raffreddare la crema e riporla in frigo fino al momento del consumo*, in cui andrà distribuito lo zucchero di canna sulla superficie e sciolto con l'apposito cannello o ferro.
*Meglio toglierle dal frigo a inizio cena per evitare di servirle troppo fredde.
lunedì 27 aprile 2009
Soufflè con limone e pinoli
Grandissima scoperta quella di ieri! Ovvero che anche i soufflè dolci non sono così difficili da fare!
Insomma, io non li trovo così mefistofelici. Secondo me il trucco principale è quello di tenerli in forno il più possibile. Più li si cuoce e più la materia volatile si stabilizza.
Questi non mi si sono affatto smontati (eccetto un lieve avvallamento al centro della cupola, ma proprio una cosa da nulla!). Sono diventata matta per fare le foto. Avevo già impostato tutto e ho fatto una volata incredibile (giocandomi i polpastrelli) per trasportare il più presto possibile le ciotoline dal forno al tavolo...e invece ho poi scoperto che avevo a disposizione tutto il tempo di cui avevo bisogno...
Insomma, sono molto soddisfatta!
Soufflè con limone e pinoli
per 2 persone (con ciotole normali o per 4 con ciotole piccole come quelle che ho usato io)
150g latte
30g burro
40g farina
2 uova
scorza di 4 limoni grattugiata
30g zucchero
20g pinoli tostati
un pizzico di sale alla vaniglia
burro e zucchero di canna per gli stampini
Accendere il forno a 200 gradi.
Fare una besciamella molto densa con il latte, il burro e la farina. Una volta intiepidito il tutto, aggiungere lo zucchero, i tuorli, la scorza di limone, un pizzico di sale e i pinoli tostati.
Montare gli albumi a neve e incorporarli delicatamente al resto.
Imburrare e "zuccherare" (con zucchero di canna) gli stampini e distribuirvi il composto (riempire per 2/3).
Infornare a 200 gradi con forno statico e ad una posizione medio-bassa e, appena inseriti i soufflè, abbassare subito la temperatura a 175 gradi.
Cuocere per 25 minuti circa (per stampi piccoli). In generale, tenerli dentro il più possibile.
venerdì 24 aprile 2009
Petits pots de créme à la vanille
Sembra che ci provi in tutti i modi, ormai...
A far cosa? A farmi scappare tutti i concorsi in palio, dico!
E quasi quasi mi stavo per perdere quello più simpatico di tutti, quello della Trattoria MuVarA!
Devo confessare però che il mio plagio è nato con intenzioni tutt'altro che pacifiche. Ecco. Perchè, vedete, secondo me Tuki è di una bravura impressionante. A volte rimango imbambolata davanti allo schermo a guardare e riguardare le sue foto e le sue ricette...e che ci posso fare???
Ecco cosa posso fare: arrabbiarmi. Tuki, insomma, vuoi essere un po' più presente? Vuoi deliziarci un po' più spesso con le tue splendide preparazioni??? Guarda che se non lo fai, ti scopiazzo tutto!
Che dite? Risponderà alla mia minaccia/appello?
La ricetta, che riporto per comodità (e con le mie microvariazioni) ma che trovate qui corredata da una foto da urlo, è davvero deliziosa. L'idea di utilizzare il maizena come addensante per la panna cotta ha dato davvero grandi risultati.
Queste coppette si prestano, tra l'altro, ad essere servite con qualsiasi tipo di frutta, semplicemente condita con un goccio di limone e un cucchiaio di zucchero.
Meravigliose...grazie Tuki e grazie Trattoria!
Vasetti di crema alla vaniglia
per 4 vasetti grandi
200g di panna fresca
300g di latte intero fresco
mezzo baccello di vaniglia
60g di zucchero semolato
20 g di maizena
Versare il latte, la panna, lo zucchero, i semi ricavati dal baccello di vaniglia in un pentolino, portare il tutto a bollore e togliere dal fuoco. Prelevare due o tre cucchiai di liquido caldo e versarli sulla maizena precedentemente setacciata in un piccolo recipiente, mescolare bene in modo da ottenere una cremina e versarla, mescolando, nel latte caldo*. Rimettere su fuoco dolce e riportare a bollore continuando a mescolare con cura, lasciar bollire da 3 a 5 minuti o fino a quando la crema risulterà addensata. Distribuire nei vasetti, lasciar intiepidire e mettere in frigo per almeno un paio d'ore.
Servire, a piacere, con una macedonia di fragole o di altra frutta fresca.
N.B.: Per una versione sformabile, si potrebbe provare con 30g di maizena.
*
Il passaggio dello scioglimento della maizena, ovviamente è quello più importante.
Io ho setacciato la maizena in una ciotolina, poi ho prelevato un cucchiaio di latte caldo e ho iniziato a lavorarlo con la maizena, poi ancora un cucchiaio e ancora a mescolare, poi ancora uno e ancora mescolare e così via.
Quello che voglio far capire è che se si sbatte subito dentro troppo latte, non si riesce a creare un composto omogeneo e a sciogliere bene la maizena e rimangono i grumi.
Allo stesso tempo, anche una volta resa la maizena una crema, continuo ad aggiungere (sempre poco alla volta) il latte, fino a raggiungere un composto totalmente liquido e solo in questo momento, unisco i due liquidi e proseguo la cottura.
giovedì 9 aprile 2009
Clafoutis al rabarbaro
Ebbene sì! Finalmente sono riuscita a trovare uno dei miei massimi oggetti del desiderio: il rabarbaro.
Ho dovuto corrompere il maitre dell'albergo in cui abbiamo alloggiato in Alto Adige per poter tornare a casa con questo ricco bottino.
La cosa paradossale è che, siccome ripartiamo stasera, non ho nemmeno avuto il tempo di sperimentare questo meraviglioso prodotto come si deve e quello rimanente temo finirà cotto e surgelato...
Siccome è la prima volta che ho avuto il piacere di averlo sottomano, mi sono limitata alle preparazioni più semplici e basilari, di modo da farne conoscenza al meglio.
Questo clafoutis è stata sicuramente una delle ricette più riuscite.
Ciò detto, approfitto per ricordarvi del concorso e soprattutto per augurare a tutti voi una serena Pasqua!
Clafoutis al rabarbaro
per 4 cocottine
200g rabarbaro
2 uova
50g zucchero
50g farina
80g latte
100g yogurt alla vaniglia
sale
burro per gli stampi
Accendere il forno a 190 gradi.
Lavare il rabarbaro e tagliarlo a pezzetti. Imburrare le cocottine e disporci il rabarbaro.
Sbattere lo zucchero con le uova, aggiungere la farina, il sale, il latte e lo yogurt. Amalgamare bene e versare la pastella nelle cocottine.
Cuocere a 190 gradi per 30 minuti circa. Servire con una spolverata di zucchero semolato.
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