martedì 22 dicembre 2009
Auguri e lungimiranza...
Cari voi che mi leggete, è ormai tempo di chiudere i battenti.
Siamo alle corse dell'ultimo minuto, alle dita incrociate per le ultime infornate di panettone, agli impacchettamenti vari, alle partenze...pertanto, salvo delirio di onnipotenza da pandoro (sto provando a farlo per la prima volta e con il LM e qualora dovesse riuscirmi, sono certa che sentirete gli squilli di tromba), credo che sia ora di porvi i miei più cari auguri, ringraziando per il costante affetto che dimostrate ad una lunatica burbera (come qualcuno qualche settimana fa ben mi descrisse) come me!
E ora veniamo al momento della lungimiranza: il digestivo qui sopra...
Dati i pasti luculliani, mi sembra utile regalarvi la ricetta di una delle più buone grappe mai bevute: la grappa alle olive (ribattezzata dal papà Olivotto).
Io non sono un'amante dei liquori, ma vi assicuro che questa grappa è speciale!
Sarà perchè abbiamo raccolto insieme le olive quest'autunno in una cornice stupenda, sarà perchè l'ha curata il mio papà, fatto sta che è la più buona grappa mai assaggiata!
Olivotto
un litro di grappa bianca
200g olive fresche incise longitudinalmente (taglio kalamata)
400g zucchero
Cacciare tutto dentro una bottiglia e far riposare per 3 settimane. Togliere le olive, mangiarle (o conservarle in un barattolo) e scolarvi il grappino!
P.S.: siamo in imminente partenza per New York, avete consigli, dritte, indirizzi, ecc?
domenica 20 dicembre 2009
Se anche voi...
...siete a casa con l'influenza, non avete un esorcista (per il naso) a disposizione e dovete fare ancora tutti i regali, forse l'idea dello chef Marino Farinella fa al caso vostro!
Si tratta di impastare, inforcare e cuocere...
...e avrete subito a disposizione dei fantastici biscottoni-lollipop da regalare o da utilizzare come segnaposti o per un simpatico centrotavola!
Le foto ritraggono proprio lo chef al lavoro durante un altro piacevole pomeriggio passato presso Cookingshop!
La ricetta di questa frolla agli agrumi (che non va fatta riposare!) la trovate QUI, mentre QUI ci sono tutte le altre ricette testate quel giorno.
Buon lavoro!
venerdì 18 dicembre 2009
Budino di zucca alle mandorle
Raro caso di ricetta di cui non cambio una virgola ma che, in fin dei conti, non mi ha fatto strappare i capelli. Viene da Di zucca in zucca, recente pubblicazione di Bibliotheca culinaria. L'ho trovato un dessert incompleto. Non cattivo, ma incompleto (e un po' insulso). Chissà che l'aggiunta di una cremina riesca a dargli un tono maggiore.
Il bilancio del libro per ora è:
- una ricetta insoddisfacente;
- una ricetta errata.
Come la mettiamo???
Budino di zucca alle mandorle
per 6 persone:
500g zucca violina (io ho usato la mantovana)
50g mandorle dolci tostate
50g zucchero semolato
15g burro
15 zucchero di canna
250g latte
4 uova (ma io ne leverei una)
cannella in polvere
Pulire la zucca e cuocerla per 40 minuti nel latte, poi scolarla e passarla al setaccio.
Tritare le mandorle fnemente dopo averle lasciate in freezer per 15 minuti (questo fa sì che non rilascino olio), mescolarle con lo zucchero e aggiungerle alla purea di zucca.
Sbattere le uova con la cannella e aggiungerle al resto.
Imburrare e zuccherare (con zucchero di canna) degli stampini, versarvi il composto e mettere a bagnomaria in una pirofila coperta di alluminio. Cuocere 40 minuti a 180 gradi.
mercoledì 16 dicembre 2009
Terrina ai due salmoni con caprino e caffè
Lo so che siete scettici...ve lo vedo scritto in faccia...eppure dovete provare!
Questa terrina, dai sapori adatti a un bel pranzo di festa, vi stupirà con effetti speciali! La grassezza del salmone infatti, si sposa a meraviglia con l'acidità del formaggio di capra e l'amaro del caffè.
Sembra un piatto un po' 80s* ma al palato regala davvero!
Terrina ai due salmoni con caprino e caffè
Per 12 persone:
400g salmone fresco a tranci
200g di salmone affumicato + 50g per la guarnizione
250g panna fresca
130g caprino lungo e stretto
8g gelatina in fogli
Olio, caffè in polvere, pepe e coriandolo
Mettere i fogli di gelatina a bagno. Portare la panna a ebollizione, poi toglierla dal fuoco e tenerne da parte mezzo bicchiere.
Cuocere i tranci di salmone per qualche minuto con un filo d’olio. Una volta cotto, togliergli le lische, spellarlo e frullarlo insieme al salmone affumicato, alla panna, ad un pizzico di coriandolo e ad una macinata di pepe.
Suddividere il composto a metà.
Portare ad ebollizione metà della panna tenuta da parte, sciogliervi dentro 4g di gelatina strizzata e unire il composto ad una metà del pesce frullato.
Disporre il tutto all’interno di uno stampo rivestito di pellicola e far riposare in frigo per almeno mezz’ora.
Rotolare i caprini nella polvere di caffè e disporli al centro del composto di pesce ormai addensato.
Far bollire la panna rimanente, sciogliervi i 4g di colla di pesce rimasti, unire il composto al pesce frullato e ricoprire i caprini. Riporre la terrina in frigo per un’ora almeno , ribaltare su un piatto e servire.
*no, non è che "sembra" un piatto un po' 80s, lo è proprio...
Etichette:
antipasti,
glutenfree,
natale,
pesce,
secondi
lunedì 14 dicembre 2009
E dopo i peli della faraona...
...siamo rimaste una giornata a cercare il pelo nell'uovo!
Non so bene da dove cominciare (e non so nemmeno da dove comincerà* Lydia, visto che ci siamo messe d'accordo di non raccontarci niente per non influenzarci a vicenda), ma questa storia va raccontata.
Dovete sapere che Lydia ed io è da mesi che ci confrontiamo sconvolte sulla crescita esponenziale dei ristoranti che propongono nel menù le uova di Parisi.
Ma che avranno ste uova? - ci siamo più volte chieste, scommettendo che, alla cieca, non avremmo trovato alcuna differenza tra un buon uovo di gallina scorrazzante e le famose uova toscane.
Così ci siamo armate di tutto punto e abbiamo messo a confronto:
- un uovo di Paolo Parisi dal costo di 1.10 euro;
- un uovo acquistato presso la cascina Femegro al costo di 0,16 euro.
Di nascosto l'una dall'altra e a turni sfalsati, io preparavo con questa ricetta le due uova per lei (Parisi nella cocottina gialla e l'uovo normale in quella blu) e lei quelle per me...
...curiosi del risultato???
Contro ogni aspettativa (e pure un po' a malincuore) entrambe abbiamo inequivocabilmente segnalato l'uovo di Parisi come più buono (lo stesso ha fatto il mio fidanzato messo alla prova alla sera).
Più buono non perchè avesse sapori particolari, ma semplicemente perchè sapeva più di uovo.
Se ora vi state domandando quanti soldi abbiamo preso dal sig. Parisi, la risposta è zero. Però ci sembrava carino rendervi partecipi del nostro esperimento e poi quel che è giusto, è giusto.
Ora la domanda è: vale la pena spendere 1.10 euro a uovo? E' normale che un uovo, seppur più buono, costi sette volte tanto? In quali casi è meglio usarlo?
A voi l'ardua sentenza!
*per il racconto di Lydia, andate QUI
venerdì 11 dicembre 2009
Posto la past@: i bigoli con le acciughe del mio papà
Eh sì, per questo concorso ho deciso di giocarmi il jolly! Cari mangiatori-di-tzatziki-in-orari-improbabili, sfodero l'arma del papà! Sì, perchè dovete sapere che da quando il mio papà è andato in pensione (oltre a prendere la patente per le ambulanze e a fingere di fare il crocerossino modello!) ha deciso di dedicarsi alla cucina...
Credo di avervi già parlato delle sue mostarde o della variante dalmata e non potevo quindi non rendervi partecipi anche dei suoi mitici bigoli con le acciughe (o, in lingua originale, bigoi con le sardelle)!
Piatto tipico del mantovano (e di cui potete leggere qui) lui lo rivisita aggiungendo qualche ingrediente segreto che, in nome del concorso, ho convinto a condividere con voi (obbligandolo a pesare ingrediente per ingrediente...).
Io li adoro!
I bigoli con le acciughe del papà
Ricetta per due persone:
Per cucinare i bigoli dello squalo bianco io faccio così:
Metto in un tegamino antiaderente due cucchiai di olio evo, ci sminuzzo uno spicchio d'aglio privato della sua anima e a fuoco lento stempero un vasetto di alici sott'olio da 80/90 grammi (oppure 80 grammi di acciughe salate disliscate e sfilettate). A questo punto aggiungo un cucchiaio abbondante di pomodori secchi macinati od in alternativa un cucchiaio di triplo concentrato Mutti. Per amalgamare il tutto due cucchiai di vino bianco che vado a sfumare assieme ad un cucchiaino di aceto balsamico.
Per finire un cucchiaino di condimento per aglio, olio e peperoncino (sapori di Ischia o condimento di mezzanotte Monini).
Salo l'acqua di cottura della pasta con metà sale del solito perchè le acciughe sono già saporite e cuocio una abbondante razione di spaghetti di buona misura e qualità.
Buon appetito!
giovedì 10 dicembre 2009
Datteri ripieni
Questo è stato il bocconcino di apertura della nostra cena di capodanno dell'anno scorso. Mi piaceva l'idea di mantenere i frutti benaugurali del cenone pur presentandoli in una nuova veste.
Non avevo grosse aspettative (anche perchè non amo particolarmente i datteri: li trovo sempre troppo stucchevoli e, mangiato uno, mi ritrovo regolarmente tutta la scatola sul groppone) e invece sono stati una rivelazione! Provare per credere anche perchè ci vogliono non più di tre secondi per la preparazione.
Datteri ripieni
Per 4 persone:
12 datteri
6 gherigli di noce
50g gorgonzola
Tagliare i datteri in due in senso longitudinale.
Spalmare un velo di gorgonzola su entrambe le parti e riaccoppiare il frutto con all’interno un mezzo gheriglio di noce.
Aggiornamento: per restare in tema di bocconcini con la frutta secca (così facciamo un vassoio completo), guardate cosa vi propone Dada oggi.
Etichette:
antipasti,
finger food,
glutenfree,
natale
mercoledì 9 dicembre 2009
La ricetta giusta per un mondo più buono!
Oggi non voglio dire niente.
Voglio solo ricordare che mentre noi siamo qui (peraltro giustamente) a spremerci le meningi sulle ricette di Natale, in una fetta consistente del nostro pianeta c'è ancora chi muore di fame.
Voglio solo ricordare che il vertice della Fao tenuto a Roma il mese scorso ha fatto ridere i polli.
Voglio solo dire che tutto quello che vorrei dire lo trovate QUI.
E che è ora che ci diamo una mossa.
http://www.progettomondomlal.org/
venerdì 4 dicembre 2009
My first faraon ripien!
E questa sappiate che l'avete chiamata voi a forza di dire che l'insalatina qui sotto era adatta ad un bel tacchino ripieno!
Così dopo lunghi studi, mi sono procurata il volatile disossato e ho meditato su ripieno e cottura.
Prima però ho riscontrato qualche ostacolo nel togliere delle piumette sporadicamente rimaste: visto che il cannello ha deciso di scioperare nonostante il rischio di intossicazione nel tentativo invano di ricaricarlo e dato che sono priva di gas in casa (ho il vetroceramica), ho deciso che l'unica arma rimasta per togliere i peli dalla faraona fosse una ed una soltanto: la pinzetta per le sopracciglia.
Depilato il pennuto, è stato poi un gioco da ragazzi (più o meno...)!
Faraona ripiena alle albicocche
Per 6 persone:
Una faraona disossata da 1kg
250g di salsiccia
60g albicocche secche
40g uvetta
scorza di limone grattugiata
25g parmigiano grattugiato
250g pancetta tagliata a fette
Mezzo bicchiere di brodo di carne e mezzo bicchiere di marsala
Burro, sale, due rametti di timo fresco
Far rinvenire le albicocche e l’uvetta per almeno mezz’ora in acqua tiepida.
Spellare la salsiccia e unirla al parmigiano, alla scorza di limone e ad un pizzico di sale.
Strizzare le albicocche e l’uvetta e dopo averle grossolanamente tagliate, aggiungetele al composto.
Riempite la faraona con il ripieno e chiudetela per bene con dello spago da cucina. Avvolgetela nella pancetta e fissatela con dell’altro spago.
Imburrate una pirofila, versatevi un goccio di brodo e adagiatevi la faraona. Infornate a 200 gradi per 10 minuti. Poi aggiungetevi il marsala e i rametti di timo e, abbassando la temperatura a 150 gradi, cuocete per altri 10 minuti. Aggiungete ora il brodo restante e cuocete per altri 40 minuti, bagnando la faraona col proprio sugo ogni dieci minuti. Mantenetela al caldo coperta da un foglio di alluminio prima di servirla.
giovedì 3 dicembre 2009
Insalata con castagne e ribes
Io vi informo: in questi giorni batto un po' la fiacca e le mie proposte sono quanto di più rapido e veloce si possa trovare. Però, nella loro semplicità, sono tutte particolarmente azzeccate. Prendiamo questa insalata ad esempio -ideale per essere servita dopo un pasto importante- coniuga insieme le note dolci e vellutate della castagna con la fresca acidità del ribes...davvero deliziosa!
Insalata con castagne e ribes
per 1 persona
misticanza
una decina di castagne bollite
un rametto di ribes
sale
olio extravergine d'oliva
Lavare il rametto di ribes e sgranarlo. Unire i chicchi all'insalata e alle castagne lesse e condire con sale e olio.
martedì 1 dicembre 2009
Cestini di bollito con mostarda
...ovvero prime prove tecniche di Natale!
Già dallo scorso anno ho iniziato a giocare con i piatti della tradizione cercando di "alleggerirli" e/o di mantenerli in dimensioni ridotte e simboliche. Questa volta è stato il caso del bollito. Mi sono fatta un brodino leggero con del cappello del prete e una coscia di gallina e con la carne restante ho pensato di fare una prova per questo bocconcino. Temevo risultasse un po' asciutto (tanto che avevo già meditato di aggiungere un cucchiaio di purè alla base) invece è risultato perfetto così! Inutile dire che la mostarda (di zucca) è una ricetta del papà!
Cestini di bollito con mostarda
pasta brisèe
bollito
mostarda
un mestolo di brodo
Accendere il forno a 180 gradi. Ritagliare dei cerchi di pasta brisèe e disporli all'interno di 12 stampini per muffin rivestiti di carta forno. CUocerli in forno per 10 minuti circa.
Farli raffreddare ed estrarli.
Tagliare la carne al coltello e ripassarla in un padellino con un mestolo di brodo caldo per un paio di minuti (giusto il tempo che si scaldi). Distribuire la carne all'interno delle tartellette e completare con un cucchiaio di mostarda. Servire subito.
Iscriviti a:
Post (Atom)