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Costruzione 170: Parapetto in legno (2) e completamento dell'argano

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Torno ad occuparmi dell'argano e del parapetto, elementi di completamento del fondaco.
Il parapetto lo lo avevo già dato per finito, ma come spesso succede, si è insinuato pian piano il dubbio che in fondo avrei potuto fare di meglio.

Fermo restando che si può sempre fare di meglio e che al secondo tentativo ll'esperienza acquisita facilita il lavoro, in questo caso si tratta soltanto di un piccolo intervento che mantiene quasi inalterata la struttura precedente. Rimuoverò la corda e i gancetti ai quali è fissata, per delimitare anche questo lato del vano scala con una balaustra in legno.

Il risultato finale convince decisamente di più e dà uniformità a tutto l'ambiente.


La botte è un accessorio per modellismo navale che ho sistemato lì provvisoriamente, a modo di tavolo. Quando il fondaco sarà definitivamente chiuso mi occuperò anche di altri dettagli d'arredo che per il momento ho tralasciato.

Per quanto riguarda invece l'argano, è arrivato il momento di realizzare l'ultimo pezzo ancora mancante.
Il muro ha ormai ricoperto l'arcata della nicchia all'interno della quale si trova il rocchetto dell'argano, e sulla sua verticale sporge una mensola in pietra sormontata da due aperture.
Qui verranno immorsate le travi del braccio con la carrucola sulla quale scorrerà la corda.

L'elemento più delicato è rappresentato proprio dalla carrucola, per via delle dimensioni ridottissime.
La rotella è realizzata in legno, e viene fissata alla trave con un segmento di spillo (annerito sul fuoco), che ne permetterà il movimento. Le due travi, invece, sono tagliate ad incastro, in modo che il sostegno obliquo, sottoposto al peso del carico, non scorra lungo il braccio orizzontale alterando l'angolo che questo forma con la parete.


 Per rinforzare maggiormente la struttura, colloco due fasce in ferro attorno alla traversa orizzontale


Il pezzo ora è pronto per essere inserito nella muratura, alla quale verrà fissato definitivamente con una goccia di colla. La corda verrà parzialmente srotolata dal rocchetto e fatta passare attraverso la fessura della carrucola, scorrendo così sulla sua rotella.

Per il momento mi limiterò a provare il funzionamento dell'attrezzo con le dita e a bloccare la corda avvolgendola al gancio che ho inserito su un sostegno del rocchetto. In futuro aggiungerò alla sua estremità un peso (magari una botte simile a quella delle prime foto) che possa venire calato fino alla  cantina.


Una vista dall'alto del fondaco e del pavimento con i due portelli della botola:


E un'ultima immagine ripresa dal lato posteriore della Domus. La balaustra della scala è ancora alla prima versione, ma sono visibili i travetti del solaio in costruzione:



MATERIALI:
legno, ferro battuto, spillo, colla da contatto, colla bianca
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, cutter
MISURE (in cm):




Costruzione 166: Parapetto in legno e botola dell'argano

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Rieccomi ancora nel fondaco, questa volta per occuparmi della costruzione di due elementi collegati alla pavimentazione del piano ammezzato e rimandati fino ad ora per questioni di praticità.
Il primo riguarda la scala in legno che unisce i due livelli del fondaco, che ancora mancava di una ringhiera di protezione.
Il secondo invece appartiene alla struttura dell'argano, di cui vedremo il completamento in uno dei prossimi post.


Il pavimento in legno del fondaco è stato protetto finora da una pellicola trasparente che ne ha evitato in gran parte l'impolveramento, ma che mi impediva di mettere mano a questi dettagli tutto sommato minori. Ora che le pareti hanno raggiunto il livello del solaio superiore, le grandi cascate di polvere che si riversavano all'interno del fondaco durante la levigatura delle pietre non dovrebbero più ripresentarsi. E' giunto quindi il momento di dare al fondaco un aspetto più abitabile.

Per prima cosa, mettiamo in sicurezza la scala.
Unendo alcuni listelli di legno, creo un piccolo parapetto che delimiterà una parte dell'apertura sul pavimento del piano ammezzato, evitando cadute accidentali ai più distratti.
Il legno è lo stesso usato per i travetti del solaio, mentre i "chiodi" sono in realtà capocchie di spillo annerite sul fuoco, ma non hanno una vera e propria funzione strutturale, essendo il tutto tenuto insieme dalla colla.


Un secondo lato sarà delimitato da una semplice corda, fissata al parapetto e ad un secondo paletto tramite elementi metallici (gancetti per orecchini), già utilizzati come sostegno per le torce del loggiato.


Giunto in visita al centiere, il committente (che evidentemente non ha altro da fare) sembra apprezzare il lavoro svolto, quindi do questa parte per conclusa e... Come dice? Ah, vorrebbe una corda a modo di corrimano lungo tutta la lunghezza della scala? Sì, in effetti ho già inserito un anello nella parete proprio a questo scopo, ma manca ancora un aggancio al piano inferiore. Vedrò di sistemare la cosa al più presto, non si preoccupi! (E io che speravo non se ne accorgesse!)




Ecco. Ora, mentre il signore si guarda un po' intorno, passiamo ad occuparci del secondo elemento di questo post: la botola dell'argano.

Inizialmente pensavo di lasciare aperta la porzione di solaio antistante l'argano, delimitandola con un parapetto tipo quello appena visto o con una semplice corda. Poi però mi sono reso conto che si tratterebbe di un grosso spreco di spazio, che può invece essere utilizzato quando l'argano non è in funzione.
Ho pensato quindi a due portelli rimovibili dotati di maniglie che, quando chiusi, permettano l'estensione del piano calpestabile a tutta la superficie della botola.
Per permettere l'incastro dei portelli nel pavimento, dovevo in primo luogo creare una battuta d'appoggio, scalettando i due lati più lunghi del perimetro. Operazione portata a termine con righello, cutter e tantissima attenzione per non danneggiare la struttura del solaio.


Poi, una volta eseguite le opportune misurazioni, passo alla costruzione dei portelli iniziando l'assemblaggio dei telai.
Su una prima cornice (che include la battuta delle ante), monto un secondo riquadro (corrispondente alla superficie inferiore delle ante) rinforzato da traverse diagonali.


Poi è la volta delle tavole, che decido di disporre perpendicolarmente rispetto al tavolato del pavimento. Questo non solo per rendere più evidente la presenza della botola, ma anche per dare più resistenza alle ante, che verranno aperte appunto in senso longitudinale.


A questo scopo, ognuna delle ante sarà dotata di anelli in ferro che ne faciliteranno il sollevamento. Un paio di uomini con buone braccia dovrebbero essere sufficienti per eseguire l'operazione.


Per la realizzazione degli anelli, nessuna novità di sorta: il solito filo di ferro arrotolato con le pinze e ribattuto a martello per la forgiatura dei ganci.
I fori nel legno invece sono fatti con la punta più piccola del Dremel.


Ecco fatto! Ora si può camminare tranquillamente per il fondaco senza temere di cadere ad ogni passo.
Vediamo se il signore della casa è soddisfatto o ha qualcosa da ridire...


"Bello, bravo!"
Grazie, messere.
"Ma... l'argano non funziona ancora?"
Ehm... manca il braccio superiore. Devo montarlo e fissarlo alla muratura.
"E cosa aspetti?"
...

MATERIALI:
legno, colla da contatto, spago, filo di ferro, gancetti per orecchini
STRUMENTI:
tenaglie, pinze, pinzette, carta abrasiva, seghetto, cutter, righello, Dremel, martello
MISURE (in cm):
perimetro botola: 7,6 x 4,4
scalettatura battuta: 0,2
sezione listelli parapetto: 0,3
larghezza parapetto: 2,7



Costruzione 162: Finestre del fondaco (4) - arcate e tendaggi

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Dopo la costruzione degli oculi e dei battenti in legno, per completare la struttura delle due bifore del fodaco non mancano che gli archetti di scarico dei due vani finestra ed il montaggio delle tende.


Una volta raggiunto il livello d'imposta con un'ultima fila di mattoncini, procedo alla posa degli archi su un supporto in cartone costruito su misura e che tornerà utile per entrambe le finestre.



Prima di poter fissare definitivamente gli archi, però, dovrò occuparmi dei tendaggi. Immediatamente sotto la base delle arcate, due barre in ferro attraverseranno il vano finestra da parte a parte, inserendosi in apposite scanalature praticate nel muro. A queste barre saranno appese le tende, che quando non necessarie vi restaranno arrotolate e pronte all'uso.

Questo tipo di tendaggi era usato prevalentemente nei mesi invernali per proteggere gli ambienti interni dal freddo e dal vento e consisteva spesso in speciali tele "cerate".
Per quanto riguarda la loro tipologia ero indeciso tra tende a cortina, magari con due teli posti ai lati della finestra, oppure un'unica tenda a pannello riavvolgibile al bastone.
Ho scelto la seconda per semplicità e perché lascia le finestre più libere e visibili.

La tela, scelta per la sua sottigliezza, è stata ricavata da una vecchia federa, tagliata in strisce delle stesse dimensioni del vano finestra. Il tessuto andava poi trattato in qualche modo per dargli un aspetto più grezzo e modificarne il colore, troppo chiaro ed uniforme. 
Mentre anticamente i tessuti venivano trattati per sbiancarli, io mi trovo quindi a mettere in pratica il processo inverso, anche se il metodo usato per la tintura è decisamente un paradosso temporale, visto che all'epoca il caffè non era ancora giunto in Europa...

Comunque, dopo un breve bagno in un avanzo di caffè un po' allungato, la tela assume un colore molto più conveniente ed è pronta ad essere montata.


Uno dei due estremi viene fissato alla barra con la colla, mentre un paio di spaghetti manterranno entrambe le tende arrotolate.
Qui di seguito, alcune immagini dei tendaggi in posizione, con i battenti chiusi e aperti. Nel secondo caso le tende lasciano filtrare un po' di luce all'interno proteggendo il fondaco dal vento.




Nella stanza si respira un gradevole aroma di caffè ed il signore della casa ne sembra entusiasta, mentre si dedica a dare l'ultima sistemata ai tendaggi. Vorrebbe a tutti i costi stabilire una rotta commerciale per importare questa preziosa mercanzia con la sua flotta. Ovviamente gli rispondo di no, è ancora troppo presto. Se la sua famiglia superer la prossima epidemia di peste nera, forse potranno occuparsene i suoi trisnipoti...
Nel frattempo, restituisco un po' di brillantezza ai battenti in legno con una mano di smalto trasparente. Questo lavoro era stato rimandato fino al completamento delle finestre e direi che ormai ci siamo...


A questo punto posso incollare gli archi di scarico, bloccando così i bastoni delle tende.
Con il rinfianco delle arcate e l'innalzamento del muro, le finestre del fondaco assumono il loro aspetto definitivo.




MATERIALI:
ardesia, ferro, tela, spago, colla bianca, caffè, smalto trasparente
STRUMENTI:
tenaglie, pinzette, carta abrasiva, seghetto, forbici, morsetto, lime, pennello
MISURE (in cm):
(da verificare)



 
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