Il blog di Italians for Darfur

venerdì, settembre 29, 2017

105 mila civili hanno bisogno di aiuti a Jebel Marra

Una missione tra agenzie predisposta per valutare le esigenze dei civili in diverse aree della parte orientale di Jebel Marra, nel sud del Darfur, ha valutato che sono oltre 105.000 i civili hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Dal dicembre 2016, il governo sudanese ha deciso di consentire ai lavoratori umanitari di accedere alla zona montuosa distrutta dalla guerra e dove i combattenti del Movimento per la Liberazione del Sudan, guidati da Abdel Wahid al-Nur, rifiutano di dichiarare la cessazione unilaterale delle ostilità o di aderire al processo di pace.

Le Nazioni Unite hanno deciso di ridurre le forze di pace nella regione del Darfur, ma allo stesso tempo rafforzeranno la sua presenza a Jebel Marra per fornire la protezione necessaria ai civili e ai lavoratori dell'aiuto.

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venerdì, febbraio 17, 2017

Sudan ed ONU discutono le sfide umanitarie nelle zone di guerra

Il presidente sudanese Omer al-Bashir ha discusso con l'Inviato delle Nazioni Unite e Coordinatore Umanitario per il Sudan, Marta Ruedas, sulle sfide delle attività umanitarie nel Paese.

Da diversi mesi il Governo ha consentito l'accesso umanitario in tutta la regione del Darfur. Inoltre, si sono svolti di recente una serie di incontri tra le agenzie delle Nazioni Unite, gruppi di aiuto e funzionari locali nelle Due Aree per valutare i bisogni umanitari degli sfollati e dei civili colpiti dalla guerra.

In una dichiarazione rilasciata dopo la riunione, Ruedas ha detto che ha informato il presidente Al-Bashir rispetto ai lavori in corso delle Nazioni Unite, il supporto di partner nazionali ed internazionali e le sfide che le loro attività in Sudan incontrano.

In linea con un accordo raggiunto con l'amministrazione statunitense sulla rimozione parziale delle sanzioni, Khartoum ha accettato di facilitare l'accesso umanitario nelle zone colpite dalla guerra nella regione del Darfur, Nilo Azzurro e Sud Kordofan.

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giovedì, febbraio 16, 2017

Sudan e ONU discutono i modi per la consegna degli aiuti umanitari nelle Due Aree

L'Aiutante Presidenziale del Sudan, Ibrahim Mahmoud Hamid, e l'Inviato delle Nazioni Unite e Coordinatore Umanitario in Sudan, Marta Ruedas, hanno discusso i modi per rafforzare la cooperazione per fornire assistenza umanitaria alle Due Aree.

Gli Stati del Sud Kordofan e del Nilo Azzurro, noti anche come le "Due Aree", sono teatro di un conflitto violento tra lo SPLM-N e l'esercito sudanese dal 2011.

L'Unione Africana ha cercato di porre fine al conflitto per diversi anni. Tuttavia, lo scorso agosto, le due parti non sono riusciti a firmare una cessazione umanitaria delle ostilità perché Khartoum si rifiutava di permettere la consegna di cibo ai civili in alcune aree controllate dai ribelli nella Stato del Nilo Azzurro attraverso Asosa, una cittadina etiope, vicino al confine con Sudan.

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martedì, febbraio 07, 2017

SPLM-N accetta proposta USA di fornire aiuti umanitari nelle zone sotto i ribelli

Il Leader del Movimento per la Liberazione del Popolo del Sudan-Nord (SPLM-N), Malik Agar, ha ribadito la sua disponibilità a discutere la proposta degli Stati Uniti di fornire assistenza umanitaria ai civili nelle zone controllate dai ribelli negli Stati del Sud Kordofan e Nilo Azzurro, sottolineando che essi rifiutano, solamente, il controllo dell'intera operazione da parte del Governo.

Nel tentativo di sbloccare la situazione nei colloqui di pace tra il Governo del Sudan e lo SPLM-N, l'ex Inviato Speciale degli USA, Donald Booth, aveva proposto che l'USAID fornisse aiuti umanitari medici per la popolazione civile nelle aree sotto i ribelli per via aerea dopo una diretta ispezione da parte del Governo.

Lo SPLM-N aveva rifiutato la proposta insistendo sulla necessità di trasportare il 20% degli aiuti umanitari direttamente dalla città di confine con l'Etiopia, Asosa, alle zone ribelli.


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venerdì, dicembre 16, 2016

Accordi fra banche locali e straniere per aiutare le zone bisognose di aiuti umanitari

Alcuni funzionari degli Stati Uniti hanno incoraggiato le banche internazionali di appoggiare il Sudan nelle zone in cui si necessitano gli aiuti umanitari e le transazioni personali sottolineando che le sanzioni hanno lo scopo di bloccare le attività del Governo e di persone mirate.

Durante una riunione tenutasi il 12 dicembre a Londra con le banche europee e regionali, i funzionari dell'Ufficio di Controllo delle Attività Straniere (OFAC) del Dipartimento del Tesoro e del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti hanno discusso con delle banche private dei modi per evitare che le sanzioni possano colpirle e danneggiare tutte le persone e le zone bisognose di aiuti umanitari. 

L'incontro è stato un passo positivo per incoraggiare le banche straniere di effettuare delle transazioni con le banche locali ed incentivare il libero scambio di beni economici.



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lunedì, ottobre 31, 2016

Il Governo britannico e del Sudan discutono l'accesso umanitario nelle Due Aree

L'ambasciatore britannico a Khartoum, Michael Aron, ha discusso con l'Assistente del Presidente della Repubblica del Sudan, Ibrahim Mahomud Hamid, l'accesso umanitario nelle aree controllate dai ribelli negli stati dilaniati dalla guerra del Sud Kordofan e Nilo Azzurro.

L'esercito sudanese ha combattuto i ribelli del Movimento per la Liberazione del Popolo del Sudan-Nord (SPLM-N) negli Stati del Nilo Azzurro e del Sud Kordofan, noti anche come le "Due Aree" a partire dal 2011.

Dopo una serie di colloqui tenuti ad Addis Abeba tra il 9 ed il 14 agosto sotto l'egida dell'Unione Africana (UA), il Governo sudanese e lo SPLM-N non sono riusciti a firmare un accordo di accesso agli aiuti umanitari.

Lo SPLM-N richiesto di portare il 20 per cento degli aiuti umanitari alle zone colpite direttamente dall'Etiopia. La delegazione sudanese ha respinto la domanda insistendo che tutti gli aiuti dovrebbero giungere attraverso le zone controllate dal Governo.

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giovedì, novembre 26, 2015

Il Governo mette sotto accusa le intenzioni dei ribelli

Il Governo del Sudan ha accusato i gruppi ribelli di cercare di utilizzare la cessazione delle ostilità per riorganizzare le loro truppe ed ha descritto la richiesta di ricevere gli aiuti umanitari attraverso il Sud Sudan come una scusa per ricevere mezzi militari.
L'ultimo round di colloqui separati di questa settimana tra il Governo sudanese, i ribelli del Darfur e lo SPLM-N sono in fase di stallo sulle questioni relative alla sicurezza, agli aiuti umanitari e agli accordi politici.
Il Consigliere presidenziale del Sudan e Capo Negoziatore per le Due Aree, Ibrahim Mahmoud, ha affermato che il suo Governo si propone di raggiungere degli obiettivi strategici, tra cui il raggiungimento di una pace permanente oltre a coinvolgere tutti i gruppi nel dialogo in corso a Khartoum.
Hamid ha sottolineato che lo SPLM-N non è serio circa il raggiungimento della pace e la fine delle sofferenze dei civili, dicendo che essi cercano, solo, di suscitare simpatia nella comunità internazionale mascherando  i fini politici con
gli aiuti umanitari.

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venerdì, ottobre 02, 2015

Attivisti chiedono finanziamenti per gli aiuti umanitari agli Stati Uniti

Degli attivisti per i diritti umani, avvocati sudanesi e leader della diaspora sudanese hanno chiesto, senza indugio, al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di utilizzare parte della pena di quasi nove miliardi di dollari pagata dal BNP-Paribas (BNPP) per finanziare l'aiuto umanitario in Sudan.

 Il 2 settembre, gli attivisti hanno presentato la proposta "Compensazione per la Comunità del Sudan"  al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti chiedendo di utilizzare i soldi del BNPP per affrontare la critica emergenza in Sudan finanziando gli aiuti umanitari ed attuando progetti di sviluppo.

Al fine di sensibilizzare le autorità statunitensi per rispondere rapidamente a questa richiesta, 110 firmatari provenienti da gruppi di attivisti di primo piano hanno rilasciato una dichiarazione a sostegno della proposta ed hanno sottolineato la necessità di erogare dei fondi in quanto temono che il processo di finanziamento del Dipartimento di Giustizia potrebbe richiedere degli anni.


"Siccome i bisogni umanitari per i profughi sudanesi e gli sfollati interni sono così enormi ed urgenti, è essenziale che il Dipartimento di Giustizia si muova più rapidamente possibile per avviare il programma di Compensazione per la Comunità del Sudan", ha detto Eric Reeves, un ricercatore sudanese ed uno degli autori della proposta.

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mercoledì, luglio 22, 2015

Altri 2500 rifugiati nel Nord Darfur

La Commissione di Soccorso Umanitario del Sudan (HAC) ha detto che circa 2.500 persone si sono rifugiate nella città di Mellit dopo essere fuggite dalle loro case nelle località vicino la città del Nord Darfur a causa degli scontri tribali che hanno avuto luogo il 7 luglio.

Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) i combattimenti hanno colpito i villaggi di En addess, Hillet Hamid, Helat Abdul Rahim, Abu Gira, Hillet Bambatefi, e Helat Ashaba.

L'OCHA ha sottolineato che quei villaggi sono stati tutti bruciati ed abbandonati; ha sottolineato, però, che la situazione è ora tranquilla ed ha aggiunto che il Governo ha formato un comitato per mediare tra le tribù.

Infatti, all'inizio di questo mese, il Governatore del Nord Darfur, Abel-Wahid Ibrahim, ha formato il comitato per indagare sugli scontri tra le tribù Barti e Zayadia e per considerare i modi per costituire una forza congiunta dell'esercito e della polizia.

Il 24 marzo, le due tribù avevano firmato un documento di cessazione delle ostilità, ma la fragile tregua è crollata il giorno dopo la sua firma e gli scontri mortali sono ricominciati. Un bollettino ha aggiunto che il 12 luglio, l'HAC, in collaborazione con le autorità locali, ha iniziato la consegna degli aiuti agli sfollati nella di città Mellit.

Si è, inoltre, sottolineato che un kit di rapido soccorso da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono già stati consegnati e dovrebbero essere sufficienti per 3.000 pazienti per tre mesi.

Di solito sono state innescate da dispute sulla terra, i diritti di pascolo e la lotta per le risorse idriche. Più di 7.000 persone sono state uccise in questi scontri dal 2007.

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giovedì, maggio 21, 2015

L'Irlanda continua il suo sostegno economico alla popolazione del Sudan

Il Governo irlandese ha depositato 1,6 milioni di dollari al Fondo Comune Umanitario del Sudan 2015 (CHF) dopo aver contribuito con 36,9 milioni di dollari dal 2006 per aiutare ad affrontare le crescenti esigenze umanitarie in Sudan.

Il Ministro di Stato irlandese per lo Sviluppo, la Promozione del Commercio e della Cooperazione Nord-Sud, Seán Sherlock, ha detto che il suo Paese è un sostenitore di lunga data del CHF, notando che la prospettiva umanitaria per il popolo del Sudan resta grave per l'anno a venire.

Ha aggiunto che il sostegno dell'Irlanda è stato utilizzato lo scorso anno per aiutare le agenzie delle Nazioni Unite e le Organizzazioni Non Governative (ONG) fornendo materiali per ripari d'emergenza, sementi, attrezzi e oggetti per le comunità vulnerabili, le famiglie e gli individui in Sudan. Per l'assegnazione del primo turno 2015, circa il 91% dei fondi sarà distribuito alle ONG internazionali e nazionali.

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martedì, luglio 30, 2013

17 milioni di euro dall'Unione Europea al Programma Alimentare Mondiale in Darfur

17 milioni di euro: è quanto l' European Commission’s Humanitarian Aid and Civil Protection Department (ECHO) destinerà a breve al WFP in Darfur, Nilo Azzurro e Sud Kordofan, il più grande progetto di sostegno alimentare al mondo. Un gesto nobile, che salverà forse i 2,9 milioni di sfollati in Darfur, in vista dell'attesa carestia di Ottobre. 


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giovedì, gennaio 06, 2011

Peggiorano le condizioni nel più grande campo profughi del Darfur, Kalma.

Mentre il mondo guarda all'11 gennaio, all'indomani dello storico referendum che si terrà nel Sud Sudan per sancire o meno l'indipendenza della regione da Khartoum, in Darfur la situazione continua a peggiorare. Dopo la stretta del governo sudanese contro le agenzie umanitarie, anche nei campi più grandi, come quello di Kalma, le condizioni dei civili, circa 100.000, si fanno sempre più gravi.
Scarsità di acqua potabile, a causa del danneggiamento della maggior parte dei pozzi, ritardo e riduzione delle razioni alimentari, che pure sono stipate nei containers, assenza di una rete di assistenza sanitaria e scolastica, continuano a mietere vittime tra gli oltre due milioni di sfollati che da oltre sei anni si sono rifugiati nei campi profughi.
Si, a distanza di sette anni dall'inizio del conflitto, i profughi del Darfur sono ancora profughi.

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domenica, maggio 24, 2009

Il Governo Italiano stanzia nuovi fondi per fronteggiare la crisi sanitaria in Darfur

Il Governo Italiano ha reso noto di aver stanziato 300.000 euro alla World Health Organization per far fronte alla nuova allarmante crisi sanitaria che mette a rischio la sopravvivenza di milioni di sfollati in Darfur, anche in seguito al dilagare di focolai di meningite nei campi profughi.

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giovedì, maggio 15, 2008

Riflessioni sul fundraising.

Scrissi sul sito proprio agli albori del movimento on-line che gli aiuti umanitari nelle situazioni di guerra non portano fondamentalmente a niente in termini risolutivi, se non paradossalmente a favorire lo stesso aggresore, in questo caso il Sudan, che gestisce la distribuzione degli aiuti per mezzo di strutture governative opportunamente predisposte. In più portano alla concentrazione di popolazione in determinati luoghi più facilmente controllabili, i campi, e ne svuota degli altri.
Succede poi che in Birmania gli aiuti siano "rubati" dal regime, e che le ONG nemmeno possano operare sul campo, ma che queste si affannino comunque a raccogliere fondi da inviare a chissà chi.
In termini pragmatici, se non ci fosse di mezzo l'aspetto umano, una campagna come quello della Save Darfur Coalition, di cui Italians for Darfur fa parte, sembra avere più senso. La SDC condanna il governo sudanese complice dei gravi crimini contro l'umanità in Darfur e provoca il resto del mondo, inerte dinanzi a tanto terrore.
Le ONG, al contrario, per operare, pena l'espulsione e gli attacchi, devono sottostare alle regole del tiranno che governa i disperati e mantengono un atteggiamento pressochè statico in campo nazionale perchè le proprie attenzioni sono rivolte tutte al fundrising e alla propria crescita, che passa anche per il riconoscimento, più o meno celato, da parte delle istituzioni e delle correnti politiche.
Ma poi viene il resto. E non è da poco. C'è l'Uomo. Ho visto piangere giovani madri per aver avuto in dono una confezione di latte in polvere in una terra lontana dal Darfur ma altrettanto povera. Ogni barattolo, al mercato locale, costava meno di 2 euro per uno straniero.
Ed è allora che ti rendi conto che forse, in barba a tante soluzioni improbabili, conta più un barattolo di latte in polvere che una risoluzione dell'ONU.

Ecco perchè anche Italians for Darfur vorrebbe promuovere, come sta già facendo in sostegno della scuola per orfani del Darfur a El-obeid, una serie di raccolte fondi in sostegno di progetti umanitari già in corso o in aiuto ai rifugiati del Darfur in Italia. Ci proveremo, con il vostro aiuto.

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