Il blog di Italians for Darfur

sabato, ottobre 22, 2011

Darfur e diritti umani nell'incontro dei giovani del PES con il Sen. Marcenaro a Palazzo Madama


di Mauro A. per Mpnews

Martedì 18 ottobre, il dramma del Darfur ha rivissuto nelle parole dei rifugiati in Italia, intervenuti nell'incontro di una delegazione di giovani del Parlamento europeo degli Studenti con il Sen. Pietro Marcenaro, presidente della Commissione Diritti Umani.

Il momento di approfondimento sui diritti umani e sulle crisi umanitarie è stato promosso nell'ambito di un progetto di studio di 54 studenti di dieci scuole diverse del Veneto, afferenti al Parlamento Europeo degli Studenti, che sotto la guida del Prof. Giulio Gennaro e della presidente del PES Khadidja Konate hanno incontrato il Sen. Marcenaro e la presidente dell'associazione Italians for Darfur Onlus, la dott.ssa Antonella Napoli, giornalista, nella prestigiosa cornice di Palazzo Madama a Roma.
Il dramma delle popolazioni del Sudan, da decenni vittime di abusi, guerre e discriminazioni, ha dato il via al dibattito, raccogliendo le testimonianze dei rifugiati, rappresentati dal Sign. Yakub Abdelnabi, di El Fasher, da otto anni a Roma.
Ringrazio gli italiani -ha ammesso Yakub – ma amo il mio Paese e vorrei tornare presto dalla mia famiglia. Dopo otto anni è dura.
Il nostro Paese tutto è sotto il fuoco – continua – Tutto il mondo sa la nostra storia. Spero che dica qualcosa. Siamo contenti per la Libia. Ma c'è differenza tra il nostro Paese e gli altri?
Quando proteggeranno i civili? Dopo che finiranno i bombardamenti? Tutto il mondo è zitto. Parlerà dopo come ha fatto con il Rwanda.
La guerra sembra inseguirlo, dice Yakub, come i tanti darfuri esuli nel mondo che da essa cercano di fuggire. Dove siamo noi arriva la guerra – afferma laconico – l'anno scorso ero in Libia, prima della guerra, per un anno, poi è arrivata.
Il dibattito è stato anche un momento di approfondimento e aggiornamento sul corso della più grave crisi umanitaria dell'ultimo decennio, in Darfur, e sulle iniziative di denuncia e informazione, con campagne on-line e attraverso i media tradizionali, organizzate dall'associazione per i diritti umani Italians for Darfur Onlus.
Il Sen. Pietro Marcenaro ha sviluppato l'incontro, rispondendo alle tante domande dei giovani del PES presenti in aula, le cui attività hanno ricevuto il plauso della Commissione che lo stesso Senatore presiede. Incalzato dalle loro domande, il Sen. Marcenaro ha ribadito che i crimini contro i diritti umani possono continuare solo se ignorati.

“Tutto il mondo è zitto”, raccontava Yakub.

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lunedì, ottobre 10, 2011

La strategia del terrore non si ferma in Darfur

I soliti ignoti aprono il fuoco dai Land Cruiser che corrono in Darfur, seminando il terrore tra la povera gente, scampata ai massacri delle milizie filogovernative negli anni appena trascorsi.
Khams Dagaig camp, del comprensorio di Zalingei, darfur occidentale, è il teatro dell'ultimo episodio di violenza indiscriminata, secondo quanto riporta RadioDabanga.
I comandi di UNAMID sarebbero stati avvisati, ancora una volta, senza apparenti conseguenze, in quanto eventuali azioni della missione dovrebbero essere preventivamente autorizzate dalle forze di polizia sudanesi.

Simili incursioni, improvvise e veloci, si sono verificate anche nei campi di Seraf Umra (Donkoj, Naseem and Jebel), nel Nord Darfur, esasperando la già vessata popolazione dei campi profughi.

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domenica, ottobre 02, 2011

Khartoum: stop alle ingerenze straniere.

Continuano gli scontri nel Nilo Azzurro e nel Sud Kordofan, tra forze governative e ribelli del Sudan People Liberation Movement del Nord, mentre è negato l'accesso nell'area alle ONG internazionali. Anche le Nazioni Unite non possono raggiungere la regione del Nilo Azzurro, dalla quale sono fuggite circa 100 mila persone nelle ultime settimane. Khartoum, che pochi giorni fa aveva ospitato il leader iraniano Ahmadinejad, ha ribadito che non ammetterà interferenze internazionali nel confronto con il Sud Sudan e gli altri fronti aperti nel Paese.

Tensioni anche ad Abyei, a seguito della permanenza delle truppe governative del Nord nonostante il precedente trattato di non belligeranza nella città contesa.

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Altre due ONG lasciano il Darfur per mancanza di fondi: peggiorano le condizioni di salute nei campi

Medair e International Medical Corp, che dal 2007 portavano avanti un programma di assistenza medica di base e di prevenzione in alcuni campi del West Darfur, dovranno lasciare il Darfur nei prossimi mesi, officialmente per mancanza di fondi.
L'annuncio giunge proprio mentre si registra un drammatico aumento di casi di dissenteria e malaria nella regione, probabilemnte legato anche alle sempre peggiori condizioni igieniche nei campi sovraffollati.

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domenica, settembre 25, 2011

Dai satelliti arriva la conferma dell'ammassamento di truppe nel Blue Nile


Sono ancora le foto satellitari a denunciare l'ammassamento di truppe e artiglieria delle forze sudanesi nel territorio del Nilo azzurro. Il Satellite Sentinel Project di Washington (SSP)ha immortalato oltre 3000 militari, carri armati, artiglieria movibile e veicoli da combattimento e da trasporto a 64 chilometri da Kurmuk. Presenti, probabilmente, anche elicotteri da guerra di supporto alle eventuali prossime operazioni.
Recentemente, prima degli scontri scoppiati ad Abyei, Sud Sudan, Google svelò gli ammassamenti delle truppe di Khartoum intorno alla città.
La proposta di una no-fly zone da parte dei ribelli, che avrebbe apparentemente il placet delle Nazioni Unite, non è invece ben vista dagli Stati Uniti, che ritengono possa peggiorare la gravità degli scontri a terra nella regione.

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martedì, settembre 13, 2011

Precipita la crisi nella regione del Blue Nile, al via campagna militare sudanese.

Il Parlamento sudanese ha votato ieri l'estensione dello stato di emergenza lungo i confini della regione e ha dato il via a una nuova campagna militare contro i combattenti del Sudan People Liberation Movement del Nord (SPLM-N), lo stesso che combatte anche in Sud Kordofan.
Il territorio, lungo i confini del nuovo stato del Sud Sudan, ospita, inoltre, migliaia di civili e combattenti che si erano schierati contro Khartoum nella guerra civile durata un decennio tra Nord e Sud del Sudan.

Approfondisci: Sudan: New War Zone

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lunedì, settembre 12, 2011

Appello di Italians for Darfur alle istituzioni e alle rappresentanze sudanesi in Italia per la liberazione di Francesco Azzarà

L'operatore di Emergency in Darfur, Francesco Azzarà, è prigioniero di ignoti sequestratori dal 14 agosto scorso.
Da allora non trapelano notizie sostanziali, il che sembrerebbe confermare la natura anomala del sequestro, come aveva subito denunciato la nostra associazione, Italians for Darfur Onlus.

Nonostante l'impegno della Farnesina, appare determinante il pieno coinvolgimento delle istituzioni di Khartoum e delle rappresentanze sudanesi in Italia.

Per questo, forti del riconoscimento ottenuto nelle ultime missioni in Sudan, a Khartoum come a Nyala, tale da accordarci l'autorizzazione ad operare in partnership con le associazioni locali per progetti umanitari in Darfur, e del confronto da sempre costruttivo con l'ambasciata sudanese in Italia, lanciamo un appello al governo sudanese e alle rappresentanze politiche e della società civile sudanese in Italia, affinchè si adoperino pienamente quali intermediari con il loro Paese per la liberazione di Francesco Azzarà.

E' indubbio che solo attraverso il loro pieno coinvolgimento, il sequestro dell'operatore trentaquattrenne di Emergency possa giungere alla migliore delle conclusioni.

(le firme raccolte saranno consegnate alle rappresentanze ufficiali sudanesi in Italia).

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lunedì, settembre 05, 2011

Anche il Nilo Blu a fuoco e fiamme, decine di migliaia i fuggitivi.

Decine di migliaia di persone stanno abbandonando la regione del Blue Nile nel Nord del Sudan, a seguito dei pesanti scontri degli ultimi giorni tra governativi e gruppi ribelli del Nord riconducibili al Sudan People Liberation Army.
La città di Damazin, epicentro dei combattimenti, si presenta ormai quasi disabitata, in uno scenario spettrale.
Scontri a fuoco anche in Sud Kordofan, dove il fronteggiamento tra le milizie armate non ha tregua.

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domenica, agosto 28, 2011

Istituito il Darfur Peace Follow-Up Office

Il Presidente sudanese Omar al-Bashir ha annunciato di aver istituito un nuovo ente governativo che seguirà i lavori di implementazione degli accordi di Doha, siglati lo scorso mese (14 luglio) tra Khartoum e alcuni gruppi ribelli minori del Darfur.
L'ufficio, denominato Darfur Peace Follow-up Office, verrà guidato da Amin Hassan Omer.
Primo obiettivo dichiarato sarà la promozione dello sviluppo della regione, cruciale per attrarre i civili sfollati alle loro case abbandonate dopo gli attacchi violenti degli scorsi anni.
Una ulteriore proroga di tre mesi è stata concessa, inoltre, a JEM e SLM per sottoscrivere l'accordo, dopo i quali verrà sospesa la tregua militare.

Dopo gli ennesimi annunci, si attendono misure concrete per porre fine a una crisi immane che dura da oltre otto anni. Alcuni tra i firmatari degli accordi, raggiunti da Italians for Darfur, riferiscono tuttavia scetticismo e preoccupazione per l'effettivo rispetto degli accordi da parte del governo, alla luce di quanto accaduto in Darfur, nelle settimane successive agli incontri in Qatar.

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lunedì, agosto 15, 2011

Rapito operatore di Emergency in Darfur

Si chiama Francesco Azzarà l'operatore di Emergency rapito ieri vicino a Nyala, Darfur. Lungo il percorso per l'aeroporto, è stato prelevato dall'auto in cui viaggiava da un gruppo di uomini armati, forse banditi locali.
L'italiano, 34 anni, lavora presso il centro pediatrico aperto nel luglio 2010 in città.
Italians for Darfur sostiene da anni le strutture sanitarie di Emergency in Sudan.

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giovedì, agosto 11, 2011

Bambini depressi e con gravi disturbi post traumatici, sono i figli del Darfur

Oltre il 75 per cento dei bambini intervistati nei campi profughi in Darfur soffrirebbe di Disturbo post-traumatico da stress, e circa il 38 per cento di Depressione. È quanto emerge da una indagine scientifica pubblicata su The Lancet ad agosto.

Bambini e bambine vengono continuamente rapiti, violentati, uccisi, nei campi profughi sudanesi e nel vicino Chad. Molti vengono prematuramente separati dai genitori, e nn ricevono istruzione e cure medichd

Hanno ferite profonde,ma che nn si vedono: i bambini del Darfur hanno perso forse il sorriso.Noi non vogliamo per.dere la speranza.

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lunedì, agosto 01, 2011

Lunga vita all'UNAMID: mandato rinnovato di un altro anno

Le Nazioni Unite hanno rinnovato di un ulteriore anno il mandato della missione internazionale in Darfur, l'UNAMID.
Nonostante il ridotto numero di caschi blu e, soprattutto, di mezzi di trasporto, il contingente prosegue l'arduo compito di interposizione nella travagliata regione sudanese a partire dal gennaio 2008 con oltre 23.000 uomini.
Otto anni fa scoppiava il conflitto in Darfur, tra forze ribelli e forze governative, che ha causato oltre 300000 morti e circa tre milioni di profughi.
Poche settimane fa un accordo di pace tra Khartoum e una fazione dei ribelli, il Liberation and Justice Movement, è stato siglato dalle parti in causa, ma soli sei giorni fa gli Antonov della SAF sudanese hanno bombardato nuovamente il Nord Darfur uccidendo cinque civili.
Un dramma che sembra non avere fine.


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martedì, luglio 26, 2011

Darfur, dai campi profughi ai villaggi, è tutto in salita.

Come avevamo annunciato nell'ultimo rapporto di Italians for Darfur, al rientro da una missione in Sudan della presidente Antonella Napoli, il governo sudanese ha avviato, alcuni mesi fa, un programma di rientro volontario dei profughi dai campi, ormai saturi, ai villaggi del Darfur.
Avevamo altresì denunciato come le condizioni della famiglie che lasciano i campi profughi siano ancora più gravi e come il loro destino appaia ancor più incerto, venendo a mancare l'assistenza delle organizzazioni internazionali ai profughi, e quella delle strutture territoriali, latitanti.

Così è stato per sette famiglie rientrate nella regione di Gedo, dopo aver lasciato alle proprie spalle il campo di Kalma.
Le sette famiglie, scrive Radio Dabanga, sono ora totalmente abbandonate a se stesse e rischiano di perire tra stenti e violenze, dopo che le altre 18 con le quali avevano iniziato il viaggio hanno fatto rientro al campo profughi per l'estrema difficoltà e il pericolo del viaggio stesso.

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mercoledì, luglio 20, 2011

Immagini satellitari svelano fosse comuni in Sud Kordofan

Era già successo in Darfur, si ripete in Sud Kordofan. Dagli occhi dei satelliti geostazionari giungono immagini di fosse comuni, conseguenti agli scontri nella regione, tra forze governative e gruppi armati ribelli, provenienti dalle fila del Justice and Equality Movement e dal SPLM del Sud Sudan.

In un comunicato di ieri, proprio il JEM ha rivendicato gli attacchi all'esercito sudanese presente nella regione, che hanno portato all'uccisione di 150 militari e al furto di numerose armi pesanti. L'aviazione sudanese risponde con il bombardamento delle postazioni. Tutto ricorda, amaramente, quanto è successo in Darfur.

I bombardamenti aerei sono massicci, come testimoniano anche i primi video in circolazione, che abbiamo pubblicato di recente nel nostro blog.
Le fotografie satellitari hanno ripreso tre larghe fosse intorno a Kadugli. Il ruolo delle immagini satellitari è stato spesso determinante nelle campagne di denuncia internazionale sui crimini commessi in Sudan, come in Darfur e in Sud Sudan. Recentemente, prima degli scontri scoppiati ad Abyei, Google svelò gli ammassamenti delle truppe di Khartoum intorno alla città.

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Firmato l'"accordo di pace" per il Darfur. Finzione mediatica o programma di stabilità?

E' stato firmato giovedì' 14 luglio l'"accordo di pace" tra il governo sudanese e i movimenti ribelli del Darfur rappresentati dal Liberation and Justice Movement (LJM). Un positivo passo in avanti verso la risoluzione della crisi in Darfur, verrebbe da dire. La realtà è che il documento siglato a Doha, in Qatar, difficilmente potrà sbloccare da solo l'empasse nella regione.
I due principali movimenti armati ribelli, il Sudan Liberation Army e il Justice and Equality Movement, restano fuori dall'accordo, restii ad ogni trattativa.
Intanto, in Sud Kordofan, l'aviazione sudanese bombarda la regione e ricorda, amaramente, quanto è successo in Darfur.
E' tempo che le armi lascino spazio alla conciliazione.

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lunedì, giugno 27, 2011

Oltre 4 mila militari etiopi pronti a schierarsi tra Nord e Sud del Sudan

4.200 militari etiopi sono pronti a schierarsi ad Abyei sulla base dell'accordo stipulato il 20 giugno scorso tra il governo sudanese e il Sudan People Liberation Movement, dopo l'inasprirsi delle tensioni e degli scontri nella città contesa.
L'ISFA, ovvero la "Interim Security Force for Abyei", sostituirà così i militari dei due stati sudanesi (il Sud Sudan diventerà ufficialmente indipendente il 9 luglio prossimo) e dovrebbe garantire la transizione verso una nuova risoluzione sullo stato di una delle aree più ricche di greggio del Sudan.

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domenica, giugno 19, 2011

Global Day for Darfur: rassegna stampa del 19 giugno

Ha avuto luogo oggi, 19 giugno 2011, a Roma, la giornata per i diritti umani in Darfur, una iniziativa di Italians for Darfur ONLUS per denunciare e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dell'accoglienza degli aventi diritto all'asilo e per ricordare la crisi umanitaria e il conflitto che dal 2003 dilaniano la regione occidentale sudanese. Tony Esposito, percussionista, ha prestato il suo volto alla campagna.

Presenti un centinaio di rifugiati darfuri in Italia e molti sono stati i messaggi di sostegno dei rappresentanti delle istituzioni: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito la medaglia di Rappresentanza per la mostra "Volti e colori del Darfur", di Antonella Napoli, che forniscono un importante contributo alla causa promossa dall'associazione.

Nonostantel'arrivo a sorpresa di Angelina Jolie a Lampedusa, che ha trascinato con sè intere pagine di agenzie, non è mancata la copertura mediatica dell'evento, confermando come le iniziative di Italians for Darfur Onlus restino impagabili occasioni per accendere i riflettori su una crisi altrimenti dimenticata.

RaiNews24 ha trasmesso in diretta alcuni momenti della giornata.

la Repubblica.it: "Fermiamo il sangue in Darfur" e "Al-Bashir terrorista e assassino", sono le grida di protesta di un centinaio di rifugiati sudanesi riuniti al Colosseo per il 'Global Day for Darfur', iniziativa organizzata a Roma dalla Ong Italians for Darfur...

Corriere.it: Il saluto agli attivisti per il Darfur che si sono dati appuntamento alle 10 di domenica mattina al Colosseo, è giunto direttamente dal presidente della Camera Gianfranco Fini: «È necessario garantire i flussi umanitari». Nella giornata dedicata all'emergenza umanitaria per la regione del Sudan martoriata da guerre, conflitti e violenze, le istituzioni italiane sono presenti.

Agi: Un sit in e una mostra per celebrare domenica al Colosseo la Giornata mondiale per il Darfur. Le iniziative sono promosse da Italians for Darfur per denunciare i grandi limiti che ancor oggi persistono nel nostro Paese in materia di accoglienza degli aventi diritto all'asilo e per ricordare la crisi umanitaria e il conflitto che dal 2003 dilaniano la regione occidentale sudanese...

Asca: Anche quest'anno in occasione della Giornata Mondiale per il Darfur, che nel 2011 ricorre in concomitanza con la Giornata del rifugiato istituita nel 2000 dalle Nazioni Unite, ''Italians for Darfur'', organizzazione capofila della campagna per i diritti umani in Sudan, ha promosso un'iniziativa...

Wall Street Italia: ..Messaggi di sostegno per l'iniziativa sono giunti dai presidenti della Camera e del Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. "Ieri le forze armate di Khartoum hanno condotto quella che l'Onu ha descritto come "un'intensa campagna di bombardamenti", ha ricordato il presidente di Italians for Darfur, Antonella Napoli, giornalista e curatrice della mostra...

LaRepubblica: Si sono radunati intorno al Colosseo per lanciare al mondo un appello: "Fermiamo il sangue in Darfur". Più di cento rifugiati sudanesi in Italia hanno deciso di scendere in piazza, in occasione della sesta edizione del Global Day for Darfur, iniziativa organizzata a Roma dalla Ong Italians for Darfur, per chiedere all'Italia e al mondo "di non dimenticare la nostra tragedia e di salvare la popolazione" stremata da una situazione di conflitto permanente. "Sono 8 anni che viviamo nel dolore e nessuno se ne accorge. Per questo chiediamo all'Italia e al mondo di intervenire, come è accaduto con la Libia", è la richiesta di Abdallah, rifugiato in Italia dal 2005....

ADNKronos: "Vorrei esprimere tutto il mio apprezzamento per l'impegno dell'Associazione Italians for Darfur nel sensibilizzare l'opinione pubblica italiana su quanto accade in quella terra lontana devastata da una guerra di cui troppo poco si parla". Lo ha dichiarato il presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio in occasione del "Global day for Darfur", che si tiene oggi a Roma.

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Video -prova del bombardamento aereo in Sud Kordofan, Sudan

Italians for Darfur, componente per l'Italia della Save Darfur Coalition, vi ripropone le immagini riprese dall'avamposto UNMIS, Missione in Sudan delle Nazioni Unite, a Kauda.
L'aviazione sudanese ha sganciato 11 bombe vicino al compound dei cachi blu, il 14 giugno scorso, apparentemente senza vittime. Oltre 53.000 gli sfollati dall'inizio dei bombardamenti in Kordofan.



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mercoledì, giugno 08, 2011

Sempre più morti e profughi ad Abyei, in Darfur, ora anche in Kordofan. Il Sudan è in fiamme.

Il Sudan è ancora in fiamme ma il resto del mondo, Italia in testa, volge lo sguardo altrove, e il naso, anche quello, è al riparo dall'odore acro dei cadaveri bruciati di Abyei, Nord Darfur, Sud Kordofan.

Oltre 100 mila persone fuggono dalla città di Abyei che galleggia sull'oro nero, al confine tra Nord e Sud Sudan, denunciano le Nazioni Unite.

Dalle zone vicine a El Fasher, Nyala e Jebel Marra, in Darfur, oltre 70 mila civili hanno tentato di salvarsi rifugiandosi nei campi profughi quasi al collasso, negli ultimi sei mesi, scrive Human Rights Watch nel suo ultimo rapporto.

Violenze e scontri tra forze governative e ribelli del Sud Sudan People Liberation Movement stanno esplodendo anche nelle montagne del Sud Kordofan, stato ai confini con la regione del Blu Nilo, proprio in questi giorni.

Il Sudan brucia.

Italians for Darfur vi chiede di non voltarvi dall'altra parte, proviamoci insieme il 19 giugno: contattateci per aiutarci ad organizzare una giornata di denuncia, a Roma, il 19 giugno, insieme ai rifugiati scampati all'eccidio del Darfur.

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lunedì, maggio 23, 2011

Khartoum assedia Abyei. " E' un atto di guerra"

"E' un atto di guerra". Così Il governo del Sud Sudan definisce il nuovo attacco ad Abyei, la città contesa che sorge su un mare di petrolio. Due giorni di bombardamenti e colpi di mortaio, secondo quanto riferisce The Guardian, hanno costretto la popolazione a fuggire dalla città.
Anche la base delle Nazioni Unite sarebbe stata colpita dai mortai delle truppe di Khartoum, circa 5000 soldati asserragliati contro la città. E' il primo duro attacco dalla dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan, deciso con un referendum. Ammassamenti di truppe e mezzi erano già stati svelati dalle immagini satellitari di Google, mesi fa.Fonti governative confermano l'operazione, come atto di rappresaglia per l'uccisione di 22 governativi la settimana scorsa. Unanime la condanna internazionale.

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