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venerdì 17 febbraio 2012

Dexter il Vendicatore - Jeff Lindsay


Sì, è quello della serie tv Dexter. Serie tv che mi piace tantissimo, di cui mi sono innamorata fin dal primo episodio. In questi casi di solito cerco di leggere prima il libro, ma stavolta nn ci sono riuscita: la serie mi ha conquistata subito, prima che potessi scoprire che era tratta dai romanzi di Jeff Lindsay.
Adesso ho finalmente letto il primo libro, Dexter il Vendicatore (inizialmente pubblicato con un altro titolo, La Mano Sinistra di Dio), e vi dico subito che mi è piaciuto molto, ma ormai sono irrimediabilmente influenzata dalla serie e credo che questo abbia notevolmente ridimensionato la sorpresa nell'incontrare un personaggio così straordinario.
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martedì 18 ottobre 2011

Distinti Saluti, Jack lo Squartatore - Joe R. Lansdale e Kevin Colden

Prendi un classico come Jack lo Squartatore, trasportalo dalla Londra di fine '800 a Chicago, a metà degli anni '40, aggiungi un po' di esoterismo e frulla tutto in un racconto di Robert Bloch, quello di Psycho. Poi prendi il racconto, trasformalo in un fumetto disegnato da Kevin Colden, e fallo sceneggiare a Joe R. Lansdale.
Il risultato è questo volumetto appena uscito per la GP comics dal titolo “Distinti Saluti, Jack lo Squartatore”, e visti gli ingredienti di partenza, il pasticcio finale è una miscela esplosiva di noir, splatter e mistero. 
Ultima uscita di Lansdale in Italia, l'ho comprato appena sfornato, ancora croccante, allo Sugarpulp Festival.
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martedì 10 maggio 2011

Lo Scheletro che Balla - Jeffery Deaver

Ho avuto questo libro tramite uno scambio, e dopo aver letto la Bambola che Dorme, sempre di Jeffery Deaver, probabilmente non ci avrei speso dei soldi, ma visto che il libro che ho dato via era molto peggiore di questo...
Seconda avventura di Lincoln Rhyme e di Amelia Sachs, questa volta sulle tracce di uno spietato sicario soprannominato “lo Scheletro che Balla”. Naturalmente lo Scheletro è abilissimo, con un'intelligenza fuori dal comune e sfuggevole come una saponetta.

Lo scheletro è stato incaricato di uccidere i tre testimoni chiave nel processo ad un pezzo grosso, tre piloti di una piccola compagnia di charter che hanno visto per caso qualcosa di fondamentale per l'accusa. Uno dopo l'altro i testimoni vengono fatti fuori dal cecchino, finché non ne rimane soltanto una, e pure un po' incosciente. Sembra proprio che nessuno riuscirà a salvarla...
Tranne Lincoln, la mente, un ex esperto della scientifica ormai paraplegico e tremendamente frustrato, ed il braccio, la sua giovane e bellissima agente Amelia Sachs, altrettanto frustrata e nevrotica.
E se nel primo romanzo, “il collezionista di Ossa”, la tensione tra i due è solo platonica, in questa seconda puntata tra i due scocca l'odiata freccia di cupido. Odiata perché io sono stanca dell'amore ficcato a tutti i costi anche dove non c'entra nulla, e poi questa storia
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venerdì 8 aprile 2011

la Ragazza che Giocava col Fuoco - Stieg Larsson

Secondo capitolo della Trilogia Milliennium di Stieg Larsson (recensione del primo, "Uomini che Odiano le Donne" in questo post).
Al centro delle vicende troviamo di nuovo Mikael Blomkvist, il giornalista d'assalto che svela misteri con la stessa abilità con cui conquista le donne.
Questa volta però Mikael è alle prese con un mistero che lo riguarda molto da vicino: deve trovare l'assassino di due suoi amici e colleghi della redazione di Millennium, che stavano per pubblicare un reportage molto scottante su un giro di prostituzione. E deve anche cercare di scagionare dall'accusa l'altra vecchia conoscenza, Lisbeth Salander, ragazza molto problematica e abilissima hacker.
Il mistero gira tutto intorno al passato drammatico e misterioso di Lisbeth, di cui si sa poco o nulla, soltanto che l'ha portata ad essere dichiarata giuridicamente incapace e ad essere messa sotto tutela. E questo passato doloroso si intreccia con l'indagine di Mikael “Kalle” Blomkvist, perchè tra Lisbeth ed il reportage dei due giornalisti ci sono alcuni anelli di congiunzione, criminali malvagi e spietati, naturalmente.

La parte migliore dei romanzi di Stieg Larsson è ancora una volta il personaggio di Lisbeth Salander, assolutamente inquientante ed affascinante allo stesso tempo. Anche l'ambientazione mi piace, ma del resto ho un debole per la Svezia. Tutto il resto traballa un pochino. Alcune parti sono lente, ma nel complesso l'azione e la suspense sono maggiori rispetto al primo capitolo, “Uomini che Odiano le Donne”. Nonostante questo preferisco il primo romanzo della triolgia, l'ho trovato più coinvolgente e meno scontato. Non che sia scontato il finale, ma è ovvio al lettore da subito che Lisbeth è innocente ed in qualche modo se la caverà.

La Ragazza che Giocava col Fuoco
Stieg Larsson
2008 - Marsilio

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martedì 29 marzo 2011

Uomini che Odiano le Donne - Stieg Larsson

Questo libro di Stieg Larsson l’ho letto perché dopo due anni ho ceduto ad un’amica assillante che non faceva altro che dirmi quanto le era piaciuto e tutto il resto. Tutta la pubblicità, le chiacchiere che lo hanno accompagnato, i proclami di “caso editoriale dell’anno”, di solito su di me hanno l’effetto della kriptonite tranne in rari casi.
Comunque alla fine l’ho letto, e devo dire che non è affatto male come thriller, ma è ben lungi da essere una rivoluzione nel genere, il libro del secolo o il genio incompreso del decennio. È un bel libro, perfetto per la spiaggia, niente di più.

I protagonisti sono due: il primo è Mikael Blomkvist, un reporter economico senza peli sulla lingua e in un momento di crisi a causa di uno scoop sulla sua rivista Millennium che gli si è rivoltato contro causandogli problemi con la legge.
L’altra figura del romanzo è Lisbeth Salander, una giovane in bilico tra psicopatia e genialità, asociale e problematica fin da piccola, con una situazione davvero non invidiabile e un talento come hacker e per carpire informazioni sulle vite altrui.
Le strade dei due personaggi si incontrano quando vengono assunti dal vecchio industriale Henrik Vanger per svelare il mistero sulla fine della sua nipote Harriet, misteriosamente scomparsa da un’isola circa 40 anni prima. Le indagini sul passato della ragazza e della famiglia Vanger, apparentemente stagnanti, rivelano invece incredibili risvolti criminali che si estendono fino al presente.

Il libro all’inizio è piuttosto lento, l’autore si perde in presentazioni molto dettagliate dei personaggi e dei loro rispettivi contesti, e stenta a decollare fino alla metà, quando finalmente comincia ad occuparsi del mistero vero e proprio. Il thriller poi scorre bene e mi sono appassionata all’enigma, ben congegnato.
Il personaggio di Mikael è interessante fino ad un certo punto, e ogni tanto l’ho trovato piuttosto irritante nelle sue mirabolanti relazioni con le donne. Mi è piaciuta tanto invece Lisbeth Salander, una protangonista davvero fuori dalle righe, una figura piuttosto fastidiosa ma anche affascinante allo stesso tempo. Ho trovato molto affascinante l’ambientazione della Svezia, un paese che mi è rimasto nel cuore.
Insomma, mi è piaciuto per diverse ragioni, ma nel complesso non ho visto nessuna scintilla che trasformi un buon romanzo nella rivelazione tanto sbandierata.

L’autore, Stieg Larsson, aveva diverse cose in comune con il suo protagonista Mikael: anche Larsson era un giornalista svedese che dirigeva una rivista molto discussa, Expo, che si scagliava contro razzismo, omofobia, sessismo e altre discriminazioni. Fu preso di mira dal movimento neo-nazista svedese ed ha vissuto sotto scorta per diversi anni finchè non è (sfortunatamente per lui) morto di infarto nel 2004.
Uomini che Odiano le Donne è il primo romanzo della cosiddetta “trilogia Millennium”.

Citazione:
"La gente ha sempre dei segreti. Si tratta solo di scoprire quali."

"Uomini che Odiano le Donne"
Stieg Larsson
Marsilio, 2005


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mercoledì 23 febbraio 2011

Jeffery Deaver - La Bambola che Dorme

Di Jeffery Deaver avevo già letto Il Collezionista di Ossa, il primo capitolo delle indagini di Lincoln Rhyme, e quando ho visto questo su un banchetto di libri usati l’ho preso al volo a due euro, sperando che fosse lui il protagonista.
Invece la protagonista è un nuovo personaggio, Kathryn Dance, investigatrice del CBI, un’agenzia investigativa della California, esperta di cinesica, ovvero l’arte di interpretare il linguaggio non verbale e cogliere i sottili segnali delle menzogne.

La vicenda è ambientata nella penisola e nella baia di Monterey, e comincia con la clamorosa evasione di Daniel Pell, detto "il Figlio di Manson", assassino e capo di una specie di setta, personaggio astuto quanto diabolico, con una vera mania di controllo sugli altri, e condannato all'ergastolo per aver sterminato una famiglia. Kathryn gli da la caccia insieme ai suoi colleghi del CBI e all’agente speciale Winston Kellogg, mandato dall’FBI come specialista per risolvere il caso.
Da una parte si segue la fuga di Daniel Pell, costellata di complici, vittime e spietati omicidi, dall’altra osserviamo le indagini dal punto di vista di Kathryn Dance alla ricerca della menzogna e della verità, e l’intreccio della sua vita privata.
Ecco, due linee parallele; la figura del criminale mi è piaciuta molto, un cattivo che più cattivo non si può, intelligente, spietato e manipolatore, esperto bugiardo, che svela i suoi obiettivi al lettore soltanto un poco per volta.
Nonostante il suo lato professionale sia davvero interessante e coinvolgente, la figura di Kathryn Dance mi ha convinta un po’ meno. Sarà perché non regge il confronto con Lincoln Rhyme, o forse perché la sua figura di madre vedova con genitori anzianotti, cani e amici premurosi mi pare un po’ banale e noiosa. O forse ancora perché speravo che la storia non scadesse nel sentimentale, e invece un pochino ci scade…

La prima metà del libro è una vera e propria caccia all'uomo senza grosse sorprese, ma verso la fine i colpi di scena arrivano uno dopo l'altro.
Jeffery Deaver si conferma un perfetto scrittore di thriller, i suoi romanzi scorrono lisci lisci, con un linguaggio semplice e coinvolgente, e riesce a creare figure a cui i lettori si affezionano a lungo termine senza cadere nella ripetizione. 

La bambola  che Dorme
Jeffery Deaver
Sonzogno, 2007


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giovedì 17 febbraio 2011

fuori da un evidente destino, Giorgio Faletti

Faletti, reduce dal successo di Io Uccido (che devo ammettere come esordio non era male), si è messo a sfornare romanzi in serie, riconoscibili da:
  • titolo lapidario ad effetto
  • eroe abilissimo ma in crisi mistica
  • assassino specializzato in complicate e contorte allegorie
  • colpevole che dovrebbe essere a sorpresa ma lo sgamo sempre, è il pirlone insospettabile.
Questo Fuori da un Evidente Destino non fa eccezione, i marchi di fabbrica ci sono tutti.
Ambientato tra i nativi americani Navajos, l’eroe di turno è un ex pilota di elicotteri mezzo Navajo perso nell’immancabile crisi esistenziale. Faletti mette un mucchio di carne al fuoco: omicidi in serie inspiegabili, indizi scarsi e inutili, nessun sospetto plausibile. Mette cosi tanti pezzi del puzzle insieme che a metà del libro mi è venuto da pensare: ma adesso come fa a trovare una soluzione e concludere il giallo?
Ebbene, Faletti svolta!  I pezzi del puzzle non combaciano, non creano nessuna immagine completa: la soluzione a tutto il macello che ha sparpagliato è il paranormale! Un fantasma indiano per la precisione.
Bello sforzo, siamo bravi tutti a inventare un giallo impossibile e poi risolverlo col paranormale!

Nota finale: Faletti tenta di spacciarsi per americano. Nelle ambientazioni, nel linguaggio, nei personaggi, ogni suo nuovo romanzo è un po’ più americaneggiante del precedente. Ma Giorgio Faletti, anche se vole fa’ l’ammerigano, è di Asti.

citazioni:

"Non so se sono bravo. So che sono il migliore".


"La grandezza di un uomo si dimostra da quanti stupidi gli danno addosso."


"I ragazzi forse sono tutti uguali ma non lo restano quando diventano uomini."


"Jim vide l'acqua arrivare da lontano negli occhi di Swan. Era in viaggio per la pena che si portava dentro da anni. Era per la perdita dell'innocenza, per il momento in cui si rinuncia ai sogni per diventare un qualunque essere umano costretto a confrontarsi con i risultati dei suoi errori. Era per la beffa del tempo, che non dava una seconda occasione".


"Fai attenzione alla tua ombra. Ogni uomo ha un fratello che è la sua copia esatta. È muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui. Arriva nel giorno e scompare la notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo li, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai comandi e senza la possibilità di ribellarsi. Sta disteso per terra perché glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perché non può andarsene. Mai. Quest'uomo è la tua ombra. È con te da quando sei nato. Quando perderai la tua vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai. Cerca di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere che cos'è la vita".

Titolo: Fuori da un Evidente Destino
Autore: Giorgio Faletti
Casa Editrice: Baldini e Castoldi, 2006
495 pagine

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giovedì 29 gennaio 2009

Un Osso in Gola - Anthony Bourdain

Ho comprato questo libro prima di partire per le vacanze per divorarmelo in viaggio, ed ero carica di aspettative: di Anthony Bourdain avevo già letto altri due libri, ma non erano romanzi, uno era la sua autobiografia (Kitchen Confidential), e l'altro una raccolta di articoli e resoconti di viaggi gastronomici (Avventure Agrodolci), ed entrambi mi erano piaciuti un sacco e le atmosfere mi avevano affascinato.

Bourdain è uno chef americano di origini francesi, uno che ha cucinato nei migliori ristoranti di New York e non solo (attualmente è lo chef della sciccosissima Brasserie Les Halles di Manhattan), e che ha descritto alla perfezione con libri e trasmissioni tv l'ambiente e i personaggi che si celano all'interno delle cucine più raffinate: una brigata di pirati di tutte le nazionalità, agguerriti, sboccati, tatuati, loschi e armati di coltelli da sushi, pronti a tutto pur di riuscire a concludere la serata senza ustionarsi, bruciare qualche pietanza o affettarsi una mano.

Tutta la sua esperienza di chef e di partecipante e attento osservatore di questo ambiente così esclusivo come quello dell'alta ristorazione, è confluita in questo romanzo, che coniuga alla perfezione due cose che personalmente adoro: il crimine e l'alta cucina.
Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel marzo 2007, edito dalla casa editrice Marsilio sotto la collana Farfalle, e potete accaparrarvelo in qualsiasi libreria al prezzo di 17 euro, ma su Bol c'è lo sconto del 20 % ;-)

Il protagonista è Tommy Pagano, il sous-chef del ristorante Dreadnought Grill, specializzato in cucina francese del mediterraneo. Il Dreadnought non è messo bene: il proprietario, un ex dentista con ex moglie a carico è finito nei guai, è stato costretto dall'FBI a fare da informatore, e a gestire il ristorante per loro conto, allo scopo di fare da esca per sgominare un giro di estorsioni gestito dalla mafia italiana che punta a controllare tutti i ristoranti di Manhattan, e quindi è sommerso dai debiti e viene regolarmente pestato a sangue.

Lo chef Michael Ricard, grande amico di Tommy, è un tossico, e anche lui viene costretto dall'FBI a fare da informatore in cambio dell'ingresso nella terapia di disintossicazione a base di metadone.Tommy è in una pessima posizione, perché suo zio Sally (detto Parrucchino Sally), che lo ha cresciuto fin da bambino e gli ha dato un lavoro e molte opportunità, è proprio l'incaricato dalla Famiglia di taglieggiare i ristoranti di Manhattan tra cui il Dreadnought Grill, finché i debiti non saranno così tanti che il ristorante cadrà in mano alla mafia, e invece di cucinare petti d'anatra, beurre blanc e soup de poisson sfornerà montagne di calamari fritti con la salsa di pomodoro da due centesimi al chilo. Sally è la caricatura del mafioso italiano, così ridicolo da essere considerato una mezza tacca anche dai padrini, che lo usano solo per i lavoretti sporchi di poco conto e non gli daranno mai la tanto sospirata promozione. Tommy da tempo ha deciso di non voler avere a che fare con gli affari di Famiglia, e la sua decisione viene rispettata, finché…
All'improvviso Tommy si trova nel suo ristorante a far da testimone all'omicidio del povero Frankie per mano di Parrucchino Sally e del suo capo il Secco, e a dover persino pulire i piatti sporchi di sangue… e come se non bastasse il Secco mentre disossava il povero Frankie ha rovinato il preziosissimo coltello giapponese da sushi fatto su misura per lo chef!
Ma l'agguerrito quanto antipaticissimo e irritante agente Al dell'FBI ha le sue talpe al Dreadnaught, e capisce che Frankie è stato fatto fuori ma non ha le prove. E tutta la sua attenzione si concentra su Tommy Pagano, testimone dell'omicidio, nipote del sospettato e sous-chef del luogo del delitto.Tommy suo malgrado sa un sacco di cose e deve parlare. E deve tradire Parrucchino Sally.
Questo è il riassunto delle prime pagine, a voi scoprire se e come l'FBI si aggiudicherà le confidenze di Tommy e che cosa succederà a Tommy, Sally, lo chef e al ristoratore ex-dentista.Lo stile è molto brillante, e ci sono tutti gli elementi che piacciono a me: crimine a gò-gò, personaggi maledetti, sia fighi che sfigati, sangue, truculenze varie, ironia a mestolate e tanti di quei piatti deliziosi da far sbavare sulle pagine. E anche qualche clichè del genere (vedi il mitico Parrucchino Sally) che non guasta mai per creare l'atmosfera giusta!

Lo chef sembra una rockstar, geniale e maledetto, e avendo letto l'autobiografia di Bourdain posso dire che per molti versi la sua figura assomiglia molto all'autore. Entrambi sono di origine francese, sono chef di alto livello, hanno avuto una vita avventurosa e hanno avuto problemi con la droga. Ma anche alcune caratteristiche di Tommy sono chiaramente autobiografiche. Tommy sembra Bourdain da giovane, quello che si fa le ossa nei ristoranti sull'orlo del fallimento, tra chef disillusi e ristoratori ingenui, mentre lo chef ricorda il Bourdain degli anni '90 travolto dal successo e dalla fama. Insomma in questo romanzo Bourdain si è sdoppiato e ha creato due personaggi assolutamente fantastici.

Oltre ovviamente al mitico e grottesco Parrucchino Sally, ormai diventato il mio nuovo mafioso preferito dopo Tony Ciccione dei Simpsons :-)

Le descrizioni degli ambienti e della vita legati alle cucine dei ristoranti sono colorite, vivaci, frenetiche e affascinanti, le pietanze mi fanno venire l'acquolina in bocca solo a pronunciare il loro promettente nome francese. L'amore per il cibo buono, preparato con cura e con ingredienti di qualità traspare da ogni pagina, si sente il piacere di assaporare il gusto di ogni singolo piatto e di cogliere le differenze e le sfumature tra gli ingredienti… dopo aver letto questo libro guarderete i fast food con occhi diversi!
Le descrizioni dell'ambiente mafioso sono grottesche e teatrali, degne del Padrino, e i personaggi sono così legati all'immagine classica dei mafiosi italo-americani da rientrare a pieno titolo nella categoria delle citazioni cinematografiche e letterarie.
Assolutamente consigliato.

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