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Prigioni proprietarie
Altri esempi di malware proprietario
Il software non libero (proprietario) è molto spesso malware, progettato per danneggiare gli utenti. Il software non libero è controllato dai suoi sviluppatori, e questo fatto mette gli sviluppatori in una posizione di potere nei confronti degli utenti; quest è l'ingiustizia di fondo. Spesso gli sviluppatori esercitano questo potere a danno degli utenti che invece dovrebbero servire.
Ecco alcuni esempi di sistemi proprietari che sono prigioni: non permettono all'utente di installare applicazioni liberamente. L'immagine dell'iPrigione illustra questo problema.
Questi sistemi sono piattaforme per la censura da parte della società che possiede il sistema. Vendere prodotti progettati come piattaforme tramite cui le società possono censurare dovrebbe essere illegale, ma non lo è.
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Apple ha cancellato varie applicazioni per VPN dal suo App Store in Cina, usando così i propri poteri di censura per rafforzare quelli del governo cinese.
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Apple sta anche censurando le applicazioni per conto del governo statunitense e nello specifico le applicazioni sviluppate da iraniani.
La radice del problema è in Apple. Se Apple non avesse progettato quelli che noi chiamiamo iMostri in modo da poter censurare le applicazioni, Apple non avrebbe avuto il potere di impedire l'instalalzione di VPN agli utenti.
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Windows 10 S dovrebbe essere chiamato Windows 10 J, da “Jail” (Ndt: "prigione"): si possono scaricare ed eseguire solo i programmi di Windows Store.
Se fa testo la storia di iOS, Windows 10 J non sarà certamente migliore.
Google Chrome, quando usato su Windows, è una prigione.
Apple ha usato i propri sistemi di censura per attuare la sorveglianza russa e bloccare la distribuzione dell'App di LinkedIn in Russia.
Questo è ironico perché LinkedIn è esso stesso un sistema di sorveglianza: per mettere gli utenti sotto la propria sorveglianza aggira quella della Russia, e quindi diventa soggetto alla censura russa.
Tuttavia il problema qui è la censura delle applicazioni da parte di Apple.
Apple ha usato la propria censura per applicare la censura cinese bloccando la distribuzione dell'applicazione del New York Times.
Apple censura giochi, vietandone alcuni a causa delle posizioni politiche che suggeriscono. Alcuni punti di vista apparentemente sono considerati accettabili.
Apple ha vietato un programma perché i suoi sviluppatori hanno deciso di disassemblare alcuni degli iGadget.
Apple ha respinto un'applicazione che mostrava i luoghi in cui i droni statunitensi hanno ucciso persone, fornendo varie scuse e trovando nuovi "problemi" ogni volta che gli sviluppatori rimediavano. Dopo il quinto rifiuto, Apple ha ammesso che stava censurando l'applicazione a causa dei contenuti trattati.
Nel 2015, Apple vieta in modo sistematico le applicazioni a favore dell'aborto o che possono essere utilizzate per informazioni da parte di chi vuole abortire.
Queste tendenze politicizzate si estendono ad ulteriori servizi di Apple.
Google ha censurato l'installazione del software di blocco pubblicità di Samsung con la motivazione che bloccare le pubblicità "interferisce" con i siti che fanno pubblicità (e controllano in questo modo gli utenti).
Il programma di blocco pubblicità è software proprietario, come il programma (Google Play) che Google ha usato per applicare il blocco: usare un programma non libero dà al suo proprietario il potere sull'utente, e Google in questo caso ha usato quel potere.
La censura di Google, al contrario di quella di Apple e Microsoft, non è totale: Android permette agli utenti di installare applicazioni in altri modi. È possibile installare programmi liberi da f-droid.org.
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iOS, il sistema operativo dei vari iGadget di Apple, è il prototipo di una prigione. È stata Apple a introdurre la pratica del progettare i computer per uso generale inserendovi la censura verso certe applicazioni.
Apple ha usato questo potere di censura nel 2014 per proibire tutte le applicazioni di bitcoin per gli iGadget, per un periodo. Ha anche proibito un gioco sulla coltivazione di marijuana, nonostante la presenza di giochi basati su altri crimini come l'omicidio. Forse Apple considera uccidere più accettabile della marijuana.
Ecco un articolo sulla firma digitale del codice usata dagli iGadget per imprigionare l'utente.
Sembra che curiosamente Apple stia cominciando a concedere un limitato passaggio attraverso le sue tradizionali barriere: gli utenti possono ora installare applicazioni compilate dal codice sorgente, purché questo sia scritto in Swift. Gli utenti non possono farlo liberamente perché devono identificarsi. Dettagli dal sito di Apple.
Questa è una piccola crepa nei muri della prigione, ma non cambia il fatto che i vari iGadget siano della prigioni.
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Apple, sui suoi vari iGadget, ha proibito le applicazioni che mostrano la bandiera confederata degli Stati Uniti. Non solo quelle che la usano a fini razzisti ma anche i giochi che la usano per ragioni storiche, per rappresentare gli eserciti della guerra civile statunitense.
Questa rigidità mostra bene perché Apple non dovrebbe avere la possibilità di censurare applicazioni. Anche se Apple fosse più attenta quando censura, questo sarebbe comunque sbagliato: il punto non è se il razzismo sia sbagliato o no, o se abituare le persone ad attacchi coi droni sia sbagliato o no. Apple non deve arrogarsi il diritto di imporre i suoi punti di vista su tali questioni, o su qualsiasi altra questione.
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Altri esempi della censura arbitraria ed inconsistente perpetrata da Apple.
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Le console per videogiochi sono anch'esse prigioni: nessun gioco può essere eseguito dalla console a meno che il suo produttore non lo abbia autorizzato. Purtroppo, non siamo riusciti a trovare alcun articolo da citare come riferimento. Se ne trovate uno, vi preghiamo di informarci.