Montanari Family

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Robby, Manu, Tata, Pissi, Pepe, Oscar, Giorgio
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venerdì 23 giugno 2017

Smoothie di lamponi bio

Buongiorno a tutti! Eccomi alla seconda uscita della rubrica "Al Km 0" che oggi ha come argomento Aria d'estate.
Ed effettivamente quest'anno l'estate è arrivata presto ed in grande stile, con temperature sostenute e splendide giornate di sole! Poiché la mia portata è la merenda, cosa c'è di meglio quando fa caldo di una bella bevanda fresca, che allevii la calura e, magari, ci nutra anche in modo bilanciato?
Sì perché, non so voi, ma io d'estate finisce sempre che ingrasso! Quindi quest'anno via alla leggerezza!
Ho quindi pensato alla frutta, che col caldo è necessaria, ed in particolare ad un frutto di montagna che personalmente raccolgo in grande quantità nell'orto di mio suocero: il lampone.



Il lampone (o rubus idaeus) è un frutto meraviglioso, ricco di principi attivi tra cui fragarina, tannini, flavonoidi, antociani, mucillagini ed acidi organici complessi. Questo frutto è composto all'84% da acqua, al 5% da fibre e poi via via da proteine, zuccheri, ceneri e grassi; è inoltre ricco di vitamine come la A, quelle del gruppo B, E e C. E' consigliato per le sue proprietà antiossidanti, diuretiche ed ha pochissime calorie, in 100 gr di parte edibile ci sono solo 32 Kcal!

Per quanto riguarda la ricetta di oggi, ho pensato ad una merenda leggera e fresca, che possa piacere anche ai bambini con una piccola variante da adulti che vi illustrerò alla fine: lo smoothie ai lamponi.
Il termine inglese smoothie indica sostanzialmente un frullato ma particolare, cioè a base di yogurt.
Lo smoothie si può preparare sia con frutta fresca che con verdura ed è un alimento sano ed energetico. La principale differenza fra smoothie e frappè sta infatti nella leggerezza: il gelato ed il latte vengono sostituiti dallo yogurt, generalmente magro come nel nostro caso. Per la sua consistenza cremosa e delicata lo smoothie può essere una fresca merenda, un gustoso dessert, una bevanda reintegrante dopo che si è fatto sport: insomma con un po' di fantasia diventa una bevanda veramente versatile e soprattutto gustosa. Il fatto che sia poco calorica ce può far preferire a granite e gelati che invece lo sono molto di più!

Ma andiamo di ricetta: SMOOTHIE AI LAMPONI BIO DEL NONNO GIULIO

Ingredienti per 4 persone:
una bella tazzona di lamponi freschi
500g di yogurt magro
8 cubetti di ghiaccio
latte, se necessario
miele o zucchero di canna, se necessario
guarnizioni a piacere




Si mette tutto nel frullatore e via! una bella frullata a tutto gas! Quello che otterremo è una bevanda cremosa; se lo è troppo possiamo aggiungere latte, volendo anche di soia, pochissimo per volta fino a raggiungere la consistenza che piace.




Si versa un bicchieri alti da frullato e si può guarnire sbizzarrendosi a più non posso: granella, foglie fresche di menta, codette o scagliette di cioccolato, tutto quello che vi passa per la mente e vi piace.
La mia versione non prevedeva l'aggiunta di zucchero, ma considerando l'acidità dei lamponi e dello yogurt al naturale, una puntina di zucchero sicuramente migliora il gusto.
Siccome che io e mio marito l'abbiamo sorseggiato alla fine della cena, ci è venuto in mente di aggiungere alla bevanda un pochino di prosecco ghiacciato e bello frizzante: il risultato è stato piacevolissimo, vi consigliamo di provarlo.




Diciamo pure che per noi la preparazione di questo piatto è stata un'immersione totale nella natura. Iniziando dalla raccolta manuale del lampone che tutti gli anni facciamo su a casa dei nonni; è un po' una tradizione, tutta la famiglia va nell'orto con i secchielli e passa il pomeriggio a raccogliere lamponi; mi sono dimenticata di fare qualche foto, ma mio suocero ha molti metri di arbusti e ci disponiamo alla raccolta ognuno dove preferisce: io all'ombra altrimenti mi brucio come un gambero, mia cognata al sole cocente, le bimbe un po' ovunque e sono più quelli che mangiano di quelli che finiscono nel cestino! con le galline di mia suocera che scorrazzano a destra e a manca. Mia cognata brontola sempre quando c'è da raccogliere i lamponi, ma io lo trovo rilassante!
Una nota è d'obbligo ed è molto importante: i lamponi vanno lavorati entro 24 ore massimo dalla raccolta. E per due buoni motivi:
1. si spappano
2. come diciamo noi "inviviscono", vale a dire "fanno il verme"! e non è proprio il massimo no?!!




Quindi dei 2.5Kg che ho portato a casa con una tazza ho fatto lo smoothie, ma col resto do dovuto fare velocemente della marmellata ..... buonissima!!

Per la rubrica Al Km 0


ecco il menù completo delle nostre ricette dedicate all'estate:
Merenda ospite Manu Smoothie ai lamponi bio

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venerdì 9 giugno 2017

Riso, patate e cozze

Buongiorno!
Con questa ricetta partecipo alla prima uscita di Giugno della rubrica Al Km 0 di Consuelo, Carla e Simona.
Alla fine di Aprile avevo partecipato al loro contest e, con la ricetta del miele di tarassaco, ho vinto la partecipazione a due uscite della loro rubrica.
Mi è stato comunicato che il tema di oggi è "aria di mare" e che a me tocca una ricetta per il pranzo. Ovviamente la condizione necessaria e sufficiente di queste ricette è che in esse sia contenuto almeno un ingrediente del territorio o quantomeno di stagione. E qui voi direte:" Fanciulla, ma tu non fai che dire che vivi sui monti e ci presenti le cozze?!?" Infatti, infatti, ma dovendo parlare di mare il pesce era un po' d'obbligo; diciamo che ho optato per questa ricetta per via delle patate!
Allora di stagione ci siamo perché è sempre stagione di patate! E del territorio assolutamente sì e vi vado ad illustrare il perché. A pochi Km da casa nostra, solo per pochi metri già in provincia di Modena, sorge il ridente paese di Montese, ameno luogo di villeggiatura estiva per i non pochi modenesi che scappano dalla canicola d'agosto e, ta-daaa, luogo di coltivazione della famosa patata di Montese.




La zona di produzione della Patata di Montese è rappresentata da parte del territorio dei comuni di Montese, Zocca, Gaggio Montano, Castel d'Aiano e Lizzano in Belvedere, appartenenti alle provincie di Modena e di Bologna con altitudine minima per la coltivazione di 600 m.s.l.m. Notare che il prodotto è corredato di Marchio di Tutela. Le varietà coltivate sono quelle tardive o medio-tardive con colore della polpa giallo chiaro o bianca e colore della buccia giallo o bruno rossastra. Dopo la cottura la polpa si caratterizza per una pasta fine, soda e compatta, mediamente farinosa a seconda della varietà. Le patate possono essere conservate in luogo fresco e buio fino alla primavera successiva (notizie tratte dal sito www.patatadimontese.it).

Ma veniamo alla nostra ricettina di pesce che, come spesso accade per le ricette che presento, ha una sua storia. Si tratta di un piatto barese e cui sono stata iniziata dalla mia ex collega nonché ex coinquilina barese DOC. In effetti lei non mi ha mai passato la ricetta, anzi mi sono limitata a sbafare i meravigliosi piatti cucinati dalla sua mamma. Quindi, quando ho deciso di provare a cucinarlo per la mia famiglia, mi sono affidata ad una giornale di cucina ed in effetti non so dire quanto la mia ricetta sia aderente a quella tipica, ma visto che in seguito l'ho sempre vista presentata più o meno nello stesso modo ritengo di sì.

INGREDIENTI (per 4 persone):

400g riso
500g cozze
300g patate
1 cipolla
aglio
olio d'oliva
prezzemolo
pecorino romano o parmigiano o cacioricotta
sale, pepe q.b.

Lessate al dente il riso in acqua bollente.

Se le cozze sono fresche, pulitele con cura spazzolandole sotto acqua corrente; qui da noi non è semplice trovare del pesce fresco e sicuro, quindi io le ho comprate surgelate. Ponetele in un tegame con 1 spicchio d'aglio tritato, copritele e lasciate che si aprano da sole a fiamma piuttosto vivace. Estraete le cozze dai gusci ed eliminate quelle che non si sono aperte.

Sbucciate la cipolla e affettatela sottilmente. Pelate le patate, sciacquatele e tagliatele, ricavandone delle fettine sottili.
Ungete una pirofila da forno e distribuitevi metà delle patate, poi metà delle cipolle, il riso e le cozze.


Cospargete con un po' di trito preparato con il prezzemolo e l'aglio. Spolverate con un po' di pecorino (o altro formaggio stagionato a pasta dura) e completate con il resto delle cipolle e delle patate affettate. Il mio tocco personale è mettere anche qualche cozza che ho conservato con il suo guscio: vengo belle gratinate e sono un tocco estetico che a me piace. Per quanto riguarda il formaggio ho usato la cacioricotta del Gargano, acquistata l'estate scorsa durante le nostre vacanze. In altre occasioni ho usato il parmigiano reggiano, ma non è proprio che venga allo stesso modo, il sapore è un po' diverso.

A questo punto salate e pepate in superficie, poi irrorate con il liquido rilasciato dalle cozze e un filo d'olio.

Infornate per circa 30 minuti a 180°C. Se ritenete, estraete la pirofila dal forno e aggiungete altro formaggio, dopo di che rimettete in forno per altri 5 minuti sotto il grill ben caldo.
Sfornate e mettete in tavola!


Per la rubrica Al Km 0



ecco il menù completo con le nostre ricette dedicate al mare:
Colazione Simona con crepes alle mandorle con ciliegie caramellate allo sherry
Pranzo ospite Manu con riso, patate e cozze
Merenda Carla con Tortilla di baccalà
Cena Consuelo con insalata di seppia grigliata con verdure croccanti e zenzero


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lunedì 24 aprile 2017

Sciroppo o "miele" di tarassaco

Non so se l'ho mai detto, ma casa nostra è circondata da campi e boschi. Qui vicino c'è un piccolo fazzoletto di terra dove un simpatico signore, che noi chiamiamo semplicemente "il Barbiere" (essendo che è il barbiere del paese), coltiva il suo orto. La Tata e la Pissi vanno spesso a trovarlo perché è pieno di animali e soprattutto di gatti e relativi gattini. Il Barbiere è veramente una persona gentile, ci riempie sempre di regali come uova (delle sue galline) e piantine di vario genere in quanto è uno sperimentatore e gli piace tentare la coltivazione di frutti e verdure particolari. L'anno scorso le bimbe lo aiutarono a raccogliere fiori di tarassaco che sua figlia usa per preparare uno sciroppo; dopo qualche giorno arrivò con un vasetto di sciroppo e la ricetta per farlo.
Secondo quanto ci disse il preparato non ha proprietà benefiche particolari, ma è indubbiamente buono e, durante l'inverno, le bimbe lo hanno sciolto nel the o nella camomilla quand'erano malate e lo gradivano molto. Così quest'anno ho deciso di farne qualche vasetto pure io.

La materia prima da queste parti decisamente non manca, il mio giardino è completamente ricoperto da fiori di tarassaco (noi li chiamiamo "piscialetti", nome che probabilmente deriva dalle proprietà diuretiche del tarassaco), quindi ne ho raccolto un bel secchio e li ho lavati bene, anche perché sono quasi sempre pieni d'insettini minuscoli.
Di seguito vi riporto la ricetta!

Sciroppo di fiori di tarassaco

4 manciate abbondanti di fiori di tarassaco
1L acqua
1kg zucchero
1/2 limone

Lavare bene i fiori e metterli in una pentola, aggiungere acqua fredda e portare a bollore a fuoco medio. Quando inizia a bollire spegnere il fuoco e lasciare riposare per una notte.


Il giorno seguente togliere i fiori dall'acqua dopo averli ben strizzati e filtrare il tutto con un colino sottile.

Aggiungere al liquido lo zucchero e il mezzo limone a fette (togliendo prima i semi), portare a bollore a fuoco medio-basso.

Spegnere il fuoco a fare raffreddare il composto. Ripetere l'ultimo procedimento per altre 2 volte in modo che lo sciroppo si addensi senza però cristallizzare.
Riempire i vasetti dopo averli sterilizzati e metterli in forno per circa 30 minuti, alla temperatura minima, per chiuderli bene.

Ed ecco qua il vostro sciroppo! Il sapore ricorda molto il miele, infatti viene anche detto impropriamente miele di tarassaco, ed è ottimo, o almeno così dicono sul web, per tosse, raffreddore e mal di gola. In ogni caso è un dolcificante particolare e qualche cuoca migliore di me potrebbe usarlo per qualche piatto succulento, chissà.... vero Batù?
"Con questa ricetta partecipo al contest al km 0 organizzato da Batuffolando ricette, I biscotti della zia e un’arbanella di basilico "






sabato 18 febbraio 2017

Brazadéla o ciambella bolognese per Batù

Qualche tempo fa, la mia amica Batù mi ha chiesto la ricetta per la "tipica ciambella bolognese".
Devo ammettere che sul momento sono rimasta interdetta, perché "tipica ciambella bolognese" è un appellativo che, qui da noi, si potrebbe applicare ad una sacco di preparazioni. Per me la ciambella tipica, anzi per meglio dire la brazadéla o braciadéla, è quella che faceva mia mamma quando ero piccola: un bel tortino morbido fatto apposta per inzupparlo nel latte la mattina!
Ma, chiedendole bene, ho capito che Batù intendeva parlare di una tipo di ciambella che, per essere sincera, in casa mia hanno fatto qualche rarissima volta mia nonna e mia zia e che, in effetti, è molto più caratteristica delle "Due Torri" piuttosto che della provincia. Trattasi di una ciambella dura, poco dolce, adatta ad essere inzuppata nel liquore a fine pranzo, alla moda dei cantucci per interderci ... beh, micca per niente siamo vicini di casa dei toscani!
Comunque con grande fatica sono riuscita a recuperare la ricetta più tradizionale possibile. Io l'ho provata ed in famiglia è piaciuta.
Quindi oggi la posto e la dedico a Batù visto che è anche il suo compleanno.

Ingredienti:
- 350g di farina 00
- 100g zucchero semolato
- 1 bicchiere latte
- 60g burro
- 1 uovo
- 1 bustina lievito
- 1 limone

Mescolare la farina, il lievito, l'uovo e la buccia grattugiata del limone.


Sciogliere il burro in un pentolino e fare raffreddare (io ho usato parte di margarina ed è venuto bene lo stesso). Unire il burro sciolto al composto di farina, mescolare prima con un cucchiaio di legno e poi terminare con le mani.



Con questa pasta formare un filone e dargli la forma a ciambella o, più tipicamente ad "esse" spigolosa. Porla su una teglia rivestita di carta da forno e cuocere la ciambella dura a 160° per 50 minuti.


La ciambella andrebbe cosparsa, prima della cottura, con zucchero in grani o granella di zucchero, chiamatelo come volete: questa è la ricetta tipica assieme alle ciliege candite.
Io odio i canditi e la granella in casa non piace, quindi ho messo una specie di momperiglia grossa che ha dato colore al tutto. Devo dire che quando si mangia non è il massimo perché le palline sono un po' dure sotto i denti, quindi evitate questa soluzione a favore di una più classica, magari le codette di cioccolato.



Il risultato è buono e non pesante; non è molto dolce quindi se invece gradite il dolce aggiungete zucchero.
Per correttezza vi informo che questo  dolce si può farcire con la marmellata: stendere la pasta spessa circa 1.5 cm e spennellarlo con la marmellata, chiudere tipo strudel e dargli la forma di una ciambella. Servire spolverizzando con zucchero a velo o con codette colorate.
Devo dire che non ho mai assaggiato questa variante. In casa mia, come dolce ripieno, si prepara, di solito per Natale, la pinza bolognese, altro dolce tipico di cui magari vi parlerò più avanti! Noi lo adoriamo!!
Quindi
BUON COMPLEANNO BATU'
e
BUONA BRAZADE'LA!!!!