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lunedì 6 marzo 2023

Mussolini il capobanda - Aldo Cazzullo

 Per motivi ignoti persino a me stessa continuo a dare seconde occasioni ad Aldo Cazzullo, di cui ho già scritto qui.

 Sia chiaro, questo libro è lodabilissimo, il tema non si mette in discussione: oggi, forse più che mai, è necessario parlare in modo chiaro del fascismo badando a smantellarlo di quell'aura di fascino ed epurandolo dalle leggende metropolitane che, da quasi un secolo, lo seguono.

Semplicemente la scrittura di Cazzullo ed il mio gusto non riescono ad incontrarsi. Ma lo so, quindi non mi aspetto più di essere stupita. In realtà continuo a finire per leggerlo perché parla spesso di argomenti che mi interessano, come in questo caso.

L'analisi del fenomeno fascismo è affrontata, secondo me, in modo molto lucido, puntando appunto a cercare di fare chiarezza su quelle piccole grandi certezze che aleggiano in casa di tutti e smantellandole una ad una. Quindi, oltre ad apprendere che il fascismo si è affermato facendo leva sulla violenza e intimidazione, tappando la bocca all'opposizione a suon di manganellate, apprendiamo che no, il duce non ha bonificato le zone paludose e malariche d'Italia, anzi ha rallentato questo processo, iniziato dal governo precedente e conclusosi solo dopo la guerra. Che no, il fascismo non ha fatto tanto per le donne: tutt'altro! Le donne erano considerate come fattrici e dovevano stare a casa, sono state escluse dall'insegnamento e dal pubblico impiego (con apposita legge) e si chiariva che non dovevano nemmeno lavorare in fabbrica,  cosa che poi non è successa solo ed esclusivamente perché è scoppiata la guerra e quindi, essendo gli uomini al fronte, non rimaneva che utilizzare le donne come operaie.

A livello economico e politico era, e sono soft, un incompetente pervaso da folli idee di grandezza, impero, supremazia della razza italica di cui, fra l'altro, aveva una pessima opinione sostenendo che l'italiano era debole e sentimentale ed andava sferzato col nerbo per renderlo forte e degno come l'antico romano. Motivo per cui mandiamolo in guerra in condizioni allucinanti, mal equipaggiato e mal vestito, così che si irrobustisca e muoia, cavolo, se necessario muoia per la gloria dell'Italia e del Duce. In definitiva il ventennio non è altro che una lunga corsa verso la guerra, che Mussolini desiderava più di ogni altra cosa, tanto da dichiararla così, a caso, perché ormai era ora e schierandosi chiaramente dalla parte sbagliata della Storia.

Direte, certo, tutte cose che si sanno... Davvero? Lo sapete quindi che, in realtà, sul fascismo è stata messa in atto una campagna di rimozione impressionante? Cosa ne sanno i nostri giovani del fascismo? Tutti sappiamo che a scuola se ne parla certamente poco e forse anche male. Davvero, cosa ne sanno, se poi io devo sentir dire a mio nipote (con nonno partigiano ed internato a Mauthausen) che "ci vorrebbe un po' di Duce" per raddrizzare tutti?

Che evidentemente questo ragazzo (primo della classe ed intelligentissimo) non sa che il fascismo premiava i violenti, reclutava spesso i mezzi delinquenti, e tappava la bocca a chi esprimeva un pensiero diverso da quello fascista. Che ai tempi di Benito si finiva al confino per una chiacchiera da bar, detta magari dopo due bicchieri di troppo!

Tutto ciò per dire che, sì, non amo lo stile di Cazzullo, ma questo è un libro dritto e necessario. Compratelo, leggetelo, pensate con la vostra testa e fate due conti. Poi datelo ai vostri figli, ai vostri nipoti e ditegli che la verità, epurata da ideologie, è che quella è stata una delle pagine più buie ed anche più vergognose e svilenti della nostra Storia. Mai dimenticare, perché chi dimentica ripete l'errore.

Aldo Cazzullo


GIUDIZIO PERSONALE : 3,5/5

venerdì 31 gennaio 2020

VdL - Peccati immortali, Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone

Buongiorno a tutte! Quello di oggi è un libro nuovo, uscito molto di recente, frutto del lavoro congiunto di Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone. L'ho cercato perché, poche settimane fa, gli autori erano a "Quante Storie", programma di Rai3 che seguo quando posso, e presentavano proprio questo libro che mi ha catturato per la sua contemporaneità politica. Ma vediamo sommariamente la trama.

Siamo a Roma, fra qualche anno, al governo c'è il PD in tandem con il Popolo dell'Onestà (una sorta di M5S); Salvini si è politicamente suicidato lasciando affondare un barcone davanti al porto di Catania, il Papa (mai nominato per nome ma è di sicuro il nostro Francesco) è inviso a molti all'interno della stessa Chiesa. Su questo sfondo il cardinale Michelangelo Aldrovandi viene ritrovato cadavere all'interno della sua auto: ufficialmente deceduto per infarto mentre legge le sacre scritture è in realtà morto per asfissia erotica durante un'orgia ... Durante la ricomposizione del morto la suora che gli fa da donna di servizio, suor Remedios, trova nelle tasche del prelato uno smartphone che non appartiene ad Aldrovandi. D'impulso Remedios se ne appropria e quando guarda le foto che contiene rimane sconvolta: sono le foto dell'orgia in questione; in una di queste c'è un dettaglio, che per lei è banale, ma che in realtà potrebbe svelare l'identità di qualcuno che non deve assolutamente essere messo in relazione a quel fatto. Remedios subisce il furto, casuale, del telefonino; questo fatto mette in moto una catena di eventi ed una caccia al telefono sempre più serrata. Ogni cacciatore lo vuole per motivi molto, molto diversi e non tutti edificanti ...

Allora, cominciamo col dire che l'idea è veramente molto buona e, purtroppo anche troppo realistica. La Roma che scorre sullo sfondo di questa storia di grandi e piccole bassezze morali è la Roma della Grande Bellezza: meravigliosa, ma corrotta in profondità. Ci sono anche personaggi decisamente originali, come Gricia, al secolo Leone De Castro, antiquario, ex spia, terribilmente in sovrappeso, che insieme a suor Remedios forma una coppia di detective veramente inusuale! Personaggi di cui non ho capito l'utilità, come la zingarella ribelle del campo Rom o la prostituta Emanuelle ,,,
Ma, a parte questo c'è una cosa che, personalmente, mi ha un pochino infastidito, cioè il frequente inserimento di personaggi reali (con tanto di nome e cognome) come soggetti di sfondo, quasi dei soprammobili tipici della scena romana. Così all'Olimpico troviamo Verdone, la Ferilli e la Gerini; alle feste vip invece compaiono la Marini e Pamela Prati (con tanto di richiamo alla vicenda di Mark Caltagirone) e molti politici attualmente al lavoro. Il fiore all'occhiello è il cameo (non saprei come altro chiamarlo) di Roberto D'Agostino e del suo Dagospia ...
Ecco a me tutte queste comparsate non sono piaciute, avrei preferito personaggi magari perfettamente riconoscibili ma celati sotto identità diverse; mettere così, nomi e cognomi, storie di oggi che oggi tutti conosciamo mi è sembrato un po' un peccato di piacioneria, se posso usare questa parola; gente messa lì perché attrae l'occhio e strappa il sorriso malizioso... Poi, mi domando anche un'altra cosa: ma questo libro, riletto fra dieci anni, cosa potrà comunicare a qualcuno che magari oggi ha 10 anni e nulla si ricorderà di tutte queste vicende sia politiche che di gossip? Ecco trovo che proprio questo sia il grande limite di questo romanzo, se si vuole capirne tutte le sfumature va letto ora.
Nel complesso è una lettura che consiglio; è sicuramente dolorosamente realistica ed apre scenari che (mamma mia ... ) non sono impossibili.

Aldo Cazzullo Fabrizio Roncone


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

Altri interessanti suggerimenti di lettura sul blog di Paola, Homemademamma.