Salì sulla collina e poi su una montagna;
scalò la nuda roccia, la rabbia come forza;
strappò le vesti in un colpo solo,
al sol che si spegneva urlò il suo grido.
E pianse, pianse finché fu tarda sera,
pianse le sue lacrime lanciate ad una chimera.
L’orgoglio fu trafitto e gli annebbiò la vista.
Un’aquila s’annunciò con le sue strida
intorno a lui girava in cerchi perfetti
e in spirali altalenanti a seguir gli ascensionali venti.
Poi tutto tacque...
Il respiro si fece allor calmo e mansueto,
la luna chiamò a raccolta le notturne creature,
si placò la rabbia a guardar lo sconfinato cielo.
Una piccola marmotta faceva incetta di stecchi
e girava incuriosita a guardare quell’uomo nudo, alto e forte,
immobile il suo sguardo di creatura timorosa e fragile
ma che ha in se forza di sopravvivenza audace.
Saltava la piccolina da una roccia all’altra,
finché un passo in fallo la fece rimbalzare a terra.
Allora quell’uomo grande e forte sorrise della scena,
la gioia si riappropriò dei suoi occhi stanchi.
Il fruscio del vento cominciò a cantare tra le foglie,
la rabbia non fu più qui è andò altrove.
Raccolse con la calma, piccoli arbusti ed accese un fuoco;
Fissò per ore la fiamma scoppiettante
danzava, assumendo le forme più strane.
Nel fuoco parea vedere lei… lei che ha amato tanto.
Lei che gli parlava e che lo accarezzava,
lei che piangeva, che lo abbracciava, lei... che lo amava.
Nessuno potrà cancellare quei ricordi.
Nessuno potrà annullare la sua esistenza.
Nessuno potrà cambiare quel che è stato.
Pareva udisse la sua voce
che sussurrava nell’incanto della notte,
e la sentiva sempre più forte…
L’eco di una gola la risuonava
tre, quattro, sei volte la si sentiva
a chiamarlo continuava senza sosta .
Egli si voltava, la sentiva davvero!
Il suo cuore si apriva alla speranza del mistero.
La sentiva a destra, a sinistra, in alto in basso
e poi ancora a destra in un turbinio di voci perse nell'infinito.
Lei ancora oggi lo sta cercando;
lei vuole arrivare a lui qualunque cosa stia accadendo.
E’ la storia della vita si racconta ancora
ma, ancora una volta egli ascolta solo voci finte
che rimbalzano effimere nell’eco di montagna...
non è in grado di capire
da dove arriva la voce pura ed originale dell'amata.
Si volge a destra ma non trova nulla,
va a sinistra e non la sente più,
scende in basso e la sente allontanarsi,
si volge in alto e sembra avvicinarsi.
Poi si ferma un istante …
tutto questo non è che un miraggio.
Lei non può essere qui, non può cercarlo.
Può solo accarezzare i suoi sogni,
reggere le sue ali in volo,
asciugare le sue lacrime,
alleviare i suoi tormenti
ma senza una carezza,
senza un abbraccio vero
ad allontanare per sempre l’idea
che l’anima sia morta davvero.