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lunedì 1 febbraio 2010

Cha no yu - Green tea sweets


Green tea sweets, originally uploaded by la tartina.

I tabloid impazzano: Prince of Wales and Lady Grey just married. Matrimonio in grande per il Principe del Wales e l'amata Lady Grey: lei, un abito sontuoso color lavanda e fiordalisi intrecciati tra i capelli, lui un rigoroso smoking nero. Preserveranno la nobile dinastia, e la porteranno avanti con sapienza ed eleganza. Lui proviene dalla Cina, è delicato e apprezzato da tutti; lei, Mary Elizabeth, dai tipici tratti orientaleggianti, è decisa e forte, vitaminica direi. Il padre Earl Grey, orgogliosissimo, ha portato fiero sua figlia all'altre, non riuscendo a nascondere una lacrima scendere sulla guancia solcata dalle rughe. Tantissimi illustri invitati ai festeggiamenti, tra cui la bella indiana Darjeeling, la ex del Principe mollata brutalmente davanti ad un aereo per Thaiti, che afferma di essere realmente felice per le nozze. O almeno così dice. Nascosto dietro una colonna di pasticcini di frolla, si scorge anche Bancha, magnate di un grande impero economico: raffinato e altero, appare sempre un po' riservato e piuttosto burbero con la stampa. Grande amico di Lady Grey, nonché suo compagno al college, si vocifera su un plausibile amore non ricambiato da parte di lui. Ma si sa, sono solo gossip, e io non voglio certo esprimere giudizi avventati sullo sguardo perso e affranto dipinto sugli occhi di Bancha quando guarda la futura Principessa del Wales scendere le gradinate con grazia! Le sorelle di Lady Grey, Sencha e Tencha, pur essendo gemelle, non potrebbero mai essere così diverse. Tencha si gira attorno, controlla che tutto proceda per il meglio, vorrebbe che la cerimonia della sorella fosse perfetta, saluta gli invitati, li accoglie, pensa alle tartine all'avocado e al salmone. Brillante e pungente, dirige una casa di moda; è al suo terzo matrimonio e ha due figli, ma sembra essere presa più dalle sue incombenze che dalle esigenze familiari. Sencha è l'opposto: pallida e remissiva, nel suo abito verde scuro, sembra invisibile. Si muove con circospezione tra la folla. Sembra quasi non voglia farsi notare, e probabilmente non vede l'ora di tornare sui suoi amati libri. Il cugino del principe, nonché suo migliore amico Karkadè, spicca tra i presenti per il deciso colore rosso del suo smoking. Noto casanova, è alla ricerca della sua prossima preda. Uh-oh, sembra proprio che l'abbia trovata: ma sarà contento il marito di Tencha della cosa? Intanto il pestifero Pai-mu-tan, fratello minore del Principe, semina panico nel bel mezzo della festa: alza la gonna a Yin-chên, che sembra così una moderna Marilyn Monroe, rovescia il punch addosso a Gunpowder, non conoscendo forse la sua proverbiale irascibilità. Quieta e serafica è invece la piccola Jasmin, figlia del Principe e di Lady Grey: nata da pochi mesi, osserva tutto con grande cura, non lasciandosi sfuggire neppure il dettaglio più minuto. Compreso Matcha, il prezioso animale domestico di famiglia: un grande gatto di razza pregiata, la cui coda viene immediatamente afferrata dalla piccina, che non gli lascia scampo. La grande cerimonia, la famosa Cha no yu, celebrata alle 5 del pomeriggio dall'esimio Cappellaio Matto, è ormai giunta al termine. Quanto durerà l'amore tra il Principe e Lady Grey? Nessuno può dirlo con sicurezza, ma una cosa è certa. Sembra essere infinito quando il Principe e Lady Grey si sussurrano piano a vicenda: "Ho voglia di ."
(Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale. I personaggi non esistono, o perlomeno solamente sul mio scaffale, tra bustine di tè, infusi e tisane.)

Poiché sono riuscita finalmente a mettere le mani sulla preziosa e costosissima polvere verde di tè Matcha, ormai celeberrima nella blogsfera, ho messo subito in pratica una ricetta trovata sul Cavoletto e da Tuki. La consistenza friabile dei biscottini è deliziosa, mentre il sapore... beh, presente la sensazione che si ha nell'addentare del tè verde solido? Ecco.

Green tea sweets

Ingredienti:

90 g di zucchero a velo
140 g di burro a pezzetti
3 tuorli grandi (60 g)
1,5 cucchiai da tavola di matcha
220 g di farina
200 g di zucchero semolato per la copertura

Procedimento
Setacciare il matcha con lo zucchero a velo e versarli nel recipiente della planetaria, unirvi il burro e lavorare con la foglia (o gancio K) fino ad ottenere un impasto perfettamente liscio ed omogeneo; unire la farina setacciata, continuando a lavorare, ed impastare fino a quando il tutto non risulta ben amalgamato; infine, aggiungere i tuorli e lavorare velocemente fino a quando non saranno ben incorporati nell'impasto. Formare un disco con l'impasto, coprirlo e lasciarlo in frigo per circa 30'. Preriscaldare il forno a 160-170°C, stendere l'impasto ad uno spessore di poco superiore ad 1 cm (io li ho fatti più bassi) e, con un tagliapasta di circa 5cm di diametro, ricavare i biscotti e passarli nello zucchero semolato. Sistemare i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocere per circa 15-20 minuti, i biscotti devono essere appena dorati sui bordi. Trasferire su una griglia di raffreddamento e lasciare che si raffreddino completamente. Conservare in una scatola di latta.

sabato 18 aprile 2009

From 1984 to 2009


Ogni qualvolta che, in una conversazione, spunta fuori la parola Grande Fratello, puntualmente tutti i partecipanti alla conversazione si ritraggono schifiti, indignati, e con quell'aria di superiorità alla "io-la-so-più-lunga-di-te!" Che non sia mai! Nessuno, e dico nessuno, guarda tale programma da decerebrati. Ma avete visto quanto sono ignoranti? E la Marcuzzi, quanto si veste male? Che poi l'Activia mi sa funziona poco bene, 'vete visto che fianchi? Che poi secondo me è tutta una farsa, e quelli dentro recitano un copione! Queste le frasi più gettonate a proposito dello scabroso programma. Concordo, certo. Tuttavia, mi chiedo perché questo programma, arrivato ormai alla nona edizione (è più longevo de "La piovra" o di "E.R."!), continui ad ottenere sempre uno share così elevato. In termini spiccioli significa che qualcuno lo guarda. E io sono sicura che, anche quelli che infamano senza ritegno il suddetto programma, almeno una volta, o perché il lunedì sera televisivo non offriva niente di più interessante, o perché sotto sotto sanno anche che numero di scarpe porta Federica, o perché volevano vedere coi loro occhi che esistono ancora specie umane col pollice opponibile poco evolute, si sono ritrovati a guardarlo e a commentarlo. In realtà c'è un motivo di fondo: se la maggior parte degli Italiani è stupida e superficiale, l'altra metà è estremamente... curiosa. Il principio-base del Grande Fratello è proprio questo: sì è davvero tanto curiosi di vedere come si comportano degli individui che non si conoscono costretti a vivere nella stessa casa per un certo periodo di tempo. Si è curiosi di commentare i loro comportamenti, di criticare e di dire la nostra sulle loro decisioni, discussioni, distrazioni. Come se fossimo una qualche divinità che li guarda dall'alto. Se ci fate caso, in questi ultimi anni, la voglia di controllare gli altri e di sapere tutto di tutti si è andata intensificando. Prolificano i giochi cosiddetti di strategia anche al computer, come The Sims, in cui si è artefici della vita umana (sebbene virtuale, ovviamente). Ultimamente si guarda più a cosa fanno gli altri, piuttosto a quello che facciamo noi. Tendiamo a criticare aspramente le azioni del prossimo, mentre magari non ci soffermiamo sul fatto che noi facciamo più o meno le stesse cose, se non di peggio. Se prima, poi, ci si accontentava di sapere che Brad Pitt e Jennifer Aniston si erano lasciati dopo anni di matrimonio, si è passati alla fase in cui è importante anche il perché, il come, il dove, il quando, il che cosa indossava lei quando lui l'ha mollata e si è piazzato con Angelina. Poi, la svolta: non ci interessa quasi più cosa combina lo star system , coi suoi "tira-e-molla", le sue disintossicazioni, i suoi divorzi e le sue trovate pubblicitarie. Adesso ci interessa quasi più sapere cosa sta combinando il vicino di casa, il compagno delle elementari che non vedevamo da quando lui ci aveva tirato quella pallonata in faccia, la moglie del presidente della commissione di calcio di nostro figlio. Testimonianza che quello che sto vanverando non è pura astrazione, è uno dei social network più in voga del momento: Facebook. Questo "Faccialibro" si è lentamente insinuato nella vita di tutti e che cos'è, se non un modo per controllare che cosa fa e come la pensa la gente che ci circonda? Si può sapere se uno è single, se ha una relazione complicata, se da piccolo guardava "Holly e Benji", se il suo profumo preferito è "Moschino Couture". La regola fondamentale di gioco è farsi gli affari degli altri. E basta vedere quanto ha successo per capire che è proprio così, che siamo tutti in un grande Grande Fratello; che ci piaccia o no, volenti o nolenti, ne siamo tutti risucchiati; che se, mentre scorriamo lo sguardo sulle nostre bollette, sentiamo la voce "Il tuo montepremi è sceso di 350 euro", non ci dobbiamo impaurire; che la nostra Marcuzzi è in realtà la portinaia di casa; che prima o poi, andremo tutti in nomination.

Oggi un piatto unico che personalmente adoro, e che sicuramente è di gran lunga migliore delle pagnotte di Marcello. (Nono, ma io mica lo seguo il GiEffe!)


Pollo al curry con riso basmati

Ingredienti

350 g petto di pollo
1 cipolla rossa grande
mezzo bicchiere di latte
1 cucchiaio abbondante di curry
sale
olio exravergine di oliva

250 g riso basmati
una noce di burro

Procedimento

Porre in una casseruola la cipolla tritata finemente e l'olio. Far cuocere a fuoco basso e, quando inizierà ad appassire, unire anche il pollo tagliato a pezzettini, alzando un po' la fiamma. Salare, aggiungere il curry e mescolare. A metà cottura, aggiungere anche il latte, in modo che il pollo rimanga morbido. Mescolare nuovamente e terminare la cottura (in tutto 20 minuti circa).

Lessare il riso basmati, scolarlo e unirvi il burro, facendolo sciogliere.

Impiattare servendo prima il riso, poi adagiandovi sopra il pollo col relativo sughino di condimento.

domenica 29 marzo 2009

Mai dire Banzai!


Il termine "stravagante" è sinonimo di "eccentrico", che è sinonimo di "bizzarro", che è sinonimo di "strano", che è sinonimo di "alquanto singolare", che a sua volta è sinonimo di giapponese. Sì, proprio quei giapponesi dagli occhi a mandorla, la statura bassa, i capelli lisci e corvini. Ogni volta che scopro qualcosa in più su questo popolo rimango esterrefatta, nel bene o nel male. Ultimamente, poi, sono sempre più affascinata dalla cultura del Sol Levante, da noi così distante e diversa: anche criticarla mi appare sbagliato, là vigono regole e costumi completamente estranei ai nostri. Qualcosa che qua può sembrare inammissibile, là magari è ritenuto giusto, e viceversa. Rimane il fatto che i picchi di stramberia raggiungono livelli inaspettati.
I giapponesi fanno il funerale alle loro scarpe, perché secondo loro queste sono le compagne inseparabili di una vita: il rito consiste in un enorme falò che brucia decvolletée, stringate e mocassini. [Lacrime agli occhi e voce singhiozzante che dice: "Erano così calde, sono state delle brave pantofole..."]
Nei ristoranti giapponesi, la maggior parte delle volte, ogni tavolo è fornito di una griglia per cucinare la carne; questo perché a molti giapponesi piace cucinare la carne per conto proprio persino al ristorante, in quanto secondo loro il parlare va di pari passo col cucinare. [Cioè, se io vado al ristorante si presuppone che, almeno per stavolta, non abbia la minima intenzione di cucinare. Però è vero, quando cucino e ho qualcuno vicino, la mia vena logorroica prende il sopravvento.]
I giapponesi sono terrorizzati dall'aggravarsi di malattie anche innocue, come un banale raffreddore. Non appena si ammalano, si infilano una mascherina bianca per ridurre il contagio e per non peggiorare la situazione: la mascherina viene tolta solamente di notte. [Penso che un Efferalgan sia comunque più comodo e più gradevole, anche dal punto di vista estetico.]
In Giappone si può fumare ovunque, ma davvero ovunque, tranne che per strada. [Ora, dico io, in strada almeno c'è ricambio di ossigeno, e il fumo passivo è sicuramente smorzato dall'aria aperta. E poi si usano le mascherine...]
Hanno prodotto il budino da bere (Purin Shake), il crème caramel più grande del mondo, mangiano pesce palla (fugu) nonostante sia pericolosissimo per la tetrodotossina presente nel fegato e nelle ovaie dell'animale. [Mangia che ti passa]
BaaKodo Atama cioè "Testa a codice a barre" è come i giapponesi prendono in giro chi ha pochi capelli e si fa il riporto. [Abbiamo trovato un nuovo soprannome ad un certo premier!]
Hanno dei ristoranti in cui, pagando un prezzo fisso, si può mangiare senza limitazioni, se non di tempo. [Ci restano due minuti per finire il riso al curry, gli spaghetti di soba e gli onigiri, forza, ce la possiamo fare!]
In Giappone gli ombrelli non sono considerati proprietà privata, bensì beni della comunità, di cui ci si può appropriare liberamente. [Quindi portarlo sempre con sé, oppure porci l'etichetta: "A chi ruba quest'ombrello, veleno nel pesce palla di stasera"]
Gli impiegati statali giapponesi non possono rimanere più di tre anni nello stesso posto. [Non affezionarsi al collega, meglio alla stampante o al cactus vicino al cestino, sarà più facile rimpiangerlo]
Insomma, io non so se riuscirei a vivere a lungo in Giappone, o comunque sarebbe difficile per me abituarmi a quella vita. Mica tanto perché mancano i cestini per strada o perché nei bagni pubblici non esistono salviette con cui asciugarsi le mani, quanto per... LEI. La vera Sovrana nipponica. HELLO KITTY. A quanto ho capito, è veramente dappertutto, anche sulla carta igienica e in macelleria fatta di cotechino. Quella gattina obesa io non l'ho mai sopportata, mentre là è una specie di divinità. Oltretutto lei ha posato per Vogue Giappone e io no, non è mica giusto.

Per suggellare le mie nippo-considerazioni, vi offro questo cheesecake, leggero ed impalpabile come una nuvola, da accompagnare con della marmellata preferibilmente fatta in casa.
Arigatò!


Japanese Cheesecake

Ingredienti

125 g formaggio fresco (Philadelphia)
50 g burro
3 uova
80 g zucchero
50 ml latte
10 g amido di mais (maizena)
30 g farina
un cucchiaino di succo di limone
una puntina di lievito per dolci
una puntina di sale

Procedimento

Porre il burro ed il formaggio a temperatura ambiente in una ciotola. Servendosi delle fruste elettriche, lavorarli fino ad avere una crema densa, ma liscia. A questo punto unire il latte, i tuorli, il succo di limone, mescolando continuamente con un cucchiaio. Incorporare poi la farina setacciata, la maizena e il sale. Montare gli albumi insieme al lievito finché siano quasi sodi, quindi unire gradualmente lo zucchero, fino ad ottenere degli albumi ben compatti. Incorporarli delicatamente, mescolando dal basso verso l'alto, al composto a base di formaggio preparato in precedenza. Per finire, versare l'impasto in uno stampo foderato di carta da forno dal diametro di 22 cm. Sistemare lo stampo dentro una teglia più grande, versare un paio di dita di acqua in questa seconda teglia e infornare il tutto a 150° per 80 minuti circa, fino a quando la superficie non si sia scurita. Lasciar intiepidire e sfornare su una gratella per dolci, facendo particolare attenzione mentre si sposta il dolce.

sabato 7 marzo 2009

Goodbye, my lovers - Riso al curry, gamberetti e germogli di soia


Le partenze sono sempre tristi, o comunque avvolte da un certo alone di malinconia. Ovviamente non mi sto riferendo a quelle a breve termine: se vostra madre va a fare la spesa, non la salutate certamente sventolando un fazzolettino bianco con le lacrime agli occhi. Se invece un vostro amico va a fare un viaggio, saprete che vi mancherà nel tempo in cui non ci sarà: se da una parte sarete felici per lui, dall'altra sarete un po' dispiaciuti e consapevoli di non averlo lì come prima. Se ancora, il vostro amico si trasferisce a km di distanza, ecco, quella è una delle più dolorose partenze, e il commiato avverrà con lacrime e con un grande morso allo stomaco difficile da eliminare persino con il Maalox. Ogni partenza ha le proprie caratteristiche, insomma, e la nostra vita è continuamente fatta di partenze, più o meno importanti. Lunedì 9 marzo mi ricominciano le lezioni: questo breve tempo trascorso a casa mi ha permesso di rilassarmi e di intraprendere questo sfizioso percorso con il mio foodblog. Però, vi dirò la verità, forse perché sono una persona iperattiva, forse perché sono una che si stanca facilmente della quotidianità, sono contenta di riprendere tutto. So che le lezioni mi assorbiranno fino al venerdì, so che ci sarà da fare i conti con la convivenza, ma so anche che inizia una nuova stagione, ed è bene prendere la cosa col giusto spirito. L'unico rammarico, ed è qui che volevo andare a parare, è che là sarò sprovvista della linea adsl, disponendo solamente della connessione tramite smart phone, o palmare, che dir si voglia. Oltretutto la casetta è quella che è: è un buchetto confortevole in cui vivono 4 ragazze universitarie, con la tovaglia di plastica a fiori e la lavagnetta in cucina, ecco. Non potrò certamente preparare pranzi luculliani e fotografarli in quell'habitat così poco gourmet! In definitiva -basta procedere per sillogismi -, quello che vi volevo dire è che da lunedì non potrò più postare la mia ricetta giornaliera, ma mi ridurrò ad una o a due, se tutto va bene, a settimana; inoltre non potrò più seguire i vostri foodblogs assiduamente come facevo adesso, e neanche commentare le vostre splendide ricette. Mi dispiace, ormai ci avevo preso gusto (in tutti i sensi), però non posso fare altrimenti, a meno che qualcuno non mi regali un ristorante e possa iniziare felicemente la mia carriera di cuoca professionista. A domani con l'ultima ricetta, grazie di avermi supportato e seguita ogni giorno, spero che continuiate a farlo nonostante la sporadicità dei miei post ;)
I Kleenex li trovate vicino alla stampante.


Riso al curry, gamberetti e germogli di soia

Ingredienti (per 2 persone)

260 g riso Basmati
200 g gamberetti
germogli di soia
curry
1 spicchio d'aglio
olio extravergine di oliva
sale q.b.

Procedimento

In una padella, tritare l'aglio a pezzetti piccolissimi e aggiungere l'olio. Cuocere a fuoco basso, finché l'aglio si imbiondisce e inizia a soffriggere. A questo punto, unire i germogli di soia e il curry, entrambi a piacimento (per il curry consiglio 2 cucchiai abbondanti), alzare un po' la fiamma e far cuocere per 3 minuti circa. Unire quindi i gamberetti (se congelati, direttamente dalla busta) e un pizzico di sale, e far cuocere per altri 2-3 minuti circa.

Nel frattempo, lessare il riso in acqua bollente.
Quindi scolarlo, ed unirlo al condimento, facendolo saltare in padella.