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12/02/16

[we talk about...'zines!]
L'antica e sapiente pratica del fanzinaro...
[Sarta] Riflettevamo l'altro giorno: che senso hanno oggi i blog? Dopo un grande exploit iniziale, sembra che pochi attualmente se ne interessino o li aggiornino con continuità. Troppo impegnativi! Nell'Era del Trionfo Imperante dei Social Network (©) tutti noi preferiamo pubblicare ciò che facciamo/pensiamo/vediamo attraverso sintetici post su fb: frasi brevi, una foto, un link, un tag...tutto deve fluire semplice e veloce. Se scrivi un post di più di 10 righe, allora rassegnati ad avere un riscontro pericolosamente rasente allo zero, se non addirittura qualcuno che ti insulta perchè “oh, zio, non ho tempo di leggere tutto 'sto pippotto” (è accaduto, giuro). Sembrerebbe che fermarsi a pensare, riflettere e problematizzare ci renda...davvero poco social!
Ma a parte questo (e ho già sforato le 10 righe....ah, ma tanto sono sul blog! Tiè!) c'è una cosa che i social network non hanno ancora messo - sorprendentemente - fuori gioco: le fanzine di carta! Nell'ultimo periodo mi sono reso conto di aver collezionato un sacco di materiale molto interessante ed eterogeneo, tutto rigorosamente diy. E, dunque, dato che mi piace pensare, riflettere e problematizzare ma soprattutto condividere, ve ne propongo qui sotto una selezione ovviamente sleale ed arbitraria in base a quello che mi è rimasto sotto mano...buona lettura!

Attacca la metropoli! (by SaraPop)
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Noi definiamo la realtà attraverso il confronto, per questo ci è difficile comprendere ciò di cui non vediamo i margini (…), come per un pesce è difficile definire l'acqua”. Con queste parole si apre “Attacca la metropoli”, una simpatica fanzine a cura di Sara Pop, un prontuario di pratiche sovversive per districarsi tra gli inganni del nostro vivere quotidiano tra il cemento delle nostre città. Organizzarsi in piccole reti di sussistenza solidale, occupare, vivere di espedienti, sabotare i contatori di gas ed eletricità, boicottare i consumi, recuperare, espropriare e aderire al “nun te pago”: tutte modalità di difesa/attacco verso il conformismo e le regole della metropoli! Nell'introduzione si legge: “La metropoli è l'organizzazione quotidiana della vita nel capitalismo, la sua caratteristica è la serialità. Nella metropoli ogni giornata è uguale all'altra esattamente come ogni Autogrill, ogni panino McDonald, ogni negozio H&M è uguale all'altro. La metropoli trasmette a ripetizione un unico messaggio: tutto quello di cui hai bisogno può essere comprato e consumato. La metropoli è il nemico di tutti i giorni, modella la nostra vita, stabilisce tempi e spazi, ci ingabbia in mostri di metallo e cemento, altera le nostre relazioni e i nostri desideri. La metropoli è la nostra gabbia e noi la vogliamo distruggere”. Chiaro no?
Una curiosità: in copertina si legge “la metropoli si riproduce uguale in tutto il mondo, ci riempie i polmoni e i nervi, dà ritmo alla nostra respirazione” che è anche il verso conclusivo di una canzone inedita dei Corpse (la meravigliosa power-violence-band di Milano) dal titolo “Comunicato n.2”, che a breve uscirà su cassettina ma che io già conosco bene, avendola registrata con il nostro Kala-studio mobile...chi ha copiato chi?



How we arrived at this desolate place? (by Francesco Goat)
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Non so se questo sia esattamente il titolo di questa 'zine, ma mi piace appellarla così, con la scritta dal sapore esistenzial-nichilista che fa bella mostra in copertina. Si tratta di una raccolta di illustrazioni artistiche orgogliosamente ultra-cheap realizzate ripassando (credo) decine si volte delle immagini nella più sgrausa e scalcinata fotocopiatrice che possiate immaginare, ingrandendole a dismisura fino a renderle quasi irriconoscibili. L'effetto finale è di grande suggestione: una panoramica di luoghi desolati, atoni, in un putrido bianco e nero slabbrato, il contraltare ideale al culto patinato in alta fedeltà delle immagini pubblicitarie che (nostro malgrado) notiamo quotidianamente dappertutto. O, se preferite, un perfetto catalogo di sconosciute località nichiliste per un'immaginaria agenzia di viaggi suicidi. O ancora, la restituzione di un panorama interiore nero come il vuoto delle nostre malcelate solitudini. Niente altro, non una parola, una spiegazione, una indicazione...solo la “rassicurante” parola “always” in chiusura, a mettere la pietra tombale su ogni possibile vagito di speranza.
Che si tratti di un reperto proveniente da un'altra dimensione?


Il Folletto – foglio di critica antipsichiatrica (by Coordinamento gruppi antipsichiatrici)
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A dire il vero questa non è una vera e propria 'zine, ma un foglio di informazione, ma mi va di parlarne lo stesso. Anzi, vi consiglio di andarvi a vedere un concerto dei mitici Rauchers, che tra le altre cose sono tra i più attivi nella divulgazione di questo tipo di messaggi. Tornando al nostro foglio, già la sua copertina racchiude in maniera meravigliosamente naif il senso sinistro della disciplina psichiatrica. Il foglio contiene un po' di tutto: racconti e lettere personali, elenchi di siti web, libri e collettivi attivi sul territorio, scritti informativi e teorici. Tutto accomunato dall'intento di svelare l'inganno che c'è dietro alla presunta “cura” che altro non è che l'ennesimo strumento per controllare gli individui, de-potenziare il loro eventuale afflato anticonformista o anche semplicemente antisociale. Si scrive: “opponendosi alla pseudoscienza psichiatrica e alle sue forme di “prevenzione” che implicano pratiche autoritarie,“Il folletto” vuole essere uno strumento di informazione atto a evitare di rimanere ingabbiati nelle menzogne e nelle barbarie della psichiatria, denunciarne le torture mascherate da “cura medica”, creare una cultura di comprensione del problema e di solidarietà, nel tentativo di mettere a disposizione di tutti le esperienze di ognuno”. Per cui...scaricate!



Lungidame, numero zero (by Zanna)
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Concludiamo la rassegna con questa bellissima operetta cartacea a cura del buon Zanna (No White Rag): una classica raccolta, nel più tradizione stile da punkzine, di interviste, articoli, fumetti e pensieri in una lussuosa e raffinata rilegatura brossurata con tanto di illustrazioni in bianco e nero su ottima carta “avorio”. Oltre alla nostra intervista, già apparsa online su nuclearchaos.org, c'è una bella chiacchierata con gli Into theBaobab, il resoconto del tour in Indonesia dei No White Rag (imperdibile), i “consigli” per il detersivo fatto in casa di Lara, le riflessioni sulla natura di Nicola e Martina di Limbdisarm, un fumetto di Ancè, le riflessioni sulla violenza di Modi e altri contributi di loschi figuri decisamente interessanti. Finita di leggere, viene subito voglia di avere tra le mani il prossimo numero, eheheh...volete leggerla? Sussù, non fate i marci! Scrivete a nuclearchaos@autoproduzioni.net e fatevela spedire!
 

07/09/15

[we talk about...antispecism!]
TILIKUM! Bollettino per la liberazione animale, umana e della terra
[Pep] "Tilikum è il nome di un'orca islandese che ha opposto resistenza aggressiva ai propri allevatori: non stupisce che questo nome sia quello del bollettino antispecista del gruppo “La Lepre per la liberazione animale, umana e della terra”, che il K.C.H. segnala ai propri lettori. Il baricentro del progetto appare quindi essere il tema della “restituzione di soggettività” agli esponenti del mondo animale non umano (ri-letta primariamente come riappropriazione di soggettività autonomamente agita da parte di loro stessi), in concomitanza con i progetti di soggettivazione resistenziale interni al mondo degli animali umani. I due mondi, rivelantisi in realtà uno, segnato da tensioni oppressive, sono oggi attraversati da sempre più frequenti dinamiche di alleanza, variamente agite. Colpisce alla lettura della rubrica “Animali ribelli. Storie di resistenza animale” la coestensività strutturale tra le dinamiche di oppressione/resistenza rispetto alla problematica dei diritti del “mondo animale” e di quello umano: contestando Tilikum il tentativo di reificazione benigna della soggettività “diversa”, che attraversa la nostra società e caratterizza in modo evidente tutte le forme di antispecismo riformista. Colpisce al riguardo l'episodio di Kerala (gennaio 2015) : “Elefante fuori controllo. Nel titolo del video si parla di un elefante matt-. Spesso la violenza di chi si oppone alla propria schiavitù non viene letta per quello che è, resistenza, ma viene fatta passare come follia. Se lottare per la propria liberazione è follia, allora ogni animale umana ribelle è anche folle!”: atto ad evidenziare il nesso tra la nozione di follia e qualsiasi devianza attiva. Nel proprio Credo James Graham Ballard, sottolinea il portato artistico di ogni devianza, confermando il nesso strutturale tra dimensione artistica e dimensione radicale, ed evidenziando lucidamente il gesto dell'elefante del Kerala, quale ennesimo atto di insensata bellezza: “Credo nella pazzia, nella verità dell'inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza dagli astronauti di Apollo. Credo nel nulla. Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Durer, Tanguy, Fateur Cheval, Torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta” (da Re/Search edizione italiana “J.G.Ballard”, Shake Edizioni Underground, 1994).
Altrettanto significativo l'articolo sull'islamofobia: portata avanti dai leghisti odierni e dai conservatori essa consiste nell'attivare socialmente una dinamica proiettiva, onde purificarsi fittiziamente delle proprie iniquità' assegnandole all' immagine “straniera” del migrante di religione islamica. Nello specifico versante antispecista di tale processo sociale l'elemento posto sotto accusa è la “macellazione “Halal” giudicata peggiore di quella “Occidentale” che andrebbe invece legittimata. Ma come scrive la pensatrice ecofemminista Luisella Battaglia, citata da Tilikum: “La nostra macellazione, invece, è un atto meramente tecnico, obbedisce a preoccupazioni funzionali e a finalità di natura pratica, la sua etica mira a garantire l'osservanza di talune regole minimali, come la riduzione della sofferenza evitabile a garanzia della salubrità delle carni; non rinvia ad alcuna fede o a sistemi di valori, vuol solo essere efficiente e in ciò risiede la sua laicità. Perchè dovremmo considerarla moralmente superiore? Il problema nasce dal fatto che oggi la macellazione rituale è inserita in una logica commerciale e industriale che obbedisce a parametri di efficienza e produttività, dove la difficile compatibilità tra rispetto della ritualità e mercato è destinata inevitabilmente a provocare negli animali sofferenze aggiuntive”.
Per cogliere la dimensione anti-istituzionale del problema si veda l'interessante testo sulla Fao: lo stesso Franco Basaglia, tra i punti di riferimento del pensiero anti-istituzionale, così si esprime, nel 1971, sulle istituzioni, con particolare riferimento alla FAO: “La malattia, la devianza, la fame, la morte, devono diventare altro da ciò che sono, perché la contraddizione che esse rappresentano possa risultare una conferma della logica del sistema in cui sono inglobate. Alla morte si può allora rispondere con la scienza della morte, alla fame con l'organizzazione della fame, mentre la morte resta morte e la fame, fame; non esistono risposte ai bisogni chi che si tenta è sempre e solo la loro organizzazione e razionalizzazione. La Fao, come risposta ideologica alla realtà della fame, lascia inalterata la realtà dell'affamato, lasciando inalterato il processo che produce insieme fame e abbondanza. Così l'organizzazione della malattia non è la risposta all'ammalato e chi tenta- in questo contesto- di rispondere al bisogno primario (chi tenta di rispondere alla malattia e non alla sua definizione e organizzazione) viene accusato di negare l'esistenza del bisogno stesso, quindi di negare l'esistenza della malattia nel momento in cui non la riconosce nel “doppio” che ne è stato fabbricato. E' attraverso questo processo di razionalizzazione e organizzazione dei bisogni che l'individuo è privato della possibilità di possedere sé stesso (la propria realtà, il proprio corpo, la propria malattia). [...] In questa dinamica l'individuo non può arrivare a possedere la propria malattia ma vive la sua collocazione nel mondo come malato; vive cioè il ruolo passivo che gli viene imposto e che conferma la frattura fra sé e la propria esperienza”.
Così si esprime oggi puntualmente Tilikum: “Nel rapporto [Fao World Livestock 2011] importante è l'obiettivo di rendere più efficienti i sistemi zootecnici, soprattutto quelli dei paesi in via di sviluppo e le proposte, guarda caso, coincidono con quelle adottate nei grandi allevamenti intensivi occidentali: una miglior salute degli animali raggiunta tramite abuso di antibiotici e farmaci, una miglior gestione dei pascoli equivalente a un minor impiego di terreno a parità di animali allevati, una miglior collocazione dei prodotti sul mercato che richiede infrastrutture e tecnologia più avanzata”.

Chi volesse saperne di più e leggere il bollettino, faccia un salto qui.

21/07/11

[We talk about... us]
New Kalashni-interviews!
[Puj] Ehilà! Qua sopra c'è un link rosso che si chiama "fanzine and articles" che contiene alcune tra i più significativi articoli nonché interviste che ci riguardano. Ho appena fatto un paio di aggiunte: la prima é un'intervista pubblicata sul numero 3 della bellissima fanzine Tigersuit che, pur restando bellissima, è purtroppo in bulgaro, quindi scarsamente accessibile; più o meno le stesse cose però le raccontiamo in italiano sul primo numero di Veleno per voi, ottima 'zine alla milanese a cura del grande Max e della grande Brenda (procuratevene una copia cartacea integrale scrivendo a: madmax@distruzione.org). Trovate anche quest'intervista nella pagina di cui sopra. Yo! (foto: K.coll. live @ Black Aut, Milano 16/7/2011).

[Puj] Hey! Up here there's a red link called "zines and articles": this link contains some articles and interviews about the Kalashnikov Collective.
I just made a
couple of additions: an interview published on beautiful fanzine Tigersuit n. 3 (in Bulgarian language!), and an interview from the first number of "Veleno per voi", great 'zine from Milan by Max and Brenda (get one complete paper copy writing to: madmax @distruzione.org). Bye!

27/03/11

[Fanzine]
AMEN This is Religion # ? - Ottobre 1984 (formato A4 + inserto A5)
[Puj] Ho recentemente riesumato un numero di una delle prime gloriose fanzine milanesi, "Amen", datato ottobre 1984.
La 'zine era curata da tipi vicini al Virus che più tardi sarebbero confluiti nel collettivo/spazio Helter Skelter interno al Leoncavallo, che organizzerà i concerti italiani di gente tipo Legendary Pink Dots e Sonic Youth. Il taglio della 'zine é più dark che punk, ma all'epoca non si faceva tanta distinzione tra la scena anarcopunk, quella gothic e post-punk. Nelle 32 pagine che compongono questo numero: un articolo sul "1984" di Orwell, alcune interviste a gruppi dark che diventeranno ben più noti in seguito (Dead Can Dance), si scioglieranno quello stesso anno (Sex Gang Children) o resteranno nell'underground (gli alessandrini Viridanse), una panoramica sulle occupazioni in Olanda, un manifesto sul dopo-punk dell'oscuro gruppo new wave barese The Art of Waiting e il punto sulla situazione degli spazi occupati a Milano dopo lo sgombero del Virus di via Correggio, la fugace occupazione del Teatro Miele e la contestazione dei punx durante il convegno sulle "bande giovanili metropolitane". Ed altro ancora...
Impaginazione magnifica e spettrale, con illustrazioni notevoli. In allegato: un A4 piegato in due che contiene un racconto dai toni fantascientifici e surreali incentrato sulla repressione dei punx a Milano.

>>> Download "AMEN" 'zine # ? in .jpg (.rar - 49 mb.)

10/03/10

[We talk about us (in japanese!)]
EL ZINE # 3 feat. Kalashnikov collective!
[Puj] Dopo l'antologia edita l'anno scorso da Sp Records di Tokyo, altre novità che ci riguardano mi giungono inaspettate dal giappone! Il terzo numero di una trendyssima fanzine nipponica ("El Zine", una specie di Maximum Rock'n'roll un po' più elegante) non solo contiene una lunga intervista ai Kalashnikov, ma dedica loro anche la copertina! Ah, ah, ah!
Ogni numero di El Zine è monotematico: questo verte sulle punk bands con ragazze al microfono. Accanto a noi, nomi illustri come i leggendari Petrograd dal Lussemburgo e gli Assassinators dalla Danimarca, giovane band che va per la maggiore. Ringraziamo il simpatico Kenji per l'ottimo (e sorprendente) trattamento!
Il titolo della monografia è "Brucia donne mondo", che sa un po' di caccia alle streghe e roghi medievali (ingenuità giapponese), ma che credo si riferisca alla nostra canzone "Brucia, ragazza, brucia", molto amata dai giapponesi in quanto cover di una celebre sigla televisiva delle loro parti (Gekkou Kamen), la cui musica pensammo di utilizzare all'insaputa di tutti (e invece...).
Comunque sia, a patto che parliate correntemente il giapponese, potrete leggere l'intervista ai K. scaricandola in formato .pdf da qui sotto.
Kenpai!

>>> Download Kalashnikov Collective interview from "EL ZNE" #3 [Jap] (.pdf - 3,4 mb.)

04/02/10

[We talk about... us!]
KALASHNIKOV collective intervistato da CERCHIO A 'zine (dicembre 2009)!
[Puj] Cerchio A è una splendida 'zine cartacea vecchio stile curata dal nostro caro, beneamato punk celto-ligure esule in Finlandia. L'intervista ai k., le cui premesse sono state poste alcuni mesi fa, fra una birretta e l'altra nelle peggiori bettole di Helsinki, è stata pubblicata nel numero di dicembre '09. Qui sotto trovate in .pdf la parte che ci riguarda (siamo stati come sempre prolissi, abbiate pazienza...). E se il numero completo della 'zine vorrete, contattar l'autore dovrete! (xntrixdecay@yahoo.it).

>>> Download K.Interview on CERCHIO-A 'zine n.5 (.pdf - 5,6 mb.)

22/02/09

[We talk about...]
US! "Dreams for super-defeated heores" album review from Profane Existence # 57.
[Puj] Sul n. 57 della nota fanzine americana "Profane Existence" (estate '08) è stato recensito il nostro album "Dreams for super-defeated heroes" (cliccare sull'immagine per ingrandirla/click on thumbnail to enlarge).
Ho scoperto qualche giorno fa, riprendendo in mano quel numero, che l'autore della recensione in questione è Don, un ragazzo californiano che ha co-prodotto il nostro ultimo 7". Doppio ringraziamento a Don quindi, che, tra l'altro, ha anche espresso opinioni interessanti sulla nostra musica, accostandola addirittura al ...Cirque du Soleil!

"A musical collective? First thought comes to mind is Crass. This collective based out of Milano, Italy, formed in 1996 features 10 members and are self described as romantic punk. The music is so much broader to be pigeonholed in my opinion. My first impression was much bigger than that because they think so far outside of the box. I was thinking more in line of music for a soundtrack or musical. In a strange way, this reminded me of music from Cirque du Soleil. The feeling of being in another time and place in a fictional dream. The anarcho-punk energy mixed with the futuristic sounds of keyboards and synthesizers add layers and depth that has the effectof washing you away in sound. Musically the band is not afraid to mix in elements from different genres to create n aural experience to be the backdrop ti their lyrics. Emotions are clearly defined and the female vocals are the driving force to the songs which are both sung with piercing precision and also wallow with an underlying sorrow. To tie of this journey, they do a Declino cover thet gives this release a last burst of rage. I am truly inntrigued by this listening experience. After engulfing my self with this release, it makes me want to track down their previous releases to hear the band's evolution (Donofthedead)."

17/02/09

[Free books for punx]
RUGGINE d.i.y. magazine # 0 (co-produzione 2008)
[Puj] Qualche mese fa è uscito il primo numero del magazine "Ruggine" edito e autoprodotto dai ragazzi di "Collane di Ruggine". Suggestivo il modo con il quale il collettivo si presenta:
"Collane di Ruggine è un progetto che tenta di utilizzare il metodo della coproduzione d.i.y. musicale per pubblicare contenuti di carta. Il nostro modo di vedere il precipizio e la sopravvivenza sta nel nostro respiro, la musica è solo una faccia del dado, un’altra faccia è fatta di parole scritte. Scriviamo di tecnologie assetate, di paradossi quotidiani, di scenografie immaginarie. L’affanno ansioso dei giorni che viviamo ci spinge al surreale racconto delle quotidiane miserie".
Ruggine è una raccolta di testi/immagini che spaziano dal saggio al racconto di fantascienza, tutto naturalmente dettato da una ben salda coscienza antagonista.
Ruggine, integralmente scaricabile da qui sotto in formato .pdf, contiene un breve saggio a nostra firma, dal titolo "Sguardo e potere", su video-sorveglianza e controllo. Si tratta della rielaborazione di un testo inserito nel nostro album "Dreams for super-defeated heroes" (2007).
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21/01/08

[Free 'zines for punx]
RABIA 'ZINE from MEXICO: Nuestra rabia convertida en estrategia!
[Sarta] Y Que viva Mequico! Per i Kalashnikov il Messico è sempre stato un terreno fertile di cellule DIY, pronte a qualunque tipo di collaborazione, nel sacro nome della rovina hc. Come non ricordare la mitica Radio Manifesto di Querétaro o la Kuthre Deley Records di Monterrey? Da quelle parti band o collettivi antagonisti crescono come funghi e non è difficile imbattersi in qualche pazzo che ti propone di spedirti i dischi del suo gruppo, spesso registrati a cazzo e con la copertina fatta con la biro. Un bel giorno, quasi per caso, mi sono ritrovato in casa diversi numeri di questa interessantissima 'zine di controcultura e propaganda rivoluzionaria proveniente dalla polverosa cittadina di Juventino Rosas. Il suo titolo è "Rabia" ed il sottotitolo è una vera dichiarazione d'intenti: "Nuestra Rabia convertida en estrategia"! Rabia supporta i movimenti anarchici e zapatisti che sembrano essere piuttosto attivi nell'area a nord del mostruoso agglomerato urbano Città del Messico. Inoltre non è raro che allegato alla 'zine ci siano cd di musica e poesie dedicate alla causa rivoluzionaria.
Il numero 16, risalente al 2005, è interamente dedicato alla causa del femminismo: uscito proprio in concomitanza con il 25 novembre, data della Commemorazione Internazionale contro la violenza sulle donne, contiene diverse cose interessanti, a partire dall'articolo di apertura che recita "Es posible un anarquismo de mujeres?" per proseguire poi con dei consigli sulle pillole contraccettive e un saggio intitolato "Anarcofemminismo". Pensate un po': sullo sfondo di questi due articoli compaiono delle immagini tratte dal libretto del nostro "Romantic songs of dissidence"! Quel disco ci è sempre stato molto richiesto da quelle parti, probabilmente grazie alla propaganda selvaggia di Radio Manifesto di Querètaro: miracoli del DIY!
Proseguendo a sfogliare la 'zine troviamo un'interessante parte storica, dedicata al ricordo di alcuni personaggi femminili, da Flora Tristan ad Emma Goldman, che negli ultimi due secoli hanno contribuito a liberare il gentil sesso dal giogo della millenaria cultura patriarcale e maschilista: donne di tutto il mondo, siate grate a queste compagne, la vostra libertà è anche frutto dei loro sforzi! La 'zine si chiude con un ciddì-compilation intitolato "Recopilacion internacional female punk": 32 canzoni di altrettanti gruppi in cui militano gentili donzelle. Cosa assai curiosa, assieme a nostre vecchie conoscenze come i Cojoba da Puerto Rico, i Petrograd dal Lussemburgo e i francesi La Fraction, compaiono ben due bands con il nome Kalashnikov: una, ovviamente, siamo noi con la nostra "L'inverno di Lisa"; l'altra sono i Kalashnikov danesi con una canzone dal titolo "Schlusters Kabinet"! Wow!
Qui sotto trovate scaricabili il numero 16 di Rabia in pdf e la compilation allegata: fate partire il download selvaggio...

>>>Download "Rabia 'zine n.16" (file .pdf - 13mb)
>>>Download "
Recopilacion internacional female punk" (file .rar - 69 mb)

28/12/07

[Free 'zines for punx]
SKORRIU
[Sarta] Sotto questa parola, incomprensibile ai più, si nasconde l’ottima fanzine di Bruno dei Fora de Arrastu, band sarda dall’apprezzabile attitudine DIY. In lingua autoctona "Skorriu" significa "strappo", "lacerazione" ed esprime bene i contenuti della 'zine: in ogni numero troverete articoli di vari autori su temi gravitanti attorno al punk più politicizzato e all’antagonismo giovanile. Il primo, risalente ad ottobre e che trovate qui sotto interamente scaricabile, ha come argomento l’autoproduzione considerata, finalmente, in un senso ampio e sfaccettato rispetto a quello comunemente inteso: non solo farsi i dischi in casa, ma essere dei rivoluzionari! Da segnalare, a parer mio, oltre al già noto “Autoproduzione come Arte Straordinaria” del nostro Peppus, un’eccellente intervista ai Crass datata 1983 e un interessante saggio sul tema della coerenza di autore ignoto. Il buon Bruno è disponibile ad accettare scritti, consigli e quant’altro vi passi per la testa, per cui piantatela di giocare coi vostri stupidi regali di natale e contattatelo all’indirizzo che trovate in fondo all’articolo di apertura della ‘zine. Supporto alle buone iniziative!

>>> Download "Skorriu" (.rar - 15 mb)

01/11/06

['Zine]
POLILLA EN LA SOMBRA ‘ZINE (Cuba 2006)
[Sarta] L’altra sera, mi dirigevo a casa dei miei genitori per il consueto scrocco della cena, rituale che espleto ogni venerdì. Camminando in cortile, notai che dalla cassetta delle lettere penzolava una busta bianca. La presi e, incuriosito dal francobollo sul quale troneggiava l’immagine di un coccodrillo con scritto sotto “coccodrillo” (nel caso uno non ne abbia mai visto un esemplare…), lessi sul timbro postale: “Correos de Cuba”. Cuba ?!! Il contenuto della misteriosa busta altro non era che “Polilla en la Sombra ‘zine”, una fanzine di musica/poesie/fumetti/notizie redatta e speditaci dai simpatici Fabiàn e Ariadna (soprannominati, appunto, “El Polilla” e “La Sombra”), residenti nella cittadina di Cienfuegos, sull’isola di Cuba. Dalla lettera allegata scopro che Ariadna è una fan dei Kalashnikov, scoperti grazie ad una intervista che anni fa rilasciammo -nel solito inglese avventuroso- all’amico Omar di “Turbolencia ‘zine”. Dopo aver ascoltato “Music is a gun loaded with future”, reperito grazie a qualche rocambolesco scambio intercontinentale, Ariadna si è decisa a scriverci per mabndarci il nuovo numero (il settimo!) della sua ‘zine cartacea. Noi ne siamo rimasti felicissimi e abbiamo avuto ancora una volta dimostrazione dell’incredibile, mirabolante e misterioso potere del D.I.Y. network. Tra le pagine di Polilla en La Sombra si possono trovare recensioni ed interviste a mitologici gruppi locali di punk/hardcore (ma anche rock e metal - quest’ultimo pare andare molto forte tra i giovani cubani!), news sulla scena musicale di Cuba ma anche su band del mainstream prese un po’ a caso come Black Sabbath, Pearl Jam e Red Hot Chili Peppers (!), una biografia di Janis Joplin, un saggio sulla storia del rock (!!!), poesie e vignette di giovani artisti locali, ancora recensioni di alcune ‘zines cubane, un articolo su Jim Henson, creatore di “Fraggel Rock”, una serie televisiva a me ignota ma che pare essere trasmessa con grande successo dalla tv cubana. L’impressione che si ha leggendo le pagine di Polilla en la Sombra, è che a Cuba ci sia una vera e propria scena musicale, ricca e variegata, in cui non si discrimina tra i diversi generi e si è scevri da ogni settarismo ottuso. Già leggendo l’ottima “Turbolencia ‘zine” avevo avuto questa sensazione, visto l’ampio spazio dedicato a band metal (principalmente thrash ma anche death e black !), punk/hardcore (a volte anche grind) e rock, indifferentemente, come se fossero tutti parte della stessa entità e uniti dallo stesso obiettivo: fare musica! Credo che questo sia qualcosa di positivo, perché è un modo per favorire la contaminazione musicale e la solidarietà tra i gruppi!
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03/10/06

[Fanzine]
NAPARTACHILI # 5 (Russia - 2005)
Nella nostra vita di D.I.Y.-trader poche volte ci è capitato di imbatterci in una fanzine come Napartachili! Un esempio di artigianato punk davvero terminale: copertina in cartone da imballaggio tagliato alla cazzo, tenuto insieme da una fascia di juta incollata; sul davanti un dipinto a spray, fatto con lo stencil. Il tutto rilegato con ago e filo! Napartachili è arte D.I.Y., mica stronzatine fotocopiate dal cartolaio! Comunicazione punk a tutto tondo, senza esclusione di colpi. Il numero cinque, che potete scaricare qua sotto, contiene un’intervista ai Kalashnikov; se avete dimestichezza con il russo...
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