Come vi accennavo
nello scorso post, con l'impasto dei
Pepparkakor ho preparato dei
Gingerbread man, i simpatici omini di pandizenzero della tradizione anglosassone. Ho sempre nutrito una spiccata simpatia per questi buffi biscottini dagli occhietti vispi e dalla corporatura cicciottella, che amo anche nelle decorazioni di
country painting natalizio o nei biglietti augurali. D'altronde c'è anche chi gli ha intitolato un foodblog, vero
Onde? ;-)
Ma la sapete la storia dell'omino di pandizenzero? No? Allora fate come me, che sono in pigiama di Hello Kitty, avvolta nel mio plaid color panna con le pecorelle, sdraiata sul letto col pc sulle gambe (
God save the notebook) e...leggete
qui.
Dietro questi biscotti c'è stata addirittura una preparazione grafica. Sì, sì, avete letto bene! In pratica mi sono disegnata come li avrei voluti realizzare, anche se all'atto pratico ho dovuto, per cause di forza maggiore, modificarli leggermente. Ritagliarli è stato semplice, grazie all'apposita formina (qualora non la trovaste è sufficiente disegnarli su un cartoncino, appoggiarlo sulla pasta stesa e ritagliarne il contorno con un coltellino ben affilato. Procedimento un po' lungo, lo so, ma a mali estremi...). Alcuni li ho lasciati interi, altri li ho ulteriormente ritagliati, nel pancino, con dei piccolissimi tagliabiscotti a forma di cuore e di stella, che fanno parte di un set di 10 microstampini cui facevo la punta da tempo immemore. In testa ho fatto un buchino con l'ausilio di una cannuccia, in modo da poterli legare con un nastrino all'albero di Natale.
Una volta cotti e lasciati raffreddare come da ricetta, ho preparato la mia prima glassa. Chi mi conosce sa che non sono una gran amante delle cose troppo zuccherose: glasse, marshmallow fondant e altre decorazioni non sono proprio nelle mie corde. Belle da vedere, per l'amor del cielo, ma non mi piacciono da mangiare. Per questa ragione non avevo mai fatto una glassa ed ho optato per una semplicissima glassa reale, fatta con albume e zucchero a velo (quindi più coprente di quella con acqua/succo e zucchero) e aromatizzata al succo di limone. L'ho lasciata volutamente bianca, perchè mi sembrava il modo più carino e raffinato per interpretare questi biscottini. Ecco qui la ricetta:
Ingredienti:
1 albume
1 cucchiaino di succo di limone
zucchero a velo q.b. (me ne è servito sui 180 gr)
Montare a neve l'albume con un pizzico di sale, unire il succo di limone e lo zucchero a velo e mescolare fino ad ottenere una glassa lucida e abbastanza soda. Le dosi sono indicative, vedete voi quando ottenete un composto abbastanza denso e che non coli troppo.
Per decorare, inserire la glassa in un sacchetto trasparente, tagliandone un pezzettino piccolissimo in un angolo, oppure in un conetto di carta forno, o ancora in una siringa privata dell'ago. Decorare, lasciare asciugare bene e conservare in scatole di latta.
Ovviamente il problema è sorto al momento della decorazione. Il conetto di carta si è aperto nel giro di un nanosecondo, ho consumato ben tre sacchetti da freezer, che dopo poco, mentre spremevo, facevano le bolle e scoppiavano (!!), oltre al fatto che dal taglietto che avevo fatto all'angolo usciva una quantità di glassa eccessiva (il buchetto si allargava misteriosamente via via...) e in modo non fluido, ma con riccioli, arzigogoli e ci mancava poco che azzardasse un salto carpiato. Alla fine ho risolto decorandoli con una siringa privata dell'ago; anche qui il tratto era un po' spesso ma almeno non ho fatto vittime. Risultato? Decori imprecisi e troppo spessi, ma accettabile, per essere la prima (e ultima?) volta....e glassa fin sui capelli!!!
Vi va di spiegarmi passo passo voi come fate ad ottenere decori così precisi e sottili? (mi rivolgo in particolare a
Fairyskull e a
Dolcetto, di cui ho apprezzato la tecnica perfetta nel decorare i biscotti con la glassa, ma chiunque volesse partecipare alla discussione è benaccetto!)
A.A.A: AIUTIAMO LUCKY!
Prima di salutarvi vorrei contribuire anche io, nel mio piccolo, ad aiutare questo piccolo amico a quattrozampe a trovare una casa e una vita migliore. Il povero
Lucky, questo il suo paradossale nome, è stato adottato da una famiglia che poi ha deciso (leggo che "
non possono più tenerlo", ma per me queste cose
si decidono, e io non deciderei mai di dare via il mio animale, qualunque fosse il problema!) che non poteva più tenerlo con sè e ora cerca qualcuno che se ne occupi per non farlo finire al canile. Superfluo forse dire che io non posso aiutarlo concretamente, ma con questo passaparola spero che questo simpatico e sfortunato cucciolotto possa trovare un po' di serenità con una famiglia che lo senta membro integrante della stessa e non se ne voglia mai più separare. Se non potete adottarlo, spargete almeno la voce in modo tale che Lucky abbia ricambiato l'affetto incondizionato che solo un animale può dare in modo così puro e genuino.
Per
info guardate sul blog di
Kia, che si sta generosamente occupando della situazione di Lucky.