La noia più essere un'alleata salutare quando solletica il desiderio di novità, l'interesse al rischio e la voglia di riscatto, ma può trasformarsi pure nella nostra nemica peggiore se lasciamo che ci consumi dentro senza muovere alcuna obiezione.
Orbene, se dovesse capitarvi di rimanere intrappolati nelle spire di una rovinosa letargia, la trilogia di Aaron Becker potrebbe sbrogliare il pesante nodo.
Viaggio, Scoperta e Ritorno, letti in quest'ordine preciso, raccontano un'avventura senza uso di parole ma con la magia potentissima e illimitata di immagini scintillanti di colori, stravaganti di particolari e lussureggianti di tesori (più o meno nascosti, quindi occhi ben aperti amici).
Ho letto i volumi durante un incontro laboratoriale destinato a bimbi esploratori e per prima ho subito tutto il fascino della sua specialissima storia. Secondo me, ottima anche come strenna natalizia.
Perché, ricordatelo sempre, l'immaginazione è la più antica, la più saggia e la più straordinaria delle risorse, persino più efficace di una comunissima comunicazione verbale.
E Becker ce lo insegna e ce lo dimostra proprio bene.