Kundera - dal web |
Un'altra bella giornata, fresca ma coi colori tenui e netti della montagna di fine agosto. Un altro giorno di piacevole sospensione, nel galleggiare attutito del liquido amniotico del non senziente, ma solamente dell'avvilupparsi del pensiero, debole naturalmente, come si confà alla nostra epoca del troppo sempre, dell'essenziale mai. La montagna aiuta in questo vagare mentale, mentre il corpo si adagia in attesa che il giorno passi, d'altra parte cosa dovrebbe fare, considerato anche il peso, la massa grassa, direbbe il dietologo, certo non indifferente. Anche soltanto guardare i pendii verdi che scivolano piano verso valle, le cime frastagliate di pietra viva, scaglie corrose e imputridite dai secoli che cercano di rimanere vetta, condannate dal destino e dalla gravità a scendere comunque; il tempo passa per tutti, mentre si aspetta che il sole scompaia dietro la quinta quasi orizzontale dello spartiacque. Certo è bellezza pura che evita di farti considerare le miserie del corpo, le voglie non sopite ma ormai lontane, il cielo che infiamma ormai soltanto più i meandri della mente, con qualche scarica debole mentre la luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa col fascino della nostalgia, come la ghigliottina.
Come dice ancora l'amico Milan, il senso della bellezza libera di colpo dall'angoscia e la riempie di un nuovo desiderio di vivere. Ecco di questo c'è alla fine bisogno, che questo anno e mezzo ha agito come il caffelatte al bromuro anche sui desideri purtroppo, categoria così prossima ai sogni da rendersi sovrapponibile e a questo punto soppressi. Il rendersi conto dell'inutilità di tutto, se fai mente locale ad una famigliola con sette bambini dissolta in un attimo per dimostrare una reazione qualunque, un danno collaterale da minimizzare, che comunque il tuo possibile votante accetterà di buon grado, cosa mai vuoi che sia. Come dice ancora lui, una vita che scompare una volta per sempre, è simile a un'ombra, è priva di peso, è già morta in precedenza, e, sia stata terribile, bella o splendida, quel terrore, quella bellezza, quello splendore, non significano nulla. Forse non è neppure una cosa triste, è semplicemente così, un lancio di dadi in un gioco inutile. E poi, calato finalmente il sole e l'oscuro blu diventato il padrone di tutto, anticipando il tuo futuro obbligato, finalmente passerà un altro giorno, così che alla fine ne manchi ancora uno di meno.
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