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domenica 4 gennaio 2015

Er Cecato (Massimo Carminati)

Compagni di scuola ... Si fa per dire

E così c'è anche chi si ricorda di Massimo Carminati al liceo scientifico B. Croce di Roma, sarebbe stato iscritto per un anno, nella sezione G, insieme con altri "fascistelli". Poi avrebbe lasciato la scuola per un altro istituto meno "Rosso". All'epoca capitava anche questo. Francesca Mambro invece andava all'Oriani, l'istituto tecnico magistrale di Piazza Indipendenza. Al Croce c'era invece il fratello. Almeno così raccontano alcuni ex-studenti di sinistra del liceo romano su Facebook.

sabato 6 aprile 2013

domenica 10 ottobre 2010

Ucciso terrorista nero

Sergio Calore
Suggerisco la lettura dell'articolo di Stefano Cappellini, su Il Riformista, oggi in edicola, dal titolo: "Il fascista che sposò la brigatista". Leggi queste storie e poi ti convinci che Gesù Cristo era un alieno, il mostro di Loch Ness esiste e l'influenza suina è un'invenzione delle multinazionali del farmaco. Insomma la storia d'Italia è tutta un complotto di servizi segreti e massonerie.

Il prossimo post lo dedico alle attrici degli anni '70 ... giuro.

martedì 25 marzo 2008

Quando Odino divenne Patroclooo…


Quelli di destra e quelli di sinistra
Il biennio ‘73-75 fu certamente uno dei periodi più agitati per il liceo Benedetto Croce, non solo per via dell'autogestione più volte ricordata. In quel periodo il Croce era una delle scuole di punta della contestazione giovanile di sinistra, e frequenti erano gli scontri con i giovani neofascisti - provenienti dalla sede di Avanguardia Nazionale di via Cernia e da quella di via Sommacampagna del Fronte della Gioventù - che si presentavano all'angolo tra via San Martino della Battaglia e via Palestro (indicato come l'angolo della farmacia, davanti alla scuola Duca degli Abruzzi) vestiti con giubbotti di pelle nera, Ray Ban a specchio, capelli rigorosamente corti e casco integrale nero nelle mani. Ci si fronteggiava lanciando slogan e intonando canzoni politiche. I volti si coprivano con sciarpe e caschi e gli “attacchi” venivano ordinati con veri e propri gridi di battaglia. Un classico dei neofascisti era il richiamo alla tradizione celtica dalla runa all'urlo del nome delle divinità pagane d'oltralpe. Un freddo giorno dell'inverno del 1974 dalla scuola di via Palestro stava partendo un corteo degli studenti di sinistra. All'angolo con la farmacia erano schierati i neofascisti. Slogan, grida e minacce si alzavano con ritmo crescente da un gruppo all’altro, quando uno dei capi fascisti urlò: “Odinoooooo!!!!!". Ci fu un attimo di silenzio e dal corteo della sinistra si levò forte una voce: “A Patroclooooooo!”. Tutto accadde in un istante. Il tempo sembrò fermarsi, poi all’improvviso i due gruppi si abbandonarono ad una fragorosa risata liberatoria. Chiunque pensi ad un confronto tra la civiltà celtico-sassone e quella greco-romana commette un errore. “Patroclo” era un nome urlato da durante la trasmissione, condotta da Aldo Bracardi Renzo Arbore e Sergio Boncompagni, Alto Gradimento. Da quel giorno, sotto il liceo Croce, i giovani di destra non osannarono più il dio celtico. La storia ed i costumi cambiano anche così.
(Il racconto è di nuvolarossa;la foto d'epoca è stata scattata in un altro contesto, potrebbe essere all'università di Roma)

sabato 23 febbraio 2008

I giovani di destra

Touché!
Gli studenti simpatizzanti di destra, per il Msi o per i gruppi extraparlamentari come Avanguardia Nazionale, erano una minoranza nelle scuole romane. I tempi però sono cambiati, su la Repubblica di oggi c’è un’inchiesta sull’avanzata della destra nelle ultime elezioni nelle scuole italiane. Uno degli studenti di Alleanza Nazionale intervistato da Concita De Gregorio, risponde così: “Ci votano perché facciamo le cose. Perché gli anni Settanta sono lontani e non si può restare lì, perché pensiamo all'oggi".

(La foto è del 1976 e l’abbiamo pescata nel sito di un deputato di destra, è il primo a sinistra…)

venerdì 11 gennaio 2008

Il contesto, ragazzi, il contesto

Nel 1974 ero in quarta…
(Abbiamo ricevuto da Maurizio, era ora, una “lenzuolata” di commento che merita un post tutto suo)
Nel 1974 ero in quarta. Ricordo bene l’esperienza dell’autogestione ed anche a me pare - ma posso sbagliare - che quella del Croce sia stata una delle prime a Roma e forse in Italia. Erano anni in cui la sperimentazione delle forme di organizzazione ed autorganizzazione degli studenti era continua e quindi non è facile stabilire chi avesse cominciato. Certo al Croce eravamo all’avanguardia. Di occupazioni ce n’erano ma l’autogestione era un’altra storia. Cercavamo di portare la società dentro la scuola, che in quegli anni certo non brillava per capacità di spiegare la realtà ed innovare i contenuti educativi. In una scuola “ministeriale” dove la parola autonomia era bandita figurarsi l’autogestione. Un’operazione quasi disperata all’epoca, di cui, per la verità, eravamo solo parzialmente consapevoli. Andavamo ad istinto. Intuivamo che la corrispondenza tra quello che studiavamo e quello che la società di quegli anni ci proponeva era minima ed eravamo intenzionati ad aprire i cancelli. Credo di aver imparato “fuori” almeno quanto mi hanno insegnato “dentro” la scuola. Ho imparato ad esprimermi in pubblico, a far valere le mie idee, a progettare ed a partecipare attivamente alla costruzione di qualcosa. Quella cultura della strada che volevamo far entrare nella scuola, che era off, oggi è in. Giovanna Marini ha recentemente fatto un disco con De Gregori che è stato presentato al TG1 in prima serata. Stesso discorso vale per De Andrè, Dylan i King Krimson, per Pasolini, e persino per Dario Fo. Senza contare che nella mia vita non ho mai letto tanto intensamente come in quegli anni.
La descrizione dell’autogestione del Croce è rigorosa e le cose per come le ricordo io sono andate proprio così (non vengono citate le interminabili discussioni tra revisionisti e rivoluzionari che accendevano la preparazione dell’evento, sui cui contenuti è meglio stendere un velo pietoso). Ci sono solo due aspetti che vorrei brevemente riprendere e, se possibile, mettere a fuoco.
In primis non eravamo così tanti. Credo che la visione di un dibattito e di un impegno politico “fortemente vissuti in prima persona da tutti gli studenti” sia un po’ retorica. In realtà a partecipare attivamente eravamo pochi (rispetto alla popolazione scolastica). Certo nella scuola se ne parlava, molti erano incuriositi, altri “aderivano culturalmente”. Ma che io ricordi, quello staccio di organizzazione che eravamo riusciti a darci era il frutto del lavoro di non più di 20 persone. Mi sono convinto con il tempo che il termine “avanguardie” fosse esatto. Oggi ci ricordiamo delle masse, abbiamo in memoria il movimento. ma “a muovere” eravamo in pochi. Le avanguardie c’erano e grazie al cielo ci saranno sempre. Eravamo convinti che quello che facevamo interpretasse le voglie di tutti, fosse di tutti. Ma sbagliavamo. Col tempo solo alcune cose sarebbero diventate di tutti. I diritti civili di più, il libretto rosso quasi per nulla.
La seconda riflessione riguarda il contesto. Leggendo il resoconto qualcuno potrà obbiettare che l’azione dell’autogestione, condotta da “quattro ragazzini che giocavano a fare i rivoluzionari” abbia privato gli “studenti” del regolare servizio scolastico, cioè di un diritto. Consideratelo pure un ragionamento preventivo ma siccome questa osservazione è stata più volte ripresa dai media è opportuno mettere le mani avanti. Premesso che oggi sono i presidi a sollecitare e sostenere le esperienze di autogestione nell’ambito dell’autonomia scolastica, l’osservazione “politically correct” fa solo sorridere chi in quegli anni c’è cresciuto. Nel 1974 nulla era “politically correct”. L’autogestione ancor più dell’occupazione era un reato. Ma anche la polizia che caricava senza ragione i cortei studenteschi spesso violava la legge. I servizi segreti commettevano reati. Si poteva volare da una finestra in questura. Si poteva saltare in aria in una banca o ad un comizio indipendentemente dalla casacca di appartenenza. La criminalità cresceva del 20% all’anno. C’erano le tangenti e la televisione censurava le notizie. Altro che politically correct!. Unica consolazione il fatto che i miei mi ricordassero costantemente che “in tempo di guerra era molto peggio! L’autogestione nasce in uno dei periodi più torbidi d’Italia ed in uno scenario internazionale segnato da conflitti violentissimi.
Nel settembre del ‘73 c’era stato il Golpe in Cile, ed a ottobre Egitto e Siria avevano attaccato Israele per liberare la penisola del Sinai e le alture del Golan. In Italia mentre il Pci di Enrico Berlinguer elabora la tesi del "compromesso storico" a novembre il gruppo terrorista di destra Rosa dei venti viene scoperto dalla magistratura e risulterà legato ai servizi segreti italiani e di alcuni Paesi della Nato. Sempre a novembre vengono varate le misure d’austerità straordinarie per contenere i consumi petroliferi. A dicembre a Torino, le Brigate Rosse rapiscono il direttore del personale Fiat, Ettore Amerio, che sarà rilasciato poco dopo ed un commando palestinese assalta, a Fiumicino, un aereo della Panam diretto a Beirut, provocando trenta morti. Nel febbraio del 1974 la magistratura apre un’inchiesta sui fondi utilizzati dalle società petrolifere per condizionare la politica energetica che porterà all’inquisizione degli ex ministri DC e PSDI. Il 4 marzo nasce il quinto Governo Rumor, un tripartito DC-PSI PSDI appoggiato dal PRI. Succede al quarto governo Rumor che si era insediato nel luglio del ’73. Il 7 aprile è votato il finanziamento pubblico ai partiti ed il 18 le Brigate Rosse rapiscono il giudice Sossi rilasciato circa un mese dopo. Sempre ad aprile viene sospeso a divinis Don Franzoni ex Abate delle Basilica di San Paolo Fuori le Mura per essersi dichiarato favorevole al mantenimento del divorzio. In Portogallo viene deposto il regime fascista avviando il paese alla democrazia (in Grecia i colonnelli verranno cacciati tre mesi dopo). Il 12 maggio si svolge il referendum per abrogare la legge sul divorzio dove vincono i NO con il 59% dei voti. A Brescia, un militante di estrema destra muore dilaniato da una bomba che sta trasportando ed il 28, sempre a Brescia, scoppia un bomba durante una manifestazione sindacale provocando otto morti e trenta feriti (i colpevoli non verranno mai identificati). Sempre in quei giorni i carabinieri scoprono un campo paramilitare dell’estrema destra nei dintorni di Rieti. Nel conflitto a fuoco con le forze dell’ordine muore un militante di Avanguardia Nazionale. Ai primi di giugno si dimette il quinto Governo Rumor. Il Presidente della Repubblica Leone lo rinvia alle Camere, ottiene la fiducia ma sarà sostituito, cinque mesi dopo dal quarto Gabinetto Moro, un bicolore DC - PRI appoggiato dall’estero da PSI e PSDI. Il 17 giugno le Brigate Rosse uccidono due esponenti missini a Padova: è il loro primo omicidio. Il 6 luglio il governo vara una serie di forti aumenti delle tariffe dei servizi e istituisce la prima imposta una tantum su case, auto, moto e natanti. L’inflazione è al 19,4%. Il 4 agosto un attentato al treno Italicus provocherà 12 morti e 44 Feriti.
E’ in questo “anno scolastico” che si colloca l’autogestione del Croce condotta da “fanatici” di 17 e 18 anni che volevano far entrare queste cose dentro la scuola. Per questo fanno sorridere quei giovani commentatori, “culturalmente corretti” che giudicano gli anni settanta con gli occhi “democratici” di oggi. Il contesto, ragazzi, il contesto.
Maurizio