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martedì 11 agosto 2015

Facebook: Ecco Cosa Accade se Metti Mi Piace a Tutto


L’esperimento in Facebook

 Ecco cosa accade se metti Mi Piace a tutto

Mat Hanon, redattore di Wired, ha effettuato un esperimento su Facebook: per 48 ore di fila non ha
fatto altro che mettere "Mi Piace" a qualunque contenuto. Scopriamo com'è andata.

Immaginate di collegarvi a Facebook e di apprezzare, senza sosta e senza alcuna logica, qualunque
post, foto, video e articolo che vi si para dinnanzi agli occhi nel News Feed. Nella redazione di Wired è stato provato, e i risultati sono stati interessanti.

Tutto è stato meritevole di un Mi Piace, tranne un singolo status in cui un amico di Mat Hanon aveva
accennato alla morte di un caro e, per rispetto, l'esperimento ha subito un'eccezione. Avete presente il disagio che si prova in quei casi, giusto? Un utente pubblica uno status triste, le persone mettono Mi
Piace e l'utente non capisce se il like sia rivolto al godimento nel vedere l'utente triste o a una sorta di
empatia digitale verso quanto scritto nello status. Per ovviare a queste incomprensioni, il redattore di
Wired ha preferito fare una piccola deviazione. Per il resto, ogni contenuto, anche quello più odiato,
insensato, sdolcinato è stato meritevole di un apprezzamento digitale. E per completezza
dell'informazione, ogni qual volta veniva messo un Mi Piace ad un articolo, e Facebook suggeriva ad
Hanon 4 articoli correlati, anche questi primi 4 articoli correlati ricevevano un like.

L'idea di fondo di Hanon era vedere come avrebbe reagito l'EdgeRank, l'algoritmo di Facebook che
regola la rilevanza e il peso dei singoli contenuti e che decide, su base informatica, quali post mostrare all'utente e quali gettare nell'oblio digitale.

FACEBOOK PUNTA DI PIÙ SUL TRAFFICO DA MOBILE - A 24 ore di distanza, Mat ha subito preso atto di un cambiamento enorme: nel connettersi a Facebook da dispositivo mobile, i contenuti umani erano completamente scomparsi dal suo News Feed. Erano rimasti solo brand e post promozionali. Nel connettersi da dispositivo fisso, invece, stante la preminenza dei contenuti aziendali rispetto a quelli umani, erano sopravvissuti alcuni status degli amici.

Questo ha confermato al redattore di Wired quella che, tra gli addetti ai lavori, era una piccola grande verità già appurata: Facebook reputa la navigazione da mobile economicamente più fruttuosa e, per
questo, rispetto a quella da laptop, manipola il proprio algoritmo a tutto favore dell'advertising. Il News Feed di Hanon, sovrastimolato con un dose massiccia di Mi Piace, ha avuto l'innesco finale per gettare nell'oblio totale foto di vacanze e profondi status degli amici. Semplicemente perché, a conti fatti, questi non fanno guadagnare.

Per quanto strano possa sembrare ai meno esperti, no, il News Feed che compare sul vostro cellulare
non è lo stesso che compare sul portatile.

BARRICARSI NELLE PROPRIE CONVINZIONI – La seconda presa di coscienza di Hanon è stata che, nell'aver casualmente apprezzato molti contenuti ideologicamente attinenti all'area di destra,
conservatrice e xenofoba, Facebook aveva iniziato a rispondere promuovendo pagine e contenuti simili.

Il redattore di Wired ha sperimentato sulla propria pelle la cosiddetta logica del "Daily Me" (l'Io
Quotidiano, ndr) teorizzata da Cass Sunstein, ovvero quel meccanismo digitale perverso per cui l'utente finisce per essere circondato dall'eco assordante delle proprie convinzioni, creando idealmente un proprio giornale in cui non si apre mai ad altri punti di vista. Lo sperimentatore, che ha portato il suo News Feed ad un punto massimo di estremismo, ha descritto questa parte con un certo disagio:

"We set up our political and social filter bubbles and they reinforce themselves—the things we read and watch have become hyper-niche and cater to our specific interests." (Creiamo le nostre "bolle" politiche e sociali attraverso i filtri, che ti fanno apparire solo contenuti simili a quelli che hai già visto, così le cose che vediamo sono solo un "iper-nicchia" fatta apposta per noi, ndr)

Il News Feed di Hanon non ha fatto altro che rimpolpare – in linea puramente teorica, essendo solo un esperimento – le convinzioni palesate dall'utente a colpi di Mi Piace. Nella "testa" dell'EdgeRank, come in quella di tutti gli algoritmi che governano i contenuti dei colossi informatici, c'è l'idea che nell'era della personalizzazione perfetta l'utente voglia solo leggere quel che già concerne alla sua area comportamentale e ideologica. Amazon vi suggerirà libri a partire dai comportamenti d'acquisto
precedenti, Facebook vi suggerità contenuti a partire dalle vostre interazioni passate.

L'effetto perverso lo potete immaginare facilmente: l'utente si trincera dinnanzi alle sue credenze e,
come in un guscio ermetico, non riesce a venire a conoscenza di altre opinioni – che è poi la vera
essenza del concetto stesso di pluralismo informativo e di opinione pubblica, il confronto tra punti di
vista diversi. Facebook appaga alla perfezione questo Daily Me, visto che il News Feed appare agli
occhi dei più come un giornale su misura, più che un semplice aggregatore di contenuti. E nel giornale personalizzato l'utente si sente a casa, ideologicamente al sicuro, semplicemente perché i punti di vista opposti sono banditi e l'algoritmo implementa il proprio credo, senza mai metterlo in discussione.

"It reminded me of what can go wrong in society, and why we now often talk at each other instead of to each other." (mi ha ricordato alune cose che possono andare storte in una società, e mi ha fatto pnsare che questo può anche essere il motivo per cui spesso oggi si "parla a", invece di "parlare con", ndr)

Quindi, la prossima volta che in Tv sentirete esimi guru digitali narrare le mirabolanti gesta dei social network nei confronti dell'aumento dell'informazione, ricordatevi della piccola lezione tratta da questo esperimento su Facebook. Solo perché la creatura di Mark Zuckerberg propone più contenuti – di numero -, non vuol dire che informi di più giovani e adulti, visto che l'informazione esprime un concetto di qualità prima che di quantità. Anzi, è molto probabile che Facebook sedimenti idee precostituite alimentando il cameratismo tra utenti che la pensano allo stesso modo e l'odio nei confronti di coloro che non appartengono alla camerata. D'altronde, in un mondo digitale in cui abbiamo deciso di dare le chiavi del cancello agli algoritmi, dobbiamo ammettere che i gatekeeper dell'informazione non siamo più né noi né i giornalisti, bensì chi ci dice, quotidianamente, cosa leggere e cosa non leggere.



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mercoledì 22 gennaio 2014

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venerdì 4 marzo 2011

BLOG DI CIPIRI: Beppe Grillo presenta il suo candidato , Ha 20 ann...




BLOG DI CIPIRI: Beppe Grillo presenta il suo candidato , Ha 20 ann...: "Beppe Grillo presenta il suo candidato: «Ha 20 anni e metterà tutto su Twitter» Mattia Calise «filmerà tutto quel che fanno nelle is..."

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giovedì 9 dicembre 2010

Il fondatore di Facebook: “Voglio donare tutto in beneficenza”

Il fondatore di Facebook: “Voglio donare tutto in beneficenza”

Mark Zuckerberg si è appena giunto alla lista di miliardari che si sono impegnati a dare via la maggior parte della loro ricchezza per opere di carità.

Lo riporta il Wsj, Mark Zuckerberg, il miliardario fondatore del social network Facebook Inc. ha deciso di dare la maggior parte del suo patrimonio in beneficenza, andando a mark zuckerberg1 Il fondatore di Facebook: Voglio donare tutto in beneficenzariempire le fila di un più ampio gruppo di ricchi imprenditori divenuti filantropi dopo aver accumulato ingenti ricchezze.

GIVING PLEDGE - Oltre a Zuckerberg, il fondatore di AOL Steve Case e l’ investitore Carl Icahn hanno appena firmato il “Giving Pledge” che chiede ai suoi firmatari di impegnarsi pubblicamente a dare via la maggior parte della loro ricchezza. Il 26enne è uno dei 16 nuovi miliardari al pegno, che attualmente ammonta a più di 50 donatori. I loro impegni si uniscono a quelli assunti da persone agiate tra cui Larry Ellison fondatore di Oracle Corp., il regista George Lucas e il sindaco di New York Michael Bloomberg. La promessa è uno sforzo organizzato da Bill Gates e Warren Buffett per convincere il mondo ricco ad accrescere le proprie donazioni.

DONATORE DELL’ANNO - Mr. Zuckerberg, che fondò Facebook nel dormitorio dell’Università di Harvard prima di abbandonare il college e di lavorare a tempo pieno ai suoi affari in California, è uno dei più giovani miliardari del mondo, per un patrimonio del valore stimato intorno ai 6,9 miliardi di dollari, secondo Forbes. Ma poiché la sua ricchezza è parte della quota di proprietà di una società che deve ancora essere inserita nel mercato azionario, è comunque in gran parte teorica. Mr. Zuckerberg è emerso come uno dei maggiori donatori quest’anno. Nel mese di settembre, ha fatto il suo primo grande dono caritatevole, promettendo al “The Oprah Winfrey Show” 100 milioni di dollari per scuole pubbliche a Newark.

DONAZIONI COLPITE DALLA CRISI - Molti dei “signori del pegno” aveva già previsto di erogare la loro ricchezza e la maggior parte di essi sono già coinvolti in opere di filantropia. Non è chiaro se il Giving Pledge abbia incoraggiato a donare di più. Nel complesso, anche le donazioni sono state duramente colpite dalla debolezza dell’economia. Negli Stati Uniti sono scese del 3,6% a 303,75 miliardi dollari l’anno scorso, in calo rispetto ai 315 miliardi dollari del 2008 secondo Giving USA. Nicolas Berggruen, 48 anni, ha detto che ha deciso di dare via la sua fortuna mentre era in vita in modo da poter assumere personalmente la responsabilità per come verrà utilizzato il suo denaro.”La ricchezza è un vantaggio, ma è anche una responsabilità francamente“, ha detto in un’intervista. Anche il co-fondatore di facebook, Dustin Moskovitz, che attualmente sta lavorando in una società chiamata Asana, ha firmato il “pegno”.

di Teresa Scherillo (makia)


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venerdì 8 maggio 2009

Problemi col PC? Risolvili con un click



Problemi col PC? Risolvili con un click


PC Fixer, l’aggiusta tutto a domicilio. PC Fixer è un programma completamente gratuito che analizza il tuo computer per trovare i suoi problemi, permettendoti con un click di risolverli. Ecco come.





Scaricare ed installare PC Fixer
Collegati sul sito Internet di PC Fixer e fai click sulla voce Download presente nel menu. Nella pagina Web che si apre, fai click sul pulsante Download Now per scaricare PC Fixer sul tuo PC.



Al termine dello scaricamento, fai doppio click sul file di installazione di PC Fixer. Nella finestra che si apre, fai click sul pulsante Next, spunta la voce I Accept the terms of the License Agreement e quindi fai click prima sul pulsante Next e poi sul pulsante Install per avviare il processo di installazione.



Nella finestra Activate PC Fixer che si apre, copia i caratteri scritti nell’immagine nel campo di testo Code you see above e fai click sul pulsante Next. Nella finestra successiva, fai click sul pulsante Finish per terminare il processo di installazione e avviare PC Fixer.



Fare un checkup completo del tuo PC
Nella finestra principale di PC Fixer, fai click sul pulsante Checkup per fare un checkup completo del tuo computer. Dopo una analisi del tuo PC, viene mostrata la lista dei problemi individuati sul tuo PC. Facendo click sul pulsante più presente accanto ad un problema puoi capire in cosa consiste.



Accanto a reali problemi del tuo PC (contrassegnati con un simbolo di pericolo nella colonna Priority), vengono proposti suggerimenti per migliorarne l’utilizzo (contrassegnati con il simbolo i di informazione nella colonna Priority). Dopo aver messo un segno di spunta ai problemi da risolvere, fai click sul pulsante Apply Selected per farli risolvere a PC Fixer.



Se necessario, si apre la finestra Reboot che ti chiede di riavviare il PC per mettere in atto alcune modifiche: fai click sul pulsante Yes per farlo.

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