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mercoledì 9 novembre 2016

Privacy Online



Il più grande produttore di software per la sicurezza digitale dell'Unione Europea, rende noti i risultati di un nuovo studio sulla privacy online condotto a ottobre 2016 su 1000 utenti di social media del Regno Unito, secondo cui un incoraggiante 68% degli intervistati ha già adottato importanti misure per proteggere il proprio profilo online. Il 75 % crede invece che la riservatezza sia più importante della popolarità sui social network, mentre il 53 % degli intervistati verifica periodicamente le impostazioni della privacy degli account che usa. 

Questi risultati evidenziano un enorme cambiamento nel modo di considerare la privacy online da parte degli utenti Internet britannici e dimostra che le recenti violazioni di alto profilo di fatto hanno avuto un impatto positivo facendo crescere la consapevolezza di quanto siano importanti la riservatezza e la sicurezza informatica. 

Altri risultati dello studio hanno rivelato che il 72% degli intervistati non consente agli sconosciuti di vedere i post e le foto caricati sui social media, e il 68% riconosce che condividere la propria posizione su Facebook o Twitter può essere rischioso.

Altri risultati rassicuranti mostrati dallo studio rivelano che il 62% delle persone non utilizzano la stessa password per più account, ben l’81% ha dichiarato che le password che utilizzano non sono in alcun modo relative alla loro vita personale (compleanni o anniversari), mentre il 69% degli intervistati ha rivelato che non fornisce i dettagli della propria carta di credito al telefono quando acquista dei beni di consumo.


È interessante notare che lo studio ha mostrato una forte differenza tra i due sessi, con le donne che si dimostrano più attente alla salvaguardia della propria privacy rispetto agli uomini, in differenti settori. 
Per esempio, oltre un uomo su dieci ha ammesso che per lui la popolarità sui social media è più 
importante della privacy, mentre per le donne questo dato cala fino al 6%. Inoltre il 36% degli uomini non hai mai fatto nulla per proteggere la propria privacy online, rispetto al solo 29% delle donne. Se un uomo su dieci non ha mai verificato le impostazioni della privacy sui propri account social media, le donne si attestano al 5%. Lo studio ha anche mostrato che il 39% degli uomini non sa o non si interessa al problema di sicurezza legato ai tag, mentre per le donne questa percentuale scende al 26%.


Secondo gli esperti di ESET, anche se i risultati dello studio mostrano che molte persone stanno 
iniziando a prendere in seria considerazione la propria privacy, è importante non sottovalutare il fatto che ci sono ancora un numero consistente di utenti che non se ne curano, e che potrebbero essere seriamente a rischio. Per questo è importante per loro iniziare dare maggior peso alla riservatezza e alla sicurezza online, prima che sia troppo tardi. Ciò include alcuni semplici passaggi come usare password 
differenti per tutti gli account online e aggiornare le impostazioni della privacy sui profili dei social media, così da non rendere pubblici post e foto. 

Si consiglia anche di effettuare delle ricerche online per verificare quali informazioni personali sono pubblicamente visibili su Internet e, se si trova qualcosa che desta preoccupazione, allora è il caso di rimuoverla. Inoltre si consiglia di installare una valida soluzione di sicurezza che funzionerà da prima linea di difesa contro tutte le minacce online. 

LEGGI ANCHE
VITTIME ON LINE
http://cipiri4.blogspot.it/2016/11/vittime-di-cybercrime.html

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Customer Experience e Digital Trasformation



Ormai da anni viene sottolineata l’importanza della customer experience per le aziende che vogliano gestire nel modo migliore la transizione nota come ‘digital transformation’. Ma tra il dire e il fare c’è una distanza ancora difficile da colmare: basta osservare le aziende in azione per comprendere che molte – forse troppe – sono ancora focalizzate sul brand e solo sul brand, spaventate forse, dalla necessità di rifocalizzare la propria attenzione
 dal prodotto (o dal brand) al cliente.

Questo aspetto è sicuramente amplificato quando facciamo riferimento al mercato italiano, più lento – per ragioni strutturali e legislative – a recepire dei cambiamenti così profondi.

Tutte le aziende oggi sono consapevoli che il miglioramento della customer experience debba diventare la priorità assoluta, a partire proprio dal 2016. Ma la stessa consapevolezza risulta essere più semplice a dirsi che a farsi, poiché c’è ancora molta confusione sull’evoluzione del customer journey, e non tutti sono pronti ad accogliere le conseguenze di questo rinnovamento.
Il riferimento principale è, ovviamente, la tecnologia mobile, che ha riscritto (e continua a riscrivere) i confini dell’esperienza delle persone, in quanto, di fatto sta cambiando radicalmente il modo di fare di tutti i consumatori.

Il comportamento di ricerca e di acquisto, in pochi anni, è stato interamente rivoluzionato dalle 
fondamenta, portando alla luce l’importanza di strumenti di marketing come la personalizzazione e la localizzazione. I clienti sono sempre connessi, e questo significa che le informazioni devono essere disponibili sempre, ovunque e su tutti i devices.

Perdere di vista un singolo punto di contatto del customer journey rischia di provocare una frattura nella connessione tra brand e cliente. Il modo di ricercare le informazioni è cambiato, ed allo stesso tempo sta cambiando il modo di acquistare di tutti i consumatori, pertanto tale aspetto deve essere considerato come “Fondamento” sul quale puntare la strategia aziendale. Di fatto i consumatori ricercano le prime informazioni attraverso il web, comparandole con i diversi competitor, ed utilizzando sempre più dispositivi mobile.

Questo ci permette di rimarcare l’importanza di essere presenti sul web con forme che debbano agevolare il consumatore dando loro la facilità di accedere alle informazioni, ed acquistare attraverso tutti i differenti dispositivi.
L’esperienza, allora, diventa il vero elemento di differenziazione in un mercato super-competitivo, in cui lo smartphone non rappresenta solo un canale come tanti, ma diventa la porta d’accesso principale alle informazioni.

Brand, cliente e marketing dovrebbero convergere tutti in una visione multicanale e multidirezionale, il cui scopo ultimo è offrire la migliore customer experience possibile.


Partendo da questo presupposto, cerchiamo di evidenziare alcuni consigli basilari per cercare di migliorare la customer experience:

Cambia punto di vista – Finché continuerai ad osservare il tuo brand e l’esperienza che offri dal tuo punto di vista, non riuscirai mai a rintracciarne le criticità. Cambia punto di vista e cerca di guardare il mondo attraverso gli occhi dei tuoi clienti, attuali e potenziali.

Rendi la vita più semplice – Lo scopo ultimo di una strategia di customer experience non è mai la vendita diretta dei tuoi prodotti. Lo scopo ultimo è rendere la vita degli utenti più semplice e, di conseguenza, eliminare tutti gli ostacoli alla conversione. 
Il focus è sul cliente, non i suoi soldi.

Agisci su tutti i canali – L’epoca delle strategie di canale è ormai finita. Per riuscire a raggiungere i clienti quando e dove importa davvero, è fondamentale per la customer experience integrare un approccio omni-canale, che chiuda il cerchio del customer journey collegando l’esperienza fisica con quella virtuale.

Social media. E’ fondamentale pensare a come i social media possano essere sfruttati per tenere costantemente informati i nostri clienti per capire che ormai non si può prescindere dall’avere una strategia social. Occorre assicurarsi di saper ascoltare e anche, se del caso, rispondere. Attenzione. 
Non limitiamoci solamente a rispondere, ma cerchiamo di capire perché i clienti ci stanno contattando, analizziamo le loro domande, 
per poter migliorare il nostro servizio/prodotto e la customer experience.


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giovedì 11 luglio 2013

L ' azione per social media: Facebook e Google+



L ' azione per social media: Facebook e Google+

Chi ama scrivere per passione o per lavoro sa che ogni canale ha le sue regole e richiede un approccio specifico.

Facebook

Sul social network blu il consiglio è di privilegiare argomenti positivi (che ottengono più likes e quindi maggiore risalto nel news feed degli amici) e accompagnare il testo con un'immagine e/o un link.

E' buona idea dare evidenza al link, magari accorciandolo con bit.ly e separandolo dal resto, e comporre un testo che dia un'informazione interessante ma parziale, in modo da spingere i lettori a seguire il link per completarla.

Di norma, comunque, sono le immagini a provocare più reazioni in termini di likes, commenti e condivisioni.

Per attivare dinamiche virali i post debbono essere pubblici e facilmente fruibili su ogni supporto, dal pc al mobile.

Da non trascurare la recente introduzione degli #hastags e la tradizionale possibilità di @citare pagine e utenti.

Il tempo migliore per pubblicare su Facebook va dalle 13 alle 16; quello peggiore dalle 20 alle 8 di mattina.

Google+

Anche su Google+ gli #hashtags sono utili per rendere riconoscibili e rintracciabili i propri contenuti ed è possibile coinvolgere utenti e pagine citandoli.

La sezione What's hot segnala i temi più gettonati; gli hangouts servono a organizzare videoritrovi.

La fascia oraria più propizia per aggiornare Google+ è la mattina: dalle 9 alle 11. Da evitare la fascia che va dalle 16 alle 8.

leggi anche http://cipiri4.blogspot.it/2013/07/scrivere-per-il-web.html
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