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domenica 11 agosto 2019

IL FRAGOLINO



Il fragolino è una bevanda, ferma o frizzante, diffusa nel Nord Italia, ottenuta dalla vinificazione di uva della specie Vitis labrusca (o dei suoi ibridi con la europea), conosciuta come uva fragola, detta anche uva americana, Isabella, Raisin de Cassis (uve non europee).

Una legge dell'Unione europea, tesa a contrastare la concorrenza al mercato vinicolo europeo da parte di vini prodotti con uve non europee, spesso di minori qualità e costo, ne ha reso illegale la vendita (ma non la produzione per uso personale). La normativa europea peraltro ricalca pressoché esattamente le normative nazionali preesistenti, che avevano lo stesso scopo.

A fattore concomitante e giustificativo delle norme restrittive, è sempre stato evidenziato, nel fermentato di uva fragola, il maggior contenuto di metanolo, che ha attività tossica, e/o di tannino, rispetto alle viti europee. Tale fatto è oggettivamente vero, ma le differenze rispetto alla vite europea sono marginali e si riducono o si annullano se la vinificazione avviene avendo cura di non coinvolgere in fermentazione le bucce, i vinaccioli e soprattutto il graspo.

Sono stati fatti collegamenti a sofisticazioni alimentari (scandalo del vino al metanolo) in cui effettivamente i produttori di fragolino non furono mai coinvolti. In realtà, da misurazioni comparative tra vini da Vitis vinifera e da V. labrusca non sono mai risultate quantità di metanolo che giustificassero misure di divieto al consumo nei confronti della seconda, che infatti non esistono.




La storia del Fragolino è la storia dell’uva fragola, detta anche Isabella perché donata alla Regina da Colombo in persona di ritorno dalle Americhe. Il modo in cui è arrivata in Italia è decisamente bizzarro: già presente in larga misura all’inizio dell’Ottocento in Francia, viene portata nel Triveneto per combattere l’Oidio, una malattia della vite.

Il problema è che, essendo anche portatrice di Fillossera, un insetto che si mangia la pianta dalle radici, ha letteralmente distrutto i vitigni autoctoni italiani.
I contadini avevano notato che questa pianta americana era di fatto immune a quasi tutte le malattie, per cui hanno deciso di piantarla in misura massiccia lungo tutto il territorio.

L’unico problema è che se si vinifica sulle bucce dell’uva fragola, le pectine presenti producono metanolo oltre al consueto etanolo. E con il metanolo si diventa ciechi e poi si muore.

Per questo come motivo principale, unito alla paura che le nuove varietà americane prendessero il sopravvento su quelle europee perché indistruttibili, già nel 1936, in piena epoca fascista, venne varata una legge che permetteva di possedere viti di uva fragola con la sola condizione che sia l’uva, sia un’eventuale bevanda venissero consumate esclusivamente a uso personale. Si poteva mangiarla e si poteva anche farci del vino, anche se non si poteva chiamare vino perché denominazione ristretta alla sola varietà europea.

Il fragolino che si trova in commercio in Italia, è in realtà una bevanda a base di vino, zucchero e aromi al gusto fragola. Gli amanti del vero vino fragolino possono però acquistarlo fuori dall’Unione Europea (Svizzera, Usa, Australia) oppure nel Burgenland, in Austria. Questa è infatti l’unica regione europea dove per motivi storico culturali è possibile produrre e vendere vino ottenuto da uva fragola.






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giovedì 6 ottobre 2016

GLI APERITIVI



Nel V secolo a.C. il medico greco Ippocrate prescriveva ai pazienti affetti da inappetenza un medicinale di sua invenzione: il vinum hippocraticum, vino bianco e dolce, in cui erano macerati fiori di dittamo, assenzio e ruta.

Fin dall'antichità Greci, Etruschi e Latini avevano l'abitudine di far precedere i loro banchetti da bevande a base di vino, miele, resine spezie e quant'altro fosse in grado di “aprire” all'assunzione del cibo. La parola aperitivo, deriva infatti da “aperio-aperire” parola latina che significa, appunto, aprire. Successivamente appare il termine “aperitivus”, parola che significa letteralmente “spalancare le porte al desiderio di dissetarsi”. 

Caterina de Medici, sposa di Francesco I, re di Francia, portò alla corte queste bevande, tanto che la parola si trasformò in “aperitif” col significato di “prima del pasto”.

L'aperitivo nel suo significato vero e proprio però nacque a Torino in una piccola bottega di liquori del signor Antonio Benedetto Carpano, il quale nel 1786 ha inventato il vermut, prodotto con vino bianco addizionato ad un infuso di oltre 30 tipi di erbe e spezie. Da allora la “speciale bevanda” è stata esportata in tutta Europa e successivamente prodotta da Cinzano e Martini & Rossi, divenendo con l'appellativo di “Martini” l'aperitivo per eccellenza, da bere liscio o come base di tanti cocktail come il Negroni. Si diffuse in diverse città d'Italia negli ultimi anni del 1800 specialmente nei caffè, particolarmente attivi a Torino, Genova, Firenze, Venezia, Roma, Napoli, Milano.

Carlo Gancia nella metà dell'Ottocento propose una versione diversa del vernut: il vermut Gancia. Fu l'aperitivo ufficiale della casa reale, la quale concesse l'autorizzazione a usare la formula “Bianco Gancia, vermouth dell'Aristocrazia e della Regalità”. Fu usato come veicolo di propaganda anche un messaggero dell'indipendenza e dell'unità come Giuseppe Garibaldi da cui l'aperitivo “Garibaldi” di Gancia.

Gli aperitivi contengono delle sostanze che hanno delle proprietà che vanno a stimolare i succhi gastrici dello stomaco predisponendolo alla ricezione del cibo. Oltre alle sostanze contenute, anche il colore e l'odore, sono importanti. Spesso gli aperitivi si presentano con colori che vanno dal rosso, all'arancione, al bianco o trasparente.

Un aperitivo è un una bevanda alcolica o analcolica che si beve prima dei pasti per stimolare l'appetito (in inglese anche pre dinner). Può essere un cocktail o una bevanda non miscelata accompagnata o meno a stuzzichini. È diffuso in Italia così come in tutto il mondo.

Molti aperitivi, come ad esempio il Negroni, sono compresi nella lista della International Bartenders Association (Cocktail ufficiali IBA).

Per le normative italiane e comunitarie l'aperitivo (alcolico) non è una specifica bevanda alcolica definita dal punto di vista legale e merceologico come possono essere il vino, la birra, un distillato, il liquore, l'amaro, eccetera; è piuttosto una modalità di preparazione e consumo di bevande alcoliche o preparati a base di bevande alcoliche. Si noti inoltre che un aperitivo non deve necessariamente essere alcolico (basti pensare ai cosiddetti soft drinks che sono le famose bevande gassate diffuse in tutto il mondo).

L'aperitivo è un vero e proprio rito che si svolge dalle 18.00 alle 21.00 come pre-cena, come pausa di relax post lavoro. Viene accompagnato da stuzzichini come olive, patatine, salatini,taralli pugliesi,frutta e similari. Nuove varianti moderne si prolungano oltre l'orario di cena, sotto il nome di happy hour dove ad un costo di piccole tariffe aggiuntive è possibile degustare finger food di tutti i tipi, come sostituto alla cena.

In Italia l'aperitivo si è diffuso a macchia di leopardo. Cominciò ad essere servito in alcuni locali di Genova e di Firenze dove ad oggi tutti i locali offrono vari e ricchi buffet e dove venne inventato anche il famoso Negroni.

Al Nord è ben diffuso in tutte le città della Lombardia, nelle province ad essa confinanti e anche in molte località sciistiche delle Alpi è comunque ormai usanza largamente diffusa in tutte le grandi città italiane. A Milano, Genova, Torino, Verona e Bologna ci sono diversi locali, alcuni dei quali storici, che da anni offrono un aperitivo in grande stile.



L'aperitivo al Sud, soprattutto nelle città con il mare, si protrae fino a notte fonda sulle spiagge, dove è accompagnato da eventi musicali e promozionali. Questo avviene soprattutto nelle regioni della Puglia (come il Salento) e della Campania (soprattutto nella Costiera Amalfitana), dato l'alto tasso di turismo permette di divenire un'anticamera del divertimento.

In Friuli-Venezia Giulia e nella maggior parte del Veneto si continua invece a seguire il rito dell'aperitivo secondo le tradizioni locali, con ottimi vini e pochi stuzzichini. L'aperitivo per eccellenza era l'ex tocai (ora friulano o tai in veneto) negli ultimi anni superato dal prosecco.

A Milano e nel resto d' Italia è consuetudine effettuare un aperitivo in grande stile la domenica mattina (cosiddètto brunch), oppure tutti i giorni lavorativi prima di pranzo o cena. Non si riduce alla scelta della bevanda alcolica/analcolica, ma è accompagnata da un ricco buffet di stuzzichini, primi e secondi piatti, frutta e dolci.

In quasi tutte le località della Sardegna tradizionalmente il rito dell'aperitivo, sia prima di pranzo che prima di cena, consiste soltanto nel consumo di uno o più bicchieri di vino locale: cannonau o altri vini rossi nei paesi dell'interno, malvasia in Planargia, vernaccia nell'oristanese, vermentino in Campidano ed in Gallura. Negli ultimi dieci anni nelle principali città sarde ha preso piede, riprendendo una tendenza tipica dell'Italia, l'aperitivo che unisce vini o cocktails a stuzzichini e vario cibo.

I più diffusi aperitivi sono l'Americano, il Pirlo, lo Spritz, il Campari, il Rossini e il Sanpellegrino. Tra gli aperitivi composti da una sola bevanda alcolica il primato spetta al prosecco.

La moda dell'aperitivo è ormai ben radicata in tutta Italia già da diversi anni, e si sta diffondendo anche in altri paesi, quali la Svizzera, Francia, Austria, Slovenia, Serbia e Germania.

L'aperitivo ha anche degli effetti fisiologici come ad esempio la stimolazione della secrezione di succhi gastrici che può aumentare la sensazione di fame. Se in piccole quantità può portare leggeri benefici alla digestione, all'aumentare dell'assunzione la rende più difficoltosa e porta quasi a raddoppiare le calorie ingerite col successivo pasto.

Va registrato come il rito dell'aperitivo sia diventato ormai dalla seconda metà degli anni novanta una moda costosa, con l'apertura di alcune decine di locali in zone raffinate, con arredamenti lussuosi, superfici sterminate, selezione all'ingresso, buffet ricchissimi. I prezzi, saliti di concerto al diffondersi della moda, hanno reso l'aperitivo un'abitudine costosa in quanto tale, tuttavia molti considerano un ricco aperitivo un degno sostituto di una cena ad un prezzo molto più ragionevole. Anche questo fattore contribuisce a diffonderne la moda.

Con gli anni è pure cambiato il tipo di cocktail più richiesto e si è formata una "moda del bere". Se a metà anni ottanta si bevevano Long Island Iced Tea, Whisky con ghiaccio, Campari con il vino bianco (localmente un tempo chiamato anche mez-e-mez, cioè "mezzo e mezzo", oppure "un Campari in due", da non confondere con il Mezzoemezzo Nardini, un aperitivo a base di Rosso Nardini, Rabarbaro Nardini, Seltz e scorza di limone molto in voga al giorno d'oggi), Bloody Mary e pochi altri, intorno al 1988 si affermarono i cocktail sudamericani come i Daiquiri, le Tequila di vario genere, i Margarita.

Nei primi anni novanta diventarono di moda i cocktail a base di Vodka, seguiti pochi anni dopo dall'Americano e dalla riscoperta del Negroni sbagliato, inventato al Bar Basso di Milano negli anni cinquanta e in genere chiamato semplicemente "Sbagliato". Oggi i cocktail più diffusi sono proprio lo Sbagliato, i Vodka Martini, gli Spritz e i cocktail con succhi di frutta.

Si è diffuso negli ultimi cinque-sei anni circa l'offerta di buoni vini al calice al posto dei cocktail.

Con l’andare del tempo, il sorseggiare un aperitivo è diventato anche un modo per prendersi una pausa dalla propria attività lavorativa o concedersi alcuni momenti di socializzazione con amici o conoscenti subito dopo gli impegni lavorativi.

Per quanto riguarda gli aspetti salutistici va rilevato che il segreto sulla fabbricazione degli aperitivi non consente di conoscere la loro esatta composizione il che non può escludere un potenziale pericolo derivante dall’impiego di sostanze poco note nel loro effetto farmacologico, la cui assunzione protratta nel tempo, potrebbe causare effetti dannosi all’organismo. Va infine ricordato che, oltre a questa eventuale tossicità, può aggiungersi, soprattutto per quanto riguarda gli aperitivi analcolici, quella che potrebbe essere esplicata dalle sostanze antifermentative usate ai fini della loro conservazione.



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lunedì 11 aprile 2016

IL CAFFE' GINSENG



Il caffè al ginseng è una bevanda di origine asiatica.

In oriente si è diffusa molti anni fa come preparato solubile confezionato in monodose denominate sachet, in particolar modo nella dorsale asiatica individuabile in Thailandia, Malesia, Singapore. Il mercato di riferimento locale è la distribuzione organizzata per un consumo prettamente domestico.

La bevanda si presenta nell'aspetto simile al caffelatte, avendo come ingredienti caratterizzanti la crema di latte (di solito di origine vegetale), lo zucchero, il caffè istantaneo e l'estratto secco di ginseng.

Nei primi anni duemila il caffè al ginseng ha iniziato a diffondersi in Italia, primo paese occidentale a farne uso in misura significativa. Le poche aziende operanti nel settore importavano i primi caffè al ginseng esclusivamente dai tre stati asiatici citati e solo con il passare degli anni anche delle aziende italiane hanno iniziato a produrlo, senza affermarsi nel settore. L'importazione del caffè al ginseng è soggetta ai controlli del Ministero della Salute: i prodotti devono essere analizzati e certificati.

In Italia la sua diffusione nei bar è avvenuta soprattutto con l'ausilio di macchine automatiche per l'erogazione di prodotti solubili, che venivano utilizzate per offrire principalmente il caffè d'orzo, altro prodotto molto consumato, ma si trova anche nei negozi, supermercati per esempio, in confezioni adatte al consumo casalingo, simili alle bustine da tè.

La concorrenza della vendita del prodotto ha portato ad una modifica rispetto all'originale asiatico, che utilizza l'estratto secco di Ginseng.

Una variante del caffè al ginseng è la Tongkat Ali, che prevede l'aggiunta dell'estratto questa pianta, nativa della Malesia e dell'Indonesia.

Grazie al suo contenuto in metilxantine (caffeina), il caffè nero è considerata una bevanda piuttosto energizzante e stimolante. Da qualche anno però, al fine di enfatizzarne la capacità tonica, è stata ideata la miscelazione del caffè nero con il ginseng; il risultato è una bevanda chiamata Caffè al Ginseng.
Non si tratta certo del primo accostamento tra la radice ad un altro alimento; infatti, oltre alle innumerevoli formule della medicina tradizionale cinese (infusi, decotti ecc.), da qualche tempo sono state immesse sul mercato le "birre al ginseng" ed il "tè al ginseng".
Il caffè al ginseng viene prodotto infondendo i chicchi o la polvere di caffè con la radice della Panax quinquefolius (ginseng americano).
Si ipotizza che, bevendo con regolarità il caffè al ginseng, si possano raggiungere diversi benefici di tipo salutistico; tra questi: l'ottimizzazione della pressione sanguigna, una maggiore concentrazione, il miglioramento della prestazione fisica, l'incremento della libido, la promozione del sistema immunitario ecc.
A livello ristorativo, oggi il caffè al ginseng gode della stessa disponibilità di qualunque altra tipologia di caffè. Anche per quel che concerne l'approvvigionamento, questo alimento è ampiamente reperibile sia al dettaglio (formato singolo per il consumatore), sia all'ingrosso (formato grande destinato alla ristorazione).
Il caffè al ginseng è considerato una bevanda "borderline", ovvero difficilmente classificabile sia tra gli alimenti, sia tra gli integratori alimentari; di quest'ultimo gruppo, fanno parte anche quelli aromatizzati come, ad esempio, il caffè allo zenzero.
Sebbene la maggior parte dei prodotti occidentali contenga la Specie americana di ginseng (Panax quinquefolius), altri sono ricavati a partire dalla pianta coreana o cinese (ginseng asiatico o Panax ginseng).
In virtù dei benefici salutistici che se ne possono ricavare e della spiccata funzione tonica, il ginseng asiatico è utilizzato dai popoli orientali già da molti secoli.
Si ritiene che i prodotti al ginseng vantino un certo potenziale afrodisiaco, ma tale aspetto non è stato dimostrato scientificamente.
In occidente, l'uso più comune del caffè al ginseng è finalizzato alla stimolazione delle funzioni mentali. Infatti, le persone che bevono il caffè al ginseng avvertono una maggior lucidità, reattività e vigilanza rispetto alla bevanda tradizionale; qualcuno dichiara anche un effetto positivo sulla fissazione della memoria.
Il caffè al ginseng dovrebbe favorire anche la circolazione sanguigna, grazie all'effetto vasodilatatore di certe molecole in esso contenute; se così fosse, tale caratteristica potrebbe risultare benefica alle persone che soffrono di ipertensione arteriosa.
E' stata anche avanzata l'ipotesi che i derivati del ginseng modulino positivamente la glicemia, tendendo ad abbassarla qualora fosse elevata; anche in tal caso, i risultati dei vari studi accademici non sono in comune accordo.



Alcuni promotori del caffè al ginseng sostengono che la bevanda possa aiutare a migliorare il sistema immunitario; in tal caso, pare che la ricerca scientifica ne abbia confermato l'efficacia.
C'è chi sostiene che la bevanda possa anche favorire la prevenzione verso alcuni tipi di tumori, ma non esistono dati significativi che avvallino questa teoria. I venditori in particolare, sostengono che, a differenza di altri tipi di caffè, quello al ginseng non induca la ben nota sensazione di nervosismo quale effetto collaterale della caffeina. Probabilmente, si tratta di una reazione soggettiva.

Il caffè al ginseng può essere consumato come qualunque altro tipo di caffè; ad esempio: caldo, freddo, macchiato con latte o con crema di latte, zuccherato, dolcificato in maniera alternativa, come ingrediente del caffè-latte o del cappuccino ecc.
L'infusione è pressoché identica e la maggior parte delle macchine per il caffè sono in grado di produrre anche quello al ginseng.
Il Ginseng dona all'organismo non solo un potere energizzante, ma addirittura terapeutico. Innanzitutto sarete molto più svegli al mattino, poi c'è un netto miglioramento della digestione e si elimineranno tutti quei fastidi che provengono invece dall'abuso di caffè normale come il nervosimo, la tachicardia e la depressione. E' sempre più facile nella società d'oggi essere completamente avvolti dal nervosismo, ecco che una bella tazza di caffè Ginseng potrà stabilizzare non poco il vostro sistema nervoso, con effetto calmante e rilassante e un'armonia maggiore per tutto il vostro organismo.


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venerdì 8 aprile 2016

I KIT DEL VINO



Un vino che non è vino ma “solo una bevanda idroalcolica (alcol + acqua) che nulla ha a che vedere con il nettare di Bacco e in special modo con il Verdicchio”. Il professore di industrie e tecnologie alimentari dell’Università Politecnica delle Marche, Natale Giuseppe Frega, ha per primo analizzato scientificamente uno dei famigerati kit per ‘autoprodurre il vino’ – in questo caso un fantomatico Verdicchio proveniente dai “Castelli Canadesi”, con tanto di foto del Colosseo e della immancabile bandiera italiana. E l’analisi presentata al Vinitaly nello stand della Regione Marche è impietosa e per molti versi inquietante, con il professore che è stato netto nel descrivere il mostro: “È un intruglio fermentato che del Verdicchio scimmiotta solo il nome. E’ un prodotto con bassissimi polifenoli, che ha perso tutti gli antiossidanti ed è quindi privo di tutte le proprietà benefiche e salutari del vino. Inoltre al tracciato della frazione aromatica – ha continuato il professor Frega – il Verdicchio canadese ha un profilo totalmente piatto: zero aromi rispetto ai numerosissimi contenuti nel Verdicchio dei Castelli di Jesi, che lo rendono unico e inimitabile. Questo non ha nulla ha a che vedere con il vino e con il Verdicchio: è solo una bevanda idroalcolica”.

Online si può acquistare un kit per la produzione di vino italiano. Il kit consiste in diverse polverine, agenti chimici, mosto e trucioli di quercia.

In Europa si stavano diffondendo i cosiddetti “vini in polvere”; in particolare, in Gran Bretagna si commercializzavano vini in polvere spacciati per Valpolicella, Chianti o Barolo, vini coperti da marchi Dop e Igp. I “falsi vini in polvere” sono stati prodotti in Svezia e in Canada e commercializzati online proposti ai consumatori come una bevanda definita “vino italiano“.



Secondo le stime di Coldiretti, nella sola Unione europea sarebbero oltre 20 milioni le bottiglie di vino ottenute dalle misture commercializzate online. A ritirare il vino in polvere dal commercio è stata l’Ue che, dopo aver contattato le autorità italiane e britanniche, ha disposto la messa in pratica dei provvedimenti necessari a prevenire qualunque uso illecito dei marchi Dop e Igp.

Il caso è stato sollevato dalla trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”, a rispondere è stato il Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos, che ha ricordato come «i prodotti in questione non possano essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protetta o un’indicazione geografica protetta, nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome». Pare che i vini in polvere possano essere commercializzati liberamente ma certamente con specifiche differenti in etichetta. Si inizia a parlare di agropirateria e business illecito che sfrutta falsi marchi per catturare l’attenzione di consumatori più ingenui e danneggiare i veri produttori di categoria e i consorzi italiani.



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domenica 24 gennaio 2016

IL LATTE DI MANDORLA



Il latte di mandorla è una bevanda non alcolica dolce realizzata mettendo in infusione in acqua le mandorle finemente tritate e spremendo poi le stesse per farne uscire tutto il succo. Viene utilizzato come sostituto del latte vaccino dai vegani e da coloro che, per esempio, non tollerano il latte di soia.

La sua produzione è molto antica e venne sperimentata nei monasteri. Nel Medioevo, la composizione del latte di mandorla, in quanto prodotto dal frutto di una pianta, l'ha reso particolarmente adatto per il consumo durante la Quaresima. Il latte di mandorla (non zuccherato) è stato anche un punto fermo nella cucina medievale cristiana e musulmana, perché il latte di mucca, che non si mantiene a lungo senza guastarsi, di solito era subito trasformato in prodotti caseari più durevoli, tipo il latte fermentato o il formaggio. Veniva consumato in una zona che si estende dalla penisola iberica fino all'Asia.

Diversamente dal latte di mucca, questa bevanda non contiene colesterolo né lattosio, ma ha anche un contenuto inferiore di proteine. Tuttavia, contiene molti nutrienti, come fibre, vitamina E, magnesio, selenio, manganese, zinco, potassio, ferro, fosforo e calcio. Grazie alle sue proprietà, il latte di mandorla aiuta la digestione.
L’unica cosa a cui fare attenzione sono le calorie. Questo ingrediente è molto calorico, ha 50 calorie ogni 100 ml, per questo è bene non assumerne quantità esagerate, per evitare di ingrassare. La dose consigliata si attesta su un bicchiere al giorno.

Il latte di mandorle è un ingrediente molto versatile. Può essere bevuto freddo, al bicchiere, oppure essere utilizzato per realizzare dei dolci o dei piatti salati dal gusto esotico. Inoltre, può essere aggiunto nella preparazione di frullati di frutta, che verranno così ancora più gustosi.
Il latte di mandorla caldo può essere usato anche in ricette tradizionali, come il purè di patate o al posto della panna da cucina nelle zuppe. Il tutto nelle stesse quantità che usereste per il latte di mucca.
Ma il latte di mandorla non si usa solo in cucina. Sono noti anche gli usi cosmetici di questo ingrediente che viene spesso usato come base per shampoo e creme idratanti.



Il sapore del latte di mandorla è simile a quello delle mandorle, ma in commercio si trova anche senza zucchero e in gusti diversi: i più gettonati sono la vaniglia o il cioccolato, che talvolta sono anche arricchiti di vitamine.

Il latte di mandorla fai da te è facilissimo da preparare anche a casa. Basta che frulliate 100 grammi di mandorle sbucciate con 1 litro d’acqua bollente. Lasciate poi riposare per circa due ore, finché la bevanda non si raffredda e poi filtrate il latte con un colino.

Il latte di mandorla zuccherato è altresì una bevanda tipicamente siciliana, diffusasi anche in Calabria, in Basilicata, in Campania e in Puglia.

La regione Puglia ha inserito il latte di mandorla nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

È una bevanda dissetante e viene servita, specialmente in estate, ben fredda o ghiacciata come granita. Oltre che da solo, il latte di mandorla può essere utilizzato per la preparazione di altre bevande come ad esempio il caffè in ghiaccio e altri soft drink.

Il latte di mandorla è definito tale solo ed esclusivamente per il colore biancastro; la sua composizione chimica non ricorda nemmeno vagamente quella del latte animale ed il suo consumo non può sostituirlo in alcun modo. L'energia apportata dal latte di mandorla deriva principalmente dai glucidi (semplici) utilizzati per la sua preparazione, nel caso venga formulato a livello casalingo si consiglia di utilizzare il fruttosio in sostituzione al saccarosio ma in dosi inferiori del 30% rispetto alla ricetta comune, sfruttandone il potere dolcificante superiore ed il miglior impatto glicemico (entro certi limiti di dosaggio). Il latte di mandorla apporta una discreta quantità di antiossidanti (Tocoferolo – vit. E) ed il suo consumo potrebbe essere consigliato in sostituzione alle comuni bevande soft-drinks (tipo cola, aranciate, succhi di frutta, ecc); la predominanza dell'apporto di acidi grassi insaturi (oleico e linoleico) conferisce al latte di mandorle una discreta qualità nutrizionale.


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lunedì 4 gennaio 2016

IL VIN BRULE'



Il vin brulè è una bevanda calda a base di vino rosso di qualità, fermo e corposo, a cui vengono aggiunti zucchero ed aromi.

Il vin brulè ha origini molto antiche e, anche se non si conosce la sua esatta origine, si pensa che la prima ricetta del vin brulè sia da attribuirsi ai frati che, grazie alla vita in convento, conoscevano molto bene le erbe e le spezie.

L’usanza di bere vino rosso caldo era molto diffusa tra le popolazioni che abitavano le zone alpine e nei paesi con clima tipicamente freddo; il vino rosso caldo era molto utile per combattere il freddo.

Con il tempo poi, il vin brulè si diffuse un po’ in tutto il mondo come bevanda riscaldante da bersi nelle stagioni fredde.

Il suo predecessore "Il Vino Speziato" era di largo consumo nella civiltà dei Romani e le spezie servivano a conservare meglio il vino. Successivamente fu elaborato corretto e arricchito di particolari dai Frati grandi conoscitori d'erbe e spezie.

Il costume di bere del vino cotto si diffuse soprattutto tra le popolazioni alpine o comunque dei paesi europei freddi. Successivamente, si diffuse positivamente in tutto il mondo, laddove occorre affrontare gelide giornate con una gradevole e confortante bevanda calda.

Il vin brulé si prepara riscaldando vino rosso (nella versione tradizionale) o vino bianco, aggiungendo quindi zucchero a piacere e diverse spezie, di base cannella e chiodi di garofano. In alcuni casi vi si aggiungono facoltativamente delle scorze di limone, anice stellato, mela e/o qualche spicchio di mandarino.

Durante la lunga bollitura del vino, l'alcool etilico evapora a 83 °C. Tuttavia spezie e zuccheri dovrebbero essere aggiunti dopo, in fase di raffreddamento della bevanda, poiché eccessive temperature formerebbero un prodotto di decomposizione degli zuccheri, l'idrossimetilfurfurale (HMF), il quale è sospettato di cancerogeneità. Dunque, per mantenere il vino caldo nel tempo durante, ad esempio, una festa, sarebbe opportuna una fonte di calore sempre minima e costantemente controllata.

I vin brulé economici pronti in commercio vengono spesso preparati con dei vini di scarsa qualità e fortemente dolcificati per mascherarla. Un vin brulé di qualità superiore è fatto da vini rossi da tavola corposi, con l'aggiunta soltanto di poche spezie e di poco zucchero.

I vini utilizzati variano nelle diverse regioni. In Germania si utilizza di solito vino rosso, nell'Italia settentrionale e alcune province tedesche anche il vino bianco, in Austria tutti e due.

In Italia esistono differenti varianti. Ad esempio, il vinbruè in Veneto è preparato di solito con vino Chardonnay o con vino Pinot bianco con l'aggiunta di cannella, mela e chiodi di garofano, viene consumato soprattutto durante il pan e vin assieme alla pinza e il bisò, il vin brulé in versione romagnola è preparato con Sangiovese speziato e servito molto caldo. Nella città di Faenza, la sera del 5 gennaio si celebra la Nott de bisò, manifestazione legata al palio del Niballo. Il nome "bisò" è tradizionalmente fatto derivare dalla frase dialettale bì sò! ("bevete, su!"), ma si tratterebbe di una paretimologia: l'origine del nome andrebbe fatta risalire al tedesco Bischoff (o inglese bishop), parola che, oltre che "vescovo", significa appunto "vino rosso caldo", per via del colore che richiama appunto l'abito vescovile.

Le varianti invece che contengono il rum, l'acquavite o liquori come l'amaretto in realtà non sono delle varianti di vin brulé ma piuttosto di punch.

La gradazione alcolica dipende ovviamente dal vino utilizzato, di solito dagli 11 ai 14 gradi alcolici. Tuttavia sopra gli 80 °C l'etanolo del vino evapora, pertanto la gradazione alcolica del vin brulè è molto variabile e diminuisce in base al tempo (lungo) ed il modo (fiamma bassa) di cottura dello stesso.




La ricetta per la preparazione del vin brulè è molto semplice ed anche il tempo impiegato per realizzarla non è molto lungo.

Questi gli ingredienti per la ricetta del vin brulè:

– 1 bottiglia di vino rosso corposo da 75 cl.

– 100 grammi di zucchero

– La scorza di un  limone non trattato

– La scorza di un’ arancia non trattata

– 2 stecche di cannella

– 1 Anice stellato

– 6 Chiodi di garofano

– Mezza mela a fette

– Un pizzico di noce moscata grattugiata

Munitevi di una pentola abbastanza capiente per contenere tutti gli ingredienti che avete preparato, versatevi quindi il vino rosso, lo zucchero, la mela a fette, le scorze  e le spezie.

Accendete il fuoco e portate ad ebollizione a fuoco lento, mescolate per far sciogliere lo zucchero e, dopo aver fatto bollire il tutto per 5 minuti, spegnete. Nel caso voleste eliminare ancora un po’ di alcool potete provare ad avvicinare una fiamma (attenti a non scottarvi) alla superficie del vino; in questo modo l’eventuale alcool presente in superficie si incendierà. Aspettate che si spenga e filtrate il tutto; il vin brulè è pronto per essere bevuto caldo.

Ha numerose proprietà benefiche poiché è Corroborante, Riscaldante e Disinfettante, storicamente in Francia era chiamato "Il Vino Dei Poeti di Strada" in quanto essi trovavano nelle lunghe serate invernali il giusto conforto e ispirazione nelle loro rappresentazioni teatrali nelle Vie Parigine di fine 800 e 900.
Gli ingredienti di questa bevanda sono un Litro di Vino rosso e corposo come ad esempio il Sangiovese, 2 stecche di Cannella, 200 grammi di Zucchero, 8 Chiodi di Garofano, un Arancio ed un Limone, la sua semplice preparazione si sviluppa così: Sbucciando prima l'Arancio ed il Limone privando la buccia della parte bianca, successivamente poi in una pentola a lati alti mettere i chiodi di garofano e le stecche di cannella, unire il vino rosso e 200 grammi di zucchero e le bucce dell'arancia e del limone, mescolare il tutto per sciogliere gradualmente lo zucchero, portare in ebollizione per qualche minuto e mescolare con un cucchiaio di legno.
Il Vin Brulé è una bevanda poco alcolica poiché con l’ebollizione parte del suo contenuto alcolico evapora e quindi ben si adatta alle esigenze di tutti coloro che non tollerano bevande troppo alcoliche.
Prezioso nella sua semplicità ma imprescindibile nel suo carisma legato alle atmosfere invernali.





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martedì 22 dicembre 2015

IL RUM



I  precursori del rum risalgono all'antichità. Si ritiene che lo sviluppo di bevande fermentate prodotte dal succo di canna da zucchero sia iniziato nell'antica India o in Cina e da lì si sia diffuso. Un esempio di questi antenati è il "brum". Prodotto dai malesi, il brum risale a migliaia di anni fa. In un documento del XIV secolo Marco Polo parla di un "ottimo vino di zucchero" che gli venne offerto nell'attuale Iran.

La prima distillazione di rum avvenne a Londra con le canne da zucchero indiane intorno al XV secolo, poi dopo il XV secolo venne prodotto a Londra con le canne da zucchero provenienti dalle Americhe. Invece la prima distillazione di rum nelle Americhe ebbe luogo nelle piantagioni di canna da zucchero dei Caraibi nel XVII secolo. Gli schiavi delle piantagioni scoprirono per primi che le melasse, un sotto-prodotto del processo di raffinazione dello zucchero, fermentavano in alcool.

Più tardi la distillazione di questi sottoprodotti alcolici concentrò l'alcool e rimosse le impurità, producendo i primi veri rum. La tradizione narra che il rum ebbe origine dapprima sull'Isola di Barbados. Al di là della sua origine, i primi rum caraibici non erano di grande qualità. Un documento del 1651 dalle Barbados affermava che "Il maggiore intossicante prodotto sull'isola è il Rumbullion, detto anche Kill-Divil (ammazza-diavolo), ottenuto da canne da zucchero distillate, un bollente, infernale, e terribile liquore."

La popolarità della bevanda si diffuse nelle Colonie statunitensi. Per sostenere la richiesta del liquore, la prima distilleria nelle colonie fu fondata nel 1664 nell'odierna Staten Island. Tre anni dopo una distilleria venne aperta a Boston, Massachusetts. La produzione di rum divenne la più grande e florida industria del New England coloniale. Il rum colà prodotto era piuttosto famoso, e fu anche considerato il migliore nel mondo per la gran parte del XVIII secolo. Il rum del Rhode Island venne persino accettato come moneta corrente, alla stregua dell'oro, per un certo periodo in Europa. Le stime sul consumo di rum nelle colonie statunitensi prima della guerra di indipendenza americana stabilivano un consumo pro capite di 3 galloni imperiali di rum all'anno – corrispondente a 13,5 litri – per ogni uomo, donna e bambino.

Per sostenere una tale richiesta di melassa per la produzione di rum, contestualmente all'aumentata domanda di zucchero in Europa nel corso del XVII e XVIII secolo, era necessaria una fonte di forza lavoro per le piantagioni di zucchero nei Caraibi. Un commercio triangolare venne realizzato tra l'Africa, i Caraibi e le colonie per sostenere questo bisogno.

Lo scambio circolare di schiavi, melassa e rum era piuttosto redditizio, e secondo alcune interpretazioni, l'interruzione al commercio causata dal Sugar Act del 1764 potrebbe persino aver contribuito a causare la rivoluzione americana. La popolarità del rum continuò dopo la Rivoluzione Americana allorché George Washington si alzò su una botte di rum di Barbados in occasione del suo discorso di insediamento nel 1789. Le restrizioni all'importazione di rum dalle isole britanniche dei Caraibi, in concomitanza con lo sviluppo del whiskey americano portarono al declino della popolarità della bevanda negli Stati Uniti.

Peraltro tale associazione risiede principalmente nel fatto che il rum era il liquore localmente disponibile negli anni d'oro della pirateria nei Caraibi, ma soprattutto dall'enfasi che a tale connubio venne data in alcuni lavori letterari quali il poema "Fifteen men on the Dead Man's Chest'" di Robert Louis Stevenson nel suo libro L'isola del tesoro. Si dice che i pirati erano soliti miscelare rum e polvere da sparo prima di assalire le navi cariche di merci destinate all'Europa.

L'associazione tra il rum e la Marina reale britannica ha inizio invece nel 1655 quando la flotta Britannica invase l'isola di Giamaica. Con la disponibilità di rum prodotto internamente, gli inglesi cambiarono la razione quotidiana di liquore destinata ai marinai da brandy francese a rum. Mentre la razione era originariamente pura, o mescolata con succo di limone, la pratica di allungare con acqua il rum iniziò intorno al 1740. Per contribuire a minimizzare gli effetti dell'alcool sui suoi marinai, l'ammiraglio Edward Vernon ordinò che la razione di rum venisse annacquata prima di essere distribuita, e tale mistura divenne nota come grog.

Il termine grog venne coniato dal nomignolo Old Grog, con cui i marinai designavano l'Ammiraglio, per la sua abitudine d'indossare in mare vestiario di spesso tessuto di grogram. La Marina Reale continuò a dare ai suoi marinai la razione quotidiana di rum, conosciuta come un "tot", finché la pratica venne abolita dopo il 31 luglio del 1970. Una storia su rum e marineria è quella secondo la quale il corpo di Horatio Nelson, ucciso al termine della vittoriosa Battaglia di Trafalgar, venne conservato in una botte di rum per poterlo trasportare sino in Inghilterra.

Tuttavia all'arrivo la botte venne aperta e si scopri che non vi era più rum. Il corpo sotto spirito venne rimosso e, dopo un'ispezione, si scoprì che i marinai avevano praticato un foro sul fondo della botte e bevuto tutto il rum, bevendo in questo modo anche il sangue di Nelson. Questa leggenda è la base sulla quale viene usata il termine "sangue di Nelson" per definire il rum. I dettagli della storia sono oggetto di disputa, dove alcuni storici dichiarano che il termine ebbe invece origine da un brindisi in onore di Nelson. Secondo alcuni, il rum era utilizzato nelle lunghe traversate atlantiche; mischiato all'acqua impediva che questa marcisse e bruciava i batteri che vi si formavano.



Il rum divenne una merce importante nel primo periodo coloniale del Nuovo Galles del Sud. L'importanza del rum era dovuta innanzitutto alla mancanza di una moneta corrente tra la popolazione della colonia e alla capacità della bevanda di permettere ai suoi consumatori di dimenticare temporaneamente le pessime condizioni di vita nella nuova colonia. Il valore del liquore era tale da indurre i coloni coscritti a lavorare le terre appartenenti agli ufficiali del Corpo d'armata del Nuovo Galles del Sud. Questi ultimi utilizzavano proprio la loro facilità ad accaparrare grandi quantità di rum per scambiarlo molto convenientemente con beni e prestazioni lavorative, per tale motivo erano conosciuti anche come "The Rum Corps". A causa della popolarità del rum tra i coloni, il paese divenne noto per la diffusione dell'alcolismo benché il consumo di alcool fosse in realtà inferiore ai livelli comunemente diffusi nell'Inghilterra dell'epoca.

Quando William Bligh divenne governatore della colonia nel 1806, tentò di rimediare al percepito problema dell'alcolismo mettendo fuori legge l'uso del rum come mezzo di scambio. In risposta a questa azione, e a molte altre, nel 1808 il Corpo d'armata del Nuovo Galles del Sud marciò, con le baionette inastate, verso la Casa del Governo e mise Bligh agli arresti in quella che è conosciuta come la "Ribellione del Rum". Gli ammutinati continuarono a controllare la colonia sino all'arrivo del nuovo governatore Lachlan Macquarie nel 1810.

Sino alla seconda metà del XIX secolo tutti i rum erano liquori forti o scuri considerati adeguati per i lavoratori poveri, a differenza dei raffinati spiriti a doppia distillazione europei. In modo da espandere il mercato per il rum, la Commissione Reale di Sviluppo spagnola offrì un premio a chi avesse migliorato il processo produttivo del rum. Ciò introdusse diversi aggiustamenti che migliorarono notevolmente la qualità del liquore. Una delle figure più importanti in questo processo di sviluppo fu il catalano Facund Bacardí i Massó, che si trasferì dalla Spagna a Santiago di Cuba nel 1843. Gli esperimenti di Don Facundo con le tecniche di distillazione, il filtraggio del carbone vegetale, la coltivazione di differenti ceppi di lievito e l'invecchiamento con botti di quercia americana aiutarono a produrre una bevanda più dolce e gradevole tipica dei rum leggeri moderni.

È con questo nuovo rum che Don Facundo fondò la Bacardí y Compañía nel 1862. La produzione del rum è attualmente diffusa in molte zone continentali dell'America centrale e meridionale. Durante il colonialismo americano il liquore era utilizzato dai coloni europei come semplice bevanda, ma anche come medicinale, si credeva infatti che questa bevanda potesse curare polmoniti ed altre patologie, all'epoca, incurabili.

Dal decreto pubblicato nel novembre 1996, il rhum agricolo ha ottenuto la denominazione « AOC Martinique », la certificazione di origine controllata del rhum di Martinica.La Martinica è ancora oggi l’unica isola ad avere un marchio di origine.

E AOC “Martinique”, Solo il rhum estratto della distillazione di succo fresco di canna da zucchero, e con la menzione “Rhum agricole” (Rhum agricolo). Rappresenta un territorio di produzione, una piantagione di canna da zucchero, un tipo di canna da zucchero, un processo di estrazione del succo, di fermentazione, di distillazione e di stoccaggio.

I Rhum che si rivendicano AOC Martinica non possono essere commercializzati senza il certificato del INAO (National Institute of origin Accreditation).

I germogli di canna da zucchero vengono piantati nel terreno più adatto alla specie, nei mesi compresi tra febbraio ed agosto. È molto importante che i germogli siano piantati nel momento più adatto al clima locale, per ottenere un elevato contenuto zuccherino, in modo che il succo destinato alla fermentazione possieda il minor materiale di scarto possibile. È invece abbastanza ininfluente, ai fini della produzione di rum, il tipo di terreno in cui la canna viene piantata. La pianta cresce naturalmente per almeno 12-18 mesi, raggiungendo i 3 metri d'altezza nelle aree tropicali e circa 1 metro d'altezza se piantata in zone subtropicali. La canna viene quindi raccolta, tagliandola alla base il più vicino possibile al terreno, poiché è lì che si concentra la maggior parte del succo. La raccolta può essere manuale o meccanica.

Nell'arco di poche ore la pianta deve essere mandata alla macinazione, per evitare che questa si secchi e perda gran parte del succo. È qui che avviene la prima grande distinzione tra tipi di rum, le possibilità sono due: quanto estratto con la macinazione può essere destinato alla produzione di zucchero, i cui residui (la melassa) verranno poi inviati alla fermentazione, creando così un rum industriale.

Oppure il succo estratto dalla canna con la frantumazione può essere inviato direttamente alla fermentazione, non producendo zucchero. In questo modo si ottiene un rum agricolo, nel quale il succo viene depurato, decantato, filtrato e versato nei tini di fermentazione delle distillerie agricole. La fermentazione è spontanea ed ha una durata di 36/48 ore. In alcune distillerie artigianali la fermentazione avviene ancora nei vecchi alambicchi di rame rosso. Qualunque sia il metodo di produzione, il rum agricolo è di una finezza notevole, non avendo subito alcuna alterazione delle sostanze aromatiche.

La fermentazione consiste nell'aggiungere al succo di canna, o alla melassa, del lievito. In modo da trasformare la parte zuccherina in alcol etilico, acidi, ed altri alcoli che verranno poi estratti con la distillazione. Utilizzando delle vasche, chiuse o aperte, la mistura viene lasciata fermentare per un minimo di 24 ore ad un massimo di 15 giorni, a seconda del tipo di rum che si vuole ottenere. In generale, con una fermentazione breve si ottiene un prodotto dall'aroma leggero, contenente pochi acidi e pochi residui organici pesanti. Con una fermentazione più lunga, anche senza arrivare ai 15 giorni, il prodotto ottenuto sarà un liquido contenente una più alta dose di alcoli, acidi, e residui.

Di conseguenza sarà possibile distillare un rum molto corposo e dal sapore deciso, ad elevato contenuto di esteri. Il processo di fermentazione se mal controllato può rovinare completamente la produzione, rendendo addirittura il prodotto nocivo se venisse creata un'esagerata dose di metanolo. Per questo tale processo viene gestito dai migliori maestri ed effettuato tenendo conto della temperatura e umidità dell'ambiente.

Per capire la distillazione bisogna precisare che esistono diversi tipi di alcol, alcuni più leggeri e dal sapore delicato e floreale, ed altri più pesanti dal sapore più deciso (cuoio, noci ecc). In pratica più pesante è l'alcol più il suo aroma è forte, fino a risultare sgradevole. Gli alcol più leggeri evaporano prima degli alcol più pesanti. Il processo di distillazione non fa altro che separare l'alcol dall'acqua e selezionare gli aromi che si desidera ottenere. Esistono diverse varianti per la distillazione, dovute a diversi tipi di alambicchi che si sono sviluppati nei secoli. I principali tipi sono due: alambicco discontinuo e alambicco a colonna.

Il rum appena distillato è un liquido bianco trasparente, i cui aromi esistono ma non sono ancora facilmente distinguibili. Le botti tradizionalmente usate per il rum sono in legno di quercia americana, le quali vengono preparate carbonizzandone l'interno. Il distillato, ancora giovane, una volta nella botte penetra all'interno dei pori del legno, assumendone alcuni aromi, e rilasciando parte dell'alcol grazie alla respirazione della botte, che scambia i vapori del distillato con l'aria dell'esterno.

Questo processo dà stabilità al distillato, eliminandone le parti più volatili e costruendo una bevanda dalla maggiore corposità, dall'aroma meglio definito. Durante il processo d'invecchiamento il distillato perde alcol, a volte fino al 10% ogni anno, obbligando il produttore a rabboccare le botti con altro distillato della stessa partita.

Una volta terminato l'invecchiamento i rum contenuti in botti diverse non hanno lo stesso aroma. Così come un rum prodotto in un anno può essere diverso dal rum di un altro anno, anche a parità d'invecchiamento. L'esigenza del produttore è di creare un'etichetta standard, in modo che il contenuto delle bottiglie sia sempre identico e della stessa qualità. L'addetto alla miscelazione conosce perfettamente come creare il giusto rum, conosce perfettamente i vari "ingredienti" che ha a disposizione. Il suo lavoro è miscelare le diverse annate, diverse botti, diverse gradazioni, e rum dai diversi aromi per creare alla perfezione il rum che vuole ottenere.



È normale mescolare rum con diversi anni d'invecchiamento, ma ogni produttore ha le sue regole per farlo, che cambiano a seconda della legislazione di ogni paese. Così quando compriamo un rum con indicato un invecchiamento di, per esempio, 15 anni, questo non ha un significato preciso. Per alcuni produttori significa che nella miscela di rum utilizzati il più vecchio ha 15 anni (e gli altri sono più giovani); per altri produttori indica il rum più giovane; per altri ancora è la media degli anni d'invecchiamento dei rum utilizzati. Quando un rum è una miscela di annate differenti e con differenti anni d'invecchiamento, si dice blended.

Quando invece un rum è interamente di una sola annata, con i medesimi anni d'invecchiamento si dice millesimato. Molti esperti del settore sono dell'idea che nell'indicazione degli anni d'invecchiamento le regole andrebbero standardizzate, a tutela dei consumatori. Tuttavia questo andrebbe forse contro gli interessi di molti paesi produttori.

Il rum bianco è trasparente o chiaro, di gradazione alcolica leggera ed è molto profumato, a eccezione di un lieve sentore di dolcezza. Alcuni Rhum Agricole blanc prodotti nelle isole francesi sono l'eccezione poiché presentano un corpo pieno. Dopo il periodo di affinamento in barile, a seguito del contatto con le doghe, il rum si presenta color ambra chiaro. Per questo motivo, la maggior parte dei distillatori tende a filtrare il distillato per rimuovere ogni singolo pigmento di colore prima dell'imbottigliamento. Il contatto con il legno del barile è però indispensabile perché questo arricchisce il rum di aromi di frutta. In alcune distillerie si ha la tendenza a produrre dei rum bianchi neutri ed insipidi, con caratteristiche organolettiche molto simili a quelle della vodka. Il rum più commerciato al mondo è il bianco con 40% vol. e si ha la convinzione che questo debba essere utilizzato solamente nella creazione di cocktail. Questa convinzione viene sfatata dagli intenditori, sostenendo che i rum light sono eccellenti anche se degustati in purezza, poiché brevemente invecchiati. L'invecchiamento del rum bianco avviene tramite affinamento di soli tre mesi, ma molte distillerie lo tengono a riposo per almeno un anno in barili che avevano già occupato prima whiskey, bourbon, brandy o cognac. Al termine dei dodici mesi (o per periodi più lunghi nel caso del Barcelò Grand Blanc e anche altri bianchi) il rum viene filtrato con il carbone attivo, perdendo quindi il pigmento ambrato, tornando alla trasparenza che aveva appena uscito dal distillatore. La popolarità del rum bianco per la creazione di cocktail ha motivi fondati. Essendo di gusto abbastanza neutro, sia che venga distillato dalla canna da zucchero, sia dai suoi derivati, viene usato come accompagnamento ai succhi di frutta o sciroppi e svolge un ruolo importante nel Frozen Daiquiri.. Nelle Barbados e in alcune nazioni caraibiche, si dice che il rum bianco è quello in cui “vedi attraverso”.

Il rum oro è conosciuto anche come “ambrato” di colore rame chiaro. Viene distillato dal succo di canna o dalle melasse e la maturazione avviene in barili di legno di quercia che hanno già ospitato il bourbon per un periodo che varia da uno a due anni. Nel caso degli élevé sous bois invece si utilizzano le botticelle impiegate per l'invecchiamento di brandy e cognac, sprigionando così al naso eccellenti aromi di canna da zucchero, con toni di quercia bianca, seguito subiti dopo da un corpo medio fruttato ricco di tannini. I rum oro durante la maturazione e l'invecchiamento sono seguiti dai maestri di cantina. La distillazione avviene tramite alambicco a colonna, tranne per la produzione adottata dalla Mount Gray, che combina due diversi processi di distillazione. Dal 1996 un disciplinare regola la produzione di rum A.O.C. (Appellation d'Origine Contrôlée)a denominazione di origine controllata. Per esempio in Martinica questo impone che per il Rhum Agricole Paille ci sia un anno di invecchiamento in botte di rovere con capacità superiore ai 650 litri. Alcuni rum dorati hanno un importante profumo di vaniglia, che caratterizza il tipico flavour dei bourbon, e vengono macerati in barili usati una sola volta. Il rum oro sincero permette ai Planter's Punch di sprigionare un gusto unico e gradevole.

Il rum scuro è caratterizzato dal corpo pieno e ricco, con sentori di caramello dominanti. È per questo motivo che la ricchezza di questo distillato si apprezza meglio se degustato in purezza. L'acquavite cristallina che si ottiene dalla distillazione del succo fresco o dalla melassa della canna nobile viene fatta invecchiare a contatto con le doghe dei barili. Questo contatto permette allo spirito trasparente dell'acquavite di prendere colori dai toni diversi che variano dall'ambrato al bruno a seconda del legno. I migliori rum scuri sono quelli prodotti con un alambicco discontinuo e poi fatti invecchiare per un lungo periodo nei barili. Alcune distillerie, per rendere il tono di colore più scuro (prima di imbottigliare), aggiungono del caramello o della melassa.

I rum invecchiati sono rum preparati tramite la miscelazione di raccolti di anni diversi e di differenti distillazioni in alambicco. Queste miscelazioni vengono effettuate nei barili dai maestri di cantina, che stanno attenti a mantenere il flavour dell'etichetta costante di anno in anno. Il colore può variare, anche in modo molto significativo, a seconda che si tratti di un añejo scuro, lavorato con metodo solera, o chiaro. La data riportata sull'etichetta della bottiglia può indicare sia il rum più giovane contenuto nel blend, sia il rum più invecchiato, a seconda delle normative di legge che cambiano da paese a paese. Per alcuni rum francesi, detti vintage, sull'etichetta vengono citati sia l'anno del raccolto, sia il territorio. Questo rum viene conservato sin dai tempi della sua nascita in barile e poi stivato in magazzini o sulle navi. Alcuni distillati poco riusciti migliorano lentamente riposando a lungo nei barili.

L'overproof è un rum dalla gradazione alcolica molto alta, che raggiunge persino il 75% vol. Sono destinati alla miscelazione oppure previsti come ingredienti nella composizione degli Zombie, dato che è molto difficile assaggiarli in purezza.

I rum speziati vengono preparati con un distillato base, arricchito con infusioni di spezie e frutti. Come aroma prevalente si ha la vaniglia, ma spesso vengono usati anche cannella e limone. Ci sono dei dubbi riguardanti la genuinità del distillato di base utilizzato per l'infusione e per la macerazione degli ingredienti (detti anche botanicals, sono foglie, radici, semi e tutto ciò che è possibile utilizzare per dare colore, sapore ed aroma, a patto che sia vegetale). Questi sono dovuti al fatto che è difficile conoscere la vera natura della materia prima utilizzata per lo spirito del distillato, ed è per questo che è più corretto chiamare gli speziati “liquori”. Comunque, a garanzia di qualità, si tende a scegliere un Meyer's Spiced Original Planter's Punch o un Captain Morgan Original Spiced, poiché non hanno note olfattive troppo predominanti, ma offrono all'assaggio un insieme molto gradevole ed equilibrato. Gli spiced sono ottimi per preparare long drink a base di frutta.

A causa dell'evaporazione dell'alcool attraverso il legno, durante l'invecchiamento in barile i rum tendono a perdere di volume. È possibile stimare il tempo necessario per l'evaporazione completa del contenuto del barile, ma vanno tenute in conto svariate variabili: temperatura, circolazione dell'umidità nella cantina, condizione dei barili ed estensione della superficie del legno che sta a contatto con il rum. Il calcolo di questo periodo di tempo permette di stabilire il Point of Diminishing Returns (PDR), ovvero quel punto dopo il quale l'evaporazione porta ad una perdita di profitto. Il PDR è un'importante scelta commerciale ed è un punto che non viene mai raggiunto dai produttori. Un premium, super premium o ultra premium, è il frutto di un incontro tra i margini di guadagno imposti dall'azienda e l'abilità del mastro di cantina che mantenendo i limiti imposti cerca di ottenere il miglior prodotto. È difficile poter definire l'età di un premium poiché è creato dalla mescolanza di più rum provenienti da distillerie diverse che sorgono in luoghi diversi, con la scelta personale di lieviti per la fermentazione dei mosti, che utilizzano alambicchi continui, discontinui (o entrambi) e che usano botti diverse a seconda se usate solo una volta o molto impregnate.

Vengono identificate, all'interno del vasto panorama della produzione, tipologie di rum che sono riconducibili alle lavorazioni tradizionali utilizzate nelle varie aree dei Caraibi.

Stile cubano e portoricano: viene usata come materia prima la melassa, distillata in alambicco continuo. Si ha un distillato leggero e raffinato.
Stile giamaicano: viene usata come materia prima la melassa, distillata in alambicco discontinuo. Si ha un distillato scuro e forte.
Stile francese: viene usato come materia prima il succo di canna da zucchero, distillato in colonna continua. Si ha un distillato con sentori fruttati e floreali.
Stile Trinidad: viene usata come materia prima la melassa, distillata in alambicco continuo. Si ha un distillato con sentori di legno forte.

La maturazione del rum, detta anche tempo del rum, è scandita da frequenti degustazioni indispensabili per i maestri di cantina per tenere sotto controllo la maturazione e l'evoluzione del distillato nei barili. Sono assaggi tecnici, che danno informazioni sugli eventuali interventi correttivi necessari per migliorare il rum, per far sì che rispetti gli standard imposti dai disciplinari di produzione. L'ora che viene ritenuta ideale per la degustazione professionale è le dieci del mattino, poiché i sensi sono rilassati, l'attenzione è viva e la luce naturale aiuta a percepire i colori. I bicchieri devono essere allineati e rivolti verso l'alto, mentre le bottiglie devono essere al riparo dalla luce diretta. È indispensabile che il degustatore sia estremamente rilassato e concentrato. Gli indizi che suscitano il “mi piace” oppure il “non mi piace” vengono affidati alla percezione immediata, oppure possono essere guidati da poche e semplici regole, che portano alla ricerca dei tipici descrittori del rum.

Il rum è un'acquavite prodotta per distillazione del succo fermentato o della melassa di canna da zucchero (Saccharum officinalis). Conosciuto anche come rhum nei paesi francofoni, e come ron in quelli ispanici, il rum è una vera e propria acquavite di canna; si ricava per lo più dalla distillazione dei residui fermentati derivanti dalla fabbricazione dello zucchero di canna, e delle relative melasse e sciroppi; tuttavia, nulla (se non il costo di produzione nettamente superiore) vieta di ricavare il distillato direttamente dal succo di canna, senza passare quindi per la produzione di zucchero. In quest'ultimo caso si ottiene un prodotto dalle caratteristiche organoleticche superiori, il cosidetto rum agricolo.
Qualunque sia la sua origine, non è raro che il rum sia aromatizzato con erbe o con altre sostanze aromatiche.
Per il suo elevatissimo tenore alcolico, il rum è classificato tra i super-alcolici, ragion per cui le modalità di consumo ed i relativi accorgimenti sono gli stessi visti per la grappa, il gin ecc.
Il rum propriamente detto richiede necessariamente un periodo di invecchiamento in botte; qualora tale passaggio non fosse adottato, si parla di rum fantasia o rum artificiali. Il rum invecchiato (detto anche ron añejo o rhum vieux) è chiaramente più pregiato.

Dal punto di vista commerciale, il rum è suddiviso in molte varietà ben distinte, in base al criterio della provenienza; le più importanti sono: Giamaica Rum, Cuba Rum, Demerara Rum, St. Croix Rum, Martinica Rum, Guadalupa Rum e Riunione Rum; un ulteriore criterio di distinzione è costituito dalla fattoria (azienda) di provenienza. In più, le varie tipologie di rum sono differenziate in base al metodo di produzione, ovvero: rum di fabbrica (fermentazione delle melasse e delle schiume - è il meno pregiato), rum industriale (fermentazione degli sciroppi e delle melasse - è fortemente aromatico e si usa per la produzione dei rum di fantasia) e rum del paese o Rhum d'Habitat o Rhum agricole (ricavato dalla distillazione del sugo di canna o vesou all'interno di distillerie agricole - è il più pregiato).
Il rum distillato giovane è incolore, trasparente, mentre con l'invecchiamento in botte tende a pigmentarsi di giallo. A volte, per simulare la maturazione, il rum giovane viene sottoposto a tinteggiatura con zucchero bruciato/caramellato (connotazione giallo-rossiccia o rossastra).
In Europa, le qualità di rum più rinomate sono le giamaicane; queste bevande si presentano incolori o poco pigmentate, mentre le altre risultano fortemente colorate (soprattutto i Demerara, un po' meno i Cuba e i Surinam). D'altro canto, nel vecchio continente è piuttosto affermata la produzione dei rum artificiali o rum fantasia (anche detti Facon rum), ricavati dall'aggiunta di sostanze tipiche del rum allo spirito diluito e colorato.

Il rum contiene dal 70 al 77% del volume in alcol; certi sono più leggeri, come quelli di origine francese (50-65%), altri sono più pesanti, come il Demerara (circa l'81%). I rum di Cuba e Giamaica si aggirano intorno ai 74°, mentre quelli della Martinica (detti Tafia) solo 54° (al consumo, quest'ultimo grado viene talvolta moderato).
Con l'evaporazione, del rum rimane un piccolo residuo, circa l'1%, composto da sostanze estrattive e da un po' di zuccheri; non mancano tracce di impurità (acidi, aldeidi, eteri, alcoli superiori) ed il relativo coefficiente (espresso in mg/100ml di alcol anidro) è variabile a seconda della provenienza.



Non è raro che il rum venga tagliato con dell'alcol etilico comune per aumentarne (fino al quadruplo) la redditività complessiva, pur a discapito della qualità. Qualora il pigmento risulti eccessivamente danneggiato da tale aggiunta, si procede all'aggiunta di caramello.
In Europa, dove si producono buone quantità di rum fantasia o artificiale, la colorazione prevede anche l'utilizzo di catecù, estratto di quercia e altri. Le essenze e gli estratti di rum sono costituiti (analogamente al cognac) da miscele di eteri come acido butirrico, acetico e formico.

Il rum è un distillato che rientra nell'insieme dei superalcolici. La sua composizione nutrizionale non evidenzia alcun contenuto in zuccheri, proteine e grassi; è quindi deducibile che TUTTO l'apporto energetico derivi dal contenuto in alcol etilico.
Come il limoncello, il maraschino, la grappa, il gin, il Marsala, il nocino, il Porto ecc., anche il rum NON si presta al consumo frequente e/o sistematico.
Trattandosi di un superalcolico, la porzione media (comunque occasionale) dovrebbe essere SIGNIFICATIVAMENTE inferiore rispetto a quella di vino o birra; circa 30-60ml.
Il consumo smodato di rum risulta potenzialmente dannoso per l'organismo, soprattutto in presenza di sovrappeso, ipertensione, ipertrigliceridemia e sofferenza epatica.
Poi, l'abuso dei superalcolici è strettamente correlato alle degenerazioni della mucosa esofagea, gastrica e duodenale, con l'aumento dell'acidità, del reflusso, delle possibilità di gastrite e, nella peggiore delle ipotesi, di ulcera.

Esistono migliaia di rum, molto diversi l’uno dall’altro, spesso diversissimi, tanto da non sembrare neppure lo stesso prodotto. Diverse sono anche le tecniche utilizzate nel processo produttivo e le zone di produzione sono tante, sparse in tutti i continenti. Raggruppare tutti questi rum all’interno di tipologie definite è difficile. Tanti ci hanno provato e continuano a provarci, magari per sostenere che la tipologia di rum a cui appartiene un certo prodotto è superiore alle altre e garantisce una maggiore qualità.

In generale una fermentazione lunga, cioè che dura alcuni giorni, produrrà un rum più pesante e scuro, tipico delle antiche colonie inglesi. Per i rum leggeri, di stile spagnolo, la melassa fermenta invece per un periodo breve, attorno alle 30 ore.
La distillazione può essere discontinua mediante alambicco (rum pesanti di stile inglese), o continua mediate colonne  (rum leggeri di stile spagnolo).
Significativa è anche la gradazione alcolica del distillato alla fine della distillazione. Questa può essere di 60-65° e questi distillati diventeranno rum pesanti. Oppure può essere di 70-75° e questi distillati diventeranno rum medi. Infine la gradazione alcolica alla fine della distillazione può essere di 90-95° e questi distillati diventeranno rum leggeri.

Più facile da capire per tutti sono le tipologie basate sull’invecchiamento. Esistono rum che vengono imbottigliati subito dopo la distillazione, senza invecchiarli. Altri invece stanno nelle botti per un periodo breve, pochi mesi o qualche anno. Poi ci sono i veri invecchiati, generalmente dai 7 ai 9 anni ma a volte anche di più. Infine ci sono gli XO (extra old) che sono invecchiati 25 anni. Nel mondo del rum l’invecchiamento è una invenzione recente. Per secoli il rum è stato consumato appena prodotto. Solo nell ‘800, a Cuba, si inizia ad invecchiare il distillato, chiamato aguardiente de cana, ottenendo un prodotto di alta qualità, il ron. Oggi proliferano rum che dichiarano molti anni di invecchiamento ed ovviamente con un alto prezzo.

Esiste una grande controversia sulla effettiva verità dei processi produttivi dichiarati e delle annate che si stampano nelle etichette. Diciamo che è bene non fidarsi troppo e non dare nulla per scontato. Alla fine la qualità reale di un rum, e quindi anche il prezzo che si merita, si verifica solo bevendolo.

Ci sono poi tipologie basate sulla geografia. Storicamente sono esistite nei Caraibi tre grandi tradizioni: quella dei paesi di lingua inglese (rum), francese (rhum) e spagnola (ron). In passato si trattava anche di tecniche diverse di fermentazione e distillazione, e il prodotto era diverso: più forte, scuro e saporito il rum inglese; più leggero, dorato e raffinato il ron spagnolo. Inoltre nei paesi di lingua inglese e spagnola si usava come materia prima la melassa, in quelli di lingua francese anche il succo puro di canna.

Ma oggi nessuna di queste tipologie funziona davvero. I produttori cambiano e combinano materie prime e tecniche cercando di intercettare il gusto dei consumatori.
Ricordiamo inoltre che nei Caraibi mancano regole comuni precise sulla produzione di rum. Non esiste per capirci un disciplinare come esiste per il Cognac o i vini DOC. Ogni paese ha le sue leggi e comunque ogni produttore agisce a modo suo, spesso mantenendo segreti alcuni passaggi del processo produttivo. Solo nella Antille Francesi, che fanno parte del territorio nazionale francese, il rhum agricole, od agricolo, ha un disciplinare preciso che impone l’uso del succo puro di canna e non della melassa.
Insomma, nessuna tipologia ci permette di capire in anticipo il prodotto che abbiamo davanti e la sua qualità. E questa in fondo è anche la grande ricchezza del rum: ogni assaggio è una scoperta.


In uno snifter (bicchiere da degustazione a forma di tulipano), oppure in un tumbler basso, si versano 2 cl di rum e si lascia respirare per qualche minuto.
Alzando il bicchiere, si osserva il colore e la densità del liquido. Si confrontano due rum invecchiati, solitamente uno industriale e un agricole e si appoggiano i bicchieri su uno sfondo bianco. Gli agricole tenderanno ad accendersi di color oro, mentre gli industriali avranno un velo grigio che tenderà a smorzare la luce.
Si avvicina il bicchiere al naso, con inspirazioni brevi, così da evitare l'anestesia iniziale che provoca l'alcool, cercando di individuare i primi sentori. Il bicchiere va avvicinato e allontanato più volte, così da permettere alle narici di percepire gli odori, poiché non sempre li percepiscono in sincronia. La testa va piegata un po' a destra e un po' a sinistra.
Con una mano si tappa il bicchiere, tenuto stretto nel palmo dell'altra, così da trasmettere il tepore del corpo al distillato.
Si avvicina il bicchiere al naso e si alza la mano appena, inspirando così da percepire i profumi. Viene fatta una piccola pausa, nella quale si scambiano i pareri con gli altri assaggiatori. Una volta aggiunti 2 cl di acqua si continua ad odorare, con calma e a lungo. Tramite il descrittore si prende subito nota delle impressioni, che tendono a succedersi velocemente.
Successivamente si procede all'assaggio, sorseggiando il distillato diluito. Il fatto che questo sia stato diluito preserva le papille e permette loro di cogliere i gusti dolci, salati, acidi e amari, permettendo anche di avvertire con il retro-olfatto i flavour del rum.
Infine si deglutisce, stando attenti alle sfumature che corrono durante la prima espirazione, tramite la via retro-nasale, e alle persistenze e agli aromi che invadono il palato.
È improbabile giungere a un'unanimità di linguaggio nella definizione dei profumi a causa della natura stessa dell'olfatto, molto soggettivo e legato alla memoria individuale. Poiché non esiste un catalogo che possa essere comparabile al sistema del Pantone per identificare il colore, è estremamente difficile che un gruppo di persone possa avere l'unanimità sulla descrizione di un determinato profumo. Per ovviare a questo, è stato istituito un codice di comunicazione standard, che cambia a seconda del tipo di rum.

Rum Bianco
Vista: trasparente, cristallino, incolore, impressione di giallo o verde oliva. Olfatto: fruttato, fiori, canna da zucchero, banana. Gusto: rotondo, medio corpo, appena dolce, cocco, meringa, vaniglia, banana. Retro-olfatto: leggermente pepato, vaniglia, ciliegia.

Rum Oro
Vista: lucente, brillante, dorato, ambrato, rame. Olfatto: caramello, burro, spezie. Gusto: medio o pieno corpo, affumicato, pepe, cannella, cioccolato, caramello, spezie. Retro-olfatto: leggero caramello bruciato, vaniglia, quercia bruciata.

Rum Scuro
Vista: sensazione di densità, colore bruno, ambra profondo, caramello. Olfatto: aromi dolci, albumina, spezie pepate. Gusto: subito intenso si trasforma in corpo medio, pepe bianco, gomma, resine, melassa, caramello. Retro-olfatto: caramello, spezie, vaniglia.

Rum Añejo
Vista: colore di tono caldo, da ambrato a scuro, verde oliva. Olfatto: ricco, nocciola, mandorla, vaniglia, spezie scure, caffè, banana e mango, noce di cocco, miele. Gusto: ampio, rotondo, note di legno, scorza d'agrumi e pepe, burro, cacao, sentore di affumicato, ciliegia, mela. Retro-olfatto: spezie e vaniglia, cioccolato, caffè, pepe, persistenza duratura ed elegante.

Rum Añejo metodo solera
Vista: rame profondo. Olfatto: caramello, cocco, cuoio, spezie. Gusto: corpo setoso, pieno, caramello, tabacco e spezie. Retro-olfatto: caramello con un velo di spezie, eleganza ed equilibrio.

Rum Overproof
Vista: rame, ambra scuro. Olfatto: caramello, nocciole, caffè e vaniglia. Gusto: corpo pieno, secco, nocciole, spezie scure, pepe bianco. Retro-olfatto: scatola di sigari, caffè, pepe, cioccolato.

Il Barbado è creato da una rara combinazione di rum provenienti dalle Barbados invecchiati dai 5 a 12 anni, in barili provenienti dalla Spagna che hanno contenuto lo sherry. È color ambra e profuma di vaniglia. Ha un corpo medio, con forti sentori di caramello e frutta tropicale che lascia al palato delle noti dolci e un piacevole calore alcolico. Ha un carattere forte e si degusta con ghiaccio o seltz, cola, ginger ale e acqua tonica. Il legno nel quale è stato lasciato maturare ha lasciato al distillato molti profumi, rendendolo molto aromatico al palato e persistente.

Il Mount Gay Eclips è un premium superior che deve il suo nome all'eclissi totale di sole del 1910. Ha un colore chiaro, luminoso e con riflessi d'oro ambrato. È profumato di mela cotta, banana, caramello e vaniglia. Al gusto risulta rotondo e corposo ma non aggressivo e si evolve in secco con sapori di caramello e banana matura. Lascia a lungo sapori di nocciola e spezie pepate. Viene distinto per la doppia distillazione che avviene tramite l'alambicco continuo a colonna (che permette di ottenere un'aguardiente a 97% vol.) e tramite il discontinuo (abbassando la volumetria all'86%). I due distillati vengono messi ad invecchiare separatamente e poi mescolati successivamente in proporzione.

Il Bermuda è un rum ricco, morbido e pieno di corpo, frutto di un blend di rum distillati alle Bermuda secondo la ricetta originale. È il rum dark più famoso tra gli scuri. Solo gli appassionati possono berlo in purezza poiché è selvaggio e carico di sensazioni caraibiche. Viene proposto nei gorg, poco rum e molta acqua calda, profumato con scorza di limone e cannella. In passato veniva venduto sfuso e versato nel barile o bottiglia dell'acquirente e veniva chiamato solamente blackseal.

Il Ron Caney è prodotto nella più antica distilleria dell'isola a Santiago de Cuba, nel sud fertile e tropicale, è il Rum cubano che più di tutti incarna la vera tradizione del "Ron ligero" creato, per la prima volta e nella stessa distilleria, da Facundo Bacardi nel 1862. Il marchio Caney nasce nel 1962 ma ha subito una diffusione molto limitata, sia sull'isola che nel resto del mondo, in quanto utilizzato negli incontri istituzionali politici e parapolitici dal governo cubano nonché quale omaggio ai capi di stato in visita[senza fonte]. È un rum tradizionale di altissima qualità interamente realizzato a mano e senza il minimo intervento chimico nell'invecchiamento. La Nave Don Pancho (l'area in cui avviene l'invecchiamento delle basi) è l'unica realtà cubana in cui queste sono realmente disponibili per la creazione di blend di altissima qualità.
Arecha Ron Anejo Reserva è il classico rum morbido gradito ai cubani. Preparato con rum invecchiati oltre 4 e 5 anni. Al palato risulta asciutto, leggermente astringente per via del passaggio nelle barrique che gli donano aromi ricchi e complessi. Magari accompagnato da buon cioccolato non troppo amaro, non si miscela.

Ron Arecha: Nel 1862 José Arechabala y Aldama arriva adolescente e determinato all'Avana dal Paese Basco. Nel 1878 fonda Vizcaya, dal nome della sua città di origine, nel 1921 è una delle più grandi aziende di Cuba e diviene società per azioni 'José Arechabala, S.A.'. Espropriata a seguito della rivoluzione la famiglia emigra (1959) il marchio si trasforma in Arecha e la produzione prosegue con i metodi tradizionali dagli esperti maestros roneros cubani. Nel 2004 il Governo cubano inserisce Arecha in una lista di rum tradizionali e di qualità, da difendere con l'imposizione di precise regole di produzione.

Havana Club ha un colore leggermente dorato e brillante, molto aromatico e leggermente zuccherino. L'aroma viene rafforzato da caramello, vaniglia, banana e legno affumicato che va ad arricchirsi di cacao. È il rum della gamma Havana più adatto alla preparazione dei cocktail e i cantineros, i barman, lo esigono per il Daiquiri. Si amalgama spontaneamente con la frutta e con gli zuccheri.

Santiago De Cuba 11 Años è un rum di alta qualità, considerato dagli abitanti dell'isola il miglior premium prodotto ed è un rum leggero, preparato a Santiago nella distilleria più antica, risalente al 1862. L'invecchiamento è caratterizzato da un'abbondante evaporazione che conferisce vivacità. È particolarmente profondo, ma allo stesso tempo lieve e denso di aromi. Viene consumato con ghiaccio o puro e si incontra facilmente con un sigaro. Per la sua preparazione si usano alambicchi a colonna, così da cogliere l'essenza delle melasse ottenute dalla canna da zucchero coltivata nella Sierra Maestra.

Appleton estate VX è un rum molto morbido, con un invecchiamento molto lungo che gli assicura un corpo pieno, molto gradevole e appena dolce. Il colore è oro caldo ed è molto ricco di carattere. Il profumo è fruttato, con una punta di spezie esotiche come zenzero, noce moscata e vaniglia. È delicato e perfetto per la composizione di cocktail con succhi di frutta o bibite, perfetto per le coladas. Proviene da una delle migliori distillerie giamaicane che usa alambicchi discontinui “small batch” detti anche di piccola infornata.

Jamaica Supreme Lord III 23YO ha un colore oro antico e all'olfatto si presenta netto e profumato di frutta candita e canna da zucchero, che lascia alle narici un sentore persistente di banana e cioccolato. Ha un corpo rotondo, dolce e caldo, con un ottimo equilibrio tra sapori di melassa, caramello e mandorle tostate che persiste a lungo. Viene assaggiato in purezza, diluito con uguale parte d'acqua per abbassare l'alto tenore alcolico. È stato invecchiato nelle cantine inglesi ed è il frutto di un unico distillato del 1982, imbottigliato nel 2005. Sono presenti solamente 1300 bottiglie riservate ai collezionisti.

Guadalupa è un rum agricole imbottigliato nel 1986 e ha un colore ambrato, con profumi che ricordano l'arancia candita con un tocco di caramello, vaniglia e forti sentori del paese di produzione. Una volta sorseggiato, libera sapori di prugna e frutta secca e lascia un lieve e prolungato gusto di caramello. Nel finale si hanno forti sentori di torrefazione, cuoio e tabacco. L'aggiunta di un goccio d'acqua facilita la scoperta dei descrittori. Viene distillato in alambicchi continui a colonna, dov'è stato inserito il vesou estratto dallo zucchero macinato dai mulini a vento tipici della Guadalupa.

Guatemala 23YO è molto persistente e appagante e dolce. Ha un colore ambrato quasi bruno e ha con sé sapori di melassa e assomiglia, nel complesso, al brandy spagnolo maturato con metodo solera. I tempi di maturazione vengono scanditi da costanti prelievi ed immissione rum crudo (detto raw rum), distillato appena sgorgato dall'alambicco.

Zacapa Centenario 23 años si tratta di un agricole piuttosto appariscente, da bere puro o con ghiaccio; se viene bevuto con acqua sprigiona un aroma di incenso. È ambrato, di colore bruno scuro, e al naso si avvertono profumi di barile. Al palato si scopre il gusto di nocciola tostata con un accenno di caramello ma viene considerato troppo facile da bere. È invecchiato con il metodo solera e per molti è il migliore al mondo: ha vinto l'International Rum Festival Tasting Competition, una competizione annuale dove gli intenditori degustano i vari rum ai quali danno un punteggio, dal 1998 al 2001 con 98/100.

Demerara 12YO viene fatto maturare a lungo in barile, così che sprigioni un tono ambrato profondo e brillante. Ha profumi marcati, ma non troppo esuberanti. Al gusto presenta aromi speziati, ricco di note vegetali e accompagnato da un ricordo di linfa di canna da zucchero appena tagliata. Ha una persistenza al palato pungente ma dolce di melassa aromatica nel complesso. È meglio assaporarlo in purezza o allungato con acqua. Prende il nome da una regione della Guyana Britannica, attraversata dall'omonimo fiume e il carattere che ha acquisito dipende dalle caratteristiche della materia prima.

El Dorado Demerara 15YO Special Reserv è stato messo in vendita nel 2002 ed ha un puro stile inglese. Forte e scuro, ha un corpo pieno che risulta squisito al gusto e dal carattere deciso. Ha un corpo molto strutturato, con sentori legnosi e tannici. In bocca, lascia una nota critica per quanto gradevole e si assaggia puro, anche se si consiglia di miscelarlo in una Piña colada o un Mai Tai. Per la produzione viene utilizzato un alambicco storico.

Barbancourt 3 Stelle è un rum agricole dal sapore leggero e delicato. Ha un colore ambra dorato, molto profumato di legno, vaniglia e zucchero scuro. È morbido al palato e facile da bere. All'assaggio è morbido, molto gradevole con ghiaccio o allungato con una bibita gassata. Perfetto per preparare Caipirissima, Mojito, punch gorg e tutti i cocktail che hanno al loro interno lime, zucchero di canna, menta, cannella, chiodi di garofano e cardamomo. Viene prodotto dal succo di canna da zucchero haitiana, distillato due volte in alambicchi di rame e successivamente invecchiato in botti di quercia bianca del Limousin. Ha al suo interno le migliori tecniche distillatorie francesi, che comprendono il vesou puro di canna da zucchero.

Barbancourt Réserve Du Domaine 15YO: il suo profumo è quello di agrumi canditi, con sentori tostati e con lievi tannini. Il corpo è quasi eccessivo, ma allo stesso tempo delicato e setoso. Al gusto è ricco di sentori di pere cotte, cannella e pepe. Resiste a lungo con flavour agrumati e speziati. È un rum importante, con la produzione limitata alla degustazione. Viene gustato con un cubetto di ghiaccio o con acqua. Viene distillato due volte in alambicco discontinuo con metodo Charentais e la canna da zucchero da cui proviene è raccolta a mano. Viene lasciato invecchiare almeno 15 anni in barili di quercia francese.

Old Monk 7YO viene creato dal blending di distillati di melasse di canna da zucchero indiana. Presenta un colore bruno profondo ed ha leggeri sentori di vaniglia. Viene consigliato l'assaggio in purezza prima dell'uso in miscelazione. Per quanto abbia un grado alcolico medio-basso, la volumetria è persistente. È un rum scuro popolare in India, conosciuto anche come la bevanda degli dei, ma anche come “il drink del soldato”. È ricco di caramello e gustoso. Risalta nei cocktail caldi, in un gorg o in un rum coffee.

Cruzan Clipper è di colore dorato, con riflessi topazio e verdi, dal profumo dolce di cannella, fiori, vaniglia, tracce di melassa e un sentore agrumato. Al palato si presenta dolce e fruttato, che lascia spazio ad una sensazione di spezie calde e cocco, frutti acidi, fiori e vaniglia. Va sorseggiato con calma, diluito con un goccio d'acqua ma si consuma anche con bibite gasate o succo di frutta. È creato da un blending di rum invecchiati dai 5 ai 10 anni in barili di querce americana. Viene ripassato più volte in alambicco continuo di tipo Armagnacais e la definizione dell'invecchiamento indica il rum più giovane utilizzato.

Bielle Rhum Vieux Hors D'Age è un rum eccezionalmente fine, invecchiato almeno 7 anni e provoca una vampata di calore alcolico iniziale, porgendo alle narici profumi di banana, frutto della passione e mango. Successivamente, seguono picchi pungenti di zenzero, note di scorza d'arancia, magnolia e lievi note di vaniglia e legno. Una volta assaggiato, al gusto si ha la conferma dei sentori olfattivi, ai quali si aggiungono caramello, miele di api e burro salato. Viene degustato in un ampio bicchiere a temperatura ambiente, abbinato con un morso di cioccolato amaro e un ottimo sigaro. La particolarità del Bielle è che il mosto viene fatto fermentare per due giorni in tini capienti diecimila litri e all'uscita dall'alambicco, ha un tenore alcolico pari al 70% che viene attenuato con l'aggiunta di acqua piovana.

Clément Single Cask AOC è un rhum unico,disponibile in edizione molto limitata. Ogni bottiglia è stata riempita di canna da zucchero blu, un tipo di canna molto raro. Imbottigliato direttamente da una botte unica senza essere filtrato, Clément Single Cask è la forma monovarietale più autentica e inalterata di Rhum Vieux. Ogni bottiglia è firmata dal Master Distiller, con la referenza e data della botte, e il tipo di canna da zucchero.

caratterizzato da note di mandorle, canna da zucchero, caramello, frutta secca,combinato ad una sensazione profonda e indimenticabile al finale.

Martinique Hors D'Age AOC ha un color ambra scuro che inizialmente è vinoso ma che successivamente sviluppa dei profumi di polvere di caffè e liquirizia. Questi al palato si trasformano in note dolci di butto caramellato, vaniglia e canna da zucchero. Ha un corpo pieno ed impone l'assaggio in purezza, sia diluito che no. Viene consigliato anche in un gorg aromatizzato alla cannella con un cucchiaio di zucchero scuro o miele di acacia.

Saint James Royal Ambre AOC è un rum agricole oro caldo e ambrato che sviluppa aromi intensi ed avvolgenti con profumi di cacao e tè, seguiti successivamente da caramello e miele scuro. A contatto con il palato si possono assaporare note di nocciole tostate, miele e caramello. In bocca lascia una persistente dolcezza di caña de miel. Va consumato puro e a temperatura ambiente e si tratta del rum agricole (detto anche Rhum Agricole) più antico di Martinica, prodotto con la stessa ricetta dal 1765.

Flor De Caña Centenario 21 ha un colore rame scuro e profuma di nocciola, cioccolato al latte, spezie e legno di barile. Inizialmente appare leggero al palato ma successivamente si sviluppa un corpo medio-pieno con sapori che ricordano uvetta ricoperta di cioccolato, cannella, tabacco secco e flavour che riportano all'evoluzione in barile. Alla fine ha aromi pepati, caramello scuro e legno di quercia carbonizzato. Va degustato solamente in purezza. È stato imbottigliato in edizione limitata e con bottiglie numerate. Viene preparato con un blending di rum provenienti da alambicchi a cinque colonne invecchiati dai 4 ai 15 anni in barili di piccole dimensioni di quercia bianca che sono stati utilizzati una sola volta. Si definisce l'età del prodotto con l'età del rum più vecchio compreso nel blending.

Nicaragua 15YO presenta un colore ambra scuro, che ricorda il mogano. Supera l'esame olfattivo con sentori di mou e caramello, seguiti subito dopo da legno e liquirizia, con un arricchimento di mandorla e cacao. Ha un gusto dolce e risulta morbido e vellutato. Al retro-olfatto si presenta persistente ma mutevole con note di caffè tostato, vaniglia e una vaga sensazione di malto e caramello. È un rum pregiato e di raro invecchiamento che si sposa perfettamente con il caffè, il tabacco e il cioccolato. Va assaggiato in purezza abbinato a caffè espresso amaro e cioccolato con massa di cacao al 100%, possibilmente il tutto accompagnato da un buon sigaro.

Panama 18YO è di colore ambra scuro dotato di una forte carica aromatica. Presenta profumi di melassa, liquirizia e torta di mele e al naso si percepisce appena il pizzicare dell'alcool. Sviluppa al palato sapori di castagna cotta e liquirizia. In seguito ad un assaggio in purezza, viene consigliata la combinazione con caffè bollente, zucchero di canna e panna fresca. Viene accompagnato con dolcetti di marzapane o mandorle tostate e caramellate. Ottimo per la realizzazione di un Falernum punch.

Bacardi oro ha un colore ambra dorata e i riporta all'olfatto profumi di torta all'anice e fieno. Al palato, da rotondo, si trasforma in corpo medio e dà sentori di affumicato e frutta secca. È molto raffinato, e nasce maturando in barili di quercia americana. La maturità e il blending, fanno sì che nasca un rum dal carattere speciale, con aromi morbidi ed è il più bilanciato della gamma Bacardi. Viene molto apprezzato d'estate con lime e ginger ale. È il rum prediletto dai barman, soprattutto nella preparazione di Mai Tai e Planter's Punch.

Bacardi 8 Años Reserva Superior ha un colore rame dorato che risulta subito intenso, per quanto si ingentilisca molto portando ad una sensazione dolce e piena al palato. Sensazione che si può definire simile al cioccolato, caramello e nocciole tostate. È ricco di flavour speziati, con sentori di tabacco, caramello bruciato e spezie. Il particolare sapore è dovuto allo scioglimento dei tannini all'interno del distillato e alla loro trasformazione in aromi di nocciola tostate e spezie scure. È l'accompagnamento ideale per i sigari anche se viene apprezzato al meglio se gustato in purezza o con ghiaccio. È perfetto per la preparazione di un Daiquiri poiché si sposa bene con gli ingredienti e ne esalta gli aromi.

Cartavio Solera si presenta di colore ambrato scuro con leggero profumo di caramello, noci, banane e spezie. Invecchiato in botti di rovere sloveno, Bourbon e Sherry. È fatto basato sulla tecnica Solera adottata nella regione di Jerez, dove sono realizzati i migliori distillati.

La canna da zucchero per produrre il Ron Cartavio proviene da Cartavio nella famosa " città dell'eterna primavera " , Trujillo , che si trova nella valle di Chicama. Cartavio è situata in una zona di scarse precipitazioni con un ecosistema desertico ideale per lo sviluppo della canna da zucchero; irrigata con sistema a goccia utilizzando acqua proveniente delle Ande ricca di minerali e nutrienti. Questa irrigazione controllata fa la differenza in quanto la mancanza di acqua porta ad una canna con un tasso di saccarosio tre volte superiore a quello della canna dei Caraibi diventando così la canna più ricca del mondo. Negli ultimi anni questo rum peruviano ha vinto molti premi internazionali ed è ritenuto uno dei migliori rum del mondo.

Barcelò Imperial si presenta con un color rame brillante e porta con sé un aroma di burro molto forte e ricco di profumi leggeri floreali e di frutta secca. Inizialmente risulta piuttosto vivace e solo successivamente si trasforma in un corpo medio con dolcezze dovute alla mela e alla pera disidratata, con l'aggiunta di spezie scure. Ha una persistenza nel finale che ricorda il burro, la frutta, il tabacco ed il pepe. È in serie numerata, nato dal blending di riserve di rum classici ed invecchiati. È equilibrato ed elegante, con una consistenza delicata ed impone l'assaggio in purezza. Si può abbinare al marzapane e alle mandorle tostate. È ottimo caldo, aromatizzato con cannella, macis e cardamomo.

Matusalem Gran Reserva è di un limpido oro brillante e lucente, dal corpo leggero e fortemente profumato di mandorla tostata zuccherata e vaniglia. Nel finale si ha un aroma speziato di legno. Viene prodotto nella distilleria madre fondata nel 1872 e raggiunge i 94/100 al Beverage Tasting Institute (BTI), ovvero una società che offre recensioni sui prodotti alcolici.

Ron Quorhum 23 anni Solera ha un color mogano, con scintillii di oro e fuoco, limpido, franco e senza difetti. Di grande aroma, intenso, rotondo, persistente e delicato. C'è legno ed agrumi, ha tratti tostati caramello e dolce di latte, senza traccia di alcol. In bocca è molto ampio e complesso, armonioso e molto equilibrato, è caldo e scorre nel modo molto soave e carezzevole caratteristico di un grande cognac. È lungo e persistente.

Dagli anni '90 la Repubblica Dominicana è stata scelta come base un'operazione dai risultati insoliti. I 100.000l già vecchi di 15 anni vengono ulteriormente invecchiati e sapientemente imbottigliati. Old Vintage Rum formula e combina il distillato con la stessa disinvoltura del mondo del whisky e del vino. Una portata industriale e commerciale mai conosciuta nel mondo del rum.

Ron Montero Gran Reserva rum invecchiato con pazienza in botti di rovere americano e imbottigliato al momento giusto. Un rum da meditazione, di grande struttura e buona persistenza. Si consiglia di ossigenare nel bicchiere prima di degustare. Ron Montero: Motril, Provincia di Granada, in Spagna; Don Francisco Montero dal 1963 si dedica alla qualità delle materie prime e dei procedimenti di elaborazione. Il risultato sono due rum di massima qualità, come lui stesso afferma l'importante è "non avere fretta di vendere"

Pampero Selección 1938: gli esperti lo definiscono un premium scuro ricco di aromi speziati dal corpo robusto e gusto dolce. Offre sensazioni al palato morbide ed è proposto secondo El ritual Pampero, ovvero rum accompagnato da succo di pera.

Santa Teresa 1796 Ron Antiguo De Solera presenta un color rame profondo che sprigiona al naso un profumo soave di frutta matura e prugna secca con note di vaniglia. È nel complesso ricco e dolce ma molto raffinato; si presenta pulito al palato con un tono leggero di barile, tabacco e spezie. Impone il consumo in purezza allungato al massimo con acqua. Matura dai quattro ai trentacinque anni. Raggiunge i 95/100 al vaglio degli assaggiatori dell'International Rum Festival Tasting. Le melasse hanno un processo di fermentazione e distillazione controllato tramite computer, al contrario dell'invecchiamento che viene curato dal maestro di cantina tramite il metodo solera.

In alcuni paesi è ammesso anche un rum più economico, ottenuto, anziché dalla distillazione della melassa, da una miscela di alcol industriale con sciroppo al caramello, denominato rum fantasia, di solito poi aromatizzato anche con l'aggiunta di vero rum. Per il suo sapore è spesso usato nella bagna dei dolci ed è anzi preferito per alcuni usi come il ponce livornese.

Nelle Repubbliche ex-jugoslave esiste anche il "domaci rum" ("domaci rum", in sloveno), che anziché essere composto da solo distillato di zucchero, ha una aggiunta di alcol. Dal 2013, con l'estensione dell'Unione Europea alla Croazia, in questo paese ne è stata vietata la denominazione, e le maggiori industrie di alcolici ne hanno modificato il nome (la Maraska in "Domaci Room" e la Badel in "Badel domaci"). La Slovenia invece, già facente parte dell'Unione Europea, ne ha registrato la denominazione di origine, e continua quindi a produrre il suo "domaci rum".




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