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sabato 7 ottobre 2017

Forno a microonde telecomandato che sforna calde bufale contro il Papa e contro la Chiesa

C’è una cabina di regia che sforna negli ambienti beoti tradizionalisti bufale calde contro il Papa e le Congregazioni ?
Incominciamo a pensare di si.
Lo diciamo dal 2013 cercando pazientemente di

giovedì 12 gennaio 2017

La salutare "via media": " Vogliamo essere meno pazienti del buon Dio e costringere la gente a un salto mortale?"

Il 27 dicembre scorso avevamo ipotizzato un rilancio della "via media" facendo esplicito riferimento alla sana e concreta visione ecclesiale del Cardinale  Reginal Pole che ha caratterizzato il suo governo episcopale " nel breve periodo di cinque anni in cui, sotto il regno di Maria la Cattolica, l'Inghilterra tornò per l’ultima volta alla fede tradizionale". ( QUI )

Sappiamo che quell'articolo è stato letto, ed anche garbatamente apprezzato, "intra moenia".
Diamo dunque seguito a quella tematica, giudicata interessante, postando un Articolo di Don Elia che ha ricevuto alcune critiche da parte di quel tipo di tradizionalismo fortemente ideologizzato.
Siamo sulla buona strada: "Andiamo avanti" (Cfr.Benedetto XVI) e soprattutto "buona lettura" !!!
AC

La terza via

La crisi nella Chiesa è talmente grave che i sani dovrebbero far quadrato. 
È vero, senza ombra di dubbio. 
Tuttavia, se mi soffermo a osservare i difetti di certi ambienti tradizionalisti, non è per il gusto di “fare le pulci” agli altri, ma per segnalare gravi pericoli che nascono da un’impostazione tendenzialmente settaria e dall’isolamento in cui si sono deliberatamente rinchiusi. 

giovedì 27 giugno 2013

Il successo mediatico di Papa Francesco : tranquilli non sta succedendo niente !

" Il successo mediatico di cui gode ( Papa n.d.r.) Francesco ha un motivo e un costo: il suo silenzio sulle questioni politiche cruciali dell'aborto, dell'eutanasia, del matrimonio omosessuale ". (S.Magister)

Ho letto telefonicamente una parte dell’articolo di Sandro Magister ad un illuminato, onestissimo personaggio, che mi onora della sua amicizia,   "sostenitore" dell’operazione mediatica “Francesco-Bergoglio” .
E’ rimasto in silenzio per qualche secondo.
Poi ha detto pochissime parole : “ LA CHIESA DEVE TENERE !
Io ho aggiunto : “ SI, LA CHIESA CON L’AIUTO DELLO SPIRITO SANTO TERRA' PER  SALVARE LE ANIME !

I primi “cento giorni” di pontificato di Papa Francesco  hanno infastidito  per la continua banalizzazione che il potere massmediatico ne sta facendo  : pare proprio che il “successo” di un Papa e di un pontificato dipenda dall'andare da solo alla macchinetta del caffè , nel risidere a santa Marta ed altre questioni simili della medesima "alta elevatura" che vengono ripetute a martello pneumatico da tutti i commentatori ogni 8 ore come per la somministrazione di un antibiotico ... 
Ci vuole una bella ingenuità a credere che bastino...
E difatti non sono bastati !
Abbiamo l’ardire di accostare le foto dei sempre più frequenti sconvolgimenti atmosferici al crescente abbandono del "sensus ecclesiae" e della dimensione verticale e escatologica della Fede da parte di noi cattolici.
Le parole che copiosamente il Successore di Pietro offre alla nostra riflessione sono condivisibili sia dal punto di vista  cristiano ed umano.
Ci piace  l'attentissima austerità militare del Papa così ripiena di autorità e decisionismo personale.
Ci piace l'evidente mancanza di una costruita umiltà del Successore di Pietro. ( Dopo una breve preghiera, Papa Francesco ha donato al Papa emerito Benedetto l’icona della Madonna “Guarda all’umiltà”, che il 20 marzo, al termine di una udienza privata, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion, aveva regalato al pontefice a nome del Patriarca di Mosca e di tutta la della Rus’ Kirill. “I primi passi della Santità Vostra, dopo l’elezione, sono stati caratterizzati dall’umiltà”, aveva detto allora il metropolita Hilarion. E il Pontefice aveva risposto: “Io non ho umiltà, e vi chiedo di pregare perché il Signore me la doni”).
Non ci piace la manovra, intra ed extra ecclesia, di ridurre la Chiesa ad un'organizzazione sociale, rischio più volte denunciato dallo stesso Papa incominciando dalla prima Omelia pronunciata nella Messa alla Cappella Sistina subito dopo la Sua elezione al soglio Pontificio :
"Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore."
Se poi pensiamo alla futura intronizzazione di alcune Commissioni ecclesiali internazionali , utili dal punto di vista umano , ma paventate come preludio alla distruzione del Primato papale di giurisdizione, che ovviamente, more modernistico, verrà operata in modo indiretto, soft, promuovendo la collegialità episcopale e conferendo al Sinodo dei vescovi facoltà anche deliberative ... non possiamo fare a meno di interrogarci : non verrà più espresso il MUNUS DOCENDI del Successore di Pietro ?
Per ora preferiamo pensare che un effettivo restauro della Chiesa Cattolica dovrà avvenire attraverso la rimozione delle incrostazioni tossiche e mondane che si sono accumulate  dopo il Concilio Vaticano II : un misto fra sacro-profano-lecito-illecito che ha fatto sprofondare in una discarica per rifiuti altamente nocivi  l’immagine della Santa Sede, il cuore della Chiesa universale .

Per questo, come cattolici e come fedeli, dobbiamo pregare  lo Spirito Santo perchè illumini il Papa sperando che possa imitare il mai troppo invocato Sisto V nell'urgente opera di risanamento della Chiesa .

Il costante riferimento alla vera Tradizione Cattolica continua ad essere la scelta obbligata per continuare a  tenere bene aperti i nostri occhi di fronte alle follie che caratterizzano la Chiesa degli ultimi cinquant'anni di sragionamenti progressisti ( grazie a Dio i pochi prelati prossimi al mondo tradizionale non hanno mai soggiornato nella “stanza bottoni” della curia… )

Il problema è capire quanti, al giorno d'oggi, siano ancora in grado di ragionare con la propria testa, senza farsi trascinare dai miti post-conciliari e dalla malafede dei mezzi di informazione che ci hanno presentato la chiesa dei primi 100 giorni del pontificato di Bergoglio , quella che "va bene tutto" :  dal comunitarismo al vogliamoci bene; dalla contestazione alle congregazioni romane al mondialismo ; dal cristianesimo arcobaleno al principe rinascimentale

San Francesco di Sales, testimone coraggioso presso i protestanti ginevrini della vera Fede , della Presenza Reale della Santissima Eucaristia e del Primato petrino prega per il Papa e per la Santa Chiesa Cattolica !

Andrea Carradori 




Tranquilli. Non sta succedendo niente... (Rimini, 25/6/2013) 



Tranquilli. Non sta succedendo niente... (Parigi, tempesta del 17/6/2013)

AGGIUNTA PER UNA SERIA E PACATA RIFLESSIONE.

Un amico, intellettuale finissimo dalla limpida e sofferta fede, in riferimento alla mia professione di fiducia nei confronti del Santo Padre ha scritto :  " Ora, se la formazione umanistica e la frequentazione dei classici non mi sia andata in fumo a causa del colesterolo, mi sembra di capire, esemplando:
A- Teresa verra' sottoposta a radioterapia per decisione del Primario che guida i medici dell'Ospedale di Ancona
B- Ma noi crediamo che il ristabilimento di Teresa possa esser conseguito,semmai,in via chirurgica e non a mezzo di radioterapia,che le sara' fatale
C- Per questo(!!!)confidiamo nel Primario che guida lo staff medico dell'Ospedale di Ancona!!!!!!!!!
Caro Andrea Carradori, te lo dico con tutto l'affetto che ti meriti, sono ormai anni che assisto a questa recita della "Fedora" di Giordano (quella di "amor ti vieta" per intenderci).
TUTTE, ripeto TUTTE, e ribadisco TUTTE le novita', le grandi e le piccine, che tu giustamente riprovi, sono o VOLUTE o PERMESSE dal Romano Pontefice: dalla comunione sulle mani alla legittimazione dei Neocatecumenali.
Simul stabunt vel simul cadent.
E' meritorio per l'intento, ma inutile,oltre che offensivo alla Verita' e dannoso per la tua, e nostra, salute mentale, scindere il CHI dal COSA.
E' poi sommamente ridicolo e,soprattutto,NON REGGE!!!"

mercoledì 29 maggio 2013

Atei e mangiapreti vanno di corsa alle udienze di Papa Francesco ...

Salvo il devoto rispetto ed ossequio per il Santo Padre, che abbiamo dimostrato in corde et in scriptis fin dal primo momento della Sua elezione , avendo ricevuto un interessante commento da un Fedele ad una delle omelie mattutine di Papa Francesco lo pubblichiamo anche perchè cogliamo in esso quell'indispensabile "sentire cum Ecclesia" che ci fa essere orgogliosamente Cattolici " Una cum papa nostro". Andrea Carradori

" Ci stanno abituando alle "omelie del mattino" che il Santo Padre Francesco, o, come piace a lui, il Vescovo di Roma lancia dalla Cappella in Santa Marta nella Messa del mattino.
E' vero che qualche settimana fa Padre Lombardi si è premunito ed affrettato a dire che il Papa non vorrebbe (condizionale d'obbligo) che le sue omelie del mattino vengano pubblicate e che rimangano, per così dire, "riservate ai fedeli che il Papa ama incontrare privatamente in questa Messa", tuttavia queste stesse sono rilanciate da Radio Vaticana ogni mattina e pubblicate, a spezzoni, sull'Osservatore Romano, quindi ci è lecito parlarne.
Una di queste "note stonate" risale alla Messa del 22 maggio u.s. quando il Papa ha detto queste testuali parole riportate appunto sugli Organi ufficiali della Santa Sede: “Il Signore tutti, tutti ci ha redenti con il sangue di Cristo: tutti, non soltanto i cattolici. 
Tutti! ‘Padre, gli atei?’. Anche loro. Tutti! 
E questo sangue ci fa figli di Dio di prima categoria! 
Siamo creati figli con la somiglianza di Dio e il sangue di Cristo ci ha redenti tutti! 
E tutti noi abbiamo il dovere di fare il bene. 
E questo comandamento di fare il bene tutti credo che sia una bella strada verso la pace. 
Se noi, ciascuno per la sua parte, facciamo il bene agli altri, ci incontriamo là, facendo il bene, e facciamo lentamente, adagio, piano piano, facciamo quella cultura dell’incontro: ne abbiamo tanto bisogno. Incontrarsi facendo il bene. ‘Ma io non credo, padre, io sono ateo!’. 
Ma fai il bene: ci incontriamo là!”.
Senza dubbio che Nostro Signore Gesù Cristo è venuto per salvare tutti, non sarebbe stata necessaria la stessa Incarnazione se avesse voluto lasciarci nella condanna, perchè eravamo già condannati, e non sarebbe stata necessaria la Sua morte di Croce, quindi Gesù è venuto per salvarci.
Il problema perciò non sta in questa Redenzione valida per tutti, anche per gli atei. 
Però che il Sangue di Cristo ci fa figli di Dio "di prima categoria" allo stesso modo, anche con i non cristiani, i non cattolici, no, questo concetto rischierebbe di vanificare il Battesimo. 
E' il Battesimo infatti che ci rende "figli di Dio" in senso pieno, legittimo, figli eredi come dice l'apostolo, e gli "eredi" sono quelli di prima categoria ed anche per questo pagheranno più duramente il giudizio di Dio proprio perchè hanno ricevuto di più (la storia dei talenti ci insegna).
Occorre dunque una conversione, occorre il Battesimo, questa è la via ordinaria scelta ed impartita dal Cristo Signore, quanto alle vie straordinarie la Chiesa le ha sempre sostenute ed insignate e queste riguardano coloro che, senza colpa, non avendo conosciuto bene il Figlio di Dio non hanno potuto scegliere con tutta onoestà e libera coscienza e quiondi, se morti senza il Battesimo, saranno giudicati per altre vie che solo Dio conosce.
Quindi qual'è il compito di un Papa, di un Vescovo, di un Sacerdote, ma anche di un fedele laico?
Lo spiega Ezechiele cap. 3 - 16 Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele. 17 Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. 18 Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. 19 Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
20 Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. 21 Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».
Non vogliamo certo insegnare al Papa la Sacra Scrittura ma una domanda si impone: chi ha ragione tra questo testo e il testo riportato dall'omelia del Papa?
Dicono le stesse cose?
E' bello parlare delle opere di Misericordia che sono, per altro, riportate nel Catechsimo, ma anche Gesù ammonisce che le opere senza la fede rischiano di non valere nulla, così come per il fedele che non operasse la misericordia, rischierebbe di frantumare la fede che dice di avere e di vivere.
Ci domandiamo: ma perchè si tenta oggi di separare le opere di bene dall'urgenza della conversione a Cristo Signore?
Perchè il Papa non parla di entrambe?
Il Papa non sta dicendo cose errate, ma certamente rischiano di essere prese in modo ambiguo ed incompleto.
Certo, è vero quel che dice il Papa: ‘Ma io non credo, padre, io sono ateo!’. Ma fai il bene: ci incontriamo là!”. -
là dove? esiste forse un Paradiso nel quale vi accederanno solo coloro che restando atei avranno compiuto opere di bene?
Facciamo il bene, certo, è importante, ma in nome di chi se l'ateo non deve avere l'urgenza e la responsabilità di convertirsi a Colui per il quale deve compiere opere di bene?
Non dice san Paolo che la fede si deve trasmettere? 
E non dice che è urgente andare, come ha comandato Gesù, e fare "discepole" le nazioni, interi popoli?
Perchè Sant'Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù e inviò i primi missionari di cui san Francesco Saverio è l'esempio tra i più confortanti?
Forse che san Francesco d'Assisi non si preoccupò della conversione di coloro che incontrava?
Il problema non è in queste omelie seppur molto zuccherine, ma nel fatto che si tende a separare la fede dalle opere. 
Come se la fede cattolica fosse di ostacolo, come se convertirsi fosse un ostacolo alle opere ma tutti, anche il Papa, sa bene che non è così, e allora ci domandiamo: perchè è così difficile oggi coniugare la fede, ossia la conversione a Cristo Signore con la sollecitazione a compiere le opere nel Suo nome anzichè nel nome di sconosciuti, o nel proprio nome, o peggio, nel nome di altre divinità le quali ricevono molto più rispetto di quello che i Pastori dovrebbo dare (ed è la prima testimonianza) dovrebbero all'unico vero Dio come è prescritto nei Comandamenti?
Ama il prossimo come ami te stesso, ci ripetono, sì, ma perchè si omette che il primo comandamento è amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente e che solo dopo viene (o insieme inseparabilmente) quello di amare il prossimo come amiamo noi stessi, appunto, dopo che siamo stati riempiti di quell'amore di Dio, di quel "sacro timor" di Dio, uno dei sette doni dello Spirito Santo?
Non diamo risposte, ognuno esamini se stesso, come suggerisce l'Apostolo e si rammenti che Gesù nella famosa domanda "ma quando il Figlio dell'uomo tornerà sulla terra, troverà ancora la fede nell'uomo?", non dice se troverà le opere, le comunità, se troverà papi simpatici, le udienze del mercoledì affollate, le GmG e quant'altro, ma chiede una cosa sola: la fede, la fede in Lui.
E la vera fede comporta uno stile di vita che in nome di Cristo produce opere buone; senza Nostro Signore le opere sono morte, sono vanagloria, sono l'euforia sterile delle battaglie ideologiche, è lo stile di vita autenticamente cristiana, nella fede e nelle opere, che vince le crisi e ridona equilibri sociali e culturali, se si toglie l'una l'altra è destinata a fallire". 
LETTERA FIRMATA

A PROPOSITO DI UNA FOTO RIPRESA DA MESSAINLATINO
Nel pubblicare la lettera del  Fedele  di cui sopra avevo allegato una foto, che circolava su Fb, di un ecclesiastico che sopra il camice indossava una strana stola con due simboli : cristiano ed ebraico.
L'ho tolta quasi subito  dopo che l'Autore dell'Articolo ( vedere QUI ) ha gentilmente specificato ( qui ) che l'ecclesiastico  è un Pentecostale appartenente alla Comunione Anglicana. 
Tutto qui !
Andrea Carradori


martedì 13 novembre 2012

GRANDISSIMO BENEDETTO XVI !!!


DISCORSO DEL SANTO PADRE ai 5000 cantori in pellegrinaggio a Roma organizzato dall’Associazione Italiana Santa Cecilia sabato 10 novembre 2012.
Cari fratelli e sorelle! 
Con grande gioia vi accolgo, in occasione del pellegrinaggio organizzato dall’Associazione Italiana Santa Cecilia, alla quale va anzitutto il mio plauso, con il saluto cordiale al Presidente, che ringrazio per le cortesi parole, e a tutti i collaboratori. 
Con affetto saluto voi, appartenenti a numerose Scholae Cantorum di ogni parte d’Italia! 
Sono molto lieto di incontrarvi, e anche di sapere - come è stato ricordato - che domani parteciperete nella Basilica di San Pietro alla celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Arciprete Angelo Comastri, offrendo naturalmente il servizio della lode con il canto. 
Questo vostro convegno si colloca intenzionalmente nella ricorrenza del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. 
E con piacere ho visto che l’Associazione Santa Cecilia ha inteso così riproporre alla vostra attenzione l’insegnamento della Costituzione conciliare sulla liturgia, in particolare là dove – nel capitolo sesto – tratta della musica sacra. In tale ricorrenza, come sapete bene, ho voluto per tutta la Chiesa uno speciale Anno della fede, al fine di promuovere l’approfondimento della fede in tutti i battezzati e il comune impegno per la nuova evangelizzazione. 
Perciò, incontrandovi, vorrei sottolineare brevemente come la musica sacra può, anzitutto, favorire la fede e, inoltre, cooperare alla nuova evangelizzazione. 
Circa la fede, viene spontaneo pensare alla vicenda personale di Sant’Agostino - uno dei grandi Padri della Chiesa, vissuto tra il IV e il V secolo dopo Cristo - alla cui conversione contribuì certamente e in modo rilevante l’ascolto del canto dei salmi e degli inni, nelle liturgie presiedute da Sant’Ambrogio. 
Se infatti sempre la fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio – un ascolto naturalmente non solo dei sensi, ma che dai sensi passa alla mente ed al cuore – non c’è dubbio che la musica e soprattutto il canto può conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici maggiore forza comunicativa. 
Tra i carismi di Sant’Ambrogio vi era proprio quello di una spiccata sensibilità e capacità musicale, ed egli, una volta ordinato Vescovo di Milano, mise questo dono al servizio della fede e dell’evangelizzazione. 
La testimonianza di Agostino al riguardo è molto significativa. Nel decimo libro delle Confessioni egli scrive: «Quando mi tornano alla mente le lacrime che canti di chiesa mi strapparono ai primordi nella mia fede riconquistata, e alla commozione che ancor oggi suscita in me non il canto, ma le parole cantate, se cantate con voce limpida e la modulazione più conveniente, riconosco di nuovo la grande utilità di questa pratica» (33, 50). 
L’esperienza degli inni ambrosiani fu talmente forte, che Agostino li portò impressi nella memoria e li citò spesso nelle sue opere; anzi, scrisse un’opera proprio sulla musica, il De Musica. 
Egli afferma di non approvare, durante le liturgie cantate, la ricerca del mero piacere sensibile, ma riconosce che la musica e il canto ben fatti possono aiutare ad accogliere la Parola di Dio e a provare una salutare commozione. 
Questa testimonianza di Sant’Agostino ci aiuta a comprendere il fatto che la Costituzione Sacrosanctum Concilium, in linea con la tradizione della Chiesa, insegni che «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne» (n. 112). Perché «necessaria ed integrante»? 
Non certo per motivi estetici, ma perché coopera a nutrire ed esprimere la fede, e quindi alla gloria di Dio e alla santificazione dei fedeli, che sono il fine della musica sacra (cfr ibid.). 
Proprio per questo vorrei ringraziarvi per il prezioso servizio che prestate: la musica che eseguite non è un accessorio o un abbellimento della liturgia, ma è essa stessa liturgia. 
Voi aiutate l’intera Assemblea a lodare Dio, a far scendere nel profondo del cuore la sua Parola: con il canto voi pregate e fate pregare, e partecipate al canto e alla preghiera della liturgia che abbraccia l’intera creazione nel glorificare il Creatore. 
Il secondo aspetto che propongo alla vostra riflessione è il rapporto tra il canto sacro e la nuova evangelizzazione. 
La Costituzione conciliare sulla liturgia ricorda l’importanza della musica sacra nella missione ad gentes ed esorta a valorizzare le tradizioni musicali dei popoli (cfr n. 119). 
Ma anche nei Paesi di antica evangelizzazione, come l’Italia, la musica sacra può avere e di fatto ha un compito rilevante, per favorire la riscoperta di Dio, un rinnovato accostamento al messaggio cristiano e ai misteri della fede. 
Pensiamo alla celebre esperienza di Paul Claudel, che si convertì ascoltando il canto del Magnificat durante i Vespri di Natale nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi: «In quel momento – egli scrive – capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti. 
Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla». 
Ma, senza scomodare personaggi illustri, pensiamo a quante persone sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più a quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica come Claudel. 
E qui, cari amici, voi avete un ruolo importante: impegnatevi a migliorare la qualità del canto liturgico, senza aver timore di recuperare e valorizzare la grande tradizione musicale della Chiesa, che nel gregoriano e nella polifonia ha due delle espressioni più alte, come afferma lo stesso Vaticano II (cfr Sacrosanctum Concilium, 116). 
E vorrei sottolineare che la partecipazione attiva dell’intero Popolo di Dio alla liturgia non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica liturgica. 
Voi, che avete il dono del canto, potete far cantare il cuore di tante persone nelle celebrazioni liturgiche. Cari amici, auguro che in Italia la musica liturgica tenda sempre più in alto, per lodare degnamente il Signore e per mostrare come la Chiesa sia il luogo in cui la bellezza è di casa. 
Grazie ancora a tutti per questo incontro! 
© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana


mercoledì 12 settembre 2012

Pellegrinaggio straordinario a Roma nell’Anno della Fede Santa Messa nella Papale Basilica di San Pietro sabato 3 novembre 2012 “Una cum Papa nostro” Cavete cavete cavete! Attenti al "fuoco amico" e agli annojati, preti e laici, che stanno davanti al computer ...




Cari Amici,
mentre stanno crescendo in tutto il mondo le adesioni per il Pellegrinaggio straordinario dei gruppi che si riconoscono nelle direttive liturgiche del Motu Proprio “Summorum Pontificum” a Roma del 3 novembre prossimo, nell’Anno della Fede, vogliamo ricordare che il nostro è un “martirio bianco”.
Martirio perché il mondo non vuole, o non può, comprendere le ragioni del nostro entusiasmo di recarci a Roma sulla Tomba del Principe degli Apostoli per esprimere :
1) «un rendimento di grazie» in occasione del 5° anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum);
2) «Sarà una dimostrazione di fedeltà alla Sede di Pietro, particolarmente nell’attuale amara e difficile congiuntura»;
3) «Sarà un offerta e una supplica», per domandare a Dio «le grazie necessarie al Sovrano Pontefice per proseguire nell’opera meravigliosa che egli compie sin dall’inizio del suo pontificato»; 4) Infine, «sarà un’espressione di partecipazione alla missione della Chiesa», esprimendo «il sostegno di un gran numero di famiglie, come di tante organizzazioni e iniziative cattoliche, specialmente rivolte ai giovani».
E’ un modo per dire al Santo Padre e dei Suoi Collaboratori nell’Episcopato che :
«… la gente comune, è oggi a disposizione del Santo Padre per la missione della Chiesa».
Martirio perché una parte di quella galassia italiana, che si autodefinisce “tradizionalista”, non vuole ostinatamente collaborare con il progetto,  anzi sta affinando il cosiddetto “fuoco amico” assai più pericoloso di quello dei modernisti , i veri nemici della Chiesa, che per il momento sembrano voler ignorare il Pellegrinaggio perché sanno che coloro che rimarranno a casa saranno proprio quelli che dicono di essere “tradizionalisti”.
Cavete cavete cavete!
Stiamo attenti al “fuoco amico” ai cosiddetti “tradizionalisti” italiani  ai poveri preti annojati che intercettano e divulgano le notizie sul Pellegrinaggio e sulle iniziative collaterali che privati fedeli vorranno portare avanti dopo la Santa Messa...
Ognuno sarà pur libero di proporre agli altri del gruppo, nel rimanente tempo libero eventualmente a disposizione,  una passeggiata  nel centro di Roma o un Concerto di musica classica ?
Andiamo avanti “ ( come più volte ha esclamato il nostro amatissimo Papa Benedetto XVI.
Un giovane ha scritto :
ll Pellegrinaggio non sarà una sfida alla Santa Chiesa, ma un cammino di Amore verso Cristo che Regna e Regnerà in Essa fino alla consumazione dei secoli.
La Nostra sarà una testimonianza di lealtà contro chiunque volesse dividere la Sana Tradizione dalla Chiesa, per far si che il nemico, che è presente sia tra gli 'ultra tradizionalisti' che tra i modernisti, regni.
Il nostro appello alla Santa Vergine è che ci guidi e ci porti nel suo Cuore di Mamma, affinchè si vinca in Cristo anche questa battaglia”.
Sia ben chiaro che il  Pellegrinaggio del 3 novembre non dovrà essere “valutato” con lo stesso metro che viene usato per “contare” i grandi pellegrinaggi ecclesiali ( Agorà, Congressi Eucaristici, Congressi Ecclesiali, Congressi dei movimenti, Meeting ecc ecc ) di cui non si può ingnorare la pesante diffusione attraverso il mass media né la forza numerica dei partecipanti !
Ha scritto, saggiamente, un musicista :
La nostra "peculiarità" si gioca tutta sul contenuto: ed è giustissimo far appello alle "forze musicali" che la Tradizione può vantare come infinitamente più pesanti, preparate e qualitativamente imparagonabili al rumore degli schitarratori e battibònghi da parrocchietta. Noi abbiamo l'Arte o comunque aspiriamo ad averla come meglio possiamo, i modernisti hanno "musica" brutta e che non vale niente. Questa sarebbe stata una leva molto importante su cui agire (e sappiamo che Sua Santità non è insensibile sull'argomento!)
Andiamo avanti” ed organizziamoci in tempo sia spiritualmente che praticamente cercando di coinvolgere amici, parenti e quanti più fedeli possibile !
Andrea Carradori