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Visualizzazione post con etichetta Journal Day. Mostra tutti i post
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mercoledì 9 aprile 2014

I commenti alimentano il blog

Capita, di connettersi dopo qualche giorno, di accorgersi che c'è un nuovo commento ad un post e di leggere questo:

Silver Silvan 06 aprile 2014 ore 09:46
Ma che cazzo vuole che gliene freghi, alla gente, dei suoi traslochi?!E dei nomignoli scemi che da a suo marito.Mai scemi quanto il nickname che si è trovata,eh.Auguri al suo QI.Perchè non finisca sotto zero.

Egregio, astioso, commentatore,
che ci creda o no sono onorata di averla colpita al punto da meritarmi una delle sue invettive, eh si che l'ho già vista bazzicare qua e là depositando i suoi autorevolissimi  ed eleganti tributi, pensare che si sia preso la pena di fermarsi qui nel mio misero blog preoccupato per le sorti del mio q.i. devo dirlo mi commuove.

Sinceramente, a parte gli scherzi, la cosa mi fa un po sorridere e un po mi fa anche tristezza. 
Essere così rabbiosi nei confronti di una perfetta sconosciuta lo ritengo abbastanza ridicolo oltre che inutile....alla fin fine questo è il mio diario e ci scrivo quello che mi pare, se capiti qui per caso e non ti piace quel che trovi cambia pagina e vai a leggere qualcos'altro, non è che paghi il canone e ti devi sorbire per forza quei tre canali e sopratutto non è che ti ho invitato io.
Il fatto poi che ci sia qualcuno così profondamente maleducato da piombare qui con la grazia di un elefante in mezzo alle porcellane ed in modo anche volgare mi dia della deficiente più che convincermi che la gente non finirà mai di stupirmi non fa, dato che non ho mai difettato di consapevolezza di me e del mio valore in quanto essere umano e preferisco curarmi di quel che sono piuttosto che di quello che la gente pensa che io sia o debba essere.
Indubbiamente scrivere un blog e raccontare i fatti propri in pubblico ci mette alla mercé del giudizio degli altri ed ovviamente ognuno di noi ha quel briciolo di Narciso in sé che ci fa desiderare di risultare graditi al prossimo e ci fa gioire dei riscontri positivi.
Considero positivo e necessario ricevere critiche costruttive, consigli e scambio di opinioni perché sono essenziali alla crescita dell'individuo ed alla socializzazione e del resto un blog questo è, o almeno dovrebbe essere, una forma moderna di socializzazione, di incontro e di crescita per chi vuole viverlo così...poi se c'è chi vuole solo farsi i fatti degli altri e prova un impellente bisogno di rendersi sgradevole depositando le sue perle di malevolenza mi fa un po pena.
E siccome si sa che mi piacciono tanto i topini mi sento di consigliare a Silver Silvan la visione del film "Ratatouille" , il cinico ed apparentemente crudele critico culinario Anton Ego alla fin fine era solo un uomo molto solo. 
Immagine tratta da Google

A conclusione devo dire che l'avvenimento mi ha fatto riflettere su come considero il mio blog.
E' certamente un diario su cui mi piace annotare avvenimenti, pensieri, progetti e sogni, un po erede di quei diari segreti della giovinezza che poi segreti non lo erano mai veramente. 
E' anche un contenitore in cui sperimentare creatività e tecnologia (che si sa non è proprio il mio forte) e mettermi alla prova e scoprire ed imparare nuove cose. 
E' in fine un luogo, seppur virtuale, in cui incontrare e conoscere altre persone ed altri mondi  che altrimenti non avrei mai scoperto; un luogo in cui c'è spazio per condividere esperienze, darsi sostegno in momenti in cui una voce estranea può suonare più amica di una voce familiare e che magari è in grado di comprendere meglio qualcosa che fa parte anche del suo vissuto; un luogo dove nascono amicizie che a volte superano le distanze, i chilometri, perfino gli oceani e si arricchiscono di abbracci e momenti vissuti insieme. 

Quindi sono qui a scrivere della mia vita semplice e soddisfacente, dei miei momenti di gioia e delle persone che amo, delle cose che non vanno come vorrei e che cerco di migliorare, dei miei desideri e dei miei sogni. 
Apro felicemente le porte di questa mia casetta a chiunque voglia entrare, a curiosare o a chiacchierare, a chi è capitato qui per caso ed è solo di passaggio ed a chi si è trovato bene e torna volentieri. 
Apprezzo  enormemente ogni commento che vorrete lasciarmi perché, in un momento in cui il tempo è una merce tanto rara, l'impegno profuso nel lasciare un segno del vostro passaggio e dell'attenzione dedicata alle mie parole ed alle mie immagini mi onora.
Sarò grata se chi vorrà esprimere il suo dissenso lo farà in  modo civile ed educato, non posso certo piacere a tutti e neanche me lo propongo, ma ritengo di poter esigere di non essere insultata in casa mia.

A questo punto Silver ha ottenuto il suo momento di celebrità (...che diciamoci la verità credo sia il vero nocciolo della questione!!!) anche in questo piccolo blog  ed io ho guadagnato lo spunto per un post, quindi si vince tutti no?

E già che ci sono recupero una paginetta di Journal day, più precisamente la # 7, che avevo saltato e che riguardava per l'appunto il rapporto con i social media.

sabato 29 marzo 2014

Journal Day # 6 - Motivazioni

Mangiamo perché il corpo ce lo chiede.
Lavoriamo per procurarci ciò che serve alla nostra sussistenza.
Condividiamo il nostro spazio ed il nostro tempo con altri esseri umani perché siamo esseri sociali.
Queste sono solo alcune delle azioni che compiamo ogni giorno per sopravvivere, però si tratta in gran parte di risposte ormai automatiche, codificate da millenni di evoluzione, a degli istinti primari.
Cos'è invece che ci spinge a vivere, a cogliere le infinite possibilità che ogni nuovo giorno ci offre a sondare nuovi mondi ed oltrepassare gli orizzonti?
Perché alcune persone riescono ad essere felici, o quantomeno soddisfatte delle loro vite, dei traguardi che raggiungono, di ciò che possiedono e sopratutto sembrano riuscire bene in ogni cosa che fanno ed in ogni situazione ed altre invece sembrano sempre sull'orlo dell'abisso?
E' semplicemente una questione di fortuna, di capacità di cogliere le occasioni, si tratta di coraggio ed intraprendenza, di possedere doti/doni speciali o piuttosto è una particolare congiuntura di talento volontà ed opportunità?
Mi capita a volte di notare (e stupirmi!) quanto possano essere diversi fratelli e sorelle, pure nati e cresciuti nella medesima famiglia, educati allo stesso modo, forniti delle stesse opportunità a livello materiale e culturale. 
E' quindi scritto nel nostro dna  il nostro carattere e di conseguenza non possiamo che essere e fare ciò per cui siamo nati o siamo in grado di spingerci oltre?
Questi e mille altri interrogativi mi si affollano nella mente da quando ho letto il tema di questa settimana.
Cosa mi spinge, qual'è la mia motivazione per svegliarmi ogni mattina, fare quello che deve essere fatto, fare ciò che mi piace fare, affrontare le sfide che ogni giorno pone sul mio cammino e superarle o come dicevo qualche giorno fa accettarle serenamente.
Indubbiamente Junqian ha dato alla mia vita un nuovo senso, una nuova percezione del valore delle cose, una nuova spinta verso il futuro e le sue prospettive.
Credo però fermamente che la vita stessa mi motivi con il desiderio che ha di se stessa ( lo dice Jibran mica io che non sono poi così poetica!!), penso che se continuo ad amare appassionatamente la vita lei per me si renderà sempre degna di essere vissuta.


sabato 22 marzo 2014

Journal Day # 5 - Sfide quotidiane

Abbiamo tutti sfide da affrontare giornalmente. Possiamo considerare qualcosa di piccolo, come avere abbastanza tempo durante la giornata per fare tutto ciò che ci prefiggiamo, o può essere un po più grande, come qualcosa da superare mentalmente o emotivamente, o anche di affrontare una persona difficile. Qualunque sia il caso, date un'occhiata al vostro quotidiano, cosa indichereste come la vostra più grande sfida? O se avete un problema del passato che siete stati in grado di superare, come avete fatto?

Ogni mattina, quando mi sveglio, mentre il corpo si stiracchia ed avvia il motore pronto ad affrontare una nuova giornata, faccio un rapido elenco delle cose che ho da fare.

Più precisamente, redigo una scaletta mentale cercando di organizzare al meglio ogni singola operazione, attività, incombenza attribuendogli un livello di priorità ed una precisa tempistica.

Spesso quest'operazione la faccio addirittura su base settimanale incastrando la spesa tra il dentista della nonna e il pagamento delle bollette cercando di abbattere i tempi morti. 
Sembra una roba da maniaci del controllo, ma in realtà è solo uno strenuo e ultimamente per lo più vano tentativo di incastrare tutto quello che devo fare al fine di rosicchiare tempo per quello che voglio/vorrei fare.

A volte, come tutti credo, vorrei proprio avere qualche ora in più anche se in realtà sono convinta che avendole queste desiderate ore finiremmo col riempirle ulteriormente di cose da fare, trovandoci punto e capo solo ancora più stanche.

La vera sfida però è fare un carico di calma, serenità, tolleranza, clemenza, condiscendenza, indulgenza, accettazione, sopportazione ed a volte finanche rassegnazione.

In una sola parola: pazienza!

La mia sfida quotidiana è affrontare ogni minuto, ogni avvenimento, ogni incombenza, ogni persona in uno stato di equilibrio interiore che non si faccia intaccare dalle avversità, dalle difficoltà e dalle persone sbagliate e che invece si nutra di nuove scoperte, di nuove lezioni imparate, di problemi risolti.

Mi sforzo quotidianamente di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, di cogliere nelle difficoltà un'occasione di crescita, una sorta di body building del carattere.

Amo mettermi alla prova, forzare il mio corpo e la mia mente oltre il dolore e la stanchezza, spostare il limite sempre un po più avanti e scoprire con gioia che ce l'ho fatta e che l'unico vero limite  che abbiamo lo creiamo noi con l'insicurezza, con la paura di sbagliare, con il compatimento di noi stessi nelle sventure.


Avere la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare ciò che posso e la saggezza per capire la differenza: ecco la mia sfida quotidiana.


Journal Day posts inspired by Danielle at Sometimes Sweet !

venerdì 14 marzo 2014

Journal Day Prompt # 4

La traccia  di  Danielle  per questa settimana era la seguente:
Se tu avessi risorse illimitate quale questione politica o sociale o esplorazione scientifica o medica vorresti finanziare? Avete una causa che vi è cara e vicina al vostro cuore, a cui dedichereste il vostro tempo ed energia e denaro se ne aveste i mezzi? Raccontatelo insieme ad un po di informazioni per spiegare da dove nasce. (Mi scuso per la traduzione moooolto approssimativa!)

Non è un argomento su cui avessi qualcosa di interessante da dire e non mi andava di arrampicarmi sugli specchi come per il prompt # 2, quindi per questa settimana passo.

Ho inoltre considerato che effettivamente non sono a scuola con l'obbligo dei compiti pena un brutto voto e che quindi d'ora in poi mi limiterò a partecipare a questa sorta di comunità di scrittura solo quando l'argomento mi appartiene e mi coinvolge o mi interessa ed appassiona, perché altrimenti finisce col diventare un mero esercizio grammaticale e non era questo il mio proposito quando ho deciso di partecipare e credo non sia neanche l'intento con cui Danielle vi ha dato inizio.

Chi è interessato o semplicemente curioso di leggere ciò che Danielle e gli altri che la seguono hanno scritto su questo argomento possono trovarlo qui e poi spulciare i commenti ed approdare su nuovi blog, in nuovi paesi e in nuove vite...che poi è la cosa che più mi diverte del bloggare in generale.


venerdì 7 marzo 2014

Journal Day 3 - Col senno di poi

Prompt  #3:


Si dice che col senno di poi è tutto facile e guardando indietro si ha sempre una visione migliore. Spesso siamo in grado di realizzare come le nostre scelte e le nostre decisioni hanno condizionato il nostro oggi ed esaminare cosa avremmo fatto diversamente se ne avessimo avuto l'occasione. Quando guardiamo indietro, spesso guardiamo lontano, ma per questo esercizio restiamo un po più vicino al presente e guardiamo indietro di soli 12 mesi. Se potessi tornare indietro solo di un anno, cosa vorresti dire a te stesso? Che consiglio ti daresti su tutto ciò che hai vissuto?



Negli ultimi 12 mesi ci sono stati due grandi avvenimenti nella nostra vita come famiglia, uno conseguenza dell'altro: ci siamo impegnati in una nuova adozione ed abbiamo venduto la nostra casa per comprarne una più grande.  

Avviarsi nuovamente sulla strada tortuosa dell'adozione non è stata una vera e propria scelta ma una sorta di conseguenza dell'essere andati per la prima in un Paese in cui le adozioni multiple sono un miraggio ( needs twins! )  e noi abbiamo sempre desiderato una famiglia numerosa.
Questa seconda esperienza, quanto al cammino percorso fin'ora è stata molto più semplice, molto più consapevole della realtà e mi azzardo a dire molto più facile, perché quando la strada è conosciuta ci sembra sempre meno spaventosa. Non c'è nulla su cui recriminare, nulla che avremmo voluto o potuto fare diversamente o meglio, ma forse lo dico solo perché è andato tutto bene. Adesso comincia la parte più dura, quella dell'attesa e dell'ignoto, ma la affrontiamo con rinnovata speranza. 

Sul fronte nuova casa invece potremmo fare una lista infinita di se e di ma, senza tuttavia approdare a nulla di concreto perché come si suol dire "col senno di poi" saremmo tutti bravi a fare la cosa giusta.
Forse siamo semplicemente stati un po troppo ingenui nel credere di essere capaci di evitare che gli squali approfittassero di noi e magari un tantino presuntuosi nel credere di aver acquisito negli anni la capacità di gestire, organizzare, programmare per non avere brutte sorprese.

La vendita della nostra vecchia casa e l'acquisto della nuova ci hanno tolto il sonno per molti mesi durante i quali il timore di perdere il frutto del nostro lavoro e dei nostri risparmi  e di rimanere in mezzo ad una strada a causa della poca serietà, per non dire proprio del tentativo di truffa, dei mediatori immobiliari che ci hanno seguiti ed avrebbero dovuto fare i nostri interessi ci ha fatto capire che non c'è modo di difendersi da chi si vuole approfittare di te e che fare le cose per bene e in modo legale non ti mette al riparo da brutte sorprese; ecco è brutto da dire, ma certe volte penso che fanno bene quelli che fanno i banditi...purtroppo noi non siamo capaci!

Anche la ristrutturazione che era iniziata sotto i migliori auspici e che nella prima fase è stata entusiasmante e coinvolgente sta perdendo tutto il suo fascino. Sarà perché siamo stanchi di essere accampati, stanchi di dover prendere decisioni su decisioni, sempre con il timore di prendere quella sbagliata, stanchi di dover sottostare allo strapotere delle maestranze che fanno il loro comodo, come fossero la loro casa i loro soldi ed il loro tempo in ballo.

Se mi guardo indietro penso che vorrei essere stata più furba, più sveglia, meno fiduciosa della serietà ed onestà  del prossimo e più dura nel pretendere quello che ci era dovuto, anche a costo di calpestare il mio concetto di buona educazione da cui spesso non riesco a prescindere.
    
Eppure, fatalisticamente o magari realisticamente, finisco col credere che le cose vadano sempre e solo come devono andare, che altrimenti andrebbero diversamente ed il fastidioso "esercizio" di pensare a come avrebbe potuto essere e cosa avremmo potuto fare, con tutte le variazioni verbali possibili di voluto, dovuto, desiderato e sognato non servono a nulla se non a farci sguazzare nel rimpianto, a volte nell'autocommiserazione, quando invece è sempre meglio tirare un sospiro di sollievo pensando che poteva anche andare molto peggio e considerarsi dei sopravvissuti è sempre meglio che compiangersi come dei dispersi.

Spero, credo, che queste esperienze ci serviranno da bagaglio per il futuro, per evitare di commettere gli stessi errori e per consentirci di sopravvivere a quelli nuovi che faremo, perché in questa nostra vita non c'è un istante che sia uguale all'altro ed ogni momento va vissuto nella sua unicità e nella meravigliosa vastità delle opportunità che porta con se. 


Journal Day posts inspired by Danielle at Sometimes Sweet !

venerdì 28 febbraio 2014

Journal Day - La canzone del cuore

Prompt #2 :

Abbiamo tutti una canzone che significa davvero qualcosa per noi. A volte in positivo, a volte in negativo, in ogni modo la musica ha sempre la capacità di evocare emozioni profonde. Scegliete una canzone che ha un significato particolare per voi. Raccontate la storia del ricordo associato alla canzone, condividendo quanti più dettagli possibile. 

Questa volta il compito mi viene più difficile, non sono un'appassionata ascoltatrice.
Mi piacciono la musica classica e la musica jazz, detesto profondamente le canzonette  italiane ed odio con tutta me stessa la radio in macchina, mi piace avere con me l'i-pod quando vado a correre (anche se ora è pieno di sigle dei cartoni animati (ovviamente quelli dei bei tempi andati tipo Mazinga e Lady Oscar).
Di tanto in tanto qualche brano mi piace e magari lo canticchio pure, ma è una cosa di solito passeggera e insomma se fosse per me le case discografiche potrebbero anche chiudere.
Ora non è la musica in se che mi dispiaccia è che ho bisogno che abbia un senso o sia necessaria, mi spiego: amo le arie vibranti di certe opere e vorrei poter andare a teatro più spesso e mi affascina il balletto, anche se non commetterò mai più l'errore di portarci mio marito che ha russato come un trombone per tutto il lago dei cigni del Bolshoi.
Ma c'è un'eccezione: il film!
Per me il film è al 99% colonna sonora, se non è buona quella è una vera delusione. Sono una che si commuove io ed ho bisogno che la musica concili le mie lacrime, ma anche che mi faccia ridere o riflettere e soprattutto che mi richiami subito alla mente anche a distanza di anni proprio quella scena che ho tanto amato di quel film che ho visto anche un milione di volte. Dico solo Ennio Morricone!!!
Visto che sono andata completamente e clamorosamente fuori tema, cerco di salvarmi in extremis dicendo che mi piace ascoltare ( se capita! ) la musica degli anni '80/'90, ci sono alcuni pezzi che mi ricordano assolutamente la mia adolescenza ed hanno il potere dirompente di evocare degli avvenimenti, dei momenti spensierati e delle persone...un tempo che non c'è più.
Ora è tutto cambiato e non so ma mi sembra che questo nostro tempo, questa epoca che stiamo vivendo, non sia prodigiosa come mi sembrava quella di allora; forse sono io che sono cambiata e che con i miei occhi da adulta rivolgo al mondo uno sguardo disincantato....oddio mi sembro mia nonna!

 Ecco e ci fossero i voti mi sa mi sa che questa volta prendo un bel 4.

Journal Day posts inspired by Danielle at Sometimes Sweet !

giovedì 20 febbraio 2014

Journal Day - Crossroad

Ultimamente mi accorgo di avere un po di difficoltà a scrivere in modo fluido o fluente che dir si voglia; mi rendo conto che scrivere, scrivere bene, raccontare un avvenimento o un sentimento riuscendo a trasmettere ogni sottile sfumatura non mi riesce più semplice come una volta e dire che adoravo i temi di italiano a scuola. Sarà che a furia di scrivere sms e mail la mia capacità retorica si è molto striminzita?
Accolgo con entusiasmo la proposta di Danielle che con il suo progetto Journal day mi offre la possibilità di fare un po di esercizio di scrittura.
Ecco il prompt #1 ovvero la prima traccia :

Ognuno ha un momento della propria vita che vede come un crocevia. Talvolta si può vedere mentre accade ed essere in grado di scegliere una strada piuttosto che l'altra. Altre volte si può non rendersene conto finché non si guarda indietro e si vede ciò che è stato davvero un punto di svolta. Questa settimana scriviamo di un momento che vediamo come un marcatore nella nostra vita, un luogo distinto in cui le cose sono cambiate, in meglio o in peggio.

Il mio crossroad

Posso individuare in modo assolutamente preciso il momento, il luogo e la circostanza in cui sono diventata adulta.

A vent'anni di distanza, con la patina del tempo che ha stemperato i bordi dolorosi dell'avvenimento e la maturità che mi consente di accettare l'ineluttabilità di ogni nostro istante su questa terra ed in questa vita, riesco a vedere chiaramente nella morte improvvisa di mio padre l'occasione di lanciarmi nel mondo, sopravvivere e diventare proprio me.

Sono stata una di quegli adolescenti fortunati, entusiasti della vita e senza scariche di malinconia ormonale, di quelli che vedono il futuro come un immenso mare di possibilità da cogliere e sogni da realizzare, avevo solo sedici anni e vivevo la mia vita serena e perfetta. 
Vedevo chiaramente i miei obiettivi, facevo progetti, programmavo il mio futuro nei minimi dettagli, sapevo perfettamente "cosa" volevo diventare.
Dovevo terminare il liceo, prendere una laurea in scienze politiche, imparare cinque lingue e darmi alla carriera diplomatica così avrei girato il mondo per lavoro, nel frattempo mi sarei sposata ed avrei avuto almeno tre figli.

Ma la vita è quel che ci accade mentre stiamo facendo altri progetti ed ha la fastidiosa tendenza a scombinare i nostri piani e cambiare le carte in tavola, non sempre questo è un male poiché ci apre la strada verso opportunità che non avremmo mai considerato. 

Oggi  mi rendo conto che quell'evento così tragico ha segnato una netta linea di demarcazione tra la fantasia e la realtà, è stato il momento in cui ho smesso di pensare a cosa volevo diventare per cominciare a capire "chi" volevo essere.

Certo le nostre vite, quella di mia madre mia sorella e la mia, sono state stravolte, far fronte a tutte le difficoltà che ne sono derivate è stato faticoso, spesso doloroso, ed ha richiesto molte rinunce e molti cambi di programma.

Così alla fine non ho una laurea ( ma non è ancora troppo tardi, chissà! ) e non sono diventata un'ambasciatrice, però ho viaggiato tanto lo stesso e per diletto piuttosto che per lavoro così credo di essermela goduta molto di più; conosco un po di inglese e di francese e mi sto cimentando con il cinese che è una vera sfida alla mie più buone intenzioni e mi spinge a fare del mio meglio.

Sono sposata da quasi dieci anni e se cerco di sovrapporre l'immagine mentale di marito che avevo a sedici anni con quella reale dell'uomo che ho accanto mi vien da sorridere per l'ingenuità di allora e per la tranquillità dell'impegno preso con l'uomo giusto per me.

Ecco quanto ai tre figli ci stiamo lavorando.
Certo allora non avrei mai immaginato che diventare madre sarebbe stato viaggio così lungo, accidentato, complicato e alla fine così entusiasmante.

Quando guardo mio figlio, quando lo abbraccio,  il figlio che viene dal mio cuore invece che dal mio grembo e lo sento così intimamente mio, sento il privilegio di averlo dovuto cercare così a lungo, di aver dovuto lavorare così duramente per raggiungerlo, perché concepire un figlio nel cuore e nella mente piuttosto che in un corpo che non è adatto a farlo ti fa rendere conto veramente di quale straordinario dono sia un figlio e di quale enorme responsabilità esso comporti.

Quindi, un figlio c'è, il secondo è in viaggio, per il terzo....dovrò comprare una bottiglia di buon vino e circuire subdolamente il povero ignaro marito.    

Fino ad oggi la mia vita è stata piena di sfide, non ho mai pensato di non essere in grado di superarle. 
Ogni momento difficile, ogni problema affrontato, ogni realtà che ho imparato ad accettare hanno fatto di me la persona che sono e se mi guardo dentro sono soddisfatta di ciò che vedo.
     
In loving memory