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mercoledì 20 novembre 2013

Rage against the Recita


Io credo di essere una persona mediamente snob con dei picchi decisi verso il molto snob. 
Uno di questi picchi arriva in prossimità del Natale quando tutto il mondo entusiasta pare non attendere altro che la possibilità di organizzare le attività dell'asilo; 
il carro per andare a cantare la stella, il canto della stella, i regali per le maestre, i biglietti di auguri, i lavoretti per la bancarella, le scenografie per lo spettacolo dei bambini, lo spettacolo dei genitori.
Ognuna di questa attività richiede almeno due serate.
Conto veloce?
12 serate. Una più una meno.
Nessuno ci costringe ad andare, sia chiaro e, se andiamo, lo facciamo volentieri. Raramente, ad essere onesti, perché non sempre si riesce a portarsi i bimbi e il tempo che si passa assieme è davvero poco già così. Però non ci piace delegare e basta.E molti di quelli che ci vanno sono nostri cari amici. 
Insomma, non volevo parlare di questo ma un incoraggiamento a chi tira la carretta è doveroso.

La cosa di cui non capisco l'esigenza però, e adesso mi sforzo davvero di non essere snob, è una sola: la recita dei genitori.
Perché serve una recita per i genitori? Sono aperto al confronto di idee, sul serio. Se mi convincete ci vado

Scorrendo i pro e contro o trovato i due seguenti pro:
  • I bambini si divertono a vedere i genitori che fanno gli scemi.
  • È occasione di aggregazione tra genitori, che non fa mai male
I contro invece sono un po' di più:
  • Avendo poco tempo il prodotto finito non è mai di qualità
  • Non essendo coordinato da qualcuno che lo sappia fare, si rischia di lasciare troppo spazio alle manie di protagonismo di qualcuno
  • Allunga uno spettacolo che, di per sé, sarebbe già a posto così
  • Ma soprattutto, e lo dico con forza: lo spettacolo di Natale, con tutti i limiti che può avere, è un momento dei bambini.

Dico, i nostri figli avranno già un sacco di problemi a crescere, il lavoro, che è già poco per noi sarà probabilmente ancora meno per loro, faranno sempre più fatica ad emanciparsi dalle figure genitoriali (un po' per cultura ed un po' per necessità), hanno davvero bisogno che ci mettiamo in mezzo anche in qualcosa che dovrebbe essere loro e solo loro? 
È utile che i nonni, alla sera, gli ricordino quanto divertenti sono stati gli sketch di mamma e papà (ammesso che lo siano stati) e poi, con quell'aria assolutamente falsa e sgamabilissima da “si amore anche tu sei bello” dicano che è piaciuto anche il loro piccolo ed imbarazzato canto di Natale?
E non sarebbe invece importante semplicemente lodarli per essere riusciti a non piangere? O consolarli se invece hanno pianto?
Per poi bersi una cioccolata calda tutti assieme, riportando tutto la dimensione che merita.

L'aggregazione tra mamme e papà è importante ma si può fare in mille altri modi. Ed i bimbi si divertono anche se balli sul divano assiema a loro, la sera, prima di dormire.

giovedì 13 giugno 2013

Magnus Benefactorem


Sarà giusta l'iscrizione latina?
Probabilmente no!
Vi ho mai raccontato di quanto fossi scarso in latino?
Probabilmente si, ma ve lo ricordo lo stesso. Silver oltretutto mi dice che sto peggiorando in questa mia tendenza a raccontare sempre le stesse cose.
Tendo anche a divagare un sacco...
infatti cos'è che stavo dicendo?
Ah si, il latino
Ho fatto 29 compiti scritti consecutivi senza prendere la sufficienza in latino. Dall'ultimo della seconda liceo fino al penultimo della seconda volta che ho fatto la quarta. Ma la cosa degna di un personal trainer è la mia trionfale progressione in terza: 1, 2, 2 e ½, 3, 3 e ½, 4 (svariati), 5, 5/6. Questo per dire che mi impegnavo anche, non è che non studiassi. Che poi la sufficienza è arrivata anche perchè l'insegnante di lettere mi portava il figlio a nuoto, deve aver pensato che se mi bocciava glielo annegavo. E non aveva tutti i torti.
Ma si parlava di benefattori...

Ho fatto l'ultimo bonifico al nido. Che romantico, neh?
Potrei parlare di quanto mi ha dato l'esperienza, di quanto siano state affettuose ed importanti le maestre per la crescita dei figli, di quanto ci mancheranno...
Invece vado dritto al bonifico.
Che poesia, che spessore umano, Gae, complimenti.
No, è che in questi tre anni la retta del nido è stata importante, diciamo, con il picco dello scorso anno, che ne avevamo tre.
Al punto che potevo rimanermene a casa dal lavoro e, niente niente, guadagnarci anche un po'.
Nell'estratto conto della banca, in corrispondenza del giorno di paga, invece che “Vostri Emolumenti da...” c'era la voce “Vostri emolumenti a Nido taldeitali”.
E ora tutto questo andrà perduto, come lacrime nella pioggia.

O forse il nostro conto in banca smettera di fare snorkeling. 

Bassorilievo in onore di El Gae, benefattore dell'asilo (Cajetanus detto il Coglioncello, 21esimo secolo)