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mercoledì 24 agosto 2011

Fughe mentali e the last day

DAY 30 - SELF-PORTRAIT

me


Ci sono mattine che mi assale la voglia incontrollabile di bigiare. Sarà che in questi giorni il centro di Bologna di prima mattina è deserto, che l'aria non è ancora diventata insopportabilmente calda, che le colline sono proprio lì davanti a me a ricordarmi quei giorni lontani quando invece di andare a scuola si andava a Villa Ghigi a fare fuga, fatto sta che oggi avrei tanto voluto prendere una coperta, sdraiarmi sotto l'ombra di un albero, leggere un libro, guardare il cielo macchiato da qualche nuvola, magari sgranocchiando qualche tarallino fatto l'altra sera ;) .

CIAMBELLINE ALLA CIPOLLA
(ricetta originale La Pasta Madre)

ciambelline alla cipolla

Ingredienti per 50-60 ciambelline da circa 10 gr/2 cerchi da 5 e 3 cm ø
  • 220 gr di farina 0
  • 100 gr di acqua
  • 90 gr di pasta madre rinfrescata
  • 4 g di miele
  • 7 gr di sale (anche qualcosina di più)
  • 20 gr di olio extravergine di oliva
  • 90 gr di cipolla tropea (nella ricetta viene usata quella bianca)
  • 1 cucchiaino di origano essiccato
  • paprika dolce a piacere
Mettete la pasta madre nella ciotola della planetaria o in una ciotola capiente, aggiungete l'acqua tiepida e mescolando (se usate la planetaria utilizzate il gancio K e velocità 1) sciogliete il lievito. Aggiungete il miele, la farina, il sale e mescolate. Aggiungete l'olio emulsionato con un paio di cucchiai di acqua presi dal totale della ricetta, la cipolla finemente tritata, l'origano e iniziate a impastare (se usate la planetaria mantenete una velocità piuttosto bassa per poi aumentare quando l'impasto risulta già ben incordato). Lavorate fino a quando l'impasto risulta liscio e omogeneo. Formate una palla, coprite con la pellicola trasparente e lasciate riposare 2 ore lontano da correnti di aria, dopodichè sgonfiate l'impasto in modo da ottenere un rettangolo e fate una serie di pieghe di secondo tipo.
Lasciate riposare per 1 ora

variazione: dopo le pieghe era troppo tardi per procedere con la ricetta così ho messo l'impasto a lievitare in frigo per circa 24 h poi ho proceduto come da ricetta.

Formate una palla con l'impasto lievitato e spianatela con il mattarello fino a raggiungere lo spessore di 5 mm. Ritagliate gli anelli e adagiateli su due teglie rivestite di carta forno.

variazione: sempre per motivi di tempo invece di ritagliare gli anelli ho preso 10 gr circa di impasto e ho formato dei cordoncini che poi ho chiuso a cerchio; ho proceduto in questo modo fino alla fine dell'impasto

Coprite le teglie con della pellicola trasparente e lasciate lievitare 2-3 ore. Cuocete in modalità statica nel forno preriscaldato a 210° per 10-12 min o fino a che le ciambelline non risultano dorate. Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia prima di servire. Si conservano in un contenitore a chiusura ermetica o in una scatola di latta.

martedì 26 aprile 2011

My Easter

I quadrati delle finestre incorniciano un cielo pumbleo. Qui seduta su questa sedia, ascoltando le lamentele incessanti, sopportando questo ronzio continuo e fastidioso cerco di aggrapparmi al ricordo lieve e confortante di questi ultimi giorni di vacanza.
Il chiacchiericcio degli amici radunati attorno allo stesso tavolo, sommerso da ogni ben di Dio. Il piacere dei raggi del sole, inaspettati, che accarezzano il viso, mentre sul terrazzo cerchiamo di riprenderci dopo il lauto pranzo.

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(la ricetta la trovate qui)

La domenica di Pasqua, passata come tradizione a casa dei miei genitori. Le uova decorate dalla mamma, tenui punti di colore che spezzano il candore della tovaglia. La morbidezza della colomba che si scioglie in bocca, assieme a un pezzettino di cioccolato fondente, peccato di gola a cui non so rinunciare. Poi di nuovo lunedì, via, lontano dalla città.

My creation
(la ricetta della colomba la trovate qui)

Gli Appennini Imolesi ci accolgono, sembra di entrare in un racconto di Tolkien tanto è brillante il verde dei prati e degli alberi. Il ristorante in cui mangiamo è una sorpresa, non solo per il cibo delizioso dalle contaminazioni tosco-romagnole, ma soprattutto per lo splendido luogo in cui si trova. Il caminetto in pietra all'esterno è un piccolo capolavoro fiabesco, con i vasi di fiori brillanti messi lì in bella mostra. Glicine ovunque, profumato e dal colore lilla così delicato che sembra un acquerello. La sera si conclude con a visione di Poetry, film delicato e toccante, l'ultimo bel ricordo di questi indimenticabili giorni.

sabato 20 febbraio 2010

Un grissino per S. Donato

Qualche giorno fa, prendendo appuntamento per una visita medica presso uno studio dove non ero mai stato, la segretaria mi ha detto “Lo studio si trova in Via Casciarolo, è un po’ difficile da trovare, adesso le spiego…” “No non ce ne è bisogno” l’ho interrotta io, “Conosco la zona…abitavo lì una volta…” Ieri sono arrivato molto in anticipo rispetto all’appuntamento, era una bellissima giornata e mi sono messo a camminare in quell’angolo del quartiere dove ho passato tutta la mia infanzia. La strada dove si trova lo studio medico è proprio dietro al palazzo dove abitavo. Venticinque anni fa al di là di quella stradina c’era un grandissimo campo incolto, regno incontrastato di topi e insetti. Adesso hanno costruito un supermercato, svariati palazzi con garage e parcheggi, e un bel giardino. La strada è ormai soffocata tra il vecchio e il nuovo. Una stretta striscia d’asfalto con addirittura un dosso rallentatore all’altezza del supermercato. Un tempo non c’era neanche il cartello col nome della strada. Mi sono venute in mente le mattine d’inverno in cui mia madre, che doveva correre a scuola, mi vestiva come Messner, con la cuffia col pom-pom, che io odiavo, e mi caricava in fretta sulla 126 parcheggiata nella stradina tutte buche, per portarmi all’asilo. Poi l’asfaltarono e mio padre mi ci portava per imparare ad andare in bici senza rotelle, tanto non ci passava mai nessuno. Era la strada che facevo tutte le mattine per andare alle Elementari, con la mia amica d’infanzia. La strada che passava davanti al portone di un mio amico che adesso non c’è più. Lì, nelle sere di Luglio, si impacchettava la macchina per andare in campeggio in giro per l’Europa. Mi sono messo a guardare i campanelli. Molti cognomi non ci sono più, ne ho riconosciuti solo alcuni. Forse il quartiere è migliorato, di certo è diventato un dormitorio e un luogo di lavoro. Negli anni 80 c’erano molte famiglie, c’era anche tanta piccola criminalità e tanta droga. Comunque a me piaceva di più allora perché era più vero e mi è venuta una gran malinconia ripensando ad un’età felice e spensierata, al mio caschetto troppo lungo che mi faceva scambiare per una bambina, ai miei giovani genitori, ai miei amichetti e alle loro famiglie, ai mobili di Padre Marella in mezzo alla strada, agli anziani che non capivano il mio nome perché era “forestiero”.

Arrivato a casa, ho deciso di consolarmi preparando una cosa che mi piaceva tantissimo da bambino e che piace a tutti i bambini, i grissini. Era la prima volta che provavo a farli e secondo me sono venuti proprio bene. Sono simili ai Torinesi che spariscono subito quando si aspetta che ti vengano a prendere l’ordinazione in Trattoria, ma naturalmente più buoni e fragranti. Mentre ne assaggiavo uno mi sono venuti alla mente altri ricordi, quasi tutti belli, della mia gioventù in S.Donato.

GRISSINI CON PASTA MADRE

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(ricetta originale di birabira)

Ingredienti: 250 gr di farina 00/105 gr di acqua/ 75 gr di pasta madre/25r g di olio/ mezzo cucchiaino di malto/ mezzo cucchiaino di sale/ semola per spolverare

Impastate gli ingredienti, facendo attenzione a non far entrare in contatto il sale col lievito, fino a ottenere un impasto liscio, elastico e non appiccicoso. Impastate per almeno dieci minuti, battendo la pasta con le mani durante il procedimento. A impasto avvenuto, formate un filone lungo e stretto dalla forma più' regolare possibile e adagiatelo su una placca da forno rivestita con carta da forno e spolverata di semola. A questo punto, spennellare il filone d'olio (anche sui lati) e spolverarlo nuovamente con la semola. Fate lievitare il filone, coperto con un foglio di pellicola per alimenti e uno strofinaccio di cotone o una copertina di lana, al riparo dalle correnti d'aria (io lo tengo nel forno spento con la luce di cortesia accesa) per circa 6 ore. Trascorse questo tempo o fino a che non si è raggiunti il raddoppio dell'impasto, accendete il forno a 200°.
Riprendere l'impasto e tagliare dei bastoncini (dal lato corto del filone) dello grandezza di circa un centimetro e allungarli fino alla lunghezza della teglia che li conterrà' per la cottura. Se vengono più' lunghi, tagliare l'eccedenza e cuocerla così com'è, perché non si può rimpastare. Disponeteli distanziati nella teglia, rivestita un nuovo foglio di carta forno e infornateli subito. Cuocete i grissini per circa 18-20 minuti (devono risultare dorati).

venerdì 18 dicembre 2009

Quiet

E' freddissimo. Sui tetti la neve caduta nei giorni scorsi splende bianca contro un cielo color zucchero filato. Vorrei poter stare tutto il giorno sotto le coperte, una buona tazza di tè e un bel libro come compagni, e invece ho un sacco di cose da fare! Al lavoro si è scatenato l'inferno e alla sera torno a casa con l'unico desiderio di accoccolarmi sul fianco della weazel e farmi fare tantissimi grattini. Ho voglia di tranquillità, di cose semplici, di profumo di biscotti e risate in compagnia degli amici. E cosa c'è di meglio per rilassarsi che impastare. Gli ingredienti che si mescolano perfettamente, l'impasto liscio ed elastico. L'attesa davanti al forno, mentre il pane cresce e si forma quella crosticcina che sai già sarà una meraviglia addentarla. E poi quel profumo travolgente che invade tutta la casa. Queste ciabattine sono davvero la fine del mondo, croccanti fuori e con un'alveolatura interna incredibile. Provare per credere ;)



CIABATTINE

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Ingredienti: 300 gr di acqua/ 1 cucchiaino di zucchero/ 1 cucchiaino di malto / 75 gr di pasta madre rinfrescata/ 500 gr di farina manitoba/ 10 gr di sale
Versate sulla spianatoia la farina a fontanta. In una ciotola sciogliete la pasta madre in 200 gr di acqua (in inverno io la faccio intiepidire per 20 secondi in forno a micronde). Versate la pasta madre al centro della fontana, unite lo zucchero, il malto e il sale e iniziate a impastare, aggiungendo l'acqua rimanenente poco per volta fino a ottenere un impasto elastico e liscio. Mettere l'impasto in una ciotola, coptrite con un panno di cotone inumidito e lasciate lievitare per 12 ore nel forno spento.
Sgonfiate l'impasto, lavoratelo brevemente, dividetelo in tre parti dello stesso peso dello stesso peso e formate dei filoncini. Mettete i filoni su una leccarda rivestita di carta forno e lasciate lievitare per circa 2 ore.
Riprendete i filoni, piegate le due estremità verso il centro e rimetteteli lievitare per un'altra ora coprendoli con carta forno inumidita. Spolverateli con farina di grano duro e cuoceteli in forno preriscaldato a 220° per 15 minuti e per altri 20 minuti a 180°

venerdì 16 ottobre 2009

World Bread Day

Per me entrare in panetteria è sempre stata una gioia. Quel profumo inconfondibile e avvolgente ha il potere di rasserenarmi. Ricordo che quando il sabato mattina andavo a fare la spesa con i miei genitori il momento più bello era la fermata al panificio, quelle forme ancora calde e fragranti, la crosta che si spezzava con un suono inconfondibile, le dita che scavavano la mollica così morbida che si scioglieva in bocca, lasciando un retrogusto stupendamente zuccherino. Il rischio di arrivare a casa con il sacchetto praticamente vuoto era altissimo.
Adesso da qualche tempo ho scoperto il piacere di fare il pane in casa. Questo è stato il dono più bello che questo mio salotto virtuale mi ha regalato. Incantata dalla maestria di alcune di voi, dai vostri tentativi ed esperimenti, mi sono lasciata travolgere dalla magia di avere "le mani in pasta". Poi un giorno, dentro un pacchettino spedito dalla dolcissima Anto, è arrivata LEI. La pasta madre, un blobbino vispo e arzillo, e bisognoso di cure. Da quel momento la mia curiosità è a dir poco lievitata :D e ormai rinfreschi e panificazione sono diventati riti settimanali che hanno coinvolto persino la weazel. E non c'è momento più bello di quello in cui incollata al vetro del forno osservo il mio nuovo pane crescere, chiedendomi se l'interno sarà sufficientemente alveolato e la superficie abbastanza croccante.
E' proprio per questa sensazione di creare ogni volta qualche cosa di nuovo e irripetibile che oggi sono molto felice di partecipare al

world bread day 2009 - yes we bake.(last day of sumbission october 17)

FOUGASSE

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Ingredienti: 400 gr di farina manitoba + 100 di farina 0/ 300 ml di acqua tiepida/ 200 gr di pasta madre rinfrescata/ 1 cucchiaio abbondante di miele di castagno/ 1 cucchiaino di sale/ olio di oliva qb

In una ciotola formate la fontana con le farine. Sciogliete la pasta madre in circa metà dell'acqua e versate il tutto nel centro della fontana. Incorporate la farina al liquido con un cucchiaio inizialmente, poi iniziate a impastare a mano versando lentamente l'acqua rimanente. Aggiungete anche il miele e quando l'impasto ha già preso una certa trama unite anche il sale. Continuate a impastare per circa 15 min. Inizialmente il composto risulta abbastanza colloso, ma non aggiungete altra farina, impastando diventerà sempre più elastico e meno appiccicoso.
Ungete abbondantemente con l'olio di oliva una ciotola, date la forma di una palla all'impasto, trasferitelo all'interno della ciotola, coprite con la pellicola da cucina e mettete a lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido (ci vorranno almeno 3 ore).
Trascorso questo tempo, mettete l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e lavoratelo energicamente, in modo da sgonfiarlo bene. Foderate due leccarde di carta forno e infarinatele bene. Dividete in due l'impasto e allargate con le mani entrambe i pezzi fino a ottenere due dischi oblunghi. Con un coltello affilato incideteli in modo da replicare le venature di una foglia (io ho seguito questo tutorial).


Spolverate la superfice delle fougasse con della semola, coprite con un panno e lasciate lievitare ancora per circa 1 ora e mezza.
Preriscaldate il forno a 220°. Trascorso il tempo di lievitazione, spennellate le fougasse con l'olio d'oliva e insaporitele con i semi o gli odori che preferite (io ho usato i semi di papavero, ma vanno altrettanto bene quelli di sesamo o degli aghi di rosmarino tritati).
Infornate le fougasse e cuocete per circa 20 minuti, devono dorarsi leggermente.

Risulta un pane molto croccante fuori ma con un interno morbido e dall'aspetto molto scenografico. Non si conserva a lungo, ma riscaldandolo in forno riacquista parte della sua fragranza. La ricetta l'ho sicuramente trovata su un blog ma non ricordo quale; se il legittimo propietario dovesse riconoscerla me lo dica, sarò felicissima di indicare il link

mercoledì 7 ottobre 2009

My Jewish Part

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San Francisco è un ricordo geometrico nella mente. Lo skyline, una successione di parallelepipedi e piramidi fatti di vetro e acciaio che assorbono la luce infuocata del tramonto, mentre nella baia le vele spiegate delle barche sembrano gabbiani intenti a ritornare al nido. Le strade si srotolano in una scacchiera sinusoidale, più in basso la linea netta del Fisherman's Wharf dai cui salgono i vapori dei ristoranti che vendono la zuppa di granchio.

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San Francisco è il profumo speziato di China Town, i festoni multicolor attaccati ai fili elettrici in ricordo dell'appena trascorso capodanno, i negozi bui e vagamente inquietanti con le vetrine polverose colme di vasi di vetro dal misterioso contenuto.

San Francisco sono le case vittoriane di Russian Hill, dai colori pastello e le tende immacolate alle finestre, l'Opera House con il cartellone de I Pagliacci, le luci dorate che illuminano tuxedo e abiti da sera.


San Francisco è il cibo kosher mangiato nella sala addobbata a festa di un grande hotel, è il profumo acre delle candele in sinagoga, è vedere la weazel con la kippah e suo padre cantare in yiddish, è conoscere la sua famiglia americana riunita per il Bar Mitzwa di sua cugina, nomi e volti da ricordare, il mio inglese stentato che mi ha permesso di osservare con più attenzione quel nuovo mondo che mi danzava attorno.
San Francisco è un ricordo prezioso, di cui a volte mi assale una profonda nostalgia. San Francisco è i chocolate chip cookies mangiati sul divano guardando gli scoiattoli che giocano sugli alberi in giardino, è la steak che si caramella nella soia in forno, i galloni di latte in un frigorifero grande come una cabina armadio, è il suono della crosta della kallah che si spezza la sera dello shabbath

KALLAH

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ingredienti per il poolish: 125 gr di farina 0/ 125 gr di acqua/ 67 gr di pasta madre liquida proveniente da un doppio rinfresco consecutivo

ingredienti per la kallah: 40 gr di olio di semi/ 45 gr di miele di arancio (io usato del miele d'acacia)/ 2 uova grandi/ 10 gr di sale/ 375 gr di farina 0/ 1 uovo e semi di sesamo per la superficie

Procedimento
Dopo aver rinfrescato la pasta madre liquida per due volte consecutive, prelevatene 67 gr e in una ciotola mescolateli a 125 gr di farina 0 e a 125 gr di acqua. Coprite il poolish con della pellicola da cucina e lasciate lievitare in un luogo riparato per una notte intera
La mattina successiva trasferite il poolish, che nel frattempo avrà assunto una consistenza quasi spumosa, in una ciotola più ampia. Unite la farina e l'acqua e iniziate a impastare, prima con un cucchiaio e poi a mano. Aggiungete il sale e le uova e per ultimo l'olio. Lavorate l'impasto a lungo, deve risultare piuttosto soffice ed elastico ma non appiccicoso (se fosse necessario potete aggiungere un po' di acqua). A questo punto coprite l'impasto con una pellicola, rimettetelo in una ciotola e ponetela nel forno spento. Lasciate lievitare fino al raddoppio (circa 6 ore). A metà di questa lievitazione, riprendete l'impasto, sgonfiatelo, fate le pieghe del secondo tipo e rimettete a lievitare.Trascorse le sei ore mettete l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato, dividetelo in sei parti uguali e formate dei cordoncini della stessa lunghezza. Disponeteli paralleli fra loro e seguendo questo tutorial formate la treccia.


Mettete la kallah su una teglia rivestita da carta da forno, copritela con un panno umido e lasciate lievitare fino a che è raddoppiata di volume. Sbattete l'uovo in una ciotolina, diluitelo con un goccio d'acqua e spennellatelo sulla superficie della kallah. Inumidite un dito nell'uovo, passatelo nei semi di sesamo e decorate con questi le varie sezioni della treccia.Infornate in forno fià caldo a 190° per circa 30-35 minuti.

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Il risultato è un pane morbido e profumato, molto adatto per la colazione. Si conserva per un paio di giorni, se però prevedete di non finirlo si può tranquillamente congelare tagliato a fette

Ringrazio Izn per i suoi fantastici post sulla pasta madre!

mercoledì 12 agosto 2009

Brioches per tutti

Ci sono sapori che rimangono impressi nella memoria. Sapori legati a un particolare ricordo o luogo che costituiscono la propria personale classifica gastronomica. Un piatto di spaghetti al pomodoro mangiato alle falde del Vesuvio, il profumo intenso del pomodoro e del basilico, la grana della pasta, la mozzarella filante. Oppure la pizza di Vico Equense, straordinariamente alta e croccante allo stesso tempo. Il gelato alla crema con frutti di bosco caldi del Walde, la rotondità della panna che si sposa perfettamente con l'acidità di more, mirtilli e lamponi. E poi ci sono le colazioni al Bar Lo Po a base di granite ai gelsi e brioche col tuppo. Un idillio. Forse il miglior modo in assoluto per iniziare una calda giornata di vacanze.
Così quando girettando fra i vari blog ho visto questa ricetta (chiedo scusa non mi ricordo esattamente da chi, quindi se riconoscete la ricetta fatevi avanti) mi sono tornate in mente quelle lente e brillanti mattine siciliane, il profumo dei limoni e la serenità che pervadeva quel piccolo rito quotidiano. Spero faccia lo stesso effetto anche a voi

BRIOCHE CON PASTA MADRE

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Ingredienti: 200 gr di pasta madre rinfrescata la sera precedente/ 300 gr di farina 00 + 100 gr di farina 0/ 100 gr di zucchero semolato/ 50 gr di burro morbido/ 200 ml di latte intero/ 3 tuorli d'uovo/ un pizzico di sale

Sciogliete la pasta madre nel latte tiepido. Aggiungete gradatamente la farina, lo zucchero, i tuorli e infine il sale e il burro. Impastate per circa 15 min fino a che l'impasto non risulta morbido e ben incordato. Trasferitelo in una ciotola, copritelo con una pellicola trasparente e un canovaccio e mettete a lievitare per due ore in un luogo tiep
ido. Trascorso questo tempo riprendete l'impasto, sgonfiatelo e lavoratelo velocemente per alcuni minuti (se dovesse risultare troppo appiccicoso aggiungete un altro po' di farina). Formate un filoncino, disponetelo su una leccarda rivestita di carta forno, coprite con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio (con queste alte temperature sono bastate 4 ore)

cheat: affinché durante la lievitazione l'impasto non si allarghi troppo ma cresca soprattutto in altezza ponete ai lati del filoncino due pacchi di spaghetti che fungano da fermi.

Una volta lievitato riprendete l'impasto e con un coltello ben infarinato tagliatelo in pezzi da circa 100 gr ciascuno. Con delicatezza formate delle palline con ciascun pezzo, disponeteli nuovamente sulla leccarda ricoperta da carta forno e lasciate lievitare, coperti con un panno, per altri 40 minuti.
Nel frattempo preriscaldate il forno a 200°. Trascorsi i 40 minuti spennellate la superficie delle brioche con un tuorlo d'uovo mescolato a un goccio di latte e decorate con granella di zucchero.
Infornate per 30 minuti, abbassando la temperatura a 170° dopo i primi dieci minuti di cottura. Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.


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Volevo ringraziare anche Luca&Sabrina che mi hanno fatto omaggio di questo premio, che a mia volta assegno a tutti i bloggers che passano di qui in queste giornate vacanziere


E un abbraccio speciale a Franz che mi ha regalato questa dolcissima mongolfiera, con il compito di elencare 5 cose che amo fare


1) guardare il tramonto sul mare, quando si alza quella brezza salina che accarezza la pelle e i gabbiani intonano il loro malinconico richiamo
2) sfogliare le riviste di viaggi, che parlano di paesi lontani e culture diverse. Accarezzare quelle pagine e ammirare le splendide fotografie mi dà la sensazione di poter teletrasportarmi in quei luoghi
3) andare ai cinema all'aperto
4) fare il bagno. Quei momenti di relax, sdraiata nell'acqua calda e profumata di sali, con un buon libro e la musica di sottofondo, sono un piacere davvero irrinunciabile.
5) girettare per le librerie. E' come entrare nella stanza del tesoro. Passo ore a rimirare le copertine e segnarmi i titoli che vorrei acquistare

Passo il premio e il giochino a Marilì, Fiordilatte, Luca&Silvia, Saretta e Carolina.

mercoledì 5 agosto 2009

Come trasformare il blob in una crema disciplinata

Adoro la mia pasta madre. Però questo blobbino è una creatura piuttosto vivace e arzilla. Spesso la ritrovo a scorrazzare allegramente per il frigorifero, incurante del fatto di essere stata rinchiusa accuratamente dentro un barattolo. Ho provato a minacciarla, dicendole che avrei iniziato a tenerla a stecchetto, niente più farina e acqua a farla ingrassare. Ma quella niente, ha fatto orecchie da mercante e nonostante le due settimane di dieta forzata causa vacanze al primo rinfresco a ricominciato a gonfiarsi e a invadere i ripiani del frigorifero. In più, sarà il caldo che non invoglia ad accendere il forno, l'idea malsana di trascorrere parte delle domeniche a mettere in ordine casa o la voglia di cibi più leggeri che riduce il nostro consumo di pane, ma ogni settimana mi ritrovo con un quantitativo di blobbino sempre più esorbitante che mi vedo costretta a buttare via. Così quando sono incappata nell'esperimento di Izn per trasformare la pasta madre in una cremina meno bisognosa di attenzione e molto più educata ho deciso di provare. Il procedimento è un po' lungo, ma molto facile da seguire e il risultato mi è sembrato molto soddisfacente. Per comodità vi riporto qui i vari passaggi, ma se volete potete andare anche a sbirciare qui

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Utilizzate farina 0 per i vari rinfreschi. Occorreranno 5 passaggi per passare a un'idratazione del 50% a una al 100%, che andranno ripetuti ogni 8 ore (6 ore se li fate in questo periodo molto caldo, di cui 3 in frigo e tre fuori)

primo passaggio:
Prendete 100 grammi di pasta madre e mescolateli con 100 grammi di farina 0 e 60 grammi d’acqua. Mettete nel solito vasetto e lasciate fermentare otto ore.

secondo passaggio:
Prendete 100 grammi della pasta madre (un po’ meno solida) ottenuta. aggiungete di nuovo 100 grammi di farina 0 e 70 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

terzo passaggio:
Prendete 100 grammi di pasta madre e aggiungete altri 100 grammi di farina 0 e 80 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

quarto passaggio:
100 grammi di pasta madre, 100 grammi di farina 0, 90 grammi d’acqua. Solito vasetto, solite ore.

quinto passaggio:
100 grammi pasta madre, 100 grammi farina, 100 grammi acqua. Solito vasetto, solite ore.

Per i primi passaggi la consistenza dell'impasto sarà ancora solida e quindi vi toccherà impastare i vari ingredienti, mentre per i successivi basterà amalgamarli con l'aiuto di un cucchiaio. Per quanto riguarda i tempi di attesa fra un passaggio e l'altro io non sono riuscita a essere precisissima, ma ciò non ha inficiato il risultato. Alla fine otterrete un impasto cremoso, sulla cui superficie si formeranno numerose bollicine. Si conserva in frigo in un barattolo di vetro e va rinfrescata circa una volta ogni mese e mezzo e con particolari accorgimenti anche ogni tre mesi (facendo due rinfreschi consecutivi una volta al mese - cioè rinfrescate, lasciate fermentare otto ore, poi rinfrescate di nuovo, aspettate 3 o 4 ore per far ricominciare la fermentazione senza farla completare e poi rimettete in frigo). Inoltre per rinfrescarlo non è necessaria l’impastatrice ma bastano 4 minuti di fruste elettriche.
E ora non resta che provare a utilizzarla ricordandosi che il quantitativo da usare rispetto al peso della farina utilizzata per preparare il pane deve essere pari al 10% (10 gr di pasta madre liquida per 100 gr di farina)

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E ora vi torturo un altro po' con un meme che mi ha passato la dolcissima Ester. Raccontare 10 cose di me...mumble, mumble...allora vediamo un po':
1) mi piace addormentarmi sul divano, soprattutto se qualcuno mi sta facendo i grattini
2) tendo a usare il forno in modo maniacale. Lo accendo anche con 50° all'ombra, incurante degli improperi della weazel
3) ho una passione per i bracciali, in particolare quelli d'argento molto lavorati. E' praticamente l'unico tipo di gioiello che indosso
4) vengo attirata in modo incontrollabile dalle felpe della weazel. Nonostante ne possegga un numero cospicuo trovo che le sue mi stiano molto meglio ;P
5) mi mangio le unghie
6) vorrei tanto comprarmi un micio
7) ho una miriade di quaderni, block notes, diari dove appunto quello che mi passa per la testa, gli appuntamenti o cose che voglio ricordare
8) in Portogallo mi sono fatta fare una treccina viola fra i capelli in un mercatino hippy. La adoro
9) a fine estate vorrei farmi il secondo tatuaggio
10) ho il passo leggerissimo e spesso entro nelle stanze senza essere sentita. Da quando conviviamo, per non far morire di infarto la weazel annuncio la mia presenza tossicchiando o saltellando come un coniglio.

Passo il testimone a Enza, Gio, Alex e Francesca
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