lunedì 30 gennaio 2012

INSALATA DI AVOCADO, POMODORI SECCHI E ANACARDI




Faccio outing.
Ho il vizio dell'avocado. Mi piace in modo quasi morboso. 
Lo acquisto, lo scelgo con cura, lo porto a casa e lo "covo" fino a quando non ha raggiunto la consistenza che mi garba: quando la buccia inizia a lasciar intuire la piacevole e voluttuosa morbidezza della polpa che custodisce.
L'avocado è una dipendenza, di quelle da cui non voglio nemmeno provare a guarire.
Anzi, ho un ottimo alibi per non guarire dalla dipendenza: l'avocado fa bene, leggete qui.
Per una ciotola di guacamole posso uccidere: se mi vedete alle prese con una ciotola di guacamole, state alla larga, sono pericolosa.

Quando leggo in una ricetta l'ingrediente 'avocado' inizio già a leccarmi i baffi.
La settimana scorsa ho sottoposto alcune cavie alla sperimentazione di una ricetta di Bavette con salsa di avocado, che vedevo da tempo online e finalmente ho testato (con qualche modifica. Prometto che riproverò per condividerla.).
La scorsa estate ho ammorbato amici e parenti con insalate di avocado in ogni foggia, dopo aver pranzato con la brigata Foodbloggers scaligere anche Brii aveva sperimentato una ricetta personalizzata e di seguito anche la mia gur... ahem, amica Azabel aveva postato una versione muy sabrosa facile facile (oh, che strano!) nemmeno il tempo di pensarla e ti stai già leccando i baffi.
Rilancio con questa variante, facile (ma va, che strano?) che basta quasi pensarla e ha già la forchetta in pugno.


INSALATA DI AVOCADO, POMODORI SECCHI E ANACARDI
1 avocado maturo (circa 250 gr, intero)
5-6 pomodori secchi ben scocciolati
1/2 piccola cipolla rossa di Tropea
una dozzina di anacardi
il succo di mezzo limone 
un pizzico di basilico

Dosi indicative, potete "aggiustare" secondo il vostro gusto.
Private l'avocado della buccia, tagliatelo a tocchetti e mettetelo in una ciotola, quindi irroratelo subito con il succo di limone.
Sgocciolate per bene i pomodori secchi (i miei sono sott'olio, li ho asciugati per bene con la carta da cucina), tagliateli a listarelle, tagliate sottile la cipolla e aggiungete all'avocado. Completate con gli anacardi e un pizzico di basilico.

Buon appetito!

note: Noterete che non ho utilizzato sale, a mio avviso non serve (i pomodori secchi sono già molto saporiti) né olio (l'avocado è un frutto con un ottimo apporto lipidico). 

domenica 27 novembre 2011

UN FILO PER I BAMBINI DI ROCCHETTA VARA


Apparizioni di Golosastre come stelle cadenti nelle terse notti estive.
Passano, lasciano una scia e scompaiono nel nulla.
Ma si sa, quando si avvista una stella cadente si può esprimere un desiderio.

Posso esprimerne uno anch'io?
Leggete qui

(immagini di Patrizia)

Cooperativa “Gulliver” di Borghetto Vara si occupa di assistenza domiciliare di anziani e disabili, e del sostegno educativo di minori. 
La zona in cui opera è stata gravemente colpita dall'alluvione dello 25 ottobre scorso e la Cooperativa ha subito pesantissimi danni alle due case famiglia che gestisce, che sono state completamente devastate da acqua e fango.
I bambini e ragazzi ospiti sono stati per fortuna messi in salvo e sono ospitati in situazioni provvisorie, ma non hanno più nulla: hanno perso tutto quello che avevano, esclusi i vestiti che indossavano al momento del disastro.
Inutile dirvi che serve praticamente TUTTO. Anche se,, nel frattempo grazie ad una straordinaria catena di solidarietà molte cose sono arrivate, c'è ancora molto, moltissimo da fare.


Quindi, coraggio, leggete il post (se bazzicate su Facebook guardate qui, è stato creato un evento ad hoc), e iniziate a pensare a cosa potete fare voi, pensateci benebene e poi AGITE, che di sicuro tutti possiamo fare qualcosa.

Ognuno di voi ha un contatto che ha un amico che ha un cugino che conosce benebene quel signore là che ha un'aziendina che produce qualcosa che potrebbe essere una delle tesserine del puzzle che pian pianino, giorno dopo giorno, andrà a ricomporre quell'immagine che tutte le bloggers che hanno aderito con entusiasmo al progetto "UN FILO PER I BAMBINI DI ROCCHETTA VARA", vogliono presto vedere: il sorriso dei bimbi di Rocchetta e di tutto lo staff della cooperativa Gulliver!

Basta poco.
Anche solo spammare con una e-mail tutti i vostri amici, che per una volta, ne sono certa, non saranno infastiditi (ahem... amici... non vi infastidite, vero? Vero? Ecco, bravi.).


Un grazie di CUORE a tutte coloro che con passione ed entusiasmo stanno facendo moltomoltissimo per alimentare di affetto e di azioni concrete questa meravigliosa energia.
Un grazie di CUORE anche per la più piccola cosa che potrete e vorrete fare per dare una mano.


Ah... quasi dimenticavo.
Visto che sono piombata qui a rompere un lungo silenzio, forse dovrei lasciare anche una ricettina.
Facile, molto facile. 
Che piace tanto ai bambini.
Ma anche ai grandi.
Con una foto terribile, perché la sera c'è buissimo, e una luce pessima in casa e non ho più la macchina fotografica, e faccio le fotine con il telefono e sono sempre di corsa, e... Ok, basta alibi.

Liberamente ispirata ad un piatto che ho condiviso (anche nel senso letterale del termine) con una persona speciale in un momento speciale, e che ho reinterpretato in chiave 'locale' con un prodotto del territorio veronese: il formaggio Monte Veronese, in questo caso d'Allevo Mezzano
La ricetta originale prevedeva l'utilizzo del formaggio Bagoss.
(ebbene sì, sono tuttora intollerante al lattosio, ma da brava bambina ogni tanto faccio qualche capriccio...)



GNOCCHETTI AI PORRI 
E MONTE VERONESE MEZZANO 

500 gr circa di gnocchi di patate
1 porro 
un paio di foglie di salvia
200 gr di Monte Veronese Mezzano 
sale&pepe
olio extravergine di oliva

Pulite il porro eliminando lo strato più esterno, la base con la barbetta e le foglie verdi. Tagliate a rondelle sottili il porro, e in un colapasta sciacquatelo bene sotto l'acqua corrente per eliminare ogni possibile residuo di terriccio.
Scaldate in una capiente padella una cucchiaiata generosa di olio extravergine di oliva, unite il porro a rondelle e le foglie di salvia, aggiungete un pizzico di sale, quindi abbassate la fiamma, lasciando stufare il porro fino a che diventa morbido (dipende dalla 'durezza' delle foglie).
Se necessario aggiungete una cucchiaiata di acqua (o meglio ancora una spruzzata di vino bianco secco).
A cottura ultimata rimuovete le foglie di salvia.
Preparate in una ciotola il formaggio (a temperatura ambiente, se possibile tiratelo fuori dal frigo con adeguato anticipo) a cubetti piccolissimi, oppure grattuggiatelo con la grattuggia a fori larghi.
Lessate gli gnocchi in abbondante acqua salata, scolateli con la schiumarola immediatamente quando iniziano a salire a galla e aggiungeteli ai porri, unite il formaggio sempre mescolando con delicatezza per non rompere gli gnocchi.
Servite con una grattuggiata di pepe nero (se gradita) e buon appetito!

note - il gusto vivace ma nello stesso tempo delicato delicato del porro è di solito molto gradito ai bambini e alle bambine. Ma qualcuno un po' più schizzinoso potrebbe non apprezzare la temibile verdurina. In questo caso prima di condire, passate con il minipimer i porri già cotti, aggiungendo eventualmente un filo d'olio per ottenere una saporita cremina.

lunedì 17 gennaio 2011

MUFFINS AL CIOCCOLATO BIANCO E PISTACCHI DI BRONTE

Muffins al Pistacchio di Bronte


Mi è semblato di vedele un post della Golosastla... 
Sì, è un post della Golosastra.
No, non avete un'allucinazione.

Ci sono, silente ma ci sono. Vi leggo, vi gusto, lascio rari commenti (non me ne vogliate, vi prego), ma soprattutto apprezzo davvero molto i vostri messaggi, le vostre mail: sono carezze per l'anima.
E mi dimostrano che non è necessario un post al giorno per "innaffiare" il vostro affetto.
Grazie, sempre e sempre di cuore.

Il tempo è tiranno, le cose da fare tante, la vita gira gira gira.
Stasera mi concedo il lusso di dedicare un po' di tempo al blog, che se ne sta buono e tranquillo e non si lamenta mai, ma pure lui necessità di attenzioni.

Questa ricetta era lì appiccicata alla copertina di un libro che aspettava da un bel po' di tempo: è ora di 'spolverare' il post-it (datato 6 novembre  2010) e pubblicarla qui,  perchè è buonabuona, davvero.

E poi perché l'abbinamento Pistacchi di Bronte e Cioccolato Bianco è imperdibile.

E poi perché in questi muffins c'è il tanto ambito cioccolato bianco vegan, a base di latte di riso, regalino golosissimo della mia superguru (eccola, già la sento brontolare...).
E poi perché ci sono i Pistacchi di Bronte, preziose gemme che la mia sorellina mi ha portato in dono dalla Sicilia.
E poi perché i muffins sono i muffins, e non c'è altro da aggiungere.
Sono da condividere con persone speciali.

PISTACCHIO DI BRONTE

MUFFINS AL CIOCCOLATO BIANCO E PISTACCHI DI BRONTE
250 g di farina 0
100 g di zucchero di canna integrale
100 g di pistacchi di Bronte sgusciati
300 ml circa di latte di soia
80 gr di olio di riso
una bacca di vaniglia
100 gr di cioccolato bianco al latte di riso
una bustina di cremor tartaro
un pizzico di sale

Accendete il forno a 175° (ventilato) e tritate grossolanamente il cioccolato bianco.
Preparate una capiente ciotola dove mescolerete con cura gli ingredienti secchi (farina, zucchero, vaniglia, cremor tartaro e il pizzico di sale).
In un'altra ciotola mescolate perfettamente la parte umida, latte e olio, che verserete poi sugli ingredienti secchi, mescolando rapidamente solo fino a quando saranno amalgamati tra loro gli ingredienti umidi e quelli secchi. Quindi aggiungete i pistacchi e il cioccolato bianco e mescolate velocemente senza lavorare troppo l'impasto.
Disponete l'impasto in 12 stampi da muffins (ho sperimentato questi in carta monouso grease-proof  che hanno il vantaggio di poter essere utilizzati senza l'apposito stampo) riempendoli per 2/3 circa e infornate nella parte bassa del forno ben caldo.
Dopo una ventina di minuti i muffins saranno pronti: non appena saranno belli gonfi e dorati sfornateli.
Si conservano qualche giorno, conservateli in una scatola di latta per preservarne la fragranza...
Sempre che ne avanzino!

mercoledì 10 novembre 2010

CREMA DI FINOCCHI

CREMA DI FINOCCHI


Oggi non servono molte parole, oggi voglio solo lanciare un segnale.
Qui non si tratta di politica, si tratta di RISPETTO.

Le blogger che aderiscono a questa iniziativa vogliono fortissimamente affermare ad alta voce che NO, non ci stanno. 

Noi PRETENDIAMO il rispetto da chi  "offende gli omosessuali, le loro famiglie e i loro amici insieme e, nella sua concezione utilitaristica, tutte le donne" (P.Patané- Presidente nazionale Arcigay).
Aderisco con vero gusto a questa inziziativa, perché i finocchi a casa mia sono sempre  molto molto graditi.

Metti un finocchio a cena
(Più finocchi per tutti!)

CREMA DI FINOCCHI
un grosso finocchio (300 gr circa)
1/2 lt circa di latte di soya
50 gr di fiocchi di 5 cereali
un cucchiaino di dado vegetale
un filo di olio extravergine di oliva
pepe nero (Sichuan, in questo caso)


Ricetta superfast, super easy, super coccolosa. Nel tempo di quei tanto citati "quattro salti" avrete un piatto gustoso, leggero, caldo, confortevole, sano e completo da gustare a cena  mentre fuori piove e fa freddo (obbligatorio: tv rigorosamente spenta affinché certe uscite poco indovinate non possano rendervi le pietanze indigeste).
Tagliate il finocchio sottilissimo (0.5 con la mandolina) sciacquatelo sotto l'acqua corrente e mettetelo in una pentola di dimesioni adeguate.
Coprite con il latte di soya, unite un cucchiaino di dado vegetale e portate ad ebollizione. Lasciate bollire a fuoco lento finché i finocchi saranno morbidi (10 minuti e sono pronti di sicuro), spegnete la fiamma e aggiungete i fiocchi di cereali. Lasciate riposare per 5 minuti, quindi passate tutto al minipimer. Servite con un filo d'olio e un'abbondante grattuggiata di pepe nero.
Dosi perfette per due persone affamate. Graditi anche i crostini ;)

Un grazie speciale a Gaia e a  Madama Bavareisa.

mercoledì 3 novembre 2010

CROSTATA ALLA CREMA DI MANDORLE

crostata alla crema di mandorle

Buongiorno! Io sono un post programmato per essere pubblicato al mattino presto presto. 

Tu, lettore che ti sei appena svegliato, prepara un  bel caffé e (se l'esperimento di programmazione post ha funzionato) ti faccio compagnia mentre lo sorseggi. La vuoi una fetta di crostata?

Ok, porta pazienza: la crostata purtroppo era solo virtuale.
La crostata era anche una scusa per inaugurare il mio nuovo stampo rettangolare con fondo amovibile, che è diventato mio (finalmente, lo desideravo da un sacco di tempo) dopo la scorribanda, comprensiva di picnic/merenda golosa, con le tre grazie a Brescia da Artebianca! Mi è sempre piaciuto un sacco e ora è entrato a far parte della grande famiglia degli attrezzini che come un tetris tridimensionale si incastrano alla (quasi) perfezione in ogni antina e vano disponibile.
Complice un pomeriggio di incessante pioggia, mi sono messa all'opera per fare la mia prima crostata rettangolare. 
Come al solito la Golosastra pasticciona ha scelto trequattromila ricette, ne ha scartate millecinquecento, ne ha valutate un altro paio, ha ripescato in quelle scartate la ricetta della base, ha mixato tra quelle papabili e ha elaborato la variante per la farcitura, con un occhio alla dispensa per verificare se c'era tutto quel che serviva. Il tutto per arrivare a questo risultato finale che mi è piaciuto un bel po'.  
Se vi arrivasse voce che mi sono pappata praticamente mezza crostata da sola, non ci credete.
Nego, nego tutto.


CROSTATA ALLA CREMA DI MANDORLE

per la base:
250 gr di farina 00
110 gr di burro di soya
70 gr di zucchero di canna
40 gr di latte di soya (circa)
1/2 baccello di vaniglia
1 pizzico di sale

per la farcitura:
400 gr di latte di soya
40 gr di zucchero di canna
20 gr di farina 00
20 gr di amido di mais
30 gr di burro di soya
1/2 baccello di vaniglia
1/2 cucchiaino di curcuma
una manciata di scaglie di mandorla

Preparate con anticipo la base di pseudofrolla: tagliate il burro di soya a tocchetti, setacciate la farina e disponetela a fontana, unite la margarina al centro, lo zucchero,  un pizzichino di sale e la vaniglia (aprite con un coltellino la bacca e raschiate i semini). lavorate velocemente con le mani e aggiungete quindi il latte poco per volta fino ad otterere un impasto liscio. (a seconda del tipo di farina potrebbe servirne poco più o poco meno). Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciatela a riposare nel frigo (minimo mezz'ora).
Per la farcitura: preparate una cremasimilpasticcera, amalgamando in una ciotola la farina setacciata con l'amido e la curcuma, aggiungendo a filo circa 50 gr di latte di soya mescolando energicamente con una frusta per evitare il formarsi di grumi.
In un pentolino portate ad ebollizione il rimanente latte, lo zucchero e i semini della vaniglia, aggiungete quindi il composto precedentemente preparato senza smettere di mescolare, unite quindi la crema di mandrorla. Lasciate bollire, sempre mescolando, per cinque minuti circa. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire.

Accendete il forno a 180°, togliete dal frigo la fintafrolla, stendetela con il mattarello ad uno spessore di circa 2 mm e foderate lo stampo (il mio è rettangolare da 35x11cm, ma la base della ricetta era per uno stampo rotondo di diametro 24 cm). Foderatela con un foglio di carta forno, riempitela di fagioli secchi e cuocete per circa 20'.
Estraete dal forno la base, liberatela dal foglio con i fagioli.
Lavorate velocemente la crema ormai intiepidita, versatela con cura nella concavità della base, livellatela con una spatola e distribuite sulla superficie una manciata di mandorle in scaglie.
Infornate di nuovo per una decina di minuti finché la superficie della crema sarà dorata e le mandorle tostate.
Sfornate, lasciate raffreddare perfettamente (se resistete all'assaggio, lasciate compattare per bene la crema per tutta la notte in frigo).

crostata alla crema di mandorle

note: e se provassi a fare una  crema pasticcera con il latte di mandorle? Sono graditi i suggerimenti! 
La scelta di utilizzare la crema di mandorle,  è dovuta ad un virtuoso momento 'svuotadispensa'. So che si tratta di un ingrediente che  non tutti hanno a disposizione ma vi assicuro che, se vi piacciono le mandorle, almeno una volta la dovete assaggiare. Io l'avevo comprata a causa di un colpo di fulmine per la ricetta di Alice!

lunedì 18 ottobre 2010

LA GOLOSASTRA SI VESTE DI ROSA

Un solo colore, un solo simbolo per un messaggio universale.

http://www.nastrorosa.it/


"La Campagna Nastro Rosa, ideata nel 1989 negli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in tutto il mondo, ha come obiettivo quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare.

IL TUMORE AL SENO E L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE

In tutto il mondo occidentale, il tumore al seno è il primo tumore femminile per numero di casi e la sua incidenza è in costante aumento, tanto da essere considerato alla stregua di una vera e propria malattia sociale. In Italia si calcola che nel 2010 i nuovi casi di tumore alla mammella saliranno a circa 42mila. Sconfiggere la malattia è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, grazie soprattutto alla prevenzione e all’anticipazione diagnostica."



Un nastro rosa che accarezza tantissimi blog, e colora di speranza la rete.
Un colore da sempre simbolo della femminilità, per sensibilizzare tutte le donne a sconfiggere il tumore con la migliore arma a disposizione: la PREVENZIONE.
E siccome abbiamo la golosa abitudine di parlare di cibo, perché non pensiamo anche ad adottare uno stile di vita sano anche a tavola? Perché anche quel che mangiamo contribuisce alla prevenzione.

IMPARIAMO A VOLERCI BENE!

Un grazie di cuore a SemplicementePepeRosa per aver diffuso la notizia dell'iniziativa.
Un grazie di cuore a MammaFelice per impegnarsi a ospitare tutti i blog che partecipano.
Un grazie a tutte e tutti per esserci!

Arabic:شريط وردي
Urdu:گلابی ربن
Spanish:Lazo Rosa
Filipino:Lasong Rosas
French:Ruban Rose
Italian:Nastro Rosa
Galician:Lazo Vermello
Valencian:Llaç rosa
Catalan:Cinta rosa
German:Rosa Schleife
Dutch:Roze Lint
Danish:Lyserøde Sløjfe
Croatian:Ružičasta vrpca
Czech:Růžová stužka
Finnish:Roosa Nauha
Hungarian:Rózsaszín szalag
Macedonian:Розева панделка
Norwegian:Rosa Sløyfe
Korean:핑크리본
Latvian:Rozā lente
Lithuanian:Rožinis kaspinas
Persian:روبان صورتی
Polish:Różowa Wstążka
Portuguese:Fita Rosa
Romanian:Panglica Roz
Russian:Pозовая Лента
Slovak:Ružová stužka
Swedish:Rosa Bandet
Catalan:Llaç Rosa
Turkish:Pembe Kurdele
Japanese:ピンクリボン
Chinese:粉红丝带
Hebrew:סרט ורוד
Serbian:Ружичаста машна
Slovenian:Rožnati trak
Ukrainian:Рожева стрічка
Greek:Ρόζ κορδέλα

E tu hai già prenotato la tua visita di controllo?
No?
Cosa aspetti?


Durante il mese di ottobre gli oltre 390 Punti Prevenzione (ambulatori) LILT, la maggior parte dei quali all’interno delle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, saranno a disposizione delle donne per visite senologiche.
Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT più vicino, in cui effettuare anche esami di diagnosi precoce e controlli, si può chiamare, per informazioni, il numero verde SOS LILT 800-998877 o consultare l'elenco degli ambulatori LILT sul territorio italiano nel sito www.lilt.it

Prendi il telefono, chiama e passa parola alle tue amiche!



































domenica 17 ottobre 2010

VEGAN KNÖDEL


Nonostante le mie migliori intenzioni quest'anno non sono riuscita ad arrivare puntuale all'appuntamento con la quinta edizione del World Bread Day 2010 promosso da Zorra. 



Oggi ho pensato comunque di 'festeggiare' questo appuntamento in una maniera un po' insolita. Cosa si fa con il pane che avanza? Perché per quanto io sia golosa di pane&affini, mi capita ogni tanto di 'sbagliare i conti' e ritrovarmi con del pane di troppo. Una delle ricette della tradizione che mi fa impazzire sono i Canerderli o Knödel, piatto tipico della tradizione trentina, altoatesina e tirolese, anzi credo proprio che anche nella zona delle Dolomiti bellunesi sia diffuso. Esistono infinite varianti di questo grosso, saporito gnocco a base di pane: salate con speck, formaggi, verdure. Si servono in brodo o asciutti conditi con abbondante burro fuso e formaggio. Pochi sanno che esiste anche la versione dolce.  Fino a questa mattina non credevo però che fosse possibile gustarne una 'traduzione' vegan.
Ero infatti strastraconvinta che senza l'uovo tutta sta mappazza di pane raffermo non potesse in alcun modo stare assieme senza disintegrarsi durante la cottura.
Sbagliato.
Funziona.

SONO UNA GOLOSASTRA FELICE!


Vegan Knödel

VEGAN KNÖDEL
(per una persona)
100 gr di pane raffermo
50 gr di spinaci lessati e tritati
1 cucchiaio di cipolla tritata
1 cucchiaio di amido di mais
1/2 bicchiere di latte di soya
un pizzico di sale
un filino di olio extravergine di oliva

per condire: 
1 cucchiaio di burro di soya
1 cucchiaino di mandorle tritate
lievito in scaglie
erba cipollina fresca tritata
un pizzico di sale

Tagliare il pane a cubettini, inumidirlo con mezzo bicchiere di latte di soya tiepido e lasciar riposare. Potrebbe essere necessario aggiungere poco latte se il pane è troppo asciutto. Io in genere utilizzo pane del giorno prima, non secchissimo, purché con crosta sottile.
In una padella soffriggere la cipolla tritata in pochissimo olio e passare velocemente gli spinaci tritati per asciugarli il più possibile. Regolate di sale.
Unire gli spinaci al pane ammollato, aggiungere un cucchiaio di amido di mais, otterrete un composto con il quale formerete con le mani due pallotte compatte. Se risulta troppo asciutto aggiungete un goccino ino ino di latte, se invece è troppo umido un po' di pangrattato.
Mettete a bollire abbondante acqua salata (meglio ancora brodo vegetale) e lessate i canederli per una decina di minuti.
Scolateli, conditeli con il burro-veg-fuso (di solito non uso questa specie di margarina per condire, ma in questo caso l'ho fortissimamente voluta perché l'olio sui canederli proprio non ci sta, a mio avviso. Questa è quella che preferisco), con il parmigiano vegan (un cucchiaino di mandorle tritate finissime, 1/2 cucchiaino di lievito, un pizzichino di sale) e con erba cipollina tritata.
NOTE - Mi sono impegnata a misurare quel che ho usato per poter scrivere un post-apposta, ma in generale con i canederli 'regolamentari' (così come avviene con le polpette e con molte altre ricette, anche con il pane!) ho sempre fatto 'ad occhio', perché secondo l'umidità del pane, degli spinaci o altra verdura, può variare la quantità di latte da usare o può essere necessario aggiungere un pizzico di amido o una cucchiaiata di pangrattato per asciugare un po' il composto.
Provate, prendete confidenza con la consistenza dell'impasto e poi dimenticatevi la bilancia!

Piccola, facoltativa ma ASSAI interessante variante golosa: nelle foto (scattate in frettissima con una fame pazzesca!) potete forse notare che c'è un 'qualcosa' di bianco al centro del canederlo tagliato a metà. Ho provato ad 'inserire' un nucleo morbidoso, fatto di No-Muh Melty, una geniale idea mozzarellosa vegan. Per chi non vuole/non può mangiare latticini, esistono personcine deliziose come quelle di Vegusto che producono interessanti alternative al formaggio (simili a questa che avevo sperimentato) e ad altri prodotti di origine animale. Ho avuto l'occasione di degustarli ieri in occasione di questa festa, dove ho anche acquistato una confezione di No-Muh Melty da testare. Questo è il primo esperimento, decisamente approvato.
Stasera temo che sacrificherò il resto della confezione sulla pizza!

P.S. - Ho trovato su Veganblog un'altra versione vegan dei canederli (mmmh, ai funghi!... guardate qui) che la prossima volta proverò!