“Accompagnandola lungo i vicoli, Adamsberg si rese conto che la voglia di mangiarla superava di gran lunga quella di andare a letto con lei. Quella donna gli metteva un appetito smisurato, ricordandogli all’improvviso l’enorme fetta di kouglof, morbido e tiepido, con miele, che aveva divorato da bambino a casa di una zia in Alsazia”. (Fred Vargas - “La cavalcata dei morti”, pg 189).
Potevo lanciarvi una disfida senza cimentarmi io stessa? E poi ho appena letto l'ultima pagina de "La cavalcata dei morti" della Vargas, tra i miei scrittori preferiti. Ve lo consiglio. Il commissario Adamsberg sta parlando di Lina, donna "luminosa" che, in mezzo ai boschi della Normandia, vede passare la Schiera furiosa, masnada di morti che ghermisce i vivi, colpevoli di atrocità ma sfuggiti alla giustizia terrena. Un dono che è una maledizione, intorno a cui ruota tutta l'indagine. La ricetta del kouglof, soffice e dolce come il seno di Lina, è di Christophe Felder, nell’interpretazione del Cavoletto, così rivisitata da me: uvetta sostituita con ciliegie morbide “Amor bio”, simili per consistenza all'uvetta ma da gusto più aspro, più zucchero e meno lievito.
Ingredienti
275 gr farina forte (la 330 della Molino Rossetto),
125 gr di latte intero,
65 gr di burro,
1 uovo,
50 gr di ciliegie “Amor bio”,
50 g di zucchero,
1 cucchiaio di cognac,
9 gr di lievito di birra fresco,
1 cucchiaino di sale,
zucchero a velo (per guarnire)
per lo stampo
burro fuso per spennellare,
mandorle a fettine
Come procedere
Preparate il lievitino nella ciotola della planetaria (la mia scintillante kenwood) con 35 gr di acqua a temperatura ambiente, 50 gr di farina presi dal totale e il lievito. Otterrete un pallina d’impasto, morbida, che dovete coprire il resto della farina (ovvero 225 gr): sotto questa coltre calda lasciate riposare almeno un’ora. Riprendere la ciotola aggiungere l’uovo, il latte, lo zucchero, e cominciate a impastate con la foglia a velocità 1,5. Dopo circa una decina di minuti abbassate la velocità al minimo, aggiungete il sale e il burro, a temperatura ambiente, a pezzetti. Ci vorrà almeno un quarto d’ora perché l’impasto diventi meno appiccicoso e più elastico. Alla fine incorporate le ciliegie (la loro consistenza è come quella dell’uvetta) e il cognac. Coprire la ciotola con la pellicola e lasciar lievitare finché l’impasto sarà raddoppiato di volume (circa un’ora e mezzo). Nel frattempo spennellate lo stampo con il burro fuso e spolverarlo con le fettine di mandorle che aderiranno ai bordi.
A questo punto cercando di non maneggiare troppo la pasta, sistemate l’impasto nello stampo da kouglof (il mio è di 22 cm): l’impasto dovrebbe occupare tre quarti dello stampo. Sistematelo cercando di non smontarlo troppo e coperto e al caldo lasciate che lieviti per altre due ore o quando avrà ricoperto lo stampo. Poi in forno a 170° ventilato per circa 25 minuti (prova stecchino). Consumatelo tiepido, spolverato di zucchero a velo.
E così vi ricordo la disfida.