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mercoledì 22 agosto 2012

Sweeney Todd e Mrs. Lovett al mare

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da Sweeney Todd di Tim Burton


Sweeney Todd, l' esangue barbiere dalla lama insanguinata, nasce nel 1846 dalla fantasia di Thomas Peckett Prest ( The string of pearl : a romance ) e cresce nella fama quando la sua storia viene rappresentata a teatro col sottotitolo The demon barber of Fleet street. La sua popolarità non scema col nuovo secolo, infatti  continua a tagliar gole in film e telefilm.
Nel 1978 Christopher Bond dà la sua versione dei fatti e a  Sweeney un movente : il barbiere uccide spinto dalla vendetta. 
Nel 1979, Stephen Sondheim realizza un musical e fa cantare Sweeney.  Angela Landsbury interpreta la parte di Mrs. Lovett, la fornaia, che, complice di Sweeney,  "trasforma" le vittime del barbiere in ripieno ( sembra molto gustoso, dalla fila che si forma dinanzi al suo negozio ) per i suoi pasticci di carne.

domenica 9 ottobre 2011

Canongate







Canongate è uno dei tratti più quieti della Royal Mile, la via principale del centro storico di Edimburgo. 
Superata la casa di John Knox, il riformatore scozzese, la strada si restringe, i negozi si fanno più radi  e nelle poche vetrine si intravedono libri antichi, vecchie carte geografiche, pezzi unici di cui non si riesce immediatamente a riconoscere la funzione.                                                                                              






Scendendo verso Holyrood House, la residenza ufficiale della regina Elisabetta II, in Scozia , ci si affianca alla statua di Robert Fergusson, scrittore scomparso in giovane età, molto apprezzato da Robert Burns, il poeta forse più popolare in Scozia; molti dei versi di quest'ultimo sono divenuti  testi di canzoni folk come My love is like a red,red rose e Ae fond Kiss








A sinistra della statua di Fergusson, c'è la chiesa di Canongate e un minuscolo cimitero. Qui è sepolto il  teorico del liberismo, Adam Smith. Si è meritato una piccolissima lapide, mentre Clarinda, la donna amata da Robert Burns, riposa in un angolo più romantico ed appartato...

















Proseguendo nella direzione in cui avrebbe volentieri continuato a passeggiare Fergusson, una deliziosa tearoom, dedicata a Clarinda, invita i nostalgici e rari passanti a fermarsi a sorseggiare un tè e a scegliere con calma un buon dolce scottish style








Links


Royal Mile
Robert Fergusson
Robert Burns
Clarinda
John Knox

Qui altre poesie di Burns in musica

venerdì 24 settembre 2010

Una città e la sua ombra : Lumezzane e Mongiana




Mongiana nasce nel 1771, sul colle Cima, in Calabria,  come residenza per chi operava nelle Reali ferriere e fonderie borboniche,  primo complesso siderurgico della penisola italiana preunitaria.                                                                                                                                                  La fonderia e lo stabilimento siderurgico occupavano un’area di 12.000 mq, con 3 alti forni per la produzione della ghisa, 6 raffinerie, 3 forni Wilkinson, che lavoravano il minerale dei giacimenti calabresi di Pazzano ricchi di ferro e grafite. Il prodotto era di eccellente qualità, superiore a quello francese ed inglese. 

  A Mongiana tra il 1822 ed il 1829 venne realizzato il primo ponte sospeso in ferro della nostra penisola: il "Real Ferdinando" e furono costruite le rotaie per la prima ferrovia italiana, la famosa "Napoli- Portici".                                                                                                                                                               Nel 1853 durante lo svolgimento dell’Esposizione Internazionale tenutasi a Napoli venne assegnata al complesso siderurgico di Mongiana la medaglia d’oro dal Corpo Accademico del Real Istituto d’Incoraggiamento alle scienze per “saggi di ferri di prima fabbricazione e per lavori di ferro fuso”.                                                                                                                                                                                                      
Alla caduta del Regno borbonico e con l' inserimento del Meridione nello Stato Italiano,  fu progressivamente diminuita la produzione, privilegiando le industrie del Nord Italia.                   Nel 1875 la ferriera venne acquistata dal senatore ex garibaldino Achille Fezzari che, dopo aver sfruttato quel che restava, chiuse l’impianto nel 1881. Scomparve così un’azienda che era stata per il Regno delle Due Sicilie il primo e più grande polo siderurgico d’Italia.



Di recente si è riusciti a recuperare i resti del complesso siderurgico ed a realizzare un eco-museo finalizzato a far conoscere la cultura industriale del territorio che la storiografia ufficiale ha trascurato, se non disconosciuto.


Attraverso il racconto di ciò che è stata un tempo Mongiana, che oggi conta meno di 1000 abitanti, si scopre che, prima dell’unità d’Italia, il Meridione aveva attività industriali fiorenti, ( gli opifici di Mongiana sono solo uno degli esempi possibili ) . Ma come osserva Pino Aprile nel suo “ Terroni” , per  il governo  italiano postunitario: “ La siderurgia calabrese era troppo grande, troppo a Sud. Costituiva elemento di squilibrio nei pregiudizi e nei piani. L’industria italiana doveva essere settentrionale . Gli altiforni di Mongiana, che erano i più grandi e tecnologicamente avanzati d’Italia, vennero ribattezzati “ Cavour “ e “ Garibaldi “ (… ) e poco dopo furono spenti.  (…) I tecnici e le maestranze calabresi, costretti a emigrare in Umbria, furono subito assunti, per la loro competenza, nel nuovo stabilimento ( di Terni); altri finirono nel Bresciano, dove fecero la fortuna delle fonderie lombarde. (…) 


 A chi parla di mancanza di capacità e cultura industriale dei meridionali, la vicenda dell’ultrasecolare siderurgia calabrese racconta ben altra storia. (... )


Lumezzane
                                                               "Andammo via a famiglie intere, ( dice la signora Tripodi, originaria di Mongiana, ma amministratrice oggi di una fonderia a Lumezzane, Brescia ) (… ) noi mongianesi sradicati ci siamo ritrovati a lavorare nelle fonderie del Bresciano. Siamo centocinquanta famiglie di Mongiana, circa cinquecento persone, solo a Lumezzane, che è ormai la vera Mongiana. (…)

 
Mongiana
 Le nostre migliori forze ed intelligenze le abbiamo spese lontano da casa. Se oggi sono quello che sono lo devono anche a noi . Ma mi dispiace non averlo fatto per il mio paese. E’ un rammarico, sa? Un rammarico che sfiora la colpa: ma cosa potevamo fare? Cosa? Torno d’estate a Mongiana, bella e morente.





Il contenuto del post è la sintesi di quanto ho trovato sull’argomento nel sito dell'ecomuseo delle ferriere e fonderie della Calabria     e nel sito il portale del Sud 

La Parte in corsivo è tratta dal saggio di Pino Aprile "Terroni " Ed. Piemme 






                                                                                                                                                                    

sabato 18 settembre 2010

Perchè gli inglesi non uccidono i corvi




Si sa,  i corvi della Torre di Londra godono di buona salute ,  protetti dagli Yeomen Warders, i guardiani dello storico sito, e non potrebbe essere altrimenti , visto che, secondo una leggenda , la scomparsa dei corvi sarebbe immediamente seguita da quella della monarchia.






Meno noto è ciò che Cervantes fa dire a don Chisciotte a proposito dei corvi inglesi:



 " ... Come gli sentirono dire queste cose, lo presero tutti per pazzo; e per meglio sincerarsene, e rendersi conto di che genere di pazzia fosse il suo, Vivaldo tornò a chiedergli che cosa s'intendesse in realtà per cavalieri erranti.  - Non hanno letto  lor signori - rispose don Chisciotte - gli annali e le storie d'Inghilterra in cui sono trattate le gesta del re Arturo, che noi comunemente nel nostro volgare castigliano chiamamo il re Artù, intorno al quale esiste in tutto il regno di Gran Bretagna l'antica leggenda che quel re non sia morto, ma che per virtù di incantesimo si sia convertito in corvo, e che col volgere degli anni dovrà ritornare a regnare, riconquistando il suo regno e lo scettro? Tant'è vero che da quel tempo ad oggi non si troverà un solo inglese che abbia ucciso mai un corvo."    



da  Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes  Ed. Einaudi








venerdì 20 agosto 2010

Alexanderplatz , Karl Marx Allee e " Goodbye Lenin"





Alexanderplatz  è una  meta obbligata per chi abbia visto, letto o semplicemente sentito qualcosa sulla Berlino degli anni della Repubblica di Weimar o di quelli della Germania comunista.
Prima di vederla dal vivo, ho aggiunto un  tassello alla immagine che  nel tempo avevo per me definito, attraverso il film di W. Becker " Goodbye Lenin ".
Nella scena più famosa,  appare la Karl Marx Allee, una grande direttrice che limita la  parte orientale della immensa piazza. La strada ed i suoi moderni condomini, fiore all'occhiello della DDR, vengono sorvolate da un elicottero che porta, sospesa ad un cavo, una enorme statua "dismessa " di Lenin, evidentemente rimossa dopo l'autunno dell'89. La scena è  malinconica, così come tanti momenti di un film che  non celebra la caduta del comunismo e lascia intuire lo scetticismo del suo autore nei confronti del modello capitalista. ( ciò che luccica non sempre è oro! ).

Tornando alla mia esperienza,  percorrere a piedi  la lunghissima Karl Marx Allee ha significato entrare nella dimensione della DDR, sicuramente diversa da quella del resto di Berlino. E'  stato per me emozionante anche tentare di riconoscere l'edificio che il  regista aveva individuato come abitazione dei protagonisti del film .

Della Alexanderplatz di Doblin non è invece rimasto niente, la II guerra mondiale e gli interventi successivi  hanno provveduto a cancellarla definitivamente .                        

La piazza mi ha  sorpreso per la sua estensione e da ciò penso dipenda la sua assoluta mancanza di grazia, di armonia. Forse per questo, dopo aver dato uno sguardo alla torre della televisione ( Fernschturn ), alla grande scritta rossa che segnala la stazione della metropoltana e alla curva della vetrata che la sovrasta, e poi al Weltzeituhr ( orologio del mondo ), mi sono introdotta in una piccola  libreria old style ed ho sfogliato un testo su H. Zille con foto della Berlino dei primi del Novecento.


giovedì 19 agosto 2010

giovedì 17 giugno 2010

Molecule man





Molecule man è una scultura di Jonathan Borofsky del 1997. Tre figure in metallo forato sono sospese sull’acqua del fiume Sprea.
Si ergono vicino all’ Oberbaumbrucke; il ponte, una volta, era uno dei punti di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Oltre il ponte, un residuo tratto del muro di Berlino , lungo la Muhlenstrasse.
Ho raggiunto questo punto periferico della città verso sera.

Metrò : Schlesisches Tor