Visualizzazione post con etichetta Iyengar Yoga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Iyengar Yoga. Mostra tutti i post

domenica, maggio 10

Il rilassamento: in ogni posizione dovrebbe esserci rilassamento (seconda parte)

Estratti da "Vita nello Yoga"
B.K.S. Iyengar
Edizioni Mediterranee

Il rilassamento: in ogni posizione dovrebbe esserci rilassamento
(seconda parte)


Dopo aver assunto la posizione, se volete eseguire un allungamento più profondo, espirate e stendetevi di nuovo. Il riassetto dell'asana dopo l'espirazione esercita un effetto sul corpo organico interno, mentre se viene eseguito durante l'inspirazione, agisce sul corpo fisico esterno. Anche se l'asana finale può essere giudicato obbiettivamente solo dall'esterno, è dall'interno che viene sorretto e mantenuto. Dopo aver assunto la posizione finale, bisogna imparare a rilasciare ogni sforzo e tensione muscolare, e spostare il carico sui legamenti e le giunture in modo da permettere loro di mantenere stabile l'asana, tanto che nemmeno il respiro possa riuscire a far oscillare il corpo. 
Concentratevi sul rilassamento mentre mantenete la posizione; non irrigiditevi, ma rimanete rilassati e ricettivi. In questo modo oltre al corpo si rilassa anche il cervello. Dovete rilassare anche il collo e la testa. Mantenendo passiva la pelle delle parte posteriore del corpo e la lingua morbida, non c'è tensione nel cervello. Questo è silenzio nell'azione, rilassamento nell'azione. Appena imparate a rilassare la lingua e la gola, sapete come rilassare il cervello, perché c'è un collegamento fra lingua, gola e cervello.
...
Non serrate i denti, altrimenti finirete per serrare anche il cervello. Queste sono condizioni facili da notare sia quando praticate gli yogasana, sia quando state seduti alla scrivania del vostro ufficio.

(continua)

domenica, maggio 3

Il rilassamento: in ogni posizione dovrebbe esserci rilassamento (prima parte)

Estratti da "Vita nello Yoga"
B.K.S. Iyengar
Edizioni Mediterranee

Il rilassamento: in ogni posizione dovrebbe esserci rilassamento
(prima parte)


Quando assumiamo una posizione in maniera corretta, rimaniamo sempre rilassati, anche se ci stiamo stendendo al massimo delle nostre capacità. L'ego è un padrone che assegna compiti incessantemente. Non sa che nella pratica degli asana bisogna sviluppare un equilibrio tra l'attività e la passività, lo sforzo e il rilassamento. 
...
L'equilibrio tra attività e passività trasforma il cervello in un testimone. Ciò implica una passività costante da parte del cervello e un'attivazione delle cellule del corpo, senza irrigidimento dei muscoli. In presenza del solo sforzo, viene esercitata una pressione costante sui muscoli, che a lungo andare si logorano a causa dell'iper-allungamento, finendo per subire delle lesioni. La mente non riesce a raggiungere l'equilibrio quando siamo sotto sforzo. 
Il rilassamento richiede il rilascio di ogni tensione muscolare superflua, e ciò permette di aumentare sia la solidità del corpo interiore che la serenità mentale. Ma come si ottiene questa pace interiore mentre si è in lotta contro il proprio corpo fisico? Come si sperimenta questa serenità mentre si patiscono i malesseri e i dolori generati dall'apprendimento di un asana? 
...
Cominciate a praticare l'asana rilasciando lentamente il respiro finché non percepite un tenue stato di silenzio in ogni cellula del vostro corpo. L'inspirazione è tensione, l'espirazione è libertà. Ogni movimento dovrebbe essere eseguito durante la fase espiratoria. L'espirazione libera il corpo dallo stress e dalle tensioni.

(continua...)

domenica, aprile 19

La vera natura della salute (terza parte)

Estratti da "Vita nello Yoga"
B.K.S. Iyengar
Edizioni Mediterranee

La vera natura della salute (terza parte)


Come ho già detto, il corpo non dovrebbe essere né trascurato né viziato perché è l'unico strumento e mezzo che ci è stato concesso per dedicarci alla Ricerca della Libertà. A volte va di moda disprezzare il corpo come qualcosa di non spirituale. Eppure nessuno può permettersi di trascurarlo. Altre volte va di moda viziarlo, e disprezzare tutto ciò che non è fisico. Eppure nessuno può negare che la vita non è fatta solo di semplici piaceri e dolori fisici. Se trascuriamo o viziamo il nostro corpo ci ammaliamo e diventiamo ancora più attaccati ad esso. In tali condizioni, non possiamo più utilizzarlo come veicolo per il viaggio interiore, anzi ce lo ritroviamo appeso al collo come un grosso fardello lungo la strada reale che conduce verso l'anima. Se dite di essere il vostro corpo vi sbagliate. Se dite di non essere il vostro corpo vi sbagliate lo stesso. La verità è che anche se il corpo nasce, vive e muore, non è possibile scorgere il divino se non attraverso di esso.
Lo yoga considera il corpo umano in maniera alquanto diversa rispetto agli sport occidentali, che lo trattano come un cavallo da corsa, cercando di sfruttarlo al massimo facendolo competere con tutti gli altri corpi in gare di velocità e di forza.
...
Ma l'essenza dello yoga non riguarda l'esibizione esteriore ma la penetrazione interiore. Lo yoga è sia bello che divino. Alla fin fine lo yogin ricerca la luce interiore come anche la bellezza, l'immensità, e la liberazione interiori.
...
Allora in che modo si devono praticare gli asana per ottenere salute e purezza? Qual è la strada che conduce dalla flessibilità fisica alla divinità spirituale? Gli Yoga Sutra del saggio Patanjali ci forniscono le basi della vita yogica.
...
Patanjali ci dice che gli asana conferiscono la perfezione del corpo, la bellezza della forma, la grazia, la forza, la compattezza, e la durezza e brillantezza di un diamante.
...
L'esecuzione di un asana dovrebbe quindi essere calma, serena e tranquilla sia a livello fisico, che mentale e spirituale. Oppure, come mi è capitato di tradurre in passato: «L'asana è perfetta solidità del corpo, stabilità dell'intelletto e benevolenza dello spirito».
Alla fine, quando tutti gli involucri e parti del corpo sono coordinati assieme durante l'esecuzione di un asana, si sperimenta la cessazione delle fluttuazioni mentali e la libertà da ogni sofferenza. Nella pratica degli asana, dobbiamo allineare e armonizzare il copro fisico con tutti gli involucri del corpo emotivo, del corpo mentale e del corpo spirituale. Questa è la vera integrazione. Ma come si fa ad allineare questi involucri e a sperimentare tale integrazione? Come possiamo ottenere una così profonda trasformazione attraverso la pratica di ciò che, dall'esterno, appare solamente come un esercizio di allungamento e torsione del corpo in strane posizioni? Tutto inizia con la consapevolezza.

sabato, aprile 4

La vera natura della salute (seconda parte)

Estratti da "Vita nello Yoga"
B.K.S. Iyengar
Edizioni Mediterranee

La vera natura della salute (seconda parte)

Finché il corpo non raggiunge uno stato di perfetta salute, restiamo attaccati alla sola coscienza fisica. Ciò ci distrae dal curare e catturare la mente. Abbiamo bisogno di un corpo stabile per poter coltivare una mente stabile.
Il nostro corpo ci sarà di ostacolo se non riusciremo a trascendere i suoi limiti ed eliminare le sue pulsioni. Per questo motivo, dobbiamo imparare a superare i nostri confini conosciuti, ossia ad espandere e interpretar la nostra consapevolezza, e ad essere padroni di noi stessi.
Le chiavi per liberare il nostro potenziale sono le qualità della purezza e della sensibilità.
...
La purezza e la sensibilità ci arrecano benefici non solo in relazione al nostro viaggio interiore, ma anche in rapporto con l'ambiente esterno, il mondo esteriore. Gli effetti dell'impurità sono estremamente sgradevoli. Ci spingono a sviluppare una corazza attorno a noi. Se creiamo un guscio rigido tra noi e il mondo circostante, ci priviamo di gran parte delle possibilità che la vita ci offre.
...
La forza e la flessibilità ci permettono di mantenere un equilibrio interno, ma l'uomo sta cercando sempre più di dominare l'ambiente, invece di controllare se stesso.
...
Nel processo diventiamo sempre più deboli e fragili.
...
Quando l'armonia e l'integrazione cominciano a penetrare negli involucri più profondi dell'essere, cominciamo immediatamente a vivere in armonia e integrazione con il mondo circostante.

(continua)

sabato, marzo 28

La vera natura della salute (prima parte)

Estratti da "Vita nello Yoga"
B.K.S. Iyengar
Edizioni Mediterranee

La vera natura della salute (prima parte)

Tutto ciò che la maggior parte della gente chiede al proprio corpo è di non creare problemi. Basta non soffrire di malattie o dolori. e moltissime persone si sentono in piena salute, pur essendo totalmente inconsapevoli degli squilibri presenti nel loro corpo e nella loro mente, che prima o poi causeranno l'insorgere di qualche malattia. Lo yoga esercita un triplice impatto sulle condizioni di salute del praticante: mantiene in salute le persone sane, impedisce lo sviluppo di malattie, e aiuta le persone malate a tornare in salute.
...
La salute inizia con la solidità del corpo, diventa più profonda con la stabilità emotiva, dopodiché porta alla lucidità mentale, alla saggezza e, infine, alla rivelazione dell'anima. In effetti la salute può essere classificata in vari modi. C'è la salute fisica, che tutti conosciamo bene, ma esistono anche la salute morale, la salute mentale, la salute intellettuale e persino la salute della coscienza, della coscienza morale e, per finire, la salute divina. 
...
Ma uno yogin non dimentica mai che la salute deve cominciare dal corpo.
...
La pratica degli yogasana al solo scopo di mantenere il corpo in salute, tonico e flessibile, costituisce la pratica esterna dello yoga. Anche se si tratta di un punto di partenza legittimo, non è l'obiettivo finale della pratica.
...
Non sottovalutate il valore degli asana. Persino negli asana più semplici, il praticante sperimenta i tre livelli della ricerca: la ricerca esteriore, che fornisce solidità al corpo; la ricerca interiore, che conferisce stabilità all'intelletto; e la ricerca più profonda, che permette di ottenere la bontà di spirito. Anche se normalmente un principiante non è consapevole di questi aspetti della pratica, essi sono sempre presenti. Spesso sentiamo alcune persone affermare che si sentono attive e leggere anche se praticano gli asana da poco tempo. Quando un principiante sperimenta questo stato di benessere non si tratta solamente dell'effetto esterno o anatomico dello yoga, ma anche dell'effetto fisiologico e psicologico esercitato dalla pratica.

(continua)

martedì, ottobre 24

Estratto da "L'Albero dello Yoga" B.K.S. Iyengar

B.K.S. IYENGAR
L'albero dello Yoga

Seconda parte: L'albero e le sue parti

Lo sforzo, la consapevolezza e la felicità

Mentre eseguite una postura yoga, riuscite voi a trovare quel delicato punto di equilibrio che consiste nel conservare quella postura al massimo delle proprie possibilità senza superarla, onde evitare uno sforzo eccessivo che altro non produrrebbe se non una reazione negativa?
Quando sforzate troppo una parte del vostro corpo per eseguire particolarmente bene un movimento, non vi siete mai accorti di prestare troppa poca attenzione alle altre parti? Ciò disturba il corpo e lo fa tremare. Se la radice di un albero è debole, l'albero stesso non può essere forte.
...
Mentre si cerca di perfezionare la postura, il concentrare troppo l'attenzione sul particolare fa spesso perdere tutti i benefici di ciò che si sta facendo. Su cosa vi state concentrando? Cercate di perfezionare la postura, ma da dove a dove? È qui che nascono le difficoltà. Mettere a fuoco un punto è concentrazione. Mettere a fuoco vari punti contemporaneamente è meditazione.
...
Nella concentrazione si possono trascurare alcune parti del corpo mentre ci si concentra su altre. Questo è il motivo per cui si può avvertire dolore. Infatti i muscoli trascurati perdono il loro vigore e rimangono abbandonati. Ma voi non vi rendete conto di averli trascurati perché sono proprio quei muscoli dei quali momentaneamente avete perso consapevolezza. Nello yoga c'è una cosa che dovete ricordare: la parte più debole è la sorgente dell'azione.
In tutte le posture yoga sono richieste due cose: il senso di orientamento e il centro di gravità.
...
Se c'è una tensione eccessiva in alcuni muscoli anche il centro di gravità si sposta.
...
Se avete qualsiasi problema, dovete analizzare cosa avviene durante la postura. C'è o non c'è allineamento? Forse il fegato si sta distendendo mentre lo stomaco si contrae, o forse avviene il contrario.
...
Se analizzate lo sforzo necessario a eseguire una postura da principiante, e poi continuate ad analizzarla mano a mano che progredite, noterete che mentre lo sforzo diminuisce sempre di più la qualità dell'esecuzione dell'āsana migliora. La quantità di sforzo fisico diminuisce e il rendimento aumenta.
Mentre vi esercitate, può capitare che proviate dolore perché la vostra postura non è perfetta. Imparatela e assimilatela. Dovrete fare uno sforzo di comprensione e di osservazione: "Perché sto provando dolore in questo momento? Come mai non lo provo in altri momenti o in altri movimenti? Che rapporto ho con questa parte del corpo? Come posso liberarmi dal dolore? Come mai questa pressione? Perché questa parte duole? Come si comportano i muscoli da questa parte rispetto all'altra?".
...
L'unica guida è l'analisi durante l'esercizio: solo attraverso tentativi ed errori potete progredire. Più numerosi saranno i tentativi, minori saranno gli errori; e quando i dubbi diminuiscono, diminuiscono anche gli sforzi.
...
È vero che nell'analisi c'è una dispersione iniziale di energia. In seguito però non si disperderà più e lo sforzo scomparirà. Si trova la direzione e, se si continua nella giusta direzione, si incontrerà la saggezza. Quando c'è saggezza nell'azione lo sforzo non si avverte più come tale, ma come gioia. Nella perfezione, la vostra esperienza e capacità espressiva raggiungono equilibrio e armonia.