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Terza lettera ad Antigone
Non ti mando la foto, ti descrivo.
Sulla riva, distesi sotto il sole, vedi,
i bei bagnanti, e i pueri, e il cadavere
poco discosto, soltanto dall’acqua lambito.
Non fosse per i vestiti – per gli stracci –
diremmo che è uno del gruppo, fra quelli
ridenti, uno vivo. È un giorno di festa.
Arriveranno gli addetti, più tardi,
a sgomberare quel corpo; altrove
si sbrigherà una pratica,
faranno un’autopsia, verrà inumato.
Questo però non c’è, nella fotografia.
E nemmeno la bava, domani, dei giornali
né la pena beghina per quel morto,
“zingaro – dirà qualcuno – ma bambino…”
C’è questa roccia, invece
fra il cisto e i rosmarini,
questa roccia residua da cui scrivo,
e dentro l’aria una preghiera
e il mare intero, lento
che prima degli addetti il corpo
si porta via, l’istante prima.
C’è il resto del paesaggio a sua custodia.
(da “Come non piangenti”, 2011)
In absentia
Cinque poesie in anteprima da "In absentia" di Alessandro Canzian appena uscito per Interlinea. Ubriaco la maggior parte del tempoho interrogato Dionello scarafaggio spezzato.Lui ha confessato d’esseresolo un buio, uno sbaglio. Dio il secondo giorno vennea pugni chiusi a battersifra le tende. Era un Diovendicativo e gelosodell’amore gettatoieri accanto a un braccio. Il terzo giorno non era piùLui. «Non chiamarmiDio né uomo. Ogni respiroè una vita che non sa». Il quarto giorno gli...
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