lunedì 29 ottobre 2018
Da ora in poi siamo solo noi tre!
E così siamo arrivati in fondo.
In realtà abbiamo tagliato il nostro traguardo da quasi una settimana, ma la sorpresa è arrivata in maniera così improvvisa che ci siamo dimenticati di santificare con brindisi e festeggiamenti vari.
E già questo è indicativo di che botta di emozioni ci siamo trovati a vivere.
Comunque possiamo finalmente annunciarlo a gran voce: abbiamo firmato gli ultimi documenti e dal 25 Ottobre Sonia è ufficialmente nostra!
Niente più tribunali, giudici, assistenti sociali, niente visite domiciliari o psicologhe a guardare ogni singolo gesto fatto alla ricerca dell'immancabile errore.
Così, quella che credevamo l'ennesima convocazione in tribunale per farci fare le pulci si è tramutata da un momento all'altro in una gioia inaspettata.
E si che io ero partita, come al solito, col piede sbagliato!
Dopo una mattina in piena ansia da prestazione, l'aver guidato come una matta per la paura di arrivare in ritardo ed aver varcato la soglia del tribunale all'ultimo secondo solo per scoprire che quello in ritardo, di quasi un'ora e mezza, era il giudice da cui avevamo udienza il mio umor nero faceva scintille.
L'unica consolazione era dividere questa convocazione con la famiglia adottiva del fratello di Sonia perché si sa le scocciature vissute insieme a qualcuno a cui vuoi bene sono più sopportabili.
Sta di fatto, che mi sono seduta in quella stanza con la mia espressione più odiosa cucita sulla faccia pronta ad alzare il sopracciglio a qualsiasi cosa mi venisse detta.
E invece la mia antipatia ha rischiato vergognosamente di sciogliersi in lacrime non appena il giudice ci ha fatto capire che quello era il nostro ultimo atto.
Anzi, più che farcelo capire ha dovuto spiegarcelo un paio di volte, visto che nessuno di noi sembrava in grado di afferrare il concetto.
Ringrazio che Gaye, "l'altra madre", sia stata vinta dell'emotività prima di me e col suo pianto a dirotto abbia impedito a tutti noi altri di fare la stessa fine.
Ed è così, tra un fazzoletto e un abbraccio, che abbiamo messo le nostre ultime firme.
Sonia che in teoria non avrebbe dovuto capire nulla di quello che succedeva, ha invece reagito alla novità con la solita praticità: ha chiesto se finalmente fosse arrivato il suo nuovo cognome.
La ragazza ha una certa attitudine per andare dritta al cuore delle questioni.
A lei poco importa di formalità varie, quello che le interessa è essere ufficialmente Sonia Sigurani.
Le abbiamo spiegato che per quello avremmo dovuto aspettare i tempi tecnici della sentenza, ma che vuoi che sia l'attesa di un po' di stupida burocrazia all'italiana quando sai che il resto è fatto e finito?
E appena il tanto agognato cognome arriverà e Sonia potrà essere munita di regolari documenti, manterremo la nostra promessa e la porteremo a vedere tutti i posti che io e Gio abbiamo visitato prima che lei arrivasse.
Prima tappa?
Parigi, direi.
Ovviamente visto che questo era un momento fondamentale per le nostre vite non ho nemmeno uno straccio di fotografia per ricordarlo.
Ma a volte le cose davvero belle è meglio viverle che fotografarle (e quindi ci accontentiamo di una foto di repertorio)
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