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Ufficiale: Kyle Hines si ritira a 38 anni. Ora lo aspetta un futuro da assistente allenatore in NBA coi Brooklyn Nets?

Daniele Fantini

Pubblicato 04/09/2024 alle 17:17 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - Kyle Hines annuncia il suo ritiro dal basket giocato a 38 anni di età, dopo aver conquistato per quattro volte l'Eurolega. Nelle ultime quattro stagioni, disputate con l'EA7 Emporio Armani Milano, ha vinto tre scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa. Ora si potrebbe aprire un futuro in NBA come assistant-coach dei Brooklyn Nets.

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Kyle Hines ha detto addio. Due giorni dopo aver rifatto capolino su tante pagine social per il suo 38esimo compleanno. Una mossa necessaria, per chiarire una situazione rimasta nel limbo da fine giugno, alla scadenza dell'estensione contrattuale firmata con Milano nell'estate del 2023. No, Sir Hines non affronterà una nuova stagione in biancorosso, dove è già stato rimpiazzato dalla freschezza di Josh Nebo e dal ritorno di Zach LeDay. E non lo farà nemmeno in un'altra squadra di Eurolega, torneo che ha vinto per quattro volte in carriera. È arrivato il momento di dare l'addio ufficiale. Doloroso, ma atteso.
Hines lascia dopo aver giocato 425 partite in Eurolega (record-man assoluto davanti a Sergio Llull), 160 da titolare. Un cammino cominciato nel 2008, in Serie A2, con la Veroli di coach Andrea Trinchieri. L'allenatore che, in un fast-food di Las Vegas, lo convinse ad abbandonare i remoti sogni di NBA tramite la Summer League di Sin City per abbracciare il basket del Vecchio Continente. Dov'è diventato rapidamente star, califfo e, ora, leggenda.
La sua bacheca è sconfinata. Ha vinto ovunque abbia giocato. A Veroli, a Bamberg (dove ha cominciato il percorso nell'Europa d'elite), all'Olympiacos, al CSKA, all'Olimpia Milano. Dove ha mancato il sogno di conquistare l'Eurolega per la quinta volta di fronte, però, a tre scudetti consecutivi, due Coppe Italia, una Supercoppa e due premi individuali come Miglior Difensore del Campionato.
Garanzia di trionfo quasi scontata, Hines non sarà ricordato soltanto per i suoi successi. Ma anche e soprattutto per le qualità umane e caratteriali. Di leader carismatico dello spogliatoio, poco vocale ma in grado di trascinare, come pochissimi altri, con l'esempio pratico. Impegno, abnegazione, volontà, cuore, desiderio, sacrificio. Intangibles da super-campione che gli hanno permesso, a fronte di soli 198 centimetri e qualità tecniche assolutamente normali, di diventare uno dei big-man più decisivi e determinanti nella storia del basket europeo moderno.
Il rapporto con la pallacanestro giocata finisce qui. Ma il futuro potrebbe presto mostrarci un Kyle Hines a bordocampo sotto altre vesti, per trasmettere la sua conoscenza enciclopedica del gioco. Quelle, borghesi, da assistant-coach in NBA, magari con i Brooklyn Nets, che già conosce per aver collaborato in Summer League. E poi, chissà, con un ritorno all'Olimpia. Perché la chiosa della sua lettera d'addio è chiara: "Anche se questo capitolo si è concluso, sono sicuro che ci sarà occasione per aprirne un altro in futuro a Milano".
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