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L'incredibile storia della britannica Rose Harvey alle Olimpiadi di Parigi: ha corso la maratona con una gamba rotta

Luca Montanari

Pubblicato 14/08/2024 alle 15:41 GMT+2

ATLETICA, GIOCHI OLIMPICI - La 31enne inglese aveva sentito un forte dolore all'anca dai primi chilometri della maratona di Parigi 2024, ma la voleva terminare a tutti i costi per ricompensare tutti i suoi sacrifici. Ha scoperto solo dopo di aver subito una frattura da stress al femore durante la gara.

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Come in ogni edizione che si rispetti, le Olimpiadi regalano sempre interessantissime storie di atleti che vanno oltre il risultato. E nonostante Parigi 2024 sia terminata da qualche giorno, non si smette di conoscerne di nuove altrettanto emozionanti. L'ultima arriva dalla Gran Bretagna: come rivelato dalla BBC, la maratoneta Rose Harvey è riuscita terminare la prova nonostante si fosse fratturata una gamba, tagliando il traguardo in 78ª posizione in 2:51:03.
Harvey, 31enne proveniente da Evesham, cittadina del Worcestershire, aveva cominciato a correre per spostarsi da casa in ufficio in modo da evitare il caos dei mezzi pubblici. Attività che ha proseguito anche dopo aver perso il suo posto di lavoro come avvocato a causa della pandemia di Covid: per lei era diventato un modo per tenersi impegnata in un momento difficile, diventando una passione e poi qualcosa di più grande. A partire dal 2022 il grande salto tra le professioniste: il suo personale di 2:23:21 è il quinto crono più veloce per una britannica, i sorprendenti risultati degli ultimi anni le hanno permesso di qualificarsi per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Dalla sua incredibile storia si può capire perché la runner britannica non abbia voluto rinunciare a Parigi 2024 per nessuna ragione, nemmeno quando qualche settimana prima aveva cominciato a preoccuparsi per un problema preesistente all'anca: i medici l'avevano avvisata che disputare la maratona alle Olimpiadi avrebbe potuto peggiorare la situazione, ma che c'era una possibilità di riuscire a completarla.
Rose Harvey ha raccontato di aver cominciato a sentire un forte dolore all'anca dopo pochi chilometri dall'inizio della gara, per poi scoprire una volta finita la corsa di aver subito una frattura da stress al femore: "Le salite non mi hanno aiutata per nulla, le discese erano un'agonia e la situazione peggiorava sempre di più". Ma nonostante l'infortunio, la volontà di concludere la maratona olimpica era più forte: "Sapevo che se mi fossi fermata mi sarei sempre chiesta: 'E se avessi potuto correre un miglio in più?' e non sarei stata in grado di convivere con questa domanda".
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La durezza della maratona olimpica: tratto in salita massacrante


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