Accidenti, ma dove mi sta la testa.
Sorriso enigmatico su labbra piene e sensuali, viso delicato e puro, sguardo affascinante, i miei tratti sono abbinati armoniosamente.
“Ma, questa donna, non sono io, assomiglia solo a me.”.
“ Ma no, non mi fraintenda, questa donna è troppo bella. Certo che lo prendo, quanto le devo?”
“ Nulla. Io regalo, non vendo.”.
Prendo il foglio e scappo via.
Nel letto, stento a dormire. Il ritratto di me, impresso sulla retina. Sono carina, solare, amichevole, sono elegante, ma non immaginavo di apparire così...attraente agli occhi di un uomo. L’inquietudine mi fa scorgere l’alba di un nuovo giorno in cui tutto è da scoprire. Non vedo l’ora di andare al lago. Arrivo con largo anticipo e aspetto. Non so quanto tempo sia passato, la sera allunga ombre sul sentiero.
“Mi posso sedere? Ti ho portato qualcosa. Possiamo darci del tu, vero?”
Mi sveglio dal torpore di soprassalto, e qui davanti a me e mi parla pure. Accenno con la testa.
Nel petto il cuore è libellula tremante, che svolazza le ali, impazzita.
“ Ieri notte, pensando a te, ho fatto un paio di disegni. Appartengono a te.” Mi porge una cartella. Nel chiaroscuro, colori vividi e splendenti mi colpiscono nell'anima. Fantastici, surreali, sprigionano l'incanto di un sogno bellissimo. Lì fisso a lungo.
“ Grazie, sono stupendi, ma non posso prenderli, non ho fatto nulla per meritarli.”.
Già, mi parte subito un pensiero spaventato, ora sicuramente vorrà qualcosa in cambio.
E notte, la paura mi assale fortemente. La villa è quasi deserta e per un attimo me lo vedo addosso.
“ Appartengono a te. E giusto regalartele. Sono contento che li trovi belle. Se hai del tempo, possiamo andare a casa mia, ti faccio vedere delle altre. Abito qui, a due passi.”
Ecco, ci siamo, penso. Di colpo mi pervade la delusione, forte, cocente. Per un attimo, avevo sperato che…
La paura si trasforma in rabbia. Stizzita, mi alzo e con fare dignitoso mi concedo:
“ Scusa, non posso, sta sera. Sono già in ritardo. A casa mi aspettano di sicuro.”
“ Va bene, come vuoi, è solo un invito amichevole. Sarà per un'altra volta”
Corro verso casa. Mi butto sul letto ansimante. Dentro di me, turbinio di pensieri che non riesco a definire di che colore sono. Già, cosa credevo? Che si è innamorato di me? Che, la favola in cui siamo amati perché siamo belli dentro, sia vera? Ma ti pareva, ma che sfacciato, ad invitarmi a casa sua appena mi ha conosciuta. Poteva dire chiaramente che voleva stare con me. Non sono una ragazzina che si spaventa di queste cose, io. Sono una donna matura.
Privo di volontà propria il pensiero va sulla sua figura.Mi accorgo che ho impresso nella mente, ogni piccolo dettaglio del suo essere. Mi accorgo che avrei voluto baciare quella bocca, giocare con quei capelli mossi, adagiarmi al suo petto, sentire quelle braccia attorno a me...
Un raggio caldo di luce mi sfiora il viso. Mi sveglio di colpo con i disegni ancora tra le mani. Ho passato tutta la notte a sognare il mio pittore. Non ricordo come mi ero addormentata. Il giorno fa rientrare tutte le paure. Che sciocca mi sento. Rivedo i suoi modi gentili e capisco che sono io ad avere paura, lui non aveva fatto nulla per spaventarmi.
Oggi ho voglia di coccolarmi. Un bagno lungo, rilassante, con aroma di fragola. Non ho fretta. Mettendo la crema sulla pelle, le mie mani indugiano dolcemente con fare carezzevole.
Quando, quando avevo smesso di amarmi, di vedermi bella, desiderabile, affascinante?
Quando avevo smesso di credere che in me dimora l’essenza della vita stessa?
Lo so, ogni volta che mi sono lasciata maculare dalla volgarità di quelli senz'anima.
Mi sono lasciata…si, non sono stati loro a stendere macchie di vergogna sul mio viso.
Ho acconsentito, si, ho peccato pure io, ogni volta che ho rinunciato al mio vero essere.
Come sotto incanto, mi preparo. Capelli vaporosi sulle spalle, trucco leggero, due gocce di profumo e corro, mi manca, lo voglio vedere…. e se non viene?
“Buona sera, cara. Come stai?”
Il cuore perde un battito. Non l’ho sentito arrivare.
“Bene, grazie”
Mi guarda negli occhi fermando lo scorrere del tempo.
“Stai aspettando l’amore, vero? Dentro di te, palpita ancora il lume della speranza di trovare l’altra parte di te”
Esplode in me la verità, fulminante, chiara.
“ Chi sei tu, un mago? Come fai a sapere quello che cerco da una vita?”
Mi ritiro spaventata dal profondo di quegli occhi.
Tu non sei umano, penso dentro di me. Chi sei, spirito venuto ad ammagliarmi per rubare la mia anima?
Vorrei andare via, ma resto ferma. La mente agitata fa congiunture fantastiche. Mi tiene sotto il suo incanto, mi domina, mi stravolge, mi fa paura. Potrebbe fare qualunque cosa con me. Già, forse cerca di possedere quello che ho di più prezioso. Mi vuole usare, forse….A quale finalità? Polso accelerato.
No, grida il mio pensiero disperato, io non faccio di male a nessuno.
La paura tocca il parossismo, quando lui mi prende la mano. Non ho forza di ritirarmi, lo lascio fare.
Dolcemente, mi prende la mano e mi parla:
“ Non avere timore, cara. Non ti faccio del male. La tua è solo paura di amare.
Quel forte desiderio di ritrovarci nell'altro, comune a tutti.
Siamo noi quelli che decidiamo se fare al meno oppure una ragione di vita.
Più lo nascondi negli angoli bui della tua anima, più grande diventa la paura”
"Ma io ho dato tanto amore, solo che, è andato sprecato. Loro l’hanno presso come qualcosa dovuto, scontato e l’hanno rivoltato contro di me."
“L’amore dato non si perde mai. Torna sempre da te, moltiplicato.
Sotto altra veste, forse non quella che ti aspetti, questo si, ma colmando sempre, la tua aspirazione.
Sei tu che ti sei chiusa, per paura di soffrire. Hai relegato alla polvere il tuo diritto di essere amata.
Non puoi avere senza accogliere.”
E vero. Ad un tratto mi vedo, povera anima reclusa nel dolore del passato cercando ancora giustizia.
Il passato ha già chiuso con me, sono io che voglio da lui qualcosa, voglio indietro quello che ho dato. Inutile, illusoria attesa.
M’illumino. E' al presente che devo volgere tutto il mio essere. Vorrei tanto liberarmi di questo peso.
Aspetta; non è detto. Chi mi assicura che non soffrirò ancora? Che non farò un’altra scelta sbagliata? Che un nuovo amore mi darà quello che non ho avuto mai?
“ L’amore è come la danza di una piuma discesa dall'ala di uno cigno.
Leggiadra, altalenante, vorticosa, a tratti irregolare e senza ritmo.
Non sai mai dove andrà a posarsi, se resterà a svolazzare in aria, oppure volerà oltre il cielo,
verso spazi infiniti. Ci vuole solo il coraggio di dare tutta la luce che hai dentro, senza ritorni da aspettare.
Forse dovrai soffrire ancora, e ancora, e ancora, fino a trovare quello che ti ami alla stessa intensità. Chi lo può sapere? A te la scelta di restare nel tuo rassicurante, stagnante vicolo, ma immagina quanta vita e quanto amore sprecati .”
Il fumo di quel dolore antico, intriso nella mia sostanza, va via con la brezza della sera e mi lascia dentro una calda e dolce accettazione.
Da quando stiamo in silenzio? Mi pare un’eternità…
Sento il cuore come adagiato sul velluto. La mia mente spazia orizzonti dai colori sfavillanti.
Davanti ai miei occhi fluttua la visione del quadro che si completa. La mia figura appare chiara, luminosa, i tratti del viso sono quelli di una donna sorridente, affascinante. Il suo sguardo è sereno, senza ombre. E lui? Lui è tutto da plasmare con la forza del pensiero. Ora so, che da qualche parte del mondo, qualcuno che mi assomiglia c’è. Qualcuno che, come me, ha tanta voglia di accogliere e donare.. Non ho più paura di amare, anzi non vedo l’ora che arrivi da me. Sento la mano che mi tiene dolcemente, con fermezza.
Forse…è già qui.
G.G.