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L'aggressione razzista di ieri ai danni di alcuni negozi di immigrati al Pigneto (Roma), di cui hanno dato notizia tutte le testate giornalistiche e televisive, è un grave segnale d'allarme.
Vivo al Pigneto da quasi cinque anni.
E' un quartiere che non cambierei con nessun altro a Roma: un felice mix tra l'anima popolare di un rione storico (descritto da Pier Paolo Pasolini) e quella alternativa della "nouvelle vague" romana fatta di enoteche, librerie, cineclub, luoghi di socializzazione votati alle più disparate iniziative culturali.
In questo contesto, tranquillo (per ciò che riguarda il lifestyle) ed effervescente (per l'ambiente culturale e sociale), anche l'immigrazione non ha creato grossi problemi.
Non si è verificata un'occupazione massiva, come è avvenuto ad esempio all'Esquilino con la comunità cinese, e ciò ha determinato, se non una vera e propria integrazione, almeno una convivenza tranquilla tra immigrati e residenti storici.
Al Pigneto, in altre parole, si vive bene.
Questo improvviso raid razzista mette in discussione il clima sereno a cui eravamo abituati.
Ieri il neosindaco Alemanno si è precipitato a dire che i colpevoli dovranno avere "punizioni esemplari".
A me sembra una dichiarazione di prammatica.
In realtà, come in tanti avevamo previsto, la vittoria di Alemanno a Roma ha ridato coraggio agli ambienti dell'estrema destra, xenofoba, omofoba e razzista.
Non è un caso se pochi giorni prima del ballottaggio al Comune, con Alemanno che recuperava nei sondaggi su Rutelli, un gruppo di naziskin abbia devastato la sede del circolo di cultura omosessuale "Mario Mieli".
E adesso l'episodio del Pigneto conferma che in certi ambienti la vittoria istituzionale delle destre ha galvanizzato questi criminali che si sentono ora più forti e più protetti, se non impuniti.
Temo che questo sia solo l'inizio di un lungo periodo di recrudescenza della violenza fascista nei confronti di tutti coloro che sono considerati diversi: immigrati, gay, frequentatori/occupanti dei centri sociali, avversari politici.
Bisogna tenere alta la guardia e chiedere alle istituzioni di non sottovalutare il fenomeno, ma anzi di reprimerlo con forza prima che degeneri.
Intanto, come cittadini, non possiamo restare indifferenti.
Da questo punto di vista, la manifestazione di solidarietà indetta per oggi pomeriggio alle ore 18 in via Macerata mi sembra un segnale importante.