lunedì 26 maggio 2008

Minstrel Boy

Sarà che sono a dieta (forse), non ho preso neanche un pasticcino per festeggiare il Bob. Ora, come si fa a dimenticare il compleanno di Dylan? Vorrà dire che questa sera assorderò i vicini con una mia personale versione di Knockin' on heaven's door. Poveri loro...


venerdì 23 maggio 2008

Do you remember...

Mercoledì pomeriggio lavoravo alla postazione del capo. Dietro di me, una grande vetrina dà su uno stradello del centro storico, una di quelle stradine dove chi riesce a parcheggiare la propria automobile poi la lascia lì almeno due settimane per approfittare quanto più possibile della Sorte Benigna. Tempo bruttissimo, acqua a catinelle, durante la mattinata un fulmine si è abbattuto sul vicino palazzo del Comune senza tuttavia riuscire a beccare il Sindaco ("Scusi, sono il Fulmine e non ho appuntamento, vorrei conferire col Primo Cittadino, grazie"). Mi giro e con occhio torvo guardo Cielo Pluvio maledicendo le matrigne divinità del meteo e mi vedo, al riparo nel vano esterno della vetrina, un gattone certosino di assai nobile aspetto, acquattato e decisamente arrabbiato, sfuggito nel momento sbagliato alle amorose cure della nonnina che abita di fronte all'ufficio. Richiamatane dalla sottoscritta l'attenzione, il micio lancia uno sguardo assassino che denota un profondissimo disprezzo nei confronti di quell'esemplare di "Stupido umano" che al di là del vetro, e quindi ben al riparo dalle intemperie, fa boccacce e versi inconsulti per, probabilmente, cercare di carpire la sua felina benevolenza. Fosse stato un fumetto, credo avrebbe prodotto un balloon del tipo "Ma va' a dar via i...". Fine delle trasmissioni. Non sapendo il nome della bestia in questione, nell'ormai vano tentativo di suscitarne nuova attenzione mi son messa a sciorinare una sequela di nomi da gatto (da notare, sempre dall'interno dell'ufficio, praticamente sotto vuoto spinto...) e mi è venuto fuori anche un "Balthazar". Urca, Balthazar. Aspettaspetta, cos'era Balthazar? Un' illuminazione repentina ha portato le mie sinapsi a connettersi. Professor Balthazar, I suppose. Quando ancora vedevamo Telecapodistria. Eccolo qui. Enjoy it!



Continuo a pensare che "Balthazar" sia un fenomenale nome da gatto....

martedì 13 maggio 2008

Avviso ai naviganti

Seguendo le indicazioni del lunario di Barbanera, unica auctoritas riconosciuta dalla sottoscritta quando si tratta di cimentarsi con vasi e terra, ho finalmente piantato i peperoncini rossi tondi, i cui frutti sono destinati ad essere riempiti. Attendo consigli (Amelia, questo è per te, ma non solo....)

lunedì 5 maggio 2008

Non c'è trippa per gatti....

Quasi sei giorni per riprendermi dallo choc. Le mie fosche pupille hanno registrato incredule le immagini della peggiore partita di basket mai vista in tanti anni di onorata carriera di frequentatrice delle zitadonesi gradinate. Ho visto cose che voi umani (fortunelli...) non potete neanche immaginare. Palloni inopinatamente ma sistematicamente distribuiti ai piccioni piuttosto che ai propri compagni, l'elemento fondamentale che si disfa (ahia...) la caviglia ancor prima dello scadere del secondo minuto di gioco, un granitico centro che, con espressione tipicamente tamopiobove invita il tiratore avversario a entrare sottocanestro direttamente dalla linea di fondo mentre la difesa invita l'attacco nemico al picnic nell'area colorata, tiratori colti da improvviso strabismo incapaci di far entrare il pallone in una vasca da bagno, giocatori di provata esperienza colpiti da amnesia che vagolano per il campo come grosse quaglie impazzite, un coach che tiene in panchina praticamente tutto il quarto tempo gli unici due giocatori che hanno dimostrato di avere ancora un barlume di lucidità, mentre in campo lo smemorato di Novellara, a 12 secondi dalla fine e con in mano la palla della possibile risicatissima e immeritata vittoria, decide che, per essere sicuri di non prenderci, è meglio provare a tirare da tre piuttosto che entrare nell'area deputata e giocarsi se non un canestro in sottomano, almeno due tiri liberi, vuoi non prenderne almeno uno, con quei due greymen che fischiano ad minchiam da una parte e dall'altra... Insomma, la sagra della pallacanestro all'incontrario (ortsenacallap...). Quei trenta-pollastri- trenta che si definiscono Ultras (miserini per quanto riguarda le idee ma dotati di buoni polmoni per tutto il campionato) alla fine non avevano di meglio da fare che prendersela con la genitrice (ahilei) del centro avversario, dotandola, con scarsa dose di galanteria, di attributi virilissimi. Noi, che ormai abbiamo sostituito con il pondus experientiae il giovanile ormone, col sospiro di chi capisce finalmente come vanno le cose in questo mondo, più delusi dalla pochezza del gioco dei nostri "beniamini" che arrabbiati per la strameritata sconfitta, non abbiam potuto far altro che rifugiarci nella nostalgica rievocazione di un glorioso passato che, temo, faticherà non poco a tornare. Il tutto mentre la nostra pizza si freddava nel piatto e, proprio dietro le nostre schiene, la dirigenza della Blu Basket si gustava con piena soddisfazione la cena del vincitore. Nessuno di noi aveva con sè la boccetta del Guttalax.
E allora, siòrri e siòrre, torniamo con la mente a quando al posto di Frassineti avevamo un Bonamico o anche "solo" un Sonaglia e il nostro pallone lo portavano Lardo, Lamperti o Mentasti e non Michelon, e i nostri centri si chiamavano non "Giandone" Brigo ma "Superstar" Griffin o "Toro" Landsberger o John Fox, e "Doo Doo" McAdoo ce lo vedevamo girare per la piazza del Zitadon in cerca di un posto ove accompagnare un fumante piatto di lasagna doppio ragù con dell'ottimo cappuccino extra sized e poi, due ore dopo, indossate le Nike numero 54 era già sul parquet a sgomitare come un fabbro ferraio perché non prendere quel rimbalzo o subire una stoppata potevano essere un disonore tale da compromettere la digestione. E i nostri avversari, uditeudite, mica erano i Gamba e gli Aimaretti, nonnò, si chiamavano Meneghin e Joe Bryant, quando non JB Carroll o Bob Morse, e i passaggi li facevano girare Caglieris, Brunamonti (...) o D'Antoni. Già. All things must pass. E allora, per quanto ci diciamo "l'anno prossimo niente abbonamento" - "Basta, emigro a Imola" e altre facezie del genere, sono sicura che tra il ferro da stiro e l'ulcera da pessimo basket casalingo sceglieremo ancora quest'ultimo, con la fondata impressione di andare a fare della beneficenza ma tant'è, non vorrai mica andare a vedere il volley, che sarà anche in serie A ma è uno sport da checche saltellanti e mica da atleti veri e finiti! Sarà un altro anno purgatoriale da Fulgor, chè il Paradiso della Libertas mi sa che è perduto per sempre....