Dopo qualche mesetto torno a presentarvi in anteprima mondiale la mia nuova storia partigiana dal titolo " Michelangelo", che troverete sul numero di Dicembre del Vernacoliere.
Compratelo! plis...
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"I figli della schifosa" si potrà richiedere prossimamente attraverso il catalogo Panini "Anteprima" e questa è una bella notizia che mi riempie di gioia.
Ieri sul sito dell'Unità è apparsa questa bella recensione ad opera di Renato Pallavicini che ringrazio di cuore.
I partigiani del Vernacoliere
di Renato Pallavicini
Qualche mese fa, a proposito di un bel libro catalogo (Per la libertà. La Resistenza nel fumetto, curato da Pier Luigi Gaspa e Luciano Niccolai, Settegiorni Editore), vi avevamo parlato della Resistenza a fumetti: di una pagina fondante della nostra Storia di un «ethos-epos» che di pagine, a fumetti, potrebbe ispirarne molte e che, invece, è rimasto imprigionato nel cellophane del Mito. Ci fa piacere essere smentiti da questo I Figli della Schifosa, una storia partigiana di Alberto Pagliaro (Mario Cardinali Editore, pp. 32, euro 7) che esce come supplemento al celebre settimanale Il Vernacoliere e che raccoglie una serie di brevi racconti a fumetti apparsi sul dissacrante giornale livornese dall’aprile 2007 al settembre scorso (e che continuano in nuovi episodi). Si tratta, come annota Pier Luigi Gaspa nell’introduzione, di «brevi Cartoline dalla Resistenza illustrate con partecipazione, umanità, poesia e spesso con una notevole sapidità». Dentro ci trovate antieroi, uomini e donne, vecchi e bambini che dalla Storia sono stati sorpresi nella loro quotidianità ma che, alla Storia, hanno saputo comunque rispondere con dignità, facendo una scelta precisa e coraggiosa per la libertà. Tant’è: quella quotidianità fatta di amicizie e amori, di sberleffi, di sana ed esplicita corporeità, di desideri erotici più che di sogni eroici, emerge anche nei momenti più drammatici. Così il bravissimo Alberto Pagliaro, con un tratto grafico elegante e gradevole, imbastisce una sua Storia partigiana «attraverso quei piccoli gesti capaci di fermare il tempo; gesti semplici che spazzano via la retorica, gesti semplici che fanno una vita». E la condisce con situazioni tipiche della migliore «commedia all’italiana» e con un’ironia caustica (siamo in Toscana - non dimentichiamolo - e siamo in quel territorio franco che è Il Vernacoliere). Uno sguardo che non scalfisce la dignità di quel Mito ma ne scarta la retorica e ce lo restituisce sotto forma di una credibile, concreta, umana storia.
19 novembre 2009
la trovate anche qui
ciao