martedì 21 dicembre 2010

La migliore medicina

Tante cose son successe negli ultimi tempi, tanti sbalzi di umore, attacchi di dubbi e picchi di felicità. Non sono riuscita ad essere costante, nella memorizzazione per iscritto di tutto ciò, ma credo sia perché oramai non è più una novità, fa parte dell’ordine del giorno, ormai siamo una coppia da quasi sette mesi, e ci vediamo praticamente tutti i giorni.
Le cose da ricordare sono una mia ‘promozione’ lavorativa, e quindi l’allungamento della mia permanenza in Cina, almeno finché lui starà qui; il mio weekend a Xi’An, con due colleghi, nel mentre lui è uscito con gli altri e ha chiacchierato un po’ con Alessia, che ovviamente il giorno dopo mi ha chiamata per riferirmi tutto. Mi ha detto che lui le diceva che noi siamo giovani, che dobbiamo afferrare tutte le occasioni, e che per me era una bella occasione lavorativa alla mia azienda. E che lui vorrebbe tornare in Argentina, e cercare di mantenere i contatti con la Cina per lavoro, “But Then Ele?”. Quindi si preoccupa per me, pensando al suo futuro intendo. Almeno non sono la sola a farlo.
Altra cosuccia da annotare è che due settimane fa mi ha mandato una mail chiedendomi di mandargli una mia foto che mi piace. La sera ci siamo visti al Qbar e gli ho chiesto a cosa gli servisse, se era magari per l’application di qualcosa, magari per il biglietto del viaggio. Lui mi ha detto che è per uso privato, perché non ha nemmeno una mia foto. Che dolce!! Cuore rosso
Altra notizia, questa volta bella grossa, è che ce ne partiamo esattamente domenica prossimaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Alla fine andiamo in Thailandia, perché per via di un’incomprensione con G. e l’agenzia non ha più trovato biglietti per le Hawai’I a meno di 2000 dollari. Io dal canto mio sono più contenta perché era veramente troppo costoso e non era ancora ben definito il mio futuro al tempo, quindi mi sembrava un po’ una cosa azzardata spendere così tanto dei miei risparmi (e a marzo ho altri 6 mesi d’affitto).
Ce ne stiamo là fino all’11, Koh Chang per cominciare, poi se troviamo un posto (da non credere, è tutto prenotato!!!), ci sposteremmo in un’altra isola, per poi finire con due giorni di shopping a Bankok e poi ritorno. Non vedo l’ora! E’ la prima volta che me ne vado in un posto figo, tanto più in inverno quando qui si gela! Tornerò tutta abbronzata che bello che bello!!!
Poi in programma ma poco fattibile per questioni di vacanze e visto ci sarebbe il Vietnam insieme ad una coppia di amici… Volevamo fare Hawai’I ma sono sempre troppo care. Spero tanto di andare in Vietnam! It’s so cool!!
Altra cosuccia……… Sabato sera siamo andati in un locale che di solito non è il nostro stile, non perché sia brutto, ma perché è carissimo e c’è una band colombiana che suona latino americano, ma le due tipe vanno a prendere la gente seduta per ballare e non c’è mai nessuno in piedi! Ma sabato c’era un party ed era pieno di gente così siamo andati. A me latino americano piace, ma mi vergognavo a ballare davanti al Professore, perché lì erano tutte bravissime perché fanno lezione, io invece non sono granché, soprattutto se sono sobria e davanti a qualcuno che mi piace.
Alla fine mi sono decisa e ho trascinato prima G., poi C. Sono anche stata furba perché sono entrambi talmente negati che almeno nessuno notava me.
Poi… Ta-daaaa. A. mi ha chiesto di ballare. Ahahahaah io non ci volevo credere, invece poi l’ha fatto davvero. Lo giuro, non avrei scommesso una cippa che sapesse anche solo muovere un passo, sembra così rigido!!!! E invece… Non solo se la cava e CONOSCE i passi di salsa, ma conduce benissimo!!!! Guidata da lui mi sono ritornati in mente i giri che avevo imparato al corso speedy di 8 anni fa e devo dire che abbiamo fatto una porca figura!!! Avrei voluto urlare che qualcuno ci filmasse, o scattasse qualche foto, ma nessuno l’ha fatto. Che peccato… Poi mi ha ringraziata per aver ballato con lui e avergli insegnato (… Perplesso io???), e ci siamo sbaciucchiati un pochino davanti a tutti…. Cosa che non facciamo mai.
E questi sono i picchi…
Ma ci sono anche i momenti bassi, purtroppo… Ad esempio, lo scorso weekend mi raccontava che non sta dormendo bene, e si è fatto dare qualche medicina. Poi da lì mi ha raccontato che due anni fa è stato senza dormire se non un’ora per notte 3 settimane, fino a che la mamma di Maggie gli ha dato delle pastiglie efficacissime. Mi ha detto che era molto triste e quando è così non riesce a dormire. La domanda non l’ho fatta ma lui ha risposto lo stesso, mi ha detto che adesso non è triste né depresso, ma un po’… gloomy.
Insomma, io sono un’insicura, e mi dispiace sapere che la persona con cui sto non è felice, e la cosa rende un po’ triste pure me. Così entriamo in un circolo che non ci fa bene. E questo mi causa gli incubi…… Così reali che al risveglio non riesco neanche a guardarlo in faccia e non riesco a trattenere le lacrime un po’ dal sollievo un po’ dalla paura che possa succedere davvero e io sentirmi così.
Io e Ale eravamo andate a casa sua, io avevo dei campioni da fargli vedere, ed ero tutta eccitata perché avevo un sacco di notizie da riferirgli. Eravamo in camera da letto, in una casa grande e luminosa che non ci azzecca nulla con la sua, e io ero seduta sul bordo del letto, chinata a frugare in una borsa, con le spalle alla porta. Lui era in piedi ai piedi del letto, in boxer e maglietta. Mi sono girata per dargli i campioni e una ragazza russa, biondina e con la frangetta è entrata in camera in versione appena docciata. Sono stata un fulmine, ho spinto via Ale che era sul mio percorso e mi ci sono avventata contro per tirargli una sberla con tutte le mie forze, forse quella che non gli ho tirato dopo la notte di Halloween. Ma lui era troppo alto e grosso, non riuscivo a dargli una sberla come si deve, ma solo piccoli schiaffetti che non bastavano a sfogare tutta la mia rabbia e il mio odio, gli urlavo contro di tutto e alla fine sono salita sul gradino del letto per raggiungerlo meglio, ma continuavo a non riuscire a dargli la sberla che volevo, quelle che pure il suono fa male. E lui non faceva una piega, dicendo qualcosa tipo scusa non lo faccio più ma con leggerezza, senza pensarlo davvero.
Poi me ne sono andata in soggiorno ed ero di nuovo chinata su un borsone a raccogliere tutta la mia roba e lui è entrato e si è seduto sul divano, e si è messo a giocare con la XBox. Io gli sputavo addosso tutta la mia rabbia e delusione, ricordandogli che mi ero fidata, che l’avevo perdonato e ci era ricascato! E lui, ridendo, mi ha detto: “Ha ha ha. I know you care too much about me, Ele”. Insomma, mi stava facendo capire che sapeva che non avrei avuto la forza di lasciarlo andare e quindi lui sapeva di avere tanto potere su di me da poter fare tutto il cazzo che voleva. Io a queste parole dette sghignazzando non sono più riuscita a finire la mia frase, ero veramente allibita e incredula, e così ferita ovviamente, che me ne sono andata in bagno mentre gli dicevo che avrebbe visto, se non me ne sarei andata e non mi avrebbe mai più dovuto nemmeno cercare. Ero a sciacquarmi la faccia quando è entrata in bagno la ragazza (completamente diversa, vestita tipo scolaretta, capelli biondi lunghi senza frangia, con gli occhiali). Ci presentiamo cordialmente, poi lei mi chiede il mio numero, al che le dico che questo mi sembra un po’ eccessivo. E poi, noto un pezzo di carta, vicino allo specchio del lavandino, con una frase strana, che accidenti non riesco a ricordare. Ma finiva con il nome di Maggie, e la frase voleva dire qualcosa, so solo che mi ha un po’ sollevato, perché poteva essere interpretata in modo da dare una spiegazione perfettamente plausibile a quello che era successo.
Mi sono svegliata al buio, ancora stringendo le meningi e cercando di capire perché quella ragazza era lì se non per scopi poco innocenti, e poi mi veniva in mente che era uscita dalla doccia e che nessuno dei due aveva negato davanti alla mia furia omicida, e che comunque, in ogni caso, anche se mi avessero dimostrato che non era successo niente, lui era stato un perfetto asshol e non avrei mai più potuto guardarlo allo stesso modo, sapendo che poteva essere così.
Pensavo a tutto questo piangiucchiando quando mi sono girata e l’ho visto, accanto a me, addormentato. Ho subito distolto lo sguardo, confusa. E finalmente ho iniziato a capire che avevo sognato.
Mi è preso il magone e mi sono messa a sedere per cercare di calmarmi, avevo il cuore a mille e il groppo in gola. Mi sono rimessa giù per non svegliarlo e gli ho dato un’altra occhiatina. Lui si è svegliato per via dei miei movimenti e mi ha preso la mano, e io d’istinto ho tenuto rigida la mia. Mi ci è voluta tutta la notte per convincermi che davvero non aveva detto quella frase e che è molto improbabile che ricapiti una cosa del genere, di questo sono razionalmente convinta.
La mattina dopo ero ancora turbata, e di tanto in tanto mi riuscivano le lacrime. Lui si è accorto che avevo qualcosa ma non sapevo se raccontargli del sogno, una parte di me voleva farlo, per fargli capire le cose che mi rendono insicura di lui, così che magari lui si faccia un esame di coscienza, perché lui è il tipo che poi ci pensa su. Però sembrava anche volergli ricordare il suo sbaglio e la storia di Halloween e quando l’ho perdonato gli ho anche detto che avrei resettato tutto quindi non volevo tirarla fuori.
Adesso lui è in viaggio per lavoro e tornerà domani. In questi due giorni mi sono dedicata alle cose che di solito quando c’è lui non ho il tempo di fare (pulire, mail, blog, foto, …), e sono contenta di aver avuto questa ‘pausa’ per me stessa.
Adesso ovviamente mi manca già. Prima di partire mi ha lasciato tre maglioni che gli hanno ristretto in tintoria e glieli ho rimessi a posto, lui ha detto che era il regalo di Natale più bello che avrebbe potuto ricevere.
In ogni caso, siamo fortunati, perché abbiamo la cura per la mia insicurezza e i suoi dubbi sul futuro: si chiama Koh Chang, e la cominciamo insieme domenica Isola con palma. ลาก่อน!!! (Goodbye!)

domenica 19 dicembre 2010

Pumpkin Pie… Ciack quarto

E’ incredibile come io non riesca più a mantenere gli impegni, dico che scriverò presto poi chissà come I giorni passano e io non solo non scrivo, ma mi dimentico pure le ricette che volevo postare e quello che volevo raccontare.
Quest’anno ho festeggiato il mio primo Thanksgiving!Essendo una grande appassionata di Friends, sognavo, un giorno, di partecipare a una di quelle mega cene a base di pietanze così diverse dalle nostre… enorme tacchino farcito, patate dolci, pumpkin pie…
A ottobre una sera abbiamo tirato fuori l’idea, poi io che ci tenevo particolarmente mi sono impuntata e ho impedito che venisse abbandonata. Abbiamo organizzato un vero e proprio programma organizzativo, assegnando le varie missioni: chi si sarebbe procurato il tacchino, chi avrebbe preparato lo stuffing, chi il gravy, chile yams, chi il dessert. E non potevo che essere io, la destinataria dell’ultimo?
Questa torta mi ha fatto sudare. Non avendo la scatoletta di polpa di zucca che usano tutti, in America, pensavo tranquilla ‘it’s not a big deal’, cuocerò la zucca. la cuocerò a vapore, o al micro, o al forno, così che non si formi l’acqua ma anzi si asciughi. Non sto a raccontare tutte I miei tentativi, dico solo che la prima volta ho seguito una ricetta classica, e la torta era ok, solo troppa noce moscata, il ripieno non ancora raffreddato (e acquoso, per colpa della zucca), che andava a bagnare la crust e a farla ammosciare. Ma l’hanno finita I miei 3 ospiti dopo le empanadas.
Per il Thanksgiving, alla fine siamo riusciti, con una botta di culo, a trovare la scatoletta. Fantastico, perché davvero, it’s a pain in the ass cuocerla da sè.
Il problema però l’ho avuto con la pasta. Incredibile. Volevo seguire pari pari la ricetta originale, che A. mi aveva consigliato perché era quella sperimentata con numerosi successi da sua mamma, ma niente, non riuscivo a formare una palla che non mi si sbriciolasse tra le mani. Impossibile persino stenderla! L’ho rifatta tre volte.
Alla fine, fuck it!, ho pensato, userò la mia ricetta della pasta brisè. E basta. Ed è andata, non solo bene, ma mi è stato detto che era perfetta. Io ormai ero troppo stanca persino per prestarci attenzione, per di più alquanto disappointed perché non posso proprio dire che sia tra I miei dolci preferiti, e speravo che almeno una torta paradisiaca mi ricompensasse di tutti I sacrifici e il tempo speso, e invece no. De gustibus!
Ma via, ora, alla ricetta! Se becco quella giusta, che dopo tutte ste peripezie, finisce ancora che vi do quella sbagliata.
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Ingredienti (per una tortiera da 23-24cm:
per la crust:
200g di farina
100g di burro freddo a pezzi
50ml di acqua fredda
1 pizzico di sale
per il filling:
1 pacchetto di biscotti (io ho usato le Marie, vanno bene)
2 uova
1/2 cup zucchero
brown sugar
1 teaspoon cannella in polvere
1/2 teaspoon sale
1 lattina da 15 oz di polpa di zucca
12 oz di panna
per l’accompagnamento:
1/2 cup di panna da montare
1
tablespotablaspoon zucchero
1/4 teaspoon cannella
Per prima cosa fate la pasta, lavorando rapidamente prima la farina con il sale e il burro; quando il composto diventa sabbioso, aggiungete l'acqua e impastate, formate la palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per almeno 30' (ricetta di Tania).
Quando la pasta è pronta, stendetela nella teglia, facendo un bordo piuttosto alto. Sbriciolate i biscotti e fate uno strato all’interno dell’involucro (questo per impedire che il ripieno vada a bagnare la pasta sottostante).
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Io a questo punto ho infornato per qualche minuto, per far indurire almeno un pochino la base (calore solo sotto, parte bassa del forno, tempo a occhio, sorry, sto diventando come mia nonna).
Intanto preparate il ripieno, sbattendo prima le uova con le fruste elettriche, poi aggiungendo tutti gli altri ingredienti. E anche qui, devo dirlo: ci ho messo lo zampino. Aggiungi un po’ di qui, togli di lì, alla fine ho stravolto la ricetta, assaggiando e in base al tentativo precedente.
La ricetta originale la trovate qui. Io ho cambiato la crust e nel ripieno ho eliminato semi di garofano e zenzero, e ho utilizzato sia zucchero bianco sia brown sugar, e ho aumentato la cannella. E ho aggiunto un pizzico di noce moscata (andateci piano, perché tende a coprire tutti gli altri sapori). E non avendo l’evaporated milk ho usato la panna e un po’ di latte normale.
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Insomma, poi riempite il guscio col ripieno, e cuocete a 180°-200°, per circa 45 minuti, ma controllate spesso e, se necessario, spostate la teglia nei vari ripiani a seconda della necessità.
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Fate raffreddare, ficcate in frigorifero, e al momento di servire sistemate sopra ogni fetta un ciuffetto di panna montata con cannella e zucchero.
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A voi!!
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sabato 4 dicembre 2010

Empanadas

Il mio Prof. Bear da giovane ha trascorso qualche tempo in Argentina, dove ha imparato lo spagnolo e dove ha imparato ad apprezzare alcuni cibi che non conosceva. Tra questi, quello di cui parla più spesso sono le Empanadas, dei fagottini di pasta tipo brisée ripieni con carne e verdure, oppure prosciutto e queso.
Qualche settimana fa ho deciso di fargli una sorpresa, preparandole senza dirgli niente. La cena, a cui erano invitati anche C. e G., era fissata per domenica. La sera prima avevo già preparato la pasta e il ripieno, dovevo solo formarle e fare la pumpkin pie di prova per il Nostrao Thanksgiving. Non avendogli detto cosa bolliva in pentola, il signorino mi ha fatta camminare 4 chilometri domenica mattina, per goderci la bella e tiepida giornata, mentre io me la godevo sì, ma senza smettere di calcolare se mi sarebbe bastato il tempo per far tutto.
Era talmente testone che alla fine gli ho dovuto dire in cosa consisteva il menu, altrimenti non mi avrebbe fatta tornare a casa.
Per le empanadas io cercavo la ricetta di quelle argentine, ma ce ne sono milioni, e non sapevo quale scegliere. Alla fine ne ho seguita una trovata su Youtube per la pasta, mentre per il ripieno ho fatto affidamento sulla… mia fantasia!
Devo dire che quando preparavo il ripieno ero contentissima perché il profumo era ottimo, ma Lui quando ha saputo che non erano di prosciutto e formaggio ha voluto andare a comprare entrambi per farne un po’ e un po’, dicendo che erano le sue preferite.
A casa dopo un pisolino sul mio divano mi ha aiutato a fare le empanadas, e devo ammettere che era più bravo di me. Alla fine le abbiamo fatte tutte con il mio ripieno di carne, conservando il formaggio e prosciutto per un’altra occasione.
Ma veniamo alla ricetta promessa.

Ingredienti per la pasta:
3 cups farina
1/4 tsp salt
170 g burro freddo a pezzetti
1 uovo
4-5 tbsp acqua

Mischiate farina e sale, poi aggiungete il burro a pezzettini e l’uovo.


Con la punta delle dita lavoricchiate per formare un composto bricioloso, poi appena la maggior parte della farina è stata assorbita, cominciate ad aggiungere acqua, un po’ per volta, fino a poter fare una palla, da chiudere in pellicola e mettere in frigo una mezz’oretta.


Riprendete la vostra palla, fate delle palline da rilavorare con le mani singolarmente, poi appiattitele e stendetele in dei cerchi sottili.


Potete riempirle subito, oppure conservarle in frigorifero, ben chiuse perché la pasta non si secchi, fino al momento di utilizzarle. Se volete un consiglio, fatele prima di consumarle, perché io il giorno dopo le ho trovate troppo dure e troppo poco maneggevoli per essere riempite senza romperle.

Per il ripieno:
2 fettine di petto di pollo tagliate a tocchetti piccolissimi
300 g tritato di vitello
1 carota
3 patate piccole
1 peperone
1/2 cipolla
2 spicchi d’aglio
pisellini surgelati
dado
paprika, sale, pepe
In una padella tipo vok scaldate dell’olio, poi rosolate l’aglio tritato, poi aggiungete la cipolla tritata e fate imbiondire.
Aggiungete la carne e fate rosolare da tutti I lati, poi aggiungete un pezzetto di dado, e sfumate con un goccio di vino bianco.


Aggiungete la carota a pezzetti minuscoli,


le patate a cubettini mignon e i pisellini (io avevo fatto bollire un po’ patate e piselli prima),


infine il peperone a cubettini, fate cuocere il tutto a fiamma moderata, a cottura ultimata salate, pepate e aggiungete la paprika. Fate raffreddare.


Prendete I vostri dischetti di pasta (se erano in frigo dovrete aspettare che ritornino malleabili o si romperanno troppo facilmente), riempiteli col ripieno e chiudeteli a mezzaluna, sigillando bene I bordi. Poi fate l’orlo, tipico delle empanadas… Trovate un ottimo video qui.


Io avrei voluto farne uno ma le mie empanadas facevano veramente pena e le sue erano migliori ma non sufficientemente esplicative… Ma la colpa è stata dell’impasto, che non era affatto elastico come dovrebbe e quindi si rimpeva facilmente una volta riempito.
Tra l’altro mentre stavamo avendo difficoltà per formare le empanadas, poi lui si è messo a fare una ricerca e mi ha trovato un’altra ricetta che sembra molto molto migliore e che dà una pasta più elastica… Sarà il prossimo tentativo comunque! Restate connesse!
Cuocete in forno caldo fino a doratura. Servite calde.

Ma la chicca, la volete sapere? Visto che il ripieno di carne era un po’ asciutto (anche questo, consiglio di farlo sul momento), lui ha avuto un’iluminazione: si è ricordato della salsina al formaggio che gli avevo servito con un’omelette ai broccoli, ricetta fantastica trovata qui e da allora rifatta regolarmente – ma non ho ancora avuto tempo di postarla) e mi ha chiesto di rifarla e di servirla con le empanadas. Io ero un po’ scettica, ma il mio scopo era farlo felice, così l’ho accontentato. Beh ragazzi… Ci aveva visto giusto!! La salsina ci stava da dio, era ottima e tutto è stato spazzolato in men che due minuti!

Per la salsina al parmigiano:
4 cucchiaini da caffè di maizena
200 ml di latte
2 cucchiai di parmigiano
noce moscata
sale

Per la crema stemperate la maizena nel latte freddo, salate, aggiungete 2 cucchiai di parmigiano e fate cuocere a fuoco dolce, sempre mescolando, finché la crema non si addensa. Continuate la cottura per altri 2 minuti, aggiungete la noce moscata (una generosa grattata) e tenete da parte (non fate formare la crosticina... datele una giratina ogni tanto).
Servite le empanadas con la salsina. Non solo il Professore non ha rimpianto l’assenza delle empanadas con prosciutto e queso, ma ha spazzolato tutto e mi ha fatto tanti complimenti. E’ stato veramente dolcissimo!!


A me son piaciute molto, e ho dovuto riconoscere che la salsa era davvero necessaria. A voi l’esperimento!!!


Le Empanadas possono essere preparate in quantità industriale ed essere gustate come piatto unico in compagnia con amici e famiglia, oppure fatene in moderata quantità per un aperitivo o fingerfood. Saranno perfette in ogni caso!

mercoledì 1 dicembre 2010

Summing up

Ci ho di nuovo messo un bel po’, ma qui le cose da fare sono sempre troppe, e quindi il blog va un po’ a farsi benedire, anche se mi scoccia se penso a tutto quello che vorrei registrare e che invece verrà solo affidato alla mia memoria… E stiamo freschi, temo. L’età avanza anche per me eh!!
Riassumendo alla bell’e buona dopo la prima settimana di carinerie (mi ha cercata tutti i giorni, ci siamo visti tutte le sere, ha cucinato per me, mi è persino andato a prendere il forno a microonde nuovo e me l’ha riportato a casa insieme a tutte le mie piante, che gli avevo affidato prima di andare in Italia, mi ha fatto tanti lavoretti in casa, mi ha accompagnata a cercare lo specchio e varie altre cose che mi servivano). Poi c’è stato un weekend un po’ così così, che non mi ha soddisfatto, diciamo, e la settimana dopo, in cui son stata presa da mille paranoie vedendo un lui strano. La possibilità di andare alle Hawai’i non mi sembrava la stesse prendendo seriamente, e non sentivo più che avesse voglia di vedermi… diciamo che si è abbassata la qualità del tempo trascorso insieme. Per di più io mi sono ammalata, con un raffreddore bello forte, quindi non ero proprio in forma.
Così, visto che sono una persona sia insicura che eccessivamente altruista a volte, alla fine ho deciso di parlargli di nuovo. Era a casa mia e, anche se erano ormai le 00.30 e io respiravo a malapena e solo con la bocca, ho fatto che fargli il discorso che mi ronzava in testa. In poche parole gli ho detto che ci avevo pensato bene negli ultimi giorni, sulla mia capacità o meno di perdonarlo davvero, ovvero di resettare tutto, come se non fosse mai successo. Gli ho spiegato come vedevo io la storia del perdonare che ho già spiegato a voi nell'ultimo post e che alla fine sì, ero sicura di potercela fare. E che, visto che lui mi aveva detto che gli viene estremamente difficile prendere delle decisioni e fare delle scelte, volevo chiedergli se era ancora convinto di voler stare con me oppure magari si era pentito, dal momento che non mi risultava che l’avesse mai incontrata per la chiusura definitiva che voleva dare al loro rapporto. E che una cosa sola gli chiedevo: che, dal momento che viviamo tutti nella stessa città e che i locali non sono che pochi, nel caso ci fossimo trovati tutti insieme sotto lo stesso tetto non avrei accettato da parte sua un comportamento come quello di Halloween, non avrei accettato di essere messa da parte, dopo che io avevo resettato tutto quanto e avevo rinunciato a dare spiegazioni a tutti gli amici e i conoscenti che erano là, quella sera, a farsi le proprie idee su quello che stava succedendo.
Lui ha ascoltato tutto, poi mi ha detto che era convinto della sua scelta, e che l’aveva incontrata per chiudere, e che avevano chiuso, e che però non si sarebbe sentito a suo agio a stare con noi due insieme, per questo voleva evitare certe situazioni, come la cena di compleanno della nostra amica, in cui eravamo invitati tutti e tre. Gli ho fatto notare che non è giusto che cambiamo vita e abitudini e locali per paura di incontrarla, che non mi va e non è giusto. Lui dice che gli spiace che io sia di mezzo ma che semplicemente vorrebbe evitare di rovinare la serata e mettere a disagio tutti e tre, e che ha solo bisogno di tempo, perché alla fine lei non gli ha mai fatto nulla di male, non c’è stato un motivo di odio o delusione, semplicemente la distanza inizialmente, la mia comparsa dopo, e il suo 'feeling' che non fosse lei ‘quella giusta’. Io alla fine gli volevo solo mettere in chiaro che non volevo cambiare vita scappando dale situazioni, ma in realtà la pensavo allo stesso modo, perché mi conosco e so che probabilmente sarei la prima a desiderare di andarmene, nel caso ci trovassimo tutti quanti nello stesso locale, quindi abbiamo deciso di saltare la cena di compleanno.
Parlando, alla fine siamo giunti ad argomenti un tantino più seri, che non mi aspettavo minimamente e che mi hanno colta proprio alla sprovvista… Mi ha chiesto cosa voglio, io, dal nostro rapporto. Come lo vedo. Qual è il mio ‘goal’. Azzo… Alla fine non mi ricordo manco cosa ho biascicato, tra un soffio di naso e l’altro, ma ricordo per certo di avergli detto che se a settembre non me n’ero andata era perché volevo stare con lui, e che non so lui cosa pensa ne cosa vuole fare, e se vede una Gaijina nel suo futuro, ovunque sia, ma che se se ne andasse, io non potrei mai rimanere qui. E che non ho ‘goal’, non gli chiedo niente, ma ovvio è che, finché sei felice, non vuoi separarti dal tuo motivo di felicità... no? Insomma, un ‘chi vivrà vedrà’. Gli ho anche detto che non so cosa fare con l’azienda nel caso dovessero volermi per un contratto a lungo termine, proprio perché non so quali siano i suoi, di piani. Lui mi ha detto che non avevamo mai parlato di questo e che anche lui non capiva molto bene cosa avrei fatto io, che prima dovevo partire a settembre, poi ho deciso di fermarmi fino a dicembre, e poi chissà. Ma che non aveva una risposta. Che ha paura di impegnarsi, e che lo sanno tutte le persone che lo conoscono bene. Che qui in Cina aveva una ragazza Americana, prima di me, e gli piaceva parecchio, ma lei aveva una situazione in sospeso con un ex ragazzo in America, che ogni tanto tirava fuori. Fatto sta che lei era tornata a casa, e lui aveva deciso di impegnarsi, e l’aveva seguita, cercando lavoro là. Poi un bel giorno la chiama e sente che lei è con qualcuno. Ha capito subito che era l’altro tipo. Due giorni più tardi lei gli ha scritto una mail per informarlo che erano tornati insieme e che sperava potessero restare amici. Insomma… praticamente ha subito quel che ha fatto subire a me. Comunque… un po’ di cose sono state dette, anche se nei giorni seguenti io ho continuato ad avere il timore che lui si fosse pentito della scelta ma non osasse dirmelo, anche se lui mi aveva rassicurata. Gli avevo anche detto che temevo avesse ricevuto il perdono troppo facilmente e potesse rifarlo, o pensare che non ho personalità, solo perché le mie reazioni forti sono quelle iniziali, ma dopo che mi sono sfogata sono molto molto calma. Insomma, gli ho detto proprio tutto.
Il weekend della cena saltata è stato noiosetto, non c’era nessun altro in giro ed è stato proprio blando, comparato a quelli precedenti.
Poi è arrivata una piccola novità, ovvero ha iniziato a suonare il
sax in un locale, con altri due ragazzi americani. Ha ricominciato lezioni di cinese, insomma… si è occupato meglio le sue giornate troppo lunghe. Quando torna dal locale, adesso mi chiama e poi passa da me, io gli cucino qualcosa veloce, guardiamo un film, e si ferma da me.
Pero avevo sempre una sensazione che lui fosse un po’ strano, non lo so… Nel frattempo stava cercando di fare dei piani col fratello e io non sapevo se sperare che gli andassero bene o male perché non conoscevo le conseguenze che queste sue scelte avrebbero potuto avere sulla nostra relazione.
Un giorno mi scrive un messaggio con testuali parole: "My mother sent you a gift". Io che cosa dovevo pensare? Sono stata in trepidazione tutto il giorno, non tanto per il regalo quanto per il dubbio ?Ha parlato a sua madre di me?', cosa che mi sembrava alquanto improbabile. Ero sicura che lui avesse deciso di darmi qualcosa che sua mamma gli aveva mandato, e niente più. Alla fine sono passata da lui quella sera, e mi ha dato due pacchetti di caffè aromatizzati rispettivamente alla vaniglia francese e alla vaniglia e biscotti... Solo annusandoli ci si sente un attimo in paradiso! E poi un tacchino peluche, da mettere sulla tavola il giorno del Ringraziamento.
Venerdì c’era il compleanno di Chris, poi sabato sono andata a sentirlo suonare. Ci sono rimasta assai male quando, facendo una pausa e venendo altavolo mio e di G., non mi ha manco salutata. Manco 'hello', ha detto. Insomma!!! Poi sono arrivati alcuni miei colleghi, e al tavolo mi sono trovata seduta vicino a Chris. Mi ha detto che il giorno dopo lui e A. sarebbero andati in palestra a correre, e io gli ho detto che A. a me aveva detto che avrebbe collaborato per fare la pumpkin pie! Così Chris ha detto che era sicuro non sarebbero andati a correre, ma avrebbe mantenuto l’impegno con me, che sono più importante. La mia risata è stata abbastanza forte, così ci siam messi a parlare. Chris dice che io e lui ci piacciamo tantissimo, al che io ridevo di cuore e con amarezza e gli dicevo che non è vero, e gli facevo notare il suo comportamento della serata. Chris mi diceva ‘Ma e A.! E’ fatto cosi! Non mostra niente’. Però allo stesso tempo si è stupito pure lui quando A., terminato di suonare, se n’è uscito coi compagni di banda per 20 minuti buoni, e quando è tornato, è andato a sedersi dall’altra parte del tavolo. Così Chris mi ha detto che fa cosi perché io ho il potere di ferirlo, di farlo soffrire… Se lui gli facesse qualsiasi cosa, da amico, non potrebbe mai farlo stare male come invece potrei fare io. Lui non è pericoloso, io sì. Diciamo che il modo in cui me l’ha detto ci stava, e mi ha tirata un po’ su. Poi alla fine ha vinto la scommessa, perché A. e venuto e gli ha chiesto di scalare cosi che potesse stare vicino a me e a lui, e io vicino a lui e al mio capo-collega che parla italiano. Poi la serata è andata ancora migliorando perché il mio capo-collega è davvero cool, e con A. parla italiano e A. spagnolo, e si capiscono, e scherzano e si fanno le battute. Claudio alla fine gli ha porto il braccio per uscire ma A. si è messo a ridere e gli ha detto ‘No no no, scordatelo. Io non ti abbraccio, non ti bacio, non ti tocco. Forse non capisci perché sei italiano e sei abituato così, ma non esiste per me!!’, al che mi sono sentita sollevata, visto che il weekend prima aveva detto che per lui tenersi per mano è stupido.
A casa si stava addormentando sul divano e mi ha chiesto di raccontargli una storia… Gli ho raccontato tutta Occhiolino, Dueocchiolini e Treocchiolini!!!! Si era addormentato dopo 3 secondi, e non ci voleva credere che gli avessi davvero narrato tutta la storia.
La domenica mattina siamo usciti per una passeggiata, c’erano ancora 20 gradi e non volevamo perderci la bella giornata. Non avremmo dovuto fare tardi perché la sera avevo organizzato una cena da me, ma alla fine abbiamo camminato per ore, dappertutto. Mi ha portata nel suo posto segreto, bellissimo, ho visto una parte di città che non conoscevo. Alle 3 eravamo da me, dopo aver camminato almeno 4 chilometri. Mi son messa subito a preparare, lui si è addormentato sul divano. Quando mi sono avvicinata per togliergli il computer dalle gambe, mi ha abbracciata e non mi voleva lasciare più. E poi mi ha aiutata, avevo preparato già l’impasto delle empanadas argentine per farlo felice, volevo fargli una sospresa… Mi ha aiutata a farcirle e chiuderle, poi sono arrivati gli altri. Lui era soddisfattissimo, anche se la ricetta che ho usato per l’impasto non era quella giusta, perché era diverso da come avrebbe dovuto venire e il ripieno non era prosciutto e queso, come piace a lui. Insomma… alla fine erano ottime!!!! Lui era veramente contento, poi per sua idea ho preparato anche una salsina che in genere uso per accompagnare l’omelette ai broccoli, e ci ha proprio azzeccato, perché ci stava benissimo! Insomma… Ottima cena, vino, amici. E poi, la pumpkin pie. Anche lei, strana. Ma apprezzata, hanno fatto tutti il bis, tranne io. Mentre ero in cucina è venuto dietro di me e mi ha dato un bacio, ringraziandomi e facendomi i complimenti.
Gli altri se ne sono andati, lui è rimasto a dormire da me. Eravamo nel letto e lui mi ha chiesto di parlargli, non so come siam finiti a parlare di mio padre e mia madre e alla fine lui ha detto che sarebbe stata divertente una cena coi miei. Io gli ho chiesto se aveva capito una sola parola di quello che gli avevo detto, cosi ci siam messi a confrontare le diverse famiglie, italiana e Americana, come sarebbe noioso probabilmente per me una cena con la sua, famiglia, visto che non sono chiassose neanche 6 donne che parlano in cucina. Gli ho detto che mio padre è particolare, che se arriva un amico mio o di mia sorella e lui e seduto sul divano, non si sente ritenuto ad alzarsi e accoglierlo, e questo mette noi in grandissimo imbarazzo e mette in soggezione tutti i nostri amici. Poi lui ha imparato da poco a dire ‘permaloso’, cosi lo dice sempre, anche quando non è corretto, e per fargli capire cosa vuol dire gli ho detto che la mia mamma è permalosa, e gli ho fatto qualche esempio. E lui mi ha detto che, se mai incontrerà i miei, prenderà in giro mio papà seduto sul divano dicendogli che non c'è bisogno di alzarsi. Gli ho detto che sicuramente lui non avrebbe capito e anzi lo avrebbe apprezzato moltissimo e di conseguenza lo avrebbe onorato con la sua accoglienza alzandosi in piedi. Allora ha detto che la prima cosa che direbbe a mia mamma sarebbe che è permalosa. Io gli ho fatto notare che lei lo avrebbe odiato a morte così, allora mi ha detto che non direbbe che è permalosa, ma che IO gli ho detto che lo è ma lui non ci crede affatto, così lei lo amerà dal primo momento. Ehhhhhh!!!! Mi chiedo se davvero arriverà mai, quel momento, e se sia anche solo lontanamente possible. Poi mi ha aiutata a nascondere l’accento perché dice che il mio inglese è talmente buono che sono pronta per il passo successivo.
Il giorno dopo, io ho ricominciato la mia settimana lavorativa. La sera mi ha scritto e mi ha detto che era stato malissimo tutto il giorno, e che ci saremmo visti l’indomani. Martedì aveva le prove al locale, mi ha chiamata quando ha finito ed è venuto di nuovo da me. Con gli avanzi della crust della pumpkin pie, che è più salata che dolce, avevo fatto dei sablés, una specie almeno, così glieli ho serviti per cena farciti col cooked ham e il gouda cheese che aveva comprato per le empanadas. Ma sapeste che delizia è venuta fuori!!!! L’impasto è molto burroso, tra una sfoglia e una brisée, e il tutto ha un gusto di Valdostana… ottime davvero, perfette per uno snack o per l’aperitivo o fingerfood. Ma non mi ha lasciato il tempo di fotografarle.
Poi si è messo a letto, era già piuttosto tardi ma non avevamo sonno. Gli ho raccontato il mio sogno della notte prima, che ero nella mia cucina in Italia e facevo una torta, quando un bimbetto di 6-7 anni arriva e mi ruba un biscotto. Io col mestolo in mano corro e cerco di acchiappare mio figlio che ride felice, finché lo raggiungo, lo stringo forte mentre gli faccio il solletico e tutti e due strilliamo come matti. Lui mi ha chiesto se era un maschio e se mi assomigliava, io mi ricordavo solo che era un bel bambino coi capelli castano chiaro, quel castano che col sole diventa quasi biondo, e che avevamo un ottimo rapporto.
Lui era di ottimo umore e terribilmente carino, forse perché stava molto meglio, insomma era difficile credere che il giorno prima si sentisse tanto male, mi abbracciava e ci siamo scambiati qualche regola di italiano e spagnolo, poi mi coccolava, faceva lo scemo, poi si è messo a parlare con la mia pancia, che è rumorosa in qualsiasi condizione sia, affamata o piena, in digestione o addormentata. Si faceva proprio i discorsi! Chiedeva, fingeva di sentire le risposte, insomma… Un cretino, ma mi faceva ridere, ed è stato bello. Poi mi ha detto che aveva male all’occhio perché la volta prima che si era fermato da me mi ero girata nel sonno e gli avevo tirato un pugno. Poi si è messo a cantare un tango argentino finché a forza di ridere mi è venuto sonno e gli ho chiesto di star zitto e di provare a dormire perché tra una cosa e l’altra erano gia le tre passate, e io avevo la sveglia alle 7.
Quando è suonata, eravano ancora abbracciati e tutti appiccicati. E non voleva farmi andare via. Alle 7.20 ho dovuto liberarmi dal suo abbraccio e lui si è girato dall’altro lato e, con tono drammatico, mi ha detto: “All right then, just go!!! Leave me alone since you don’t want me!!’. Ho cominciato la giornata con una risata. E' stata dura andarsene. Ho fatto il caffè e per le 8 eravamo fuori, io per prendere il pullman lui diretto a casa sua, che sta a un minuto dalla mia.
Domenica festeggeremo il Thanksgiving, anche se sarebbe domani, ma qui io lavoro e ho tempo solo nel weekend. Spero che la pumpkin pie mi venga migliore di quella di domenica scorsa… E che sia una giornata felice, e solo il primo di tanti Thanksgiving che festeggeremo insieme. E’ da secoli che desidero passarne uno in un’autentica famiglia Americana, spero che il sogno di bambina, nato guardando le serie Tv, possa avverarsi prima o poi, in un pomeriggio gelido e probabilmente innevato, in una città vicina a un lago, in una casa dove le voci delle donne, anche se numerose e indaffarate in cucina, non giungono agli uomini seduti in salotto. Anche se non credo che, se mai succederà, potrò contenere il mio entusiasmo e la mia felicità, e manifestarli in tutto il mio essere italiana!
Ps. Questo post è stato scritto cominciato un mese fa, continuato una frase per volta fino a rimanere lì, incompleto, e troppo lungo persino per me. Stasera volevo davvero terminarlo e pubblicare, ma mi ha chiamata per la cena e, di nuovo, gli ho dato la precedenza lasciando indietro blog, chat con gli amici, mail alla mamma, riordino di iTunes. Ora sono le 02.00 e mi son stufata, lo taglio e lo pubblico senza manco rileggerlo né ricordarmi cosa ho scritto e dove mi sono fermata, così imparo a darmi una regolata!
Domani mi sono imposta di starmene a casa per fare le mie cose, e PROMETTO che pubblicherò la ricetta delle nostre Empanadas. E poi verrà anche il Thanksgiving… Ahh! Che mangiata!!!
Un bacione a tutte!!!! Nanna time for me!!

martedì 2 novembre 2010

Trick or Treat? This time I got the Trick... and a bad one

Dopo aver postato l'ultima volta, mi sono resa conto di aver dimenticato una serata importante, davvero davvero carina, una di quelle che davvero ti fanno senire che siete fatti l'uno per l'altra. Eravamo noi due, da lui, e stavamo mangiando quel che restava del dulce de leche, su biscottini al cocco. Non so come mi è preso, ma, dopo aver creato un bellissimo biscotto ricco di crema appicicosissima, gliel'ho semplicemente spalmato addosso. Un mese fa non mi sarei mai osata, come se certe cose per bambini non fossero adatte a un uomo come lui. Ma quella sera mi è venuto così, spontaneo, sarà per la situazione. E lui si è messo a ridere, e mi ha ripagata della stessa moneta. Ci siamo proprio divertiti, finché eravamo talmente pieni di dulce de leche che a momenti non ne avevamo più e abbiamo deciso di smettere di sprecarlo. Abbiamo ingaggiato una lotta in cui ridevamo a crepapelle. Due bambini felici. Che bello è stato. Peccato non essermene ricordata mentre scrivevo l'altro post. Così adesso finisce in questo, tutt'altro che allegro.
Non so chi di voi già mi conoscesse due anni fa, e chi, tra loro, si ricorda del mio Halloween pazzo e indimenticabile. Ne erano successe di tutti i colori, ma alla fine, ogni volta che io, Ale o il mio migliore amico ci ripensiamo, lo facciamo col sorriso, anche se la serata era finite in ambulanza.
L’Halloween di quest’anno, invece, verrà ricordato dalla sottoscritta come la serata in cui ho pianto tanto da disidratarmi, in cui mi sono sentita morire e che vorrei solo dimenticare.
Ma certe cose non si dimenticano, tantomeno se lo vorresti con tutta te stessa, quindi tanto vale metterle per iscritto, tenerle lì, a ricordarti le tue debolezze, le tue sofferenze, quanto sei stata male eppure ti sei ritirata su.
Sabato mattina presto sono andata con altre ragazze a ballare flamenco e jazz per l’inaugurazione di un nuovo quartiere, quindi venerdì sera non sono uscita. Il pomeriggio ho visto A., per un caffè, e per parlare di alcune buone notizie che aveva da darmi su un piccolo business che stiamo facendo insieme. Lui era molto contento ed eccitato per le buone nuove, era più bello del solito e, quando e venuto fuori che la sera ci sarebbe stata una festa in cui il costume era obbligatorio, mi ha aiutata a farmi venire in mente qualcosa per poter partecipare.
Alla fine alla festa in casa non sono andata, perché non ero stata invitata direttamente, e sono andata al Qbar con Ale, Mike e altre ragazze, per poi passare all’Lpg, dove sarebbero andati tutti quelli della festa. Infatti erano tutti li, e pure il mio bel Cow Boy.
Abbiamo bevuto tanto, quella sera, c’era un sacco di gente, un casino incredibile. A. non l’ho visto più di tanto. Poi, a un certo punto, vedo lei. Ma come, cosa ci fa ancora qui? In teoria avrebbe dovuto essere già ripartita, visto che era qui solo due settimane fa!!! Non era bella come quel sabato, ma era pur sempre lei, e la cosa mi ha creato un certo disagio, soprattutto quando ho visto lui leggere un messaggio sul cellulare, poi lei avviucinarsi in maniera sensuale e sentito lui dirle: “Ho appena letto il tuo messaggio”.
Io lo sapevo che era lei!!! Ma che cazzo vuole??? Insomma, io ero già un pochino in crisi, ma che dovevo fare? Una scenata davanti a tutti? E per cosa, perché lei gli scriveva i messaggini?
E invece poi, puff! Lui è sparito. Senza dire niente. La gente ha cominciato a chiedermi dov’è A? E io a dire “Non lo so, forse in bagno”. Passa mezz’ora, e sicuramente non era in bagno. Ma dov’è andato A.? M anon ti ha detto niente? Ma se n’è andato? Il che già mi stava causando un certo imbarazzo, che ha raggiunto il culmine quando la gente e tutti i nostri amici hanno iniziato a notare che pure lei era scomparsa. Io cercavo di far finta di niente, anche perché erano tutti danesi, quindi conoscevano meglio lei di me, e probabilmente erano suoi amici più che miei, ma insomma… Ho iniziato a crollare. Seppure sforzandomi a non pensare tragicamente senza aver nessuna prova, che ci volete fare, sono una donna, certe cose si sentono. E in quel caso era tutto così chiaro che non ero l’unica ad essersi fatta una certa idea.
Ho iniziato ad avere gli occhi lucidi. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva, diventavano un pochino più lucidi, fin quando Sanne, una ragazza danese, mi ha presa e mi ha portata fuori. Mi ha parlato, non ricordo tutto, parlava del suo compleanno a cui non mi aveva invitata perché ci sarebbe stata anche l’altra e A. le aveva detto che non si sarebbe sentito a suo agio, e che lei però si era fatta promettere che lui me l’avrebbe detto, e invece io non ne sapevo niente. Poi mi ha detto che forse io pensavo che lei fosse sua amica, perché era danese, ma in realtà no, e che io le piacevo molto e le spiaceva vedermi così. Mi ha detto che lui e lei si erano visti per un caffè, e lui non me l’aveva detto. E io son crollata, sulla sua spalla, piangendo disperata alla conferma che stava pensando anche lei quello che temevo io. Mi diceva che lui era un asshole, che non mi meritava, che le spiaceva, insomma… Poi sono usciti anche Sander e Lisa ma io manco li ho visti, e se ne sono andati. Ormai non potevo più rientrare, così ho convinto Sanne a lasciarmi andare a casa. Erano passate due ore dalla sparizione, non avrei aspettato un minuto di più.
Me ne sono andata a casa, e li ho avuto una crisi tremenda, l’alcol ha reso tutto più forte, ho pianto e singhiozzato urlando come una pazza, senza riuscire a smettere, senza credere che stesse succedendo proprio a me, e con lui. Non so a che ora mi sono accasciata stremata sul letto, piangendo e sperando solo che il risveglio non arrivasse mai per non dover affrontare la verità.
Mi sono svegliata alle 7, confusa, senza capire cosa fosse successo. Quando ho capito che era tutto vero, ho ripreso a piangere. Sono andata in bagno e quando mi sono vista ho avuto un attimo di panico perché ero inguardabile, sembravo malata. I miei occhi!! Come se mi avessero gonfiata di cortisone, un bruciore incredibile e tutti venati. Guardo il cellulare e trovo 2 chiamate e due messaggi. Mi rimetto a letto e leggo. “U went home?” delle 03.20 e “Please answer”, delle 03.46. Gli ho risposto allora, incazzata come una iena, gli ho detto che ero andata a casa perché lui se n’era andato prima di me senza una parola ed ero stufa di sentirmi chiedere da tutti dove fosse. Mi ha risposto un po’ dopo dicendo che era così ubriaco, così dispiaciuto, e così vergognoso di se stesso per avermi trattata così.
Badate bene, io non sapoevo ancora dove cazzo fosse finito, e cosa avesse fatto. Gli ho risposto “Trattata come??? Non so manco dove fossi e a fare cosa!!” e lui mi ha risposto “Per averti lasciata sola e averti fatta preoccupare”. E poi mi ha chiesto se poteva venire da me.
Al che io sono rimasta un po’ interdetta, perché pensavo: è tutto qui? Mi hai solo lasciata sola oppure c’è dell’altro??
Prima di dirgli che poteva venire se voleva ho cercato di risolvere la cosa agli occhi, primo perché era veramente mostruosa, secondo perché non volevo vedesse quanto cazzo avevo pianto.
Ero agitatissima, mi son messa a pulire ascoltando la musica più incazzata che ho.
Alla fine bussano alla porta. Apro, col cuore in mano, e mi trovo il postino che aveva sbagliato porta. E poi bussano di nuovo, e stavolta era lui. Non riuscivo a guardarlo, temendo il peggio e non sapendo assolutamente come comportarmi. Io non litigo mai e tantomeno mi aspettavo mi sarebbe capitato con lui, uomo maturo. E poi, ancora non sapevo esattamente cosa avesse fatto. Io ero agitata e non riuscivo a stare ferma, ero lì a pulire e alla fine lui mi ha chiesto se potevo sedermi un secondo. L’ho raggiunto sul mio letto, agitandomi ancor di più.
Non mi ricordo come ha iniziato né avrei saputo fare un discorso simile, ma il succo è stato il seguente.
Si è scusato prima di tutto, mi ha detto che erano secoli che non era così ubriaco. Mi ha raccontato dal principio, parlando di lei. Mi ha detto che lei era ancora qui perché vivrà a Q. per 5-6 mesi. Mi ha raccontato che quando siamo andati a Shanghai insieme, lui aveva chiuso con lei. E che però ogni tanto aveva pensato a lei, seppur io gli piacessi, semplicemente perché il motivo per cui aveva chiuso con lei era che lei non era qui, non perché avevano avuto problemi o discussioni. E che non ci poteva fare niente, sentiva di avere dei vecchi sentimenti nei suoi confronti, e intanto li aveva anche per me, gli piacevamo entrambe, e che quando la gente dice che è o bianco o nero sono tutte cazzate, perché non è così, e che è assurdo come questa fortuna, di trovare due persone che gli piacevano tanto, fosse allo stesso tempo una sfortuna, perché le aveva trovate in contemporanea.
Insomma, mi ha detto che lei era tornata a fine settembre, con la notizia che si sarebbe fermata qui qualche mese, poi a ottobre, due settimane fa, quando l’avevo vista anche io e lui ci aveva a malapena parlato. Mi ha detto che il giorno dopo, G., a cui lei non era mai piaciuta, gli aveva detto che invece, avendoci parlato tutto il sabato sera, aveva cambiato opinione e la trovava davvero una cool and nice girl, e gli ha chiesto se poteva avere il numero. E lui ci è rimasto di merda. Gliel'ha dato, perché gli aveva promesso di assecondarlo in ogni suo desiderio per stare meglio dopo la sua perdita, senza giudicarlo, però la cosa forse l'ha reso geloso, perché non si sarebbe mai sentito a suo agio sapendo che unoPoi mi ha detto che si erano visti per un caffè e per parlare, perché non avevano mai parlato della loro situazione, ma ancora non avevano risolto, e quindi la sera di Halloween lei gli aveva chiesto di parlare un po’ con calma. così si erano messi a girare per l’isolato, parlando. Dei suoi migliori amici usciva con una ragazza con cui ancora non era proprio chiusa.
Ad Halloween lei gli aveva chiesto di uscire a parlare, e avevano fatto giri e giri intorno all'isolato, parlando. Lei gli ha detto che aveva deciso di fermarsi qualche mese per motivi di lavoro ma anche per provare a fare seriamente con lui. Lui le ha detto che adesso c’ero io e che non sapeva come fare, e che però aveva ancora dei vecchi sentimenti per lei, che non se n’arano andati, e ne aveva anche per me, e che insomma era confuso e non sapeva veramente cosa fare.
Hanno parlato senza riuscire ad arrivare a una soluzione, poi, quando lui è tornato all’Lpg, io me n’ero andata. Mi ha detto che quella sera, vedendo il modo di lei di parlare con lui e con gli altri, si è reso conto che i suoi sentimenti per lei non erano più così forti. così è venuto a bussare alla mia porta, stando mezz’ora sulle scale perché io non rispondevo, e poi alla fine era andato a casa, col dubbio di aver sbagliato porta tanto era ubriaco.
A casa era svenuto sul pavimento e poi qualcuno ha suonato il campanello. Lui pensava fossi io, invece era lei, che voleva parlare. Io quando è arrivato qui ho iniziato a lacrimare perché le mie paure si stavano rivelando esatte, il peggio che poteva accadere stava accadendo. Mi ha detto che voleva dirmi tutta la verità perché non voleva mentirmi mai più e voleva che io sapessi tutto per decidere. Mi ha detto che avevano cominciato a baciarsi e poi a ‘fool around’, finché lui si era sentito disgustato, aveva stoppato tutto e le aveva chiesto di andarsene.
Mi ha detto che non ha giustificazioni, che è stato un autentico asshole per la prima volta nella vita e che non gli era mai successo prima, che si vergognava di se stesso e che si sentiva da schifo per avermi trattata così. Mi ha detto che finalmente tutto gli era chiaro, che con questa cazzata era in grado finalmente di fare una scelta. Che in tutti questi mesi ha chiesto consiglio agli amici su cosa fare con noi due, e che per tutti era facile, dicevano che sarebbe stato un pazzo a lasciarmi andare, che io ero di gran lunga la scelta migliore, a molti di loro lei neanche piaceva. Ma per lui non era così facile, eravamo entrambe attrenti ai suoi occhi, in maniera diversa. Mi ha detto che però questa cosa stupida gli ha fatto capire che i vecchi sentimenti che pensava di avere per lei erano scomparsi, che l’assenza o la lontananza rendono i sentimenti più forti e che ricordava solo le cose belle di lei e non quelle brutte, per questo non riusciva a decidere. E che gli era servito fare una cosa tanto stupida da rischiare di perdermi per capire che i sentimenti che ha per me sono più forti, come se avessi costruito qualcosa. Che, se mai avessi potuto perdonarlo, avrebbe fatto di tutto per recuperare.
Mi ha guardata negli occhi, dicendomi che era veramente mortificato, che lui non era così e che non era in sè, e che voleva davvero stare con me e che sperava io potessi perdonarlo, ma che se non l’avessi fatto avrebbe capito. Mi ha detto che se avessi fatto la stessa cosa a lui lui non sa cosa avrebbe fatto perché si sarebbe sentito veramente tanto, tanto ferito, quindi capiva perfettamente che avrei dovuto colpirlo come minimo con un pugno in faccia.
Si, avrei dovuto colpirlo. Forse adesso mi sentirei meglio. Ma io sono un’impulsiva, ho reazioni fortissime sul momento, ma una volta che mi sono sfogata, tutto scema. Ed ero troppo ferita, troppo debole, troppo distrutta per alzare anche solo un braccio. E, lo ammetto, troppo sollevata. Si perché , da come aveva iniziato il discorso, ero convinta mi stesse scaricando, e non l’avrei potuto reggere. Dopo due settimane che mi ero un pochino rilassata sapendo che mi considerava la sua ragazza, adesso questo… E poi perché durante il discorso aveva detto ‘in love with you’ e poi perché alla fine mi stava dicendo che in questi mesi lui non stava bene per questa situazione, e che finalmente adesso aveva tutto chiaro, e che aveva capito qual era la scelta migliore.
Mi ha detto che io sono perfetta e magnifica, e io ho pensato “Sì, perfetta, magnifica e cornuta, e grazie al cazzo!! Preferivo essere imperfetta e non cornuta!”.
Quando mi ha detto che avrebbe fatto tutto quello che volevo per recuperare, guardandomi negli occhi con la faccia da cane bastonato aspettando una mia risposta, non sapevo veramente cosa dire. Sapevo che l'avrei perdonato, perché non posso né voglio fare a meno di lui. Ma così andavo contro i miei principi, per i quali non accetterei mai un tradimento. Alla fine non l'ho tirata per le lunghe, e gli ho detto che avrebbe dovuto occuparsi di un po’ di lavoretti che avevo in sospeso in casa, come sollevare la lavatrice e metterci i piedini di supporto. Era un mio modo per sdrammatizzare e fargli capire che lo perdonavo, senza fare scene da film.
Comunque… Adesso faccio parte anch’io del gruppo delle tradite che decidono di perdonare. Avrò fatto bene? Rimpiango di aver esaurito le mie energie la notte prima, da sola con la mia rabbia, e di essere capitolata così facilmente. Spero non pensi che non abbia carattere o che è stato troppo facile e che non si ripeta mai più. Mi fa paura che abbia la capacità di farmi stare tanto male.
Dopo aver parlato abbiamo fatto il caffè, e ci siam messi a raccontare le nostre esperienze passate. Mi ha detto che lui ha paura di impegnarsi, e che chi lo conosce dice che e perché sua mamma si è sposata e ha perso il marito prestissimo, la sua prima fidanzata, indiana, gli è stata portata via per un matrimonio combinato, la seconda è morta. La terza l’ha scaricato perché doveva andarsene, la quarta è rimasta a Parigi mentre lui è venuto in Cina, la quinta, qui in Cina, l’ha lasciato ed è tornata a casa sua. E questo solo per quanto riguarda le storie importanti. Insomma, mi ha detto che ha paura, che non è bravo con le relazioni.
Tornando alla danese, mi ha detto che quel pomeriggio avrebbe dovuta rivederla per chiudere del tutto, ma che, vivendo lei qui ed avendo gli amici in comune, avrebbe dovuto farlo in un certo modo, e ci sarebbe voluto del tempo.
Gli ho raccontato un po’ di me, del Vj soprattutto, gli ho detto che anche io avevo avuto paura di impegnarmi, perché tendo a stufarmi in fretta. Poi stavamo tremando, un po’ per il post sbronza un po’ perché faceva veramente freddo, così ci siamo messi sotto le coperte. Mi ha chiesto se mi poteva abbracciare e gli ho detto di sì, e mi ha tenuta stretta, sospirandomi tra i capelli. A me è venuto da piangere. Siamo stati lì così, un bel po’, ma io non riuscivo a prendere sonno. Dopo un po’ gli ho detto che avevo paura, tanta paura, perché sapevo che poteva farmi così male. E che mi sarebbe servito un po’ di tempo. Stavamo parlando, e mi ha guardata per un po’, poi mi ha chiesto se mi poteva baciare. Gli ho chiesto se d’ora in avanti pensa di chiedermi il permesso ogni volta. Io lo so perché lo fa. Si sente sporco, e vede me inaccessibile. Mi ha baciata e tutto era ok, però poi nella mia testa si sono formate delle immagini e l’ho fermato, gli ho detto di abbracciarmi e dopo un po’ che era meglio se andava via, che volevo stare un po’ da sola per assimilare tutto.
Se n’è andato a casa di Sander e io ho finito di pulire, ovviamente non prima di aver chiamato Alessia per raccontarle tutto. Ho anche mangiàto qualcosa perché avevo una voragine nello stomaco.
Dopo un paio d’ore mi ha scritto per chiedermi se andava bene se veniva con Sander per sistemarmi il wireless. Sono arrivati lui, Sander, Lisa e Gabby.
Abbiamo passato tutto il pomeriggio da me, la casa nuova e piaciuta a tutti, mi hanno sistemato il computer. Poi ha chiamato Guillaume, gli abbiamo detto di raggiungerci da me, che avremmo ordinato cena. E’ arrivato con una bottiglia di vino come house-warming, abbiamo giocato un po’ con Gabby che ha imparato i nostri nomi (rispettivamente: Abbo per A., mentre prima lo chiamava Dum Dum, che assomigliava molto a dumb dumb, il che era divertente; Biòm per Guillaume, e Ayli o Elle per me), poi è arrivato il cibo.
Dopo cena la famigliola se n'è andata e siamo rimasti io A e G. a chiacchierare e a parlare del piccolo Vince, che adesso e a casa, poi anche G. ci ha lasciati. Io mi sono presa il lunedì libero perché non stavo bene non avendo quasi dormito. Lui si è fermato da me.
Il mattino dopo eravamo infreddoliti ma finalmente riposati, abbiamo preparato colazione, poi lui è andato a vedere l’ufficio nuovo di G., esattamente di fronte a casa mia, io ho fatto qualche commissione poi mi ha accompagnata a pagare il riscaldamento e a fare pranzo. Poi siamo andati a Chengyang per il nostro piccolo business. Siamo tornati tardi e siamo andtai a mangiare con Sander, Lisa, Gabby, Guillaume e Kim, che era appena tornato dalla Danimarca.
Lui poi è venuto a casa mia, abbiamo cazzeggiàto un po’ col computer, poi mi ha chiesto se volevo andare da lui a vedere Last Of The Mohicans ma alla fine era tardi e abbiam lasciato perdere.
Ho apprezzato di essere stata a casa mia una volta tanto, soprattutto dopo che la sua, il nostro rifugio, è stata contaminate da quella zoccolona. Lui non le ha parlato per chiudere ancora, perché è stato tutto il tempo con me. So solo che siam passati un secondo da lui per prendere delle cose e mi son sentita male a stare lì, pensando a lei che suonava, entrava e iniziavano a fare cose sul divano dove tante volte ci siamo addormentati, o nella camera figa che abbiamo creato insieme. Insopportabile.
Voglio riprendere il discorso un’altra volta, un’unica ultima volta, per chiedergli di chiudere davvero e se è davvero convinto. perché io sono quella che, se perdona, lo fa davvero, e resetta, chiuso. E' assolutamente inutile e stupido perdonare se poi si rinfaccia in continuazione lo sbaglio altrui. E' come perdonare per finta, far vedere che si è magnanimi e buoni quando in realtà si vuole solo avere un vantaggio sull’altro, un motivo per cui l’altro si deve sentire in debito o sempre colpevole. Non è un comportamento maturo e non lo approvo, quindi mi rifiuto. Ho deciso di perdonarlo perché so che è una persona che vale, e ho apprezzato come ha affrontato la situazione nei miei confronti, e perché so che, se è quello giusto, non si giocherà la seconda possibilità che gli ho concesso. Spero di non sbagliarmi e che non mi deluda.
Durante la nostra conversazione, mi ha detto che ha capito che non è lei, quella giusta… Non è lei.
Durante la cena Lisa mi ha detto che ha chiesto a Sander cosa si erano detti, e lui le ha detto che A. ha detto che, se io l’avessi perdonato, allora potevo veramente essere io quella con cui fare sul serio, tipo sposarsi e metter su famiglia. Sinceramente parlando, credo Lisa abbia dato una propria interpretazione romantica alle parole del marito. Comunque… Di anni A. ne ha 31, non è più un bambino. Dopo che gli ho detto che se sono in Cina adesso è per lui, credo abbia capito che per me non è un gioco.
Beh, questo e stato il mio Halloween, oggi l’ho raccontato al mio capo-collega e lui si è commosso per me. Carino. Non lo racconterò a nessun altro di nostra conoscenza, perché non voglio che lui venga giudicato dagli amici. Mi costerà, perché tutti, sabato sera, anche se non avevano la certezza, hanno pensato che lui fosse con lei, e di conseguenza che io sia la poveretta di turno. Sarà umiliante riuscire e rivedere tutti, sapendo come mi vedono, ma lo farò lo stesso, senza raccontare nulla, lasciando che la gente pensi ciò che vuole. E lo farò per amor suo, perché perdonare vuol dire cancellare, far finta che niente sia successo, anche se le persone interessate, io e lui, non dimenticheremo.
Mi è capitato di essere infedele in precedenza, anche se non mi sono mai fatta scoprire e di conseguenza non ho mai ferito nessuno per questo, ma per me il tradimento era il segno che non amavo più, il contrario di quello che è successo a lui, a cui invece è servito per capire che ci tiene davvero. Ma capisco cosa vuole dire. Solo quando arrivi a un pelo dal perdere qualcosa, capisci se è prezioso per te o meno, se vale la pena anche solo rischiare di fare la cazzata. Non lo so…
Spero che questo sfogo qui possa sostituire la sberla che non gli ho tirato. Sicuramente mi farà sentire meglio.
Spero non mi giudichiate troppo male e che, nonostante il suo comportamento tutt’altro che esemplare, rimanga sempre il vostro mio uomo preferito. Ma vi farò sapere, se davvero si sforzerà di recuperare, come mi ha detto. Per adesso, sta andando bene. Stasera a momenti mi pagava per restare da lui a dormire. Ma io dovevo o no finire di scrivere alle mie fanciulle preferite??

lunedì 25 ottobre 2010

Assente giustificata!!!

Ragassuole… ci siete ancora??? Beh spero di sì, perché io finalmente sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!! Dico subito che non è stata colpa mia e che non mi è presa nessuna perdita d’ispirazione, semplicemente non avevo internet!! Appena arrivata a dire la verità ero convintissima di potermi connettere, ma avendo formattato in Italia qui non mi funzionava più niente, e non ho voluto chiamare il tipo a re-installarmi tutto se tanto poi avrei dovuto traslocare…
Accidenti quante cose avrei dovuto raccontare volta per volta!!! Dal viaggio incasinatissimo, al rientro, a tutti I weekend e ovviamente Lui, il mio bellissimo brillantissimo Prof. Bear!!!
Lo so che portero al vostro suicidio ma DEVO farlo, voglio assolutamente cercare di scrivere quello che riesco a ricordare di queste ultime tre settimane, perche sono stata impegnata ma molto felice… Poi in Italia avevo preparato un post bellissimo e salvato su Windows Live Writer, e poi mi si e cancellato… Daro la precedenza al resto. Ma andiamo con ordine.
Il 7 ottobre il mio papà mi accompagna alla stazione dei pulman per prendere la navetta che mi avrebbe portata a Milano… Sono riuscita a comprare l’ultimo biglietto. Bene dai, giornata fortunata oggi!, Ho pensato. Facevo ciao con la mano a mio papà che è stato lì ad aspettare che la navetta scomparisse alla vista prima di andarsene… cosa che mi ha un pochino imbarazzata perché non è da lui, ma mi ha fatto emozionare… ho capito che, nonostante le varie discussioni quasi quotidiane durante il mio soggiorno in Italia, è sempre contento di me, e anche se non mi approva molto ed è preoccupato per il mio futuro, ancora non l’ho deluso. Il mio papino.
A Milano tutto è andato liscissimo, bagagli di peso perfetto, passati tuttii i controlli, ero al gate ad aspettare parecchio prima, a leggere. E poi non sento il mio nome, urlato in aeroporto, accompagnato dalla richiesta di recarmi al deposito bagagli smarriti??? Miiinchia hanno trovato il formaggio! Ho pensato, imprecando già al pensiero del pecorino che non avrei più potuto portare agli amici. Vado a cercare il posto in cui mi hanno detto di recarmi, e chiedo, e mi dicono che il mio aereo per Bruxelles è in ritardo, e di conseguenza devo cambiare perché non farei in tempo a prendere quello per pechino. Accidenti!!!
Vado col mega-zainone e il trolley e la borsa e il portatile all’agenzia, ancora ottimista, pensando che magari mi ritrovo in business class!! Invece mi dicono che non ci sono altri voli in cui possono inserirmi, l’unico sarebbe dopo 8 ore. Poi ne trovano un altro con la Aeroflot (non so se sapete che fama abbia la Aeroflot). Va beh, meglio rischiare la vita piuttosto che rimandare il volo, ho pensato. Però c’era un altro piccolo problemino, a cui loro non avevano pensato. Avrei perso anche il volo da Pechino a Q. L’agenzia però non era tenuta a risolvermi anche quel problema, così ho dovuto chiamare in Cina alla segretaria che mi cambiasse il volo. Lei era in vacanza, dopo varie peripezie telefoniche ha capito e mi ha detto che si sarebbe occupata lei del volo. Le ho dato tutti i dati, dicendole quale volo prendere, da che terminal e a che ora.
Intanto vado a rifare il check-in per il nuovo volo. E non mi riconoscono il passaporto. Sto 40 minuti ad aspettare che ce la facciano. Rifaccio la coda per la sicurezza. Ritiro fuori il portatile. Mi imbarco.
Dopo 3 ore e mezza sono a Mosca. Un delirio. Se c’è una cosa che non rifarò se potrò evitarlo, sarà passare per l’aeroporto di Mosca. E’ assolutamente vergognoso. La maggior parte delle hostess non parla inglese, gli avvisi vengono dati solo in russo, una disorganizzazione esemplare, seppur l’aeroporto sia nuovo.
Il mio volo aveva un’altra ora di ritardo, cosa scoperta per caso perché non era stato annunciate. Intanto la segretaria stronza mi manda I dettagli per il volo cinese interno, e quella stupida mi aveva preso un volo prima dell’orario richiesto, e da un altro Terminal!!! Ringrazi solo che ero a Mosca perche l’avrei accoppata nel giro di un minuto. Alla fine ho deciso di smetterla di preoccuparmi da Mosca di quello che sarebbe successo a Pechino, e che in qualche modo ce l’avrei fatta, e che, anche se fosse stata piu lunga, nel giro di 24 ore avrei rivisto il mio uomo, e il pensiero mi ha tirata un po’ su.
Alla fine siam partiti, e il viaggio non è andato affatto male, aereo comodo, buon cibo, bei film, e soprattutto un’ottima suddivisione delle ore di volo (Milano-Mosca 3,5 ore, Mosca-Pechino 7,5 ore… perfetto), che ha compensato il servizio scadente delle hostess di volo (“What do you want? Water?” ditto sbuffando e col tono di un gangster da una tizia troppo vecchia per fare la hostess. Quella gentile e carina invece scadeva per la scia di sudore che lasciava ad ogni passaggio, incredibile. Lo steward non parlava inglese).
E alla fine sono arrivata a Pechino! E li e stato tremendo. Credo di non aver mai sudato tanto in vita mia. Dogana. Coda chilometrica, ho aspettato un po’, poi ho detto che avevo un aereo in mezz’ora e sono passata davanti. Corri al ritiro bagagli, ancora non sono arrivati, aspetta. Aspetta, aspetta. Niente. Mezz’ora dopo, ancora niente. Cazzo! Ovviamente i miei erano gli ultimi, e già a momenti piangevo per il sollievo che fossero arrivati entrambi. Poi corri a cercare il pullman per il terminal 3. Check-in. Sicurezza. Gate. Preso!!!!! Non ci volevo credere!!! Ero sull’aereo per Q.!!!!
Quando sono arrivata, avevo un sorriso enorme. Ero proprio contenta di essere a casa. E non ero neanche troppo stanca. E avrei rivisto il mio uomo in poche ore! Ritiro bagagli e uscita, una passeggiata. Intanto accendo il cellulare e lui mi aveva scritto! Visto che ero arrivata in ritardo rispetto a quanto programmato, mi ha chiesto se stavo bene, e se ero a casa. Vado direttamente a registrarmi in Polizia, come lui mi aveva suggerito di fare, ma non posso farlo perché non ho il contratto della casa. Che palle!! Intanto messaggiamo. Arrivo a casa, e quando entro sono cosi felice!!! Mi doccio e mi sistemo, lui intanto va in palestra, poi mi dice di andare la sera, che cucinerà lui. Vado per le 19,30, pensando che gli vorrei saltare al collo ma sapendo già che mi accogliera con un “Hey, dude! What’s up?”. Ma sorrido al pensiero.
Invece mi apre a torso nudo dicendomi che è appena rientrato e che puzza e che si deve docciare, mi dà un bacio e parliamo un po’ poi mi chiede se può docciarsi. Io nel frattempo inizio a vedere come preparare il Jimbalaya che gli ha mandato sua mamma nel pacco.
Poi lui finisce, finiamo di preparare insieme, mangiamo mentre ci raccontiamo le ultime cose, gustando questo piatto tipico di New Orleans.
Poi mi porta nella seconda camera, quella che usa solo per ufficio o per l’armadio, ci sdraiamo sul lettone e lui mi dice “I’m glad you are back”.
Mi spiega che vuole trasformare la stanza in una Huka-room, per rilassarsi, e che se ho voglia nel weekend lo potrò aiutare.
Intanto lo chiamano gli amici ma lui dice che resterà a casa, che io sono tornata.
E stiamo insieme tutta la sera, gli ho detto “I missed you”, e lui ha risposto “Me too”.
E’ stato tutto bellissimo. Gli ho dato le cosine che gli avevo portato dall’Italia, le calamite per il frigo a forma di saxofono, di tartaruga e di macinino da caffé (si è comprato un set tutto manuale per fare il caffé), e non mi ricordo cos’altro, ma abbiamo conservato il pecorino per farlo assaggiare pure a Guillaume.
Lui anche aveva un regalino per me. La cosa meno romantica del mondo, ma apprezzatissima. Carino!
Sabato ho un vuoto totale… Non ricordo cos’abbiamo fatto, ah si il mattino sono andata a registrami con Lisa e Gabi, poi abbiamo raggiunto Sander e Il mio uomo e siamo andati tutti insieme a mangiare al coreano. A. era un po’ strano, ma poi mi ha detto che si sentiva un po’ crabby e non aveva voglia di assecondare i capricci di Gabi… Poi siamo andati a Jimolu per cercare la roba per la sua stanza. Abbiamo comprato 4 grosse coperte arancioni di un materiale morbidissimo, poi ci siamo fatti fare dei cuscinoni a caramella. Tornati a casa abbiamo provato a sistemare il tutto. Poi io non mi ricordo dove sono andata, forse nella casa nuova a dare un’occhiata e a deprimermi un pochino.
La sera non mi ricordo piu… probabilmente siamo andati a mangiare fuori, chissà dove, perché io non avevo niente in casa. Vietnamita con Chris, forse? Non ricordo se era quel giorno lì. La domenica di nuovo insieme, l’ho raggiunto al Kona dopo essere andata chissà dove, e abbiamo parlato di lavoro, perché mi aiuterà in una cosa che voglio fare. La sera abbiamo mangiato la pizza da Cassani, e lì ho trovato due miei colleghi, uno giovane, che mi ha vista con A. e mi ha fatto i complimenti, poi un altro, con la famiglia, che mi ha strizzato l’occhiolino.
Lunedì ho ripreso a lavorare. A. l’ho sentito martedì, quando mi ha chiesto se ero andata a mangiare alla Trattoria Verde, che gli sembrava di avermi vista, e poi mercoledì, quando mi ha invitata a cena con Guillaume.
Quel giorno io avevo in programma la palestra, solo che io ci vado più tardi di lui, perche esco dopo da lavoro. Ma lui mi ha pure chiesto di portare del pane, se ne avevo. Io ho detto che sarei andata a comprarlo dopo la palestra, e lui non I ha più detto nulla. Io mi sono un pochino scazzata, perché, dico io, se tu finisci alle 7 e mezza e io a quell’ora comincio, e abito lontana, e già arriverò in ritardo, e ci metto più tempo a farmi doccia e shampoo, non ci puoi andare tu a prendere il pane, o mandare G. che ha la macchina?
Comunque, alla fine mi ero proposta io di andare a prenderlo, e non mi piacciono le persone che si propongono solo per essere gentili e intanto sperano di sentirsi dire “Ma no figurati, non ti disturbare…”. Se ti proponi di fare una cosa e perche pensi di poterla fare, e che la farai in ogni caso. Poi magari lo fai anche per gentilezza e non hai tanta voglia, ma se la tua offerta viene accettata non ti puoi lamentare. O no? Pero temevo che A. fosse un po’ scazzato perché sarei arrivata tardi per via della palestra, e non mi piace farmi aspettare, cosi andare al Mykal a prendere il pane mi avrebbe portato via altro tempo. Gli ho scritto di cominciare a mangiare, che tanto io dopo la palestra non ho mai molta fame. E di nuovo, era vero, e non l’ho detto per sentirmi rispondere “Ma no figurati, ti aspettiamo”, anche se pensavo che l’avrebbero fatto e questo mi dava solo più fastidio perché mi sentivo pressata a fare in fretta quando non potevo più di tanto.
E invece poi, arrivata, mi ha aperto la porta, non era scazzato per niente, anzi mi ha detto che avevano appena cominciato a preparare.
Una della cose che mi piace di lui, è che con lui ci si può dire cosa veramente pensi, e lui fa lo stesso. Entrambi sappiamo che in genere le persone dicono una cosa e ne pensano un’altra, e di conseguenza tu non sai mai cosa rispondere o cosa fare. Ad esempio, se io fossi arrivata e avessi visto che loro avevano già mangiato, tante ragazze ci sarebbero rimaste male, dicendo “Ma come, non mi avete aspettato?”, al che lui avrebbe risposto: “Ma se me l’hai detto tu di cominciare senza di te, che non avevi fame!”. Insomma, io non sono cosi. E lui nemmeno. Ne abbiamo parlato una volta, e abbiamo deciso che è stupido complicarsi le cose. Mangiate pure vuol dire mangiate pure, pago io vuol dire pago io, non c’è problema vuol dire non c’è problema. Punto. Quindi siamo semrpe molto chiari e sinceri, ed è un piacere.
Insomma, avevano fatto le cose in grande, con ottimo vino, il Jimbalaya stavolta con pollo e gamberetti, e poi il mio pecorino con la baguette. E’ piaciuto moltissimo.
La serata scorreva piacevolissima, e io, non so bene perché, forse perche temevo che G. si sentisse a disagio a stare con una coppia (anche se noi con altra gente siamo molto discreti, tanto che all’inizio nessuno aveva capito che c’era qualcosa tra noi), ma apprezzandolo per starci lo stesso, ho fatto comunella con lui ai danni del povero A., tartagliandolo di battutine un pochetto pungenti, con G. che mi dava corda. Tanto che alla fine mi sono imposta di smetterla perché se mi ci metto divento pesante e non volevo certo esagerare.
Poi A. mi ha fatto vedere la camera… All’inizio non voleva, perché diceva che non era finita e non potevo entrare, alla fine poi mi ha dato il permesso. Mi ha detto che G. aveva avuto un’ottima idea, e che avevano tolto la testiera del letto, e sistemata alla parete opposta coprendola con un lenzuolo scuro per fare una mensola su cui poggiare le candele. Adesso il letto era tutta un’altra cosa! In più aveva fatto cucire le coperte per crearne una unica grande da ricoprirlo tutto, anche sui lati. Con le lanterne cinesi e le tende chiuse, la luce era bellissima. Ancora non era finita, ma si vedeva già che sarebbe diventata veramente accogliente.
Finito di mangiare ho chiesto se potevo usare internet per controllare la posta e vedere se la mail che aspettavo era arrivata, e mentre ero sul lettone G. ha detto che andava a casa. Io mi sono un po’ stupita perché credevo saremmo andati via insieme e mi avrebbe dato uno strappo fino a casa, ma dovevo ancora finire di leggere e A. non ha detto niente. Lui e uno che dice quello che pensa, quindi mi aspettavo un “Hey, Ele, why don’t you go home with G.? It’s easier for you. Do you mind, G.?”, E invece non l’ha proposto, quindi ho pensato che gli andava che stessi ancora un po’.
E’ venuto anche lui nella stanza figa, e si è messo sopra di me per leggere la mail. Poi mi ha aiutato a rispondere, e intanto mi coccolicchiava. Era carinissimo, diverso dal solito e non so perché, non cosa cosa gli sia preso, veramente veramente adorabile. Così, finita la mail, mi ha rubata dal computer senza darmi il tempo di inviarla, ed era cosi carino, ma cosi carino, che alla fine ho detto quello che non osavo dirgli. Me ne sono uscita con:
“You know, I don’t know what you think about it, but I think I should be your girlfriend”.
La risposta è stata un “WHAT????” detto tra l’urlo e la risata. Io ormai ero in ballo e dovevo ballare, così gli ho ribadito che era proprio così, che secondo me era cosi che doveva essere.
E lui poi mi ha detto: “Why, weren’t you already?”
“Was I?”
“I mean, I don’t think this way… It’s a little bit…. High school stuff, isn’t it?”
“It is. We don’t like… ‘tag’”.
“Yeah… exactly”.
E io ho sorriso, perché sapevo esattamente cosa voleva dire. E per me vale uguale. Voglio dire, non mi frega niente se ci diciamo che siamo insieme, la qualità del tempo che spendiamo insieme fa sì che non m’importi, perché so che siamo insieme, anche se non è mai stato ‘deciso’. E non mi interessa dirlo per essere sicura di avere l’esclusiva, perche se la qualità del tempo speso io e lui è tanto alta, mi basta per fidarmi completamente, per non avere nessuna paranoia. E ho voluto chiedergli non perché volevo cambiare qualcosa, perché volevo delle conferme, ma perché mi sono resa conto che io mi faccio tante domande e ho tanti dubbi perché lui non mi dice nulla, perché lui mi presenta come la sua ‘amica’, ma allora perché lui non dovrebbe avere gli stessi miei dubbi, visto che io mi comporto uguale? A volte basta dirsele, le cose. E così ho fatto. E, sapete cosa? E’ cambiato completamente.
Quella sera è stata una delle più belle in assoluto, dolcissimo, e non voleva farmi andare via. Era tardi e il giorno dopo avrei lavorato e lui voleva che mi fermassi li, e che al Massimo passassi da casa il mattino, ma sapevo già che sarebbe stata troppo dura. Meglio ritardare un po’ la sera, soprattutto se ne vale la pena. Mi ha detto che dovevo andare ad abitare più vicina. Alla fine l’ho lasciato alle 03,30, e alla porta io ho fatto per dargli il solito pugno e dirgli “Bye dude”, ma lui ha detto “No no no”, e mi ha baciata.
Sono tornata a casa svolazzando sul taxi, andata a dormire alle 4 e svegliata con lo stesso sorriso idiota con cui mi ero addormentata e un pensiero fisso in testa: ho il ragazzo!!! E adesso lo posso dire. Ecco cos’e cambiato: lo posso dire sicura che a lui sta bene! E questo mi fa sentire meglio.
Il giovedì mi ha scritto di nuovo lui, per chiedermi se volevo andare a mangiare al Tedesco. Io non me l’aspettavo assolutamente ed ero coi miei due capi-colleghi a prendere l’aperitivo al Kona e a stordirli con la mia felicità e il mio sonno, e poi dovevo vedere Ale, e per di più avevo due enormi scatoloni presi in azienda per il trasloco. Però era stato troppo carino e farei acrobazie per vederlo anche solo due minuti. E poi i miei due capi-colleghi mi hanno quasi obbligata ad andare, così gli ho scritto che l’avrei raggiunto più tardi. Sono andata da Ale, poi sempre con gli scatoloni sono andata al ristorante. Lui era li con Tom, quasi finito di mangiare. Ci siamo salutati col bacio a stampo, prima volta di fronte ad altri. Vedi che dovevo parlarci allora!! Ho sciolto tutti e due. Insomma, abbiamo passato poco tempo insieme ma e stato piacevolissimo lo stesso. Ognuno poi è andato a casa sua, io stanchissima dalla sera prima ancora.
Venerdì mi ha di nuovo scritto lui, per dirmi che era con G. al Freeman. Li ho raggiunti, mq non siamo stati molto. Di nuovo lui carinissimo, c’è sempre una grande complicita tra noi. Poi ci siamo trasferiti da lui, a finire il mio pecorino e certi biscotti che abbiamo comprato. G. ci ha lasciati presto. Ci siamo addormentati nella stanza figa, poi nel pieno della notte ci siamo trasferiti di là.
Il sabato mattina sono andata presto nella casa nuova per pulirla insieme a una signora, poi i tipi del trasloco mi hanno chiamata chiedendomi di anticipare il tutto di un’ora e mezza… Panicoooo!!! A parte che ero depressa perché stavo odiando quella casa, troppo sporca e trope cose che non vanno, lasciando stare il bagno. Poi persino la signora cinese mi ha detto che non era un granché come casa, e che era sporchissima. Siamo riuscite a pulire la metà di quello che avevo pensato di fare, e anticipando il trasloco non avevo manco il tempo di finire di inscatolare.
Quando sono arrivati i tre tipi, si son messi a darmi una mano, e ho deciso di non guardare. Giravi gli occhi un secondo, e metà degli scatoloni era già stata portata giu e caricata. Impeccabile velocità. In mezz’ora non c’era più niente in giro, compreso il contenuto di frigo e freezer che hanno rovesciato senza tante accortezze in varie buste che trovavano. Insomma, un trasloco rapido ma proprio terra terra eh… Ma nel giro di 45 minuti e con 15 euro ero nell’altra casa, a sistemare le mie cose.
Poco dopo lui mi ha chiesto notizie e, quando ha saputo che ero nella casa nuova, ha insistito per venire a vederla, visto che fino ad allora non gliel’avevo permesso, vergognandomi da morire del mio errore. Insomma, prima avrei voluto sistemarla un po’! La sua approvazione era fondamentale e ci tenevo al suo parere. Alla fine ho ceduto, visto che era già passato uno dei miei capi-colleghi, per portarmi della carta per foderare l’interno dei mobili e a lui era piaciuta, a parte il bagno, anche se ha detto che mi può aiutare a sistemarlo un po’.
A. è venuto e mi ha chiesto “What’s wrong with this house???”. Insomma… Non solo ha detto che non aveva nessun problema, ma anzi… gli piaceva!!! Soprattutto la mia stanza, e ha detto che l’avremmo sistemata e fatta bella come la sua e che mi avrebbe aiutato e che era curioso di vedere l’altra camera una volta finita.
Sabato sera poi siamo andati a mangiare fuori al new Diner perché io ovviamente in quei giorni non avevo nulla in casa, poi siamo andati all’Lpg. Abbiam preso la bottiglia, per una volta non ho voluto pensare ai soldi. E meno male, perche indovinate chi ci ha raggiunti, poco dopo? La danese che lui ha mollato per me!!! Ed era bellissima. Oddio, sempre vestita in modo parecchio discutibile per il rispetto dell’occhio, ma il viso era davvero notevole. Biondissima, caschetto con frangetta, occhi azzurrissimi e truccati, bocca rossa. Lui però e stato splendido, l’ha salutata e ci ha scambiato due parole, però poi finita lì. Lei è andata via, poi è tornata al tavolo, ma lui è stato tutta la sera a parlare con me. Anzi, è arrivata Kelly, una ragazza coreana che ha salvato il suo numero sul cellulare con un appellativo non proprio carino, e lui quella sera si è difeso dicendo che deve cambiare nome, dicendo che io ero la sua ragazza, non stava flirtando con una qualunque, e che è stata dura avermi, perché io sono dura, e perché lui sta diventando vecchio, grasso e perde i capelli, e che non si spiega come ce l’abbia fatta. Insomma, l’ha detto! Ha detto che sono la sua ragazza!! E con la danese lì dietrooooooooo!!!!!!!!!! Poi eravamo un pochino allegri, ed e venuto di nuovo fuori il discorso Hawai’i. Di nuovo mi ha detto che mi piacerebbe e che ha cominciato a guardare i voli ma non riesce a trovarne sotto gli 800. E che suo fratello può prestarci la macchina o la moto e noi possiamo stare con lui e risparmiare. Ha detto che conosce tutti i posti più fighi e che potremmo farci una settimana a Maui e una a Honolulu. Gli ho chiesto se è sicuro che a suo fratello faccia piacere avere una sconosciuta in casa, e lui mi ha detto che non c’è assolutamente nessun problema, che la sua famiglia se dice va bene vuol dire davvero che va bene ed è sicuro che per suo fratello sarà un piacere avere gente in casa.
Poi siam tornati a casa sua. Altro risveglio altra giornata insieme… Di nuovo a Jimolu, abbiamo comprato anche roba per il mio divano, stavolta. Poi ci siamo divisi mentre io andavo dalla sarta, e quando ci siam ritrovati lui mi ha detto che aveva trovato un cuscino che gli piaceva ma costava troppo cosi aveva detto alla signora che voleva la mia opinione. Siamo tornati e le tizie del negozio cercavano di convincermi, perche dicevano che lui aveva detto che doveva chiedere l’opinione della sua ragazza. E poi gli hanno detto “Ni de nu pengyou zhen piaoliang! (=la tua fidanzata è molto bella)”, e lui ha risposto: “Wo zhidao (=Lo so)”, e loro si sono messe a ridere. Poi siamo andati di sotto a cercare un batik, e di nuovo ha chiesto a me, e infine ha preso quello che mi piaceva di più. Alla fine siamo usciti da li carichi di borse e buste, siamo andati da me a sistemare la roba, poi da lui. Lui è stato molto soddisfatto sia del mio copridivano rosso che della sua roba, la stanza figa migliorava a vista d’occhio.
Poi credo siamo stati a casa a mangiare e a guardare un film forse, non ricord
Altra settimana… Di notevole c’è che mi ha cercata lunedì, martedì e mercoledì… Una volta ho portato qualcosa da lui e abbiamo mangiato lì, così mi ha fatto vedere la lampada indiana che aveva ordinato per la stanza figa… Un effetto stupendo!!! Quella stanza è diventata il nostro posto rimantico, con quella luce calda e avvolgente, aranciata e rossa, i mille cuscinoni, la lampada, le lanterne cinesi e le mille candele. Li ci coccoliamo fino ad addormentarci, sempre stretti stretti.
Un’altra volta l’ho raggiunto in centro e siamo andati all’indiano. Poi è venuto lui da me e mi ha sistemato un bel po’ di cosette, cambiato le luci, tolto qualche brutta cineseria dalle pareti, dicendo che risolvere i miei piccoli problemi era divertente.
Ci siamo rivisti poi il venerdì sera dopo cena, ho raggiunto lui, Chris e G. a casa di A., poi siamo andati insieme al Freeman, unica donna, poi si sono aggiunti un ragazzo cinese e un Americano sposato con una cinese. Quest’ultimo dopo un po’ ci ha chiesto da quanto tempo stavamo insieme. Prima volta che lo vedevo e nessuno gli aveva detto niente. Che bello adesso è proprio evidente allora!!!!! Durante la serata A. mi ha anche parlato di una cena domenica sera, a cui voleva invitare il suo socio con consorte, e mi ha chiesto “Would you like to accompany me?”. Che figo… Non sapete che sforzo per trattenermi dal mettermi a saltare.
Poi ho visto Sako e Jack… Ovviamente mi sono alzata per salutarli, e loro hanno avuto l’ardire di dirmi “Ma è questa la gente con cui esci adesso?? Complimenti, clap clap clap”. Io ero allegra quindi non ho risposto per le rime, ma come si permettono? Sono sempre convinti di essere i migliori senza sapere nulla della gente di cui parlano male. E loro che erano al tavolo con un tizio russo che va al lavoro ubriaco quando ci va e non lo licenziano solo perché è amico del figlio del proprietario o qualcosa del genere!! Ma io mica vado a commentare!!! Conosco loro e mi basta. Comunque, quella sera ero anche un po’ partita e ho chiesto a Chris come ci vedeva, me e A. Lui ha detto bene ma io ho insistito, volevo sapere se lui pensava che con me stesse solo per divertimento, per passare il tempo, e la sua risposta è stata che, conoscendo A. non sta con una persona solo per passare il tempo, se ci sta e perché… e poi lui e tornato e non abbiamo finito il discorso.
Casa, nanna, risveglio. Sabato entrambi siamo andati al lavoro, io ho fatto cambio con la mia collega visto che lui mi aveva detto avrebbe lavorato anche lui, poi al ritorno mi ha raccolta alla fermata del pullman un collega italiano e mi ha dato uno strappo. Sabato avevo mille cose da fare ma quando mi ha proposto un aperitivo al Kona con l’altro mio capo non ho voluto dire di no, cosi siamo andati, e indovina chi abbiamo incontrato? A. e Tom, cosi ho fatto le presentazioni… Ormai quasi tutti hanno visto il mio RAGAZZO :D.
Quando i miei colleghi sono andati via io mi son fermata ancora un po’ con gli altri due, poi son partita per le mie commissioni. Ho fatto l’abbonamento a Internet, banca, bollette, poi sono andata da lui che mi aveva detto di andare, che aveva fatto qualcosa di very funny… L’ho trovato in uno stato pietoso, lasciamo perdere che aveva combinato, comunque siamo stati insieme il resto del pomeriggio, poi la sera avevo una cena coi colleghi cinesi dell’ufficio design, quindi l’ho lasciato alle 7 meno 10 e sono andata la, poi l’avrei raggiunto con gli altri più tardi.
Dopo cena ancora non mi avevano fatto sapere niente così me la son fatta a piedi da oltre lo Shangrila fino a casa, quasi un’ora, ma il clima era così piacevole e la mia pancia così piena che dopo stavo molto meglio. Ero quasi a casa che mi scrive per dirmi che stavano andando all’Lpg. Li raggiungo poco dopo, serata strana ma lui carino, finiamo sempre per metterci a parlare io e lui, tanto che a volte temo che i suoi amici possano vedermi come quella che quando c’è se lo porta via e lo tiene per se, anche se alla fine ci viene naturale e non escludiamo nessuno. Ogni tanto ci guardiamo fissi e ci sorridiamo un po’ furbetti e stiamo li, a guardarci (o meglio, io me lo rimiro proprio). Sabato sera a un certo punto si è avvicinato per dirmi qualcosa nell’orecchio e poi mi ha baciata, così, a sorpresa, un bel bacio tra collo e guancia. Io beata…
A casa… nanna, poi domenica mattina. Ci siamo svegliati abbastanza presto, dopo ore fantastiche, io poi sono dovuta andare a pulire la casa vecchia, perche martedì sera devo restituire le chiavi e, se tutto è a posto, ricevere indietro la mia caparra.
Mi aveva chiesto di pranzare insieme ma io ero indietro e volevo tenermi per la cena, così l’ho raggiunto poi nel tardo pomeriggio, dopo parecchie commissioni tra cui l’installazione di internet. Ci siamo trovati al Carrefour per fare un po’ di spesa, poi siamo andati a mangiare. Lui era un po’ crabby, come dice lui, perché sta avendo problemi con il pagamento di un ordine, però per la seconda volta in due giorni (il giorno prima me l’aveva gia detto, da sobrio, di iniziare a prendere seriamente in considerazione se voglio andare alle Hawai’i) mi ha parlato di questo viaggio. Domenica siamo passati ai dati più tecnici e concreti, come la cifra che mi serve e come ci organizzeremo per risparmiare il più possible, e sui voli. Mi ha anche chiesto cosa penso di fare a dicembre, quando dovrò prendere una decisione importante in azienda… o stare per almeno 5 anni, o fuori. E quello che voglio io, diciamolo chiaro, dipende da lui. Se lui va, io non potrei mai restare qui. Odierei questa città. Mi mancherebbe troppo. Mi ha anche detto che, se andiamo alle Hawai’i per Natale, lui ne approfitterebbe per fermarsi un po’ di più e vedere di trovarsi un lavoro e capire se la soluzione di vivere li potrebbe andargli a genio. Miiinchia quando mi fa sti discorsi io mi chiudo, non volendo influenzarlo nelle sue scelte, ma chiedendomi se almeno gli passa per la testa la possibilità di una Ele accanto a lui, alle Hawai’i, Argentina, Minneapolis, Italia o Cina che sia.
Poi era proprio crabby quell giorno, diceva che mercoledì e giovedì vuole andarsene per un paio di giorni per respirare, “I need to get out of here”, insomma… Not a good day. Poi mi ha chiesto di andare a vedere un film da lui, e sono andtaa, anche se avrei voluto farmi le mie cose su internet. Abbiam guardato Toy Story, che io non avevo mai visto, poi me lo sono coccolato per tirarlo su e infine son tornata a casa. E questo è tutto, oggi è lunedì e sono al lavoro. Non ero impegnata oggi e ne ho approfittato per portarmi avanti e postare, altrimenti non ho tempo per post cosi lunghi.
Ma il succo del discorso e molto semplice e conciso, in fondo: HO IL RAGAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO ed è la persona migliore che io stessa e tutti quelli che mi vogliono bene e mi conoscono potremmo desiderare per me. E’ una persona che mi arricchisce e mi rende migliore di quanto sono da sola, che mi fa sentire viva e mi dà nuova curiosità nei confronti della vita e di tutto ciò che mi circonda. Che questo paradiso duri finché lo meriterò!!!
Un bacio a tutte, mi siete mancate!!
Ps. Sabato l’ho reso felice proponendogli di organizzare noi una cena del Ringraziamento… Io e Sanne ci siamo gia divise i compiti, lei farà il Turkducken, specialità del Thanksgiving di New Orlenas (turkey+duck+chicken, uno infilato nell’altro… :~o), perché ha il forno grande, io la pumpkin pie e il gravy, e quanlun altro le yams. Non vedo l’oraaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
Lui era tutto contento e io altrettanto di renderlo felice. Mi ha chiesto se ho bisogno di qualcosa che sua mamma deve spedirgli un altro pacco. Voleva mandarmi il preparato per la pumpkin pie ma… non si fa a mano?? Lui dice che è difficile e mi è presa paura… Insomma voglio che sia tutto perfetto!! Che dite? Viene sempre buona o bisogna avere qualche accortezza o e meglio se mi faccio mandare una scatola di preparato?
POSTILLA DEGLI ULTIMI TWO DAYS…: Oggi mi ero dimenticata il cellulare a casa, e mi è spiaciuto perché lui mi aveva detto che non avrebbe avuto niente da fare quindi magari un po’ di compagnia con un messaggino gliel’avrei potuta fare, e invece… Stasera il mio capo-collega mi ha invitata ad aggregarmi a lui e altri dell’azienda per mangiare la fiorentina, e io ho accettato, perché saremmo stati in pochi, e avevo bisogno di carne. Arrivata a casa trovo un messaggino di A. che mi dice che è annoiato e che, se gli do le misure dello specchio, può occuparsene lui. Che carinoooooo!!! L’ho chiamato e, mi è uscita così, gli ho chiesto se aveva progrmami e se aveva voglia di venire a mangiare con noi, dal momento che ci sarebbero stati dei colleghi dalla Spagna, così lui avrebbe potuto chiacchierare facilmente. Lui ha declinato perchè non aveva l’umore giusto per parlare con estranei, io me l’aspettavo, così niente. Stavo quasi per uscire quando mi ha richiamato per dirmi che aveva cambiato idea e se poteva venire. Se mi avessero fatta santa mi sarei stupita di meno, ma ovviamente ero piacevolmente sorpresa! Ho chiamato subito il mio capo-collega per sapere se era un problema, e poi siamo andati là.
Beh, la serata si è rivelata piacevolissima, anche lui mi ha detto che si è divertito, il mio capo-collega lo conosceva già e han parlato parecchio, mischiando varie lingue, poi è arrivato il Manager della Produzione, quindi adesso lo cnoscono proprio tutti. Abbiamo mangiato tanto e bene e siamo stati tutti contenti. Poi noi abbiamo camminato fino a casa, ci siamo lasciati con lui che mi ha chiesto della mia giornata di domani e che magari ci vediamo.
Arrivata a casa ho scritto un sms di ringraziamento al mio capo, visto che ci ha offerto la cena, e lui mi ha risposto in maniera troppo carina, dicendo che la serata è stata bellissima, ancora più bella perché inaspettata, e dandomi la completa approvazione! Mi ha detto che è rimasto ‘ammaliato’… Ahahahahaah!!! Beh, a chi lo dice!!!!
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