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Arti varie:pittura,poesia,racconti,schizzi,fotografia.
Il flauto magico.
Si narra che proprio in quel paesino
sulle pendici del monte vicino
viveva un piccolo ,piccolo, omino
che il flauto suonava,come fosse un bambino.
Viveva dentro un vecchio signore,
che era l’unico apprezzato dottore
di quel paese assai vecchio e strano
che sudava il giorno nei campi di grano.
Quel dottor non conosceva un sorriso
in quella professione da troppo tempo,
mentre gli anni han solcato il suo viso,
come foglie trasportate dal vento.
Ma alla festa del 15 maggio
come avviene in ogni fantasia,
durante il ballo,là,sotto il faggio
balzò fuori l’omino,che magia!
E il dottor cominciò a ballare
tra le note del suo suonatore,
ogni ruga sparì al sorriso,
e l’allegria incontrò il suo viso.
I rami del tempo
Con le scarpe di bambino
in quel prato un bel mattino,
un semino ho sotterrato
e seduto ho aspettato.
Ma il tempo è più lento
della voglia di vedere
una vita che io sento
troppo ferma rimanere.
Poi le scarpe son cresciute,
ma le vecchie ho tenute,
tanti rami da un fuscello,
che le foglie rendon bello.
Dal suo tronco io mi siedo,
lui mi vede,io ci credo.
Son passate altre stelle,
ma con gli anni ancor più belle.
Si quel prato é ancora là
e la luna viene e va.
Tanti rami sono nati,
io fuscello son rimasto,
perché amo quella vita
I folletti del nostro cuore
C’è un uomo sempre solo,
sta salpando da quel molo
e oltrepassa a navigare
ogni tempo del suo mare.
C’è un marito e l'amore
per gli occhi del tuo cuore,
va il tempo a ricercare
per trovarti nel suo mare.
C’è un papa' meraviglioso,
dei sui frutti è orgoglioso ,
non si stanca di insegnare
che c’è un tempo oltre il mare.
Son folletti della vita
a combatter l'un con l'altro,
tutto il tempo è in salita
e lo vince chi è più scaltro.
Poi ognuno ci riprova ,
ma il tempo non si trova,
e affannati ad indugiare
provan ora un pò a parlare.
Nasce in te un altro mondo
ove il tempo è più tondo,
ove tu sembri rinato,
a dividerti hai imparato.
E la pioggia batte sui vetri
...e la pioggia batte sui vetri
col pennello lei disegna
e i colori a noi insegna,
batte piano, poi piu' fitta
io la vedo in soffitta,
piu' pennelli al lavoro
le figure come un coro,
suoni,voci... che miracolo,
é iniziato lo spettacolo.
Fischia il vento in concerto
i violini ora avverto,
rompe il tuono… melodia
come fosse batteria,
con quel palco illuminato
da un lampo improvvisato.
E' spettacolo senza attori
al riparo tanti cuori,
in attesa di volare
e la festa continuare.
Niente applausi o spettatori,
di nascosto quanti amori,
é una festa in movimento
se nel cuor io son contento.
...e la pioggia batte sui vetri.
Dentro di me
Guardo verso l’orizzonte,
non distinguo il cielo e il mare
salgo sopra a quel monte,
mi son perso a camminare.
Passi, vuoti e senza senso
se il tuo cuore io non sento,
dove vanno non si sa,
io mi fermo, eccomi qua.
In ginocchio per pregare,
per sentirti oltre il mare,
la tua mano mi accarezza
e la porta a me la brezza.
Basta un soffio del tuo vento,
ti avvicini io lo sento,
ogni nube tu sospingi,
il mio cielo ora dipingi.
C'é ancora bisogno di me
C’è ancora bisogno di me
se scende quella lacrima dal tuo viso.
C’è ancora bisogno di me
se una luce accende i tuoi occhi.
C’è ancora bisogno di me
se la tua voce pronuncia il mio nome.
Una piccola ala tesa mi chiede di volare
e cerca calore alle porte dell'inverno.
Una voce cerca il bene in questo mondo
ed un'altra il confine del mio cielo.
C’è ancora bisogno di me.
Io volo basso perché un ramo mi ha scontrato
ed i miei occhi ora vedono appannato.
Poi d'incanto dal tuo viso una lacrima ed un sorriso.
Poi d'incanto un batter d'ali allontana tutti i mali.
Ora io riesco a volare
grazie a voi che ho da amare.
C’è ancora bisogno di voi.
Caro Gesù
Gesù,
tra le alte sfere fammi volare,
via per il mondo a conquistare,
parole false, ipocrisia
fanno già parte della vita mia,
anche se semino odio e violenza
io cerco solo quella potenza
per cui di Te non ho bisogno,
non mi interessa essere buono.
Gesù,
caro Gesù...
Caro Gesù,
fammi essere solo me stesso,
essere solo quello che sono,
devo starti vicino più spesso,
voglio essere molto più buono.
Solo quello vorrei apprezzare:
la dignità dell'uomo normale.
Caro Gesù,
tra gli aquiloni fammi volare,
la tua parola voglio ora portare
ed i tuoi passi lasciano il segno
per indicarci ove é il tuo regno.
Sono qui ad aspettare
ed un dubbio ora m’assale,
quella luce è ormai scemata
con la notte che è calata.
Il mio cuore batte forte,
là nel buio sono sorte
delle ombre misteriose
che san spegner tante cose.
La paura mi attanaglia
come fuoco nella paglia
e vorrei indietreggiare
per lontano poi scappare.
Ma la mente,strana cosa,
tra le spine come rosa
già cammina come un saggio
per cercare il coraggio.
Più veloce viaggia il tempo
nasce nuovo un sentimento,
mi conduce in quella via
che la notte porta via.
Sono fermo e in movimento,
ne son certo,io lo sento,
posso stare sempre lì