Parli di niente, un niente confuso messo sotto centimetri di falsità e inganni,
dirottato verso terre piatte da sorrisi e mezze verità.
Trovare i motivi per andare avanti con lo sguardo sempre dritto e un occhio
che guarda di lato, sperando che resti un ricordo di quello che si è appena
vissuto. Ma c'era un sogno dentro al cassetto, due giri di chitarra e uno
sputo dritto sullo specchio.
Giri di giri di giri di parole. Manifesti, voci e braccia alzate. Gente che passa
in bicicletta e in macchina, senza la minima idea di potersene fregare
qualcosa di chi c'è attorno. Sotto strati di trucco, sotto occhiali da sole e sotto
la solita smorfia di chi non ha bisogno di altro che il proprio orto.
Perchè tanto tutto resto com'era. Tutto è come ieri, anche se ieri è passato.
Passo fitto e occhi puntati sullo scaffale, il carrello della spesa sempre pieno,
mani impegnate sulla tastiera del cellulare, con l'impegno di un messaggio
sempre in rima (come prima senza stima).
Sarebbe bene comprare pacchi di pace, buste di comprensione. C'era un
posto dove la serenità non costave molto.
Non so dove, però. Lo sapevo, ma mi sono perso a fissare lo zerbino del
mio condominio. Sette piani, 28 appartamenti e mai una smorfia, mai
un cedimento, solo polvere e sorrisi di circostanza.
Non avremo mai un invasore, anche se forse potrebbe essere una soluzione
accettabile all'immobilità, allo star fermi pensando che tanto tutto è
impossibile, che niente cambia.
Ora scusami se rido, ma parlo di niente, di un niente confuso messo sotto
centimetri di falsità e inganni, dirottato verso terre piatte da sorrisi e
mezze verità.
Ma a volte le cose cambiano, basta volerlo.