I miei buoni propositi sono andati a ramengo, al maglione non ho aggiunto una maglia e ho letto qualche libro che non mi ha dato alcuna soddisfazione.
Abitualmente ho sempre qualche cosa da dire su di un romanzo, perchè mi è piaciuto o meno, questi invece mi hanno lasciata con il nulla, non un particolare che mi abbia colpita per il bene o per il male, così eviterò di parlarvene.
A tirarmi su ci sono le new entry nella casa, finalmente abbiamo cominciato a mettere plafoniere e lampadari in cucina ed in soggiorno; ci abbiamo messo un po', ma il lampadario della cucina è il reglao di Natale dei miei genitori e quelli del soggiorno e del vano scala sono il frutto delle mance sempre di Natale.
Ci piace molto perchè crediamo si sposi bene con il resto della cucina, che ad ora è l'unico ambiente finito (anche se mancherebbero delle mensole per i miei libri di cucina, ma per quello possiamo aspettare anche qualche annetto).
In soggiorno mancano le tende a cui provvederemo appena prima della primavera, tanto non abbiamo ancora vicini di casa, sistemeremo il giardino e forse il prossimo anno decideremo cosa mettere in camera da letto, se un lampadario o una plafoniera e cosa abbinare sui comodini.
Altra nota positiva è la mia ultima lettura.
Estate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l'animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall'apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un'impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia. Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di libertà e si accinge a dedicarsi a qualche lavoro pesante che la costringa a non pensare, quando le arriva un regalo inatteso: due donne inglesi, reduci da un'escursione e in cerca di una pensione dove trascorrere la notte, giungono per caso allo chalet. Elizabeth le invita a pranzo, poi per il tè, quindi a rimanere con lei per alcune settimane. E dalla loro presenza nascerà la promessa di una nuova felicità. Pieno di scene divertenti e intriso della solita lieve ma spietata ironia che contraddistingue lo stile di Elizabeth von Arnim, "Uno chalet tutto per me", scritto in forma di diario, ci offre una serie di pensieri profondi sull'importanza del preservare la vita e sull'insensatezza della guerra.
In realtà sono terribilmente in difetto, di quest'autrice ho letto solo "la fattori dei gelsomini" che forse non mi sono goduta a dovere per via delle mille cose da fare durante i preparativi per le nozze, ma ora eccomi qui a godermi in pieno questo libricino rispolverato e ripubblicato dopo molti anni di naftalina.
Un vero peccato perchè con tutte le boiate che ci sono sugli scaffali delle librerie avrebbero fatto bene a tornare prima a questi titoli.
Con ironia, personaggi ed ambientazioni amabili la Von Arnim ci presenta uno spaccato di societa di inizio secolo.
Avevo deciso che al momento non avrei iniziato un ricamo per dedicarmi al maglione, ma poi mi sono iscritta ad un sal con le follette che partirà il primo febbraio, ma ci siamo date moooolta libertà, si chiama "Angeli e dame al collasso" a cui sono state aggiunte anche un paio di fate, ognuna terrà il propio ritmo anche perchè i ricami sono tutti diversi; quindi eccomi con un'altra fata.
Dopo l'autunno mi cimenterò con la primavera, alla fine sono troppo belline e resistere è quasi impossibile, poi con la scusa che non hanno materiali speciali (sono facoltativi ed io le preferisco senza) mi dico che sono più semplici, veloci e che mi costeranno meno in materiale, quindi eccomi qui di nuovo con un Passione Ricamo.
Alla prossima con qualche avanzamento del lavoro.