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17.11.12

in memoria di silente

che ora striscia libero nelle praterie di manitù


silente
aprile 2002-novembre 2012

10.10.12

l'orologiaio fa carriera

lisa trasferisce il suo blog sulla piattaforma di national geographic.

equilibrio dinamico gli fa tanti complimenti, infiniti auguri e aggiorna il proprio blogroll.

21.6.09

26.4.09

in memoria di miss trinje

primavera 2001- 24 aprile 2009.

27.3.09

5.3.09

resistere

il mio pet-pusher me lo vuole vendere.

io me lo vorrei comprare ma l'impegno -economico e soprattutto di accudimento- mi sembra eccessivo in questo momento.

però è bellissimo, sto facendo fatica a resistere

otus leucotis, assiolo facciabianca

21.6.08

nella tazza c'è una bufala?

a darwin, in australia, un pitone dalla testa nera è spuntato dal water (di un appartamento al decimo piano!)


a brisbane, in australia, un opossum è spuntato dal water.


secondo l'esperto citato da the sidney morning herald "gli opossum hanno l'abitudine di cacciarsi nei guai".

sarà, ma i pitoni no, anzi, i guai cercano di evitarli: per quale ragione un serpente dovrebbe risalire 30 e più metri di fogna?

attendo un articolo del kuranda daily news, corredato di foto che mostrano il momento in cui un paio di lunghe corna ricurve spuntano da un cesso.


[hat tip: oppi per il pitone, tupaia per l'opossum]

19.4.08

frutti di mare

tupaia è una amica che incontro molto occasionalmente ma che leggo con regolarità.

il suo blog è musica per chiunque ami (o sia semplicemente curioso de) il regno animale.

e anche se non vi frega nulla di ciò, leggete questo articolo qui e dedicate un minuto a pensare alla cultura dei nostri adolescenti.

e poi (ma solo se non siete facilmente impressionabili) quest'altro qui, e dedicherete più di un minuto a pensare quanto può essere perversa e orrorifica madre natura.

13.8.07

12.8 capo nord-inari [405-5946]

la norvegia è bellissima.

nordkapp, è un po´ emozionante esserci, non tanto -o non solo- per il panorama (all´orizzonte si vedono i ghiacciai) ma -soprattutto- per essere arrivati, dopo 9 giorni di moto e 5500 e passa km.

comunque non è difficile, è solo tanto, e ne vale la pena.

ci facciamo un po´di foto, chiacchieriamo con alcuni motociclisti (molti italiani, qualche spagnolo, un francese, un paio di tedeschi) e spediamo le cartoline che -dicono- verranno annullate con il timbro di nordkapp.


e ora si torna verso casa.

ho detto che per entrare nella zona si paga... e si paga anche per uscire, altri 20 €.

parrebbe che possedere il punto più a nord d´europa sia un bel business.

iniziamo la discesa.

ci rifacciamo -in senso inverso- gli ultimi 150 km, e ancora renne, poi altri 150 in norvegia per attraversare infine il confine con la finlandia.

appena attravesato cambia, incredibilmente, tutto: le curve diventano rettilinei (con dossi, ma dritti dritti) e cala la nebbia, mista a pioggerella.

naturalmente c´è -anche qui- luce tutta la notte (siamo ancora parecchio sopra al circolo polare), ma è tutto molto spettrale.

c´è odore di ozono e di resinose, e ancora renne.

la prima renna colpisce l´immaginazione, la millesima colpisce i maroni.

sono pericolose, timide, se suoni il clacson scappano... ma non si sa se dalla parte giusta: alcune decidono di attraversare di corsa la strada, davanti alla moto.

arriviamo a mezzanotte di qui (hanno un´ora in più) a inari, troviamo un´albergo e ci spalmiamo senza neanche buttare giù i bagagli dalle moto.

12.8 alta-capo nord [253-5541]

la norvegia è bellissima.

partiamo con calma dopo la solita colazza nordica (e ci aggiungo le aringhe in vari modi, sia mai che non mi viene sete).

il paessaggio è -al solito- meraviglioso, le renne abbondano (sia vive che morte), riesco pure a filmarne alcune che corrono appaiate alla moto.

direi che quella prima renna che mi ha attraversato la strada non era una renna, forse un alce: le renne sono molto più piccole.

si sale di latitudine e in altezza, non molto, qualche centinaio di metri fra le dolci curve norvegesi finchè si arriva a una barriera: per entrare nella zona di capo nord si paga (circa 20 €).


due volte, si paga anche per entrare nell´area dove c´è il globo e il shopping center (circa 9 €).

beh, siamo arrivati a nordkapp.

12.8.07

11.8 narvik-alta [580-5288]

la norvegia è bellissima.

appena sveglio mi sparo una colazione olimpica con mezza forma di pane nero, uova strapazzate, uovo sodo, salami vari, prosciutto cotto, prosciutto affumicato, formaggi affettati (normale e con semini), cetrioli in salamoia dolciastra, e qualcos´altro che non ricordo.

preparo le borse, carico la moto e parto verso nord dove mi dovrei incontrare con il gruppo che arriva da svolvær.

il gruppo si è diviso e mi incontro solo con mauro, marco ed eddy.

si decide di non passare per tromsø e di fare una tirata fino ad alta, circa 450 km.

verso le 14:00, dopo 180 km ci perdiamo eddy.
sostiamo per aspettarlo ma non arriva e non risponde al telefono.

dopo 45´prendo la moto e torno indietro a vedere se si è schiantato contro un pino, faccio 50 km a ritroso e non c´è: i pini sono tutti integri.

torno all´appuntamento con mauro e marco e andiamo avanti.

alle 16:30 ci chiama e ci dice che si è perso ma che ora è avanti a noi, si becca una bella dose di improperi e ci diamo appuntamento ad alta.

oggi renne a gogò.

un branco mi attraversa la strada, più lontano di ieri, mi fermo e provo a fotografarlo, qualcosa pare si veda.

ancora avanti e a un certo punto vedo una grande (grande) macchia di sangue fresco per terra seguita (non preceduta, seguita) dalle tracce di una frenata, dopo una cinquantina di metri -a lato della strada- c´è un baracchino che vende souvenir locali a base di pelle e corna di renna, non so se sia una coincidenza, però mi fermo.
non posso fare a meno di comprarmi una pelle di renna baby (si, capisco che qualcuno lo consideri disgustoso).

ancora avanti e arriviamo ad alta dove incontriamo eddy che ha già preso le stanze in albergo, avremmo voluto fare una tirata di altri 250 km e arrivare stasera (stanotte, oggi pomeriggio? non so come si dice, è mezzanotte e c´è luce) a caponord; sarà per domani.

10.8.07

10.8 mo i rana-narvik [458-4708]

la norvegia e' bellissima.

mauro vuole seguire il percorso prestabilito e passare per svolvær, io voglio arrivare a narvik e lavarmi i panni.
facciamo due gruppi, mauro e marco partono presto per svolvær mentre io, eddy, i whipi e giuseppe partiamo piu' tardi, a meta' strada ci divideremo e mentre io faro' rotta verso narvik gli altri raggiungeranno mauro e marco.

a 90 km a nord di mo i rana passa il circolo polare artico.

sosta, foto di rito, cioccolata calda nel polarsirkelensenteret e ci sputtaniamo un po' di soldi in souvenir.

all'ultima sosta, prima di dividerci, giuseppe insiste che vuole sapere se le renne si buttano attraverso la strada come i cinghiali oppure se stazionano in mezzo, dopo le curve, come i somari.
io propendo per la seconda.

ho torto.

due curve dopo essere ripartiti una bestia che sembrava un cavallo macrocefalo salta dalla foresta sulla strada alcuni metri davanti a me, inchiodo, suono e impreco mentre la renna attraversa di corsa la strada.

ora sono a narvik, sano e salvo e i miei panni si stanno lavando.



notte oltre il circolo polare (notate l'ora)

5.5.07

la processione dei serpari a cocullo

erano trent'anni che volevo andarci, ma dato che si svolge di giovedì (il primo giovedì di maggio) non ci ero mai riuscito.

quest'anno sì, un giorno di ferie per vedere la processione di san domenico.

meno di 140 km di autostrada da roma, usciamo a cocullo e ci dirigiamo verso il paese, i carabinieri hanno transennato la strada ma con le moto ci fanno passare, al secondo blocco no, ci indicano dove parcheggiare e ci facciamo un chilometro in salita costeggiando un chilometro di baracchini di ambulanti che vendono porchetta, salsicce, cineserie, africanerie made in napoli, porchetta, formaggi, porchetta...

arriviamo davanti alla chiesa della madonna delle grazie dove risuona una piccola campana che vediamo viene azionata da una catenella tirata dai fedeli con i denti... già, san domenico abate protegge contro il mal di denti e il morso delle vipere (anche contro le stomatiti?).

ci appostiamo per incrociare la processione, che a seguirla non potremmo far le foto, e dopo poco arriva.

prima la banda, poi la statua del santo avvolta da cervoni (elaphe quatuorlineata), nella sinistra porta un ferro di cavallo (anzi di mula che pare essere l'origine del talismano), e ai suoi piedi un putto altrettanto ricoperto di serpenti.












appresso alla statua la processione viene guidata da zampognari che arrivano da atìna, un paese vicino a cassino, poi due ragazze in costume (pare l'unico ruolo rituale delle donne nella festa) che portano dei ciambelloni dedicati ai portatori del santo.











poi le confraternite con i loro gonfaloni (una mezza dozzina, non di più) e il clero, tre preti vestiti di bianco, uno mi pare avesse in mano il reliquiario di san domenico con il suo molare.

e poi la gente, i locali con i loro serpenti (per lo più quatuorlineate, ma anche alcune longissime, e qualche biacco melanotico).










e tanti, tanti, ma tanti turisti.

la cosa che mi è più piaciuta (serpenti a parte) è che cocullo non vive di souvenir, è un vero rito religioso senza il consumismo e il lucro al contorno che caratterizza ogni altra manifestazione popolare o pseudo tale.

molto bello, spero di riuscire a tornarci uno dei prossimi primi giovedì di maggio.

5.9.06

a me dispiace

è morto steve irwin, il mascelluto australiano che catturava animali vivi a beneficio della telecamera.

mi dispiace.

l'ho sempre considerato una specie di gerald durrell in sedicesimo, gli mancavano la cultura, la profondità e il senso dell'umorismo dell'autore de "la mia famiglia e altri animali", per converso abbondava, e abusava, degli stereotipi dell'australiano inselvatichito.

comunque, tutto ciò non è abbastanza -per me- per tifare per il crotalo.

anche perchè il crotalo, dopo che irwin gli aveva scassato i maroni, poteva tornare libero a scodinzolare...

perchè leggo così pochi blogger che tifano per il pastore tedesco, che dopo che il suo amorevole padrone i maroni gliel'ha tagliati, ci mette un po' a scodinzolare?

23.8.06

22.8 cusco-puno [446-3839]

un bel trasferimento, salendo dai 3400 m.s.l.m. di cusco fino ai 4300 di paso abra la raya e poi scendendo leggermente sull'altopiano fino ai 3850 di puno sul lago titicaca (lato peruviano).

a juliaca un incontro con dei veri tosti: uno svizzero e una irlandese che sono partiti 14 mesi fa e, dai rispettivi paesi, hanno raggiunto il portogallo e poi, attraversato l'atlantico, sono sbarcati a sao paulo (brasile) e si sono diretti verso sud toccando buenos aires e arrivando a ushuaia per poi ripartire verso nord e atraversare la bolivia e il peru', ora continuano contando di arrivare in centroamerica in un altro anno di viaggio.

e tutto cio' lo stanno facendo in bicicletta!

una foto, un mare di complimenti e poi ognuno per la sua strada.


a pochi km dall'arrivo facciamo una deviazione per andare a sillustani, sul lago umayo (ci tengono a precisare che non e' il titicaca), dove c'e' un cimitero datato 1500-1000 a.c. con delle torri funerarie chiamate chulpas.
un aquila sorvola la zona, qui la chiamo el mariano e dicono che porta fortuna.

altri km e siamo sul lago naturale piu' alto del mondo.

domani spero di vedere gli uros e le loro case di paglia galleggiante prima di partire per la bolivia, la parte dura del viaggio.

giorno successivo

17.8.06

16.8 paracas-nasca [278-2671]

sveglia alle 5:30 per fare un giro in barca, prima a vedere "el candelabro" (un trailer delle linee di nasca che rappresenta -dicono- una cactacea allucinogena, el "san pedro") e poi alle islas ballestas, formazioni vulcaniche con archi e grotte naturali, habitat di una miriade di animali, in particolare uccelli che fanno diventare le isole una risorsa economica grazie al guano.

la guida ci mostra le varie specie presenti, tentiamo di fotografarle con alterne fortune, onde e distanza non sono amiche delle foto.

ci sono cormorani (nero, guanay e dalle zampe rosa), gabbiani, gallinazos de cabeza roja (una specie di avvoltoio che, in versione cabeza
negra, abbonda fra l'immondizia nelle strade del nord del peru'), pinguini di humboldt, le bellissime sule (che finalmente ho visto pescare dal vivo) nelle sottospecie peruviana e dalle zampe azzurre, vuelvepiedras e poi otarie, granchi (grapsus grapsus) e molluschi (sol de mar).

alle 8.00 siamo di nuovo in albergo per la prima colazione e poi torniamo alla riserva -dalla parte giusta della strada- dove si ergono enormi dune compatte e pietrose e poi falesie che scendono in acqua... uno spettacolo.

ci proiettiamo contro i muri di sabbia da scalare in prima e ci lanciamo poi giu', poi ancora su e giu' e su... non vogliamo andare via.

incontriamo un gruppo di argentini che fanno parapendio e sfango un invito per farmi un giro su un biposto, ma non abbiamo tempo dobbiamo ripartire verso ica huacachina.




a ica huacachuina, oasi che pare appena arrivato dall'algeria, pranziamo e poi affittiamo dei dune buggy che sembrano quelli di mad max basati sul motore del dodge rambler e poi modificati con "carrozzeria" in tubi di acciaio e motore in vista.
il pilota aborigeno ci porta in giro per le dune altissime cercando di farci vomitare il pranzo; non ci riesce.

non vogliamo farci mancare nulla, facciamo anche sand board e finiamo con la sabbia in ogni pertugio.

riprendiamo le moto diretti a nasca (dove, come al solito, arriviamo con il buio).

domani si vola sulle linee!

giorno successivo

15.8 lima-paracas [293-2393]

al mattino visitiamo il museo de oro, si tratta della collezione privata mujica gallo nel museo da lui stesso fatto costruire.
il mujica gallo era ricco sfondato e aveva due hobbies: la caccia grossa in africa e il collezionismo.

come collezione e' imponente, talmente grande da essere uno dei piu' importanti musei del peru'. come museo lascia molto a desiderare; e' idealmente diviso in due aree tematiche artigianato e arte precolombiana e armi di ogni dove e tempo.

la parte precolombiana meritava di essere l'unica, e' quella numericamente piu' povera ma di gran lunga la piu' "esclusiva" (gli spagnoli hanno fatto man bassa di tutto cio' che -all'epoca- hanno trovato).

la parte delle armi giapponesi mi ha depresso, mai visto cosi' tanta poca cura e amore nell'esposizione: yoroi in disfacimento, tachi e katana con la lama verso l'alto e verso il basso (rispettivamente), alcune in piedi...

bon, dopo un boccone nel bar del museo, coerentemente a peso d'oro, inforchiamo le selle con destinazione paracas (pisco) , 200 e passa km di trasferimento lungo costa ancora sulla panamericana, alte dune a sinistra e il pacifico a destra.
degno di nota solo il contrasto tra le baracche costruite in alto sulla sabbia e il collegio americano lato mare.

arriviamo a paracas alle 17:00, abbiamo il tempo di cazzeggiare sulla sabbia compatta della spiaggia: un carosello di motociclisti in crisi di infantilismo acuto che sgommano, derapano, s'incrociano e s'insabbiano ridendo e urlando come bambini (appunto) al luna park, fra pellicani e anatre che nuotano o svolazzano in giro.

arriva una guardia forestale su una 125 e ci dice, quasi scusandosi, che quella e' una riserva naturale e che, cosi' facendo, disturbiamo gli uccelli e potremmo anche aver distrutto qualche uovo... se proprio vogliamo fare "queste cose" dobbiamo andare dall'altra parte della strada.
mi sento una cacca, ci profondiamo in scuse e torniamo in albergo a prepararci per la cena.


un localino molto caruccio, un gruppo di musica andina, pisco sour come se piovesse.

torniamo in albergo piuttosto alticci con una gara fra la societa' dei magnaccioni, mia bela madunina e romagna mia (che mi fa meditare sul suicidio rituale).

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