Certe persone entrano nelle nostre vite ed escono con così tanta facilità che alle volte mi domando se mi sono state mandate per mettermi alla prova...
Ho conosciuto Enne fuori dalla porta della scuola... una delle tante mamme che vanno a riprendere il loro figlio alla materna... come me, sempre un po' di corsa, sempre un po' defilata dai gruppetti degli altri genitori.
Io ho trovato il lei una somiglianza con mia sorella, lei pensava fossi straniera... olandese per la precisione (e non è la prima a dirmi così, andrò prima poi in Olanda a verificare!).
Con il passare dei giorni e l'arrivo della bella stagione, abbiamo passato qualche pomeriggio al pacchetto con i bimbi, abbiamo chiacchierato sulle panchine dell'area verde vicino a scuola, ci siamo raccontate. Soprattutto Enne si è confidata con me, mi ha raccontato tante piccole cose di lei, della sua famiglia, del suo paese che le mancava un sacco, del fatto di trovarsi in Italia e di non sentirsi accettata, di essere sempre sola, di voler prendere la patente per non camminare lunghissimi tratti (con un ginocchio che le faceva male), del voler essere indipendente.
Diplomata in geografia, al suo paese avrebbe potuto insegnare, ma qui... nessuno di quei titoli le veniva riconosciuto, per cui si è arrangiata con qualche pulizia per scalare una parte dell'affitto dell'appartamento che occupava con marito e bimbo.
Visto il suo fluente italiano, le ho consigliato di proporsi come interprete presso qualche ente/associazione... la sua stessa lingua d'origine sarebbe stata un punto di forza.
Ma non sempre le cose sono così semplici, anzi, anche il lavoro saltuario del marito non certo ha aiutato a far quadrare i conti a fine mese.
Il bambino, a settembre avrebbe dovuto iniziare la scuola elementare, quindi questo comportava anche un'ulteriore spesa di quaderni, matite, cartella ecc.
Lei mi confidava queste cose e io non capivo fino a quanto la situazione fosse difficile.
Nel frattempo nasce il mio secondo bimbo e, dovendo seguire lui, l'altro, la casa e il lavoro, mi viene davvero difficile frequentare altre persone, anche Enne, ancor meno quando decido di fare il doposcuola al mio grande.
Gli orari cambiano, non ci si vede più giornalmente fuori da scuola, ci si incontra sempre meno.
Non manca qualche messaggino con whatup, ma non è come vedersi di persona.
Decido, in occasione del Natale, di fare un piccolo pensiero: un giochino per il suo bambino e una carta spendibile in un negozio di abbigliamento bimbi&adulti, cosicché possa acquistare qualche cosa di utile per il bambino che cresce a vista d'occhio.
Per tre volte suono al suo campanello, busso alla sua porta, in orari e giorni diversi... ma niente.
Nessuno mi apre. Che siano tornati al loro paese per le feste? Che Enne abbia trovato un lavoro e non sia a casa? Ma dove lascerebbe il bambino, visto che qui non ha nessuno? Che Enne abbia finalmente deciso di operarsi al ginocchio perché ha un male insopportabile? Che sia successo qualche cosa? Che qualcuno in famiglia stia male?
Lascio messaggi sul suo cellulare, la chiamo, ma il telefono sembra non esistere più, come se fosse sempre spento. Ha cambiato numero? Ha perso o le hanno rubato il cellulare?
Mi viene in mente ogni cosa, anche le situazioni più brutte ed impensabili, ma proprio non riesco a trovare una risposta. Qualcosa non mi torna, ho la sensazione che sia successo qualche cosa.
L'unico modo che mi rimane è quello di chiedere al suo affittuario se sa qualche cosa. So che a Enne non andrebbe a genio questa cosa, perché è riservata, ma io non riesco a stare qui con le mani in mano, l'unica pista è quella.
Ed ecco l'amara sorpresa: sono scappati.
"Non è tanto i soldi dell'affitto che mi dovevano... ma il modo". O__O
Ma stiamo parlando della stessa persona? Enne scappata con marito e bambino?
La stessa Enne una volta mi ha detto "quelli del mio paese hanno fatto una brutta pubblicità di noi qui in Italia, noi non siamo tutti così". E io per prima l'ho appoggiata dicendo che gli italiani nel mondo sono visti come "pizza, mafia e mandolino"... ma mica tutti sono così, per fortuna...
Mi rimane solo una grande delusione di non averla potuta aiutare in nessun modo, oltre che non averla potuta salutare. Continuo a chiedermi cosa avrei potuto fare.
Le offerte di lavoro, si sà, non fioccano dal cielo... è una situazione difficile per tutti, ma chi ha buona volontà ed è onesto, io penso o forse mi illudo nello sperare sia così, prima o poi viene capito, viene aiutato, si barcamena, con rinunce e fatiche ma tira avanti...
di certo non mi sarei aspettata questa fuga, i debiti e altre grane a chi resta qui...
Io credo che Enne abbia seguito il volere del marito... perché altrimenti davvero non trovo una spiegazione. E non giudico l'atto che ha fatto in sé, perché non sono nessuno per farlo e non mi sono mai trovata in una situazione come la sua... solo mi rimane l'amaro in bocca, quel lato di una persona che mai avresti pensato agisse così...
Enne sapeva dell'esistenza del mio blog, ne avrebbe voluto aprire uno anche lei, nella sua lingua, le piaceva scrivere... ecco perché ho scritto questo post.
Perché questo è l'unico mezzo che potrebbe (forse) ancora leggere di me.
Mentre, probabilmente, io non la rivedrò mai più... se non nei piccoli indumenti che mi ha ceduto per il mio piccolo, nel suono del carillon e nel ricordo di quell'unica foto scattata al parchetto con i nostri due figli... forse fatta proprio perché aveva già in mente di andare via?
Ciao Enne, ti auguro di trovare un posto in cui vivere serena insieme alla tua famiglia.