Vota "Dolci idee e non solo"

classifica
Visualizzazione post con etichetta Impasti lievitati. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Impasti lievitati. Mostra tutti i post

mercoledì 5 marzo 2014

Bomboloni alla crema

Oggi, mercoledì delle ceneri, comincia la Quaresima, il periodo dell'anno che porta alla Santa Pasqua.
Ho sempre trovato questo percorso quaresimale un pò triste, soprattutto quando si giunge ai riti della settimana Santa ed alla rappresentazione della morte di Gesù. Tristezza che tutti gli anni è sempre andata via il giorno di Pasqua, giorno in cui Gesù risorge.
Tra l'altro nel mio paese il giorno di Pasqua, e soprattutto di Pasquetta, si respira anche l'aria della festa patronale che, mi assicurano fonti a me vicine, quest'anno sarà particolarmente ricca di eventi.
Ieri però era martedì grasso e non potevano mancare sulla mia tavola, come su quella di molti italiani, chiacchiere e bomboloni alla crema.
Oggi parto con la ricetta dei bomboloni e dedicherò alle chiacchiere il prossimo post.
Con queste dosi vengono un bel pò di bomboloni, circa due vassoi di quelli che vedete in foto. Poi dipende dalla grandezza dei vostri bomboloni: i miei erano di dimensioni normali.
Ho adoperato tre tipi di creme per farcirli, prendendo spunto da una ricetta del cuoco Daniele Persegani, anche se poi ho modificato i gusti delle creme utilizzate per la farcia.

Ingredienti per i bomboloni:
500g di patate lessate
500g di farina manitoba
50g di burro fuso Delle Alpi
75g di zucchero classico Eridania
3 uova
1 limone
aroma vaniglia Flavourart
40g di lievito di birra
latte
zucchero a velo vanigliato Eridania
Olio di semi di arachidi per friggere

Per farcire:
crema pasticcera classica aromatizzata al limone
crema pasticcera al cioccolato
crema pasticcera al pistacchio

Procedimento:
per l'impasto dei bomboloni io ho usato la planetaria, ma si può fare benissimo anche manualmente.
Ho messo in planetaria la farina, le patate lessate schiacciate, le uova, lo zucchero, il burro, la vanillina, la buccia del limone grattugiata e il lievito sciolto in un pò di latte tiepido. Ho azionato la planetaria a velocità media e l'ho lasciata andare finchè ho ottenuto un impasto sodo e omogeneo. Ho lasciato lievitare direttamente in planetaria coperta da un canovaccio per 20 minuti, dopodichè ho steso l'impasto fino ad uno spessore di 1cm circa e l'ho coppato con un coppapasta circolare ottenendo tanti dischetti. Ho lasciato lievitare i dischetti su una teglia da forno rivestita di carta forno per 2/3 ore.
Ho ripreso i dischetti ben cresciuti e li ho fritti nell'olio di arachidi fino a che hanno preso un bel colore dorato da ambo le parti e la classica striscia più chiara al centro. Li ho scolati su carta assorbente per togliere l'olio in eccesso e quando si sono raffreddati li ho farciti con tre creme che ho preparato e spolverizzati con zucchero a velo.
Per le farce ho preparato circa un litro di crema pasticcera aromatizzata con scorze di limone, l'ho divisa in tre parti quando era ancora calda, ed ho unito ad una del cioccolato fondente tritato (la quantità dipende dai gusti) e quando si è raffreddata un pò di panna montata. Poi alla seconda parte di crema tenuta da parte ho unito semplicemente della pasta di pistacchio Bacco.

Ecco il ripieno di uno dei tre tipi di bomboloni. Come dicevo sopra, tendo sempre ad esagerare, anche nel farcire.

Approfitto di questo post per ringraziare (anche se con un pò di ritardo rispetto all'invio della campionatura), la ditta Brazzale che ha voluto credere in Dolci idee e non solo e mi ha omaggiato il mio blog di questi fantastici prodotti che vedete in foto.


martedì 24 settembre 2013

Pizza tutti i gusti + uno!

No, non è una ricetta tratta dalla saga di Harry Potter e, in realtà, il titolo "tutti i gusti + uno" sta ad indicare che in questo post troverete diversi tipi di pizze, tutte realizzate un paio di settimane fa in un sabato all'insegna della pizza.

Con le dosi che riporterò vengono circa 9 pizze.

Ingredienti:
1,3 kg di farina Manitoba Molino Chiavazza
750g di acqua
35g di sale
300g di lievito madre (in alternativa 3/5 g di lievito di birra)

Preparazione:
sciogliere il lievito madre (o il lievito di birra) nell'acqua in una planetaria. Unire poco per volta la farina e azionare il gancio, unire il sale, con la planetaria sempre in funzione, e unire la farina eventualmente rimasta.
Lavorare finché l'impasto si stacca dalle pareti.
Recuperare l'impasto dalla planetaria e lavorarlo brevemente a mano, dopodichè procedere con la pirlatura (si da all'impasto la forma di una palla) e metterlo a riposare coperto.
Dopo una mezz'ora circa, riprendere l'impasto e fare dei pesetti da mettere in un contenitore di plastica con il coperchio e lasciar lievitare per almeno 8 ore fuori dal frigo (oppure 24 ore in frigo).
Trascorso il tempo di riposo i miei pesetti si sono quasi triplicati!
Stendere i pesetti con la punta delle dita e allargarli cercando di mantenere il cornicione.
Per guarnire ho usato passata di pomodoro fatta in casa (bella ristretta), condita con un pizzico di sale, origano e olio.
Sopra ho messo della provola fresca tutto latte (tipo scamorza) e poi su questa base margherita mi sono sbizzarrita aggiungendo tutti gli altri ingredienti.
Di questo gusto di pizza ne ho fatte due: una per le mie bambine e una per i miei suoceri.
N.B.: i wurstel li ho messi prima di infornare la pizza nel mio forno pizza Ferrari, mentre il prosciutto l'ho aggiunto quasi a fine cottura evitare che si abbrustolisse.

Questa è la pizza che ho fatto per me.
N.B.: la cipolla e parte del tonno li ho messo prima della cottura. A fine cottura ho messo i pomodori e ancora un pò di tonno.

Anche di questo gusto di pizza ne ho fatte due: una per mio marito e una per i miei suoceri.
N.B.: oltre ai funghi porcini trifolati e mozzarella di bufala, ho messo anche della salsiccia sbriciolata.
La salsiccia e i funghi li ho aggiunti prima della cottura, mentre la mozzarella di bufala l'ho messa sulla pizza fumante appena l'ho tirata fuori dal forno.

Anche di questa pizza ne ho fatte due: una per mio marito e una per i miei suoceri.
N.B: i peperoni, che comunque erano soffritti, li ho messi prima della cottura della pizza; quasi a fine cottura ho aggiunto il prosciutto e appena la pizza è stata tirata fuori dal forno ho aggiunto dei bocconcini di mozzarella fiordilatte.

Mancano le foto della pizza al salame piccante e provola affumicata, forse la mia preferita tra tutte quelle che ho fatto.

Il sapore di queste pizze era fantastico. L'unica critica che ho ricevuto (da parte di mia suocera) è che ci stava troppo di tutto sopra.
Non so a voi, ma a me le pizze sguarnite mettono tristezza e... se proprio devo peccare di gola, mi piace farlo alla grande!
L'unica critica che posso farmi è che devo lavorare un pò sulla forma che non è proprio circolare come dovrebbe essere, ma per il resto mi ritengo più che soddisfatta.

P.S.: vorrei farvi vedere come è cresciuto il mio impasto.
Questi sono i due pesetti che mi sono avanzati il sabato sera (con i quali la domenica mattina ho fatto la pizza al salame piccante e provola affumicata di cui non ho le foto) e che ho messo nel contenitore ermetico Emsa già utilizzato in precedenza per il riposo di altri pesetti.

Questi sono i pesetti dopo due ore:

E questi sono i pesetti il mattino seguente:
Contenitore Emsa

lunedì 2 settembre 2013

Pane alle noci

Ultimamente sto pubblicando davvero poco, non perché abbia smesso di sperimentare in cucina (anche se rispetto al passato ho rallentato parecchio), ma semplicemente perché il tempo a mia disposizione da dedicare al blog sta diminuendo sempre di più.
Tra l'altro, da un pò di tempo mi sento anche meno motivata e sto prediligendo preparazioni veloci e quando preparo qualcosa di particolare, non ho voglia di mettermi a fare mille fotografie per trovare la giusta angolazione.
Non so spiegare da cosi dipenda questa mia mancanza di motivazione, spero soltanto che nel tempo non mi porti ad abbandonare del tutto.
La ricetta che propongo oggi l'ho preparata a febbraio in occasione del compleanno di una mia collega d'ufficio: pensate un pò da quanto tempo la tenevo in archivio, e come questa anche altre ricette.

Ingredienti:
300g di farina 00 Molino Chiavazza
200g di farina manitoba Molino Chiavazza
100g di gherigli di noce
120g di Gran Moravia grattugiato
150g di lievito madre
3 uova
fino a 2 dl di latte
50g di burro a pomata
olio di semi di arachide
burro
sale e pepe

Preparazione:
mettere il lievito madre nella planetaria, aggiungere le farine setacciate, 1 cucchiaio di olio di semi, il burro a pomata e cominciare ad impastare.
Sbattere il latte con le uova, sale e pepe e mettere tutto in planetaria. Azionare la planetaria con il gancio inserito (questo lavoro si può fare tranquillamente anche a mano) e poi unire poco per volta i gherigli di noce (spezzettati o interi a seconda di come li si preferisce), senza tritarli però. Mentre la planetaria continua ad impastare, unire poco per volta anche il parmigiano.
Quando l'impasto è pronto, metterlo a riposare in uno stampo da plumcake imburrato ed infarinato e lasciarlo crescere fino al raddoppio: se il lievito madre è molto forte basteranno anche 3 o 4 ore.
A questo punto, infornare a 170° per 30 minuti circa.
Aspettare che si intiepidisca prima di sformarlo e poi mangiarlo da solo a fettine oppure con del buon affettato. Io l'ho provato con il salame piccante e devo dire che era buonissimo!

lunedì 27 maggio 2013

Brioche al caffè

Qualche tempo fa ho visto fare delle brioche al caffè nel programma televisivo di Sara Papa "Pane amore & Fantasia".
Ho preso la ricetta e l'ho modificata in base alle mie esigenze (ad es. ho dimezzato le dosi e non ho usato il quantitativo di farina di farro che la ricetta prevedeva) e sono venute fuori queste deliziose brioche al caffè che a mio marito sono piaciute abbastanza.

Ingredienti per la biga:
100gr di farina manitoba Molino Chiavazza
35g di lievito madre
75g di acqua

Ingredienti per l'impasto:
225g di farina manitoba Molino Chiavazza
30g di crema al caffè Bacco (che ho usato al posto di 12g di pasta di caffè)
2g di polvere di caffè
110g di latte a temperatura ambiente
30g di uovo
1 tuorlo
75g di lievito madre
3g di sale
25g di zucchero di canna

Per lucidare:
tuorlo d'uovo, sale, latte, zucchero di canna.

Procedimento:
preparare la biga e far riposare per 12ore circa.
Mettere nella planetaria la farina, la biga, il latte, le uova, lo zucchero di canna, la crema al caffè Bacco, la polvere di caffè e cominciare ad impastare a velocità medio bassa. Quando comincia ad impastarsi (cioè dopo almeno 5 minuti) aggiungere il burro e il sale. Dopo un pò aggiungere il burro e il sale.
Quando l'impasto è pronto metterlo a lievitare finchè raddoppia di volume. Quando l'impasto è lievitato stenderlo in un rettangolo prima un pò con le mani e poi con il mattarello e tagliare l'impasto creando dei triangoli sul rettangolo steso.
Arrotolare l'impasto partendo dalla base larga fino ad arrivare alla punta per dare la forma di un cornetto e posizionare su una teglia rivestita di carta forno e far lievitare ancora per almeno mezz'ora. Quindi, spennellarle con un composto di tuorlo d'uovo, sale, latte e cospargere di zucchero di canna e infornare a 180° con una fonte di vapore in forno (io ho usato il ghiaccio sul fondo di una teglia).
Il tempo di cottura dipende dalla grandezza dei cornetti, quindi può essere variabile e bisogna regolarsi sul momento.
Quando ho cotto la prima infornata ho dimenticato di cuocere con il vapore e i cornetti sono venuti un pò più scuri e fragranti e sono quelli che vedete qui sotto.


Quelli cotti al vapore sono venuti più chiari e soffici (meglio i secondi).

Il giorno dopo si erano un pò induriti entrambi, ma scaldandoli tornano abbastanza buoni, non come il giorno della cottura, ma sono comunque mangiabili.

martedì 12 marzo 2013

Panini al latte


Non so quale sia la giusta ricetta per realizzare dei panini al latte, questa è semplicemente la mia versione.
In pratica non ho fatto altro che sostituire l'acqua che in genere utilizzo per impastare la farina con la stessa quantità di latte, tutto qui.
Il risultato è stato davvero eccezionale: dei panini soffici e gustosissimi che non sono arrivati al giorno dopo.
La prima volta ho fatto una dose ridotta proprio perché si trattava di una prova (che, vi ripeto, è riuscita benissimo!)

Ingredienti:
300g di farina Manitoba Molino Chiavazza
90g di lievito madre
180g di latte
7g di sale

Preparazione:
Ho impastato insieme tutti gli ingredienti ed ho formato una palla che ho lasciato riposare un paio d'ore, dopodichè ho formato tante piccole palline più o meno dello stesso peso, che ho lasciato crescere in una teglia rivestita di carta forno coperta con un panno (ma va bene anche la pellicola).
Quando i panini sono raddoppiati (il tempo dipende da quanto è forte il lievito madre), infornarli a 180/190° per 20/25 minuti. Io prima di infornarli li ho spennellati con un pò di latte.

Vi assicuro che sono ottimi e sofficissimi.
Quando li ho rifatti ho provato a spennellarli con l'uovo e a cuocerli con il ghiaccio in forno in modo da formare il vapore, ma il risultato mi è piaciuto meno rispetto a quando ho seguito il semplice procedimento che ho riportato sopra e che vedete in foto.

Alla prossima!!

giovedì 31 gennaio 2013

Pane carasau


Il pane carasau, carasatu, carasadu, è un tipico pane sardo, originario della Barbagia e diffuso in tutta la Sardegna, conosciuto anche con il nome di carta musica per la sua caratteristica croccantezza, che ne rende rumososa la masticazione, trattandosi appunto di sottili sfoglie circolari croccanti. 
Il nome sardo “carasau” deriva dal metodo di preparazione, che comprende la fase della ‘carasatura’ (una doppia cottura).
Si ipotizza che una sorta di pane carasau fosse prodotto già nell'età del bronzo. 
Le sue caratteristiche lo rendevano molto funzionale al mondo agropastorale in quanto la sua facile conservazione permetteva ai pastori, che restavano a lungo distanti da casa impegnati nella cura delle greggi, di avere sempre a disposizione del pane che, opportunamente bagnato al momento del pasto, riacquistava la freschezza del pane di giornata. 
Gli ingredienti base del pane carasau sono lievito, sale, acqua e farina. 
Tradizionalmente esistono due tipi di impasti: uno a base di farina di grano duro, diffuso in particolare tra le classi agiate (quello oggi più utilizzato), l’altro a base di farina d’orzo o cruschello, presente soprattutto sulle tavole dei ceti medio-bassi (quelle dei pastori).
Oltre ad un aspetto materiale di alimentazione tradizionale, questo pane è considerato anche sotto un profilo antropologico, dato che la sua preparazione tradizionale domestica implicava, e implica tutt'ora, un processo di socializzazione.
La preparazione del pane carasau era, infatti, un vero e proprio evento: vi partecipavano almeno tre donne, amiche o parenti, che ricevevano in cambio ricotta e olio. L’impasto veniva lavorato a lungo e sezionato in dischi dello spessore di 2 mm e di diametro variabile tra i 15 e i 40 cm, che venivano posti a lievitare. La prima cottura avveniva nel forno a legna a temperature molto alte (500° C). Quando i dischi risultavano gonfi al punto giusto venivano estratti dal forno e tagliati a metà per essere, in un secondo tempo, cotti di nuovo (carasatura). Il pane carasau a questo punto era pronto per essere consumato e conservato anche per mesi.

Ingredienti:
300 g di farina di semola di grano duro Il Molino Chiavazza
200g di acqua
80g di lievito madre
8g di sale

Preparazione:
Impastare a mano, o con l'impastatrice, la semola unitamente all'acqua, il lievito e il sale. Lavorare a lungo l'impasto perché dovrà risultare sostenuto ma morbido, cioè lavorabile.
A lavorazione ultimata, fare dei pesetti di 130g ciascuno (dai quali si otterranno dei dischi grandi quasi come una pizza), arrotolarli con una mano fino a fare delle palline di pasta e metterli a riposare coperti con un panno o una coperta per 12 ore o comunque per un'intera notte.


Trascorso il tempo di riposo riprendere le palline di pasta e stenderle con il mattarello (quello più adatto è stretto e lungo) cercando di dargli una forma sferica. Per stendere bene l'impasto è importante, mentre con una mano si tiene il mattarello, stendere e girare la sfoglia di pasta con l'altra mano. In questo modo l'impasto non si attaccherà al mattarello e non si straccerà, ci vuole un pò di manualità ma non è difficile.
 Dopo aver steso i dischi di pasta metterli uno sull'altro intervallati da teli di lino, o in alternativa panni puliti, e lasciarli riposare ancora una mezz'ora, quindi, riprendere i cerchi di pasta e cuocerli.
Il metodo tradizionale di cottura è il forno a legna, pertanto, non avendolo, ho pensato di sostituirlo con il mio forno pizza che riproduce abbastanza fedelmente la cottura del forno a legna.
Scaldare bene il forno pizza e adagiare i cerchi di sfoglia sulla pietra ollare e chiudere il coperchio, trascorso un minuto appena si sentirà un leggero sibilo che indicherà che la sfoglia si sta gonfiando. Aprire il forno e togliere il pane cotto (aprendo il forno tenderà a sgonfiarsi) e adagiarlo sulla spianatoia o un tagliere e con un coltello affilato tagliare nel centro. E' importante eseguire questa operazione appena si tira fuori il pane dal forno altrimenti l'operazione di taglio potrebbe non riuscire, vale la pena scottarsi per ottenere un ottimo risultato.

Dopo aver tagliato in due i cerchi di pane carasau, si procede con la carasatura, cioè con la doppia cottura. Quindi, la parte interna del pane, quella cioè che ha subito il taglio, viene posta sulla pietra ollare e fatta cuocere fino a che diventa croccante (nel mio forno pizza ci vuole un minuto al massimo).
E quello che vedete sotto è il risultato finale.
 Ho spezzato apposta una sfoglia di pane per mostrarvi la sua croccantezza.
Eccezionale!!!

venerdì 4 gennaio 2013

Panettone gastronomico


Qual è il peggiore incubo di una blogger appassionata di cucina? Sentirsi dire il 30 di dicembre che la sera del 31 si cena a casa sua e avere il timore di non avere il tempo di organizzare una cena all'altezza dell'evento.
Le cose sono più o meno andate in questo modo: domenica 30 dicembre sono andata a pranzo a casa di mia suocera e lei mi dice"allora, domani siamo qua?" e io le rispondo di sì e lei incalza e dice "voglio dire, domani siamo a casa tua? Tuo marito ci ha invitati tutti!" e io pur cadendo dalle nuvole ho detto "sì, per me va bene".
In realtà sono stata anche troppo contenta di organizzare la cena di S. Silvestro, l'unico problema è che non avendo avuto preavviso ho dovuto studiarmi in tutta fretta un menù che fosse all'altezza dell'occasione e, cosa più importante, ho dovuto cercare di gestirmi al meglio il tempo perché il 31, oltretutto, dovevo anche lavorare.
Nel pomeriggio mi sono studiata il menù che comprendeva una serie di stuzzichini e aperitivi e due primi, per il secondo aveva detto mia suocera che avrebbe provveduto a preparare cotechino con contorno di lenticchie e purè di patate.
I miei aperitivi e stuzzichini sarebbero stati: panettone gastronomico, focaccia rustica pugliese, alici ripiene, torciglioni di pasta sfoglia e stuzzichini di sfoglia di diversi gusti.
I due primi, invece, erano. tagliolini agli scampi su cialda al parmigiano e lasagne ai gamberi (la sfoglia da preparare rigorosamente a mano!)
Come al solito ho scelto un menù ambizioso e ricco e fino all'ultimo ho temuto di non farcela, ma alla fine, grazie anche al fatto che ho cominciato a fare qualcosa dalla sera del 30 e che non mi sono fermata un momento da quando sono tornata dal lavoro il 31, sono riuscita a mettere tutto in tavola e con ottimi risultati.
Tornando al panettone gastronomico, era la prima volta che lo facevo e avendo trovato diverse ricette in rete non sapevo su quale orientarmi e alla fine ho deciso di fidarmi di una trovata sul sito enogastronomico Cookaround e devo dire che il risultato è stato davvero fantastico, ho ricevuto tanti di quei complimenti che non posso fare a meno di consigliare anche a voi questa ricetta.
La ricetta non la riporto integralmente perché ho inserito il link diretto per trovarla su Cookaround (dove c'è anche un utilissimo passo passo), mi limiterò a dirvi la lista degli ingredienti e a dirvi alcune varianti che ho adottato.
 La lista degli ingredienti è composta da:: 250g di farina manitoba Il Molino Chiavazza, 250g di farina, 250g di latte, 80g di burro morbido, 40 g di zucchero, 15g di lievito di birra, 10g di sale, 3 tuorli.
Le varianti che ho applicato rispetto alla ricetta originale sono le seguenti: al posto del lievito di birra ho usato il lievito madre, ho prolungato i tempi di riposo e ciò ha fatto sì che l'impasto si triplicasse anzichè raddoppiasse e ciò chiaramente lo ha reso più leggero e soffice e, infine, durante la cottura, per mantenere umidità all'interno del forno, ho disposto su una placca ad un livello inferiore del panettone dei cubetti di ghiaccio.
Un'ultima cosa che ho fatto, ma che sconsiglio vivamente di fare, è stato praticare un incisione a croce sull'impasto prima di cuocerlo, la stessa incisione che si pratica sui panettoni dolci, questa operazione ha sgonfiato, fortunatamente solo di qualche millimetro, l'impasto che comunque in forno è cresciuto ancora.
Per quanto riguarda la farcitura è composta da:
1° strato - maionese e prosciutto cotto (ci andava bene anche una foglia di lattuga, ma mio marito me l'ha portata troppo tardi!)
2° strato: mozzarella di bufala a fettine piuttosto spesse e prosciutto crudo
3° strato: salsa tonnata, fettine di salmone affumicato e due fili di erba cipollina tagliuzzati
4° strato: fettine di mozzarella di bufala, pomodorini tagliati a rondelle, olio, sale e pepe (in pratica, una caprese)
5° strato: salame napoli e sottilette Inalpi

Dopo aver guarnito a piacere il panettone gastronomico, e prima di metterlo in tavola, l'ho tagliato in 4 parti, così ognuno ha potuto decidere quale farcitura scegliere, fetta dopo fetta.
Vi ripeto che è stato un successone!


sabato 1 dicembre 2012

Pane in cassetta


Da quando ho il mio bel lievito madre, mi piace provare nuove ricette che ne richiedano l'utilizzo e, devo dire, che finora sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti.
Nei prossimi giorni proverò anche a cimentarmi nella realizzazione del panettone e del pandoro con il lievito madre, ma questa è tutta un'altra storia.

Ingredienti:
310g di farina Manitoba "Molino Chiavazza"
160g di lievito madre oppure 7/8 g di lievito di birra
200 ml di acqua
10g di miele di acacia
olio evo q.b.
6g di sale

Procedimento:
setacciare la farina, aggiungere il lievito madre, l'acqua, il miele e il sale. Impastare fino ad ottenere una palla liscia e mettere a lievitare in una bulle oleata e coprire con della pellicola o con un canovaccio.
Lasciar crescere l'impasto per circa 3 ore, dopodiché riprenderlo lavorarlo per qualche secondo e posizionarlo nel suo stampo, dove dovrà crescere ancora per almeno mezz'ora.
Infornare a 180° fino a doratura della superficie (ci vorranno da 50 a 60 minuti).



martedì 27 novembre 2012

Focaccia rustica


Prendendo spunto da una ricetta di Laura Ravaioli, ho realizzato questa focaccia apportando delle piccole, ma essenziali, modifiche per meglio adattarla ai miei gusti.
Avendo i minuti contati, vi riporto subito gli ingredienti senza dilungarmi nella presentazione della ricetta.

Ingredienti:
400g di farina
1 cubetto di lievito di birra
150g di latte
75g di burro morbido
75g di strutto
1 uovo
100g di fontina tritata finemente
60g di prosciutto cotto tritato finemente
60g di mordadella tritata finemente
50g di parmigiano grattugiato
1 pizzico di sale
olio extravergine di oliva Dante q.b.

Procedimento:
Sciogliere il lievito nel latte. Se, come nel mio caso, si usa la planetaria, inserire al suo interno la farina, un abbondante pizzico di sale, strutto e burro e azionare la foglia e lasciarla in funzione finchè l'impasto risulterà sbricioloso. Incorporare, quindi, l'uovo e il latte con il lievito. Riazionare la foglia e dopo qualche secondo aggiungere il prosciutto, la mortadella e i formaggi tritati e impastare il tutto finchè risulterà un impasto liscio. La lavorazione va effettuata per tutto il tempo a bassa velocità.
Raccogliere l'impasto dalla planetaria e lavorarlo un pò a mano e formare la classica palla che andrà fatta lievitare fino al raddoppio.
Oleare per bene una teglia e quando l'impasto sarà ben lievitato, riprenderlo e allungarlo leggermente con il mattarello per portarlo alla misura della stessa, aiutandosi anche con le mani.
Con i rebbi di una forchetta fare dei buchi sulla superficie della focaccia, salare in superficie e far lievitare per altri 10 minuti prima di infornare a 200° per 20/25 minuti.
E' buona calda, ma fredda, secondo me, è anche meglio.
In realtà questa focaccia dovrebbe venire meno spessa di quanto si vede in foto, ma io ho preferito usare una teglia più piccola, quindi, la mia focaccia è risultata un pò spessa.
Lo spessore della focaccia incide sulla sua morbidezza, se la preferite più asciutta allora optate per una focaccia più sottile, altrimenti un pò più spessa vi donerà una focaccia più soffice ed umida al suo interno.

.
Se vi fa piacere, qui sotto potrete leggere il comunicato stampa inerente il riconoscimento assegnato a Milano agli Oleifici Mataluni, che si sono aggiudicati il "DM Awards 20123" per il miglior sito internet nella categoria Industria di marca. Il concorso, giunto alla sua III edizione e patrocinato da ADM (Associazione della Distribuzione Modena) e da Assodigitale, ha registrato 77 siti web candidati (63 in rappresentanza dell'Industria di marca e 14 della Distribuzione). Nen 3221 le preferenze espresse per il sito oliodante.com, di cui 2971 voti da parte degli utenti che hanno votato online, e 250 da una giuria qualificata.
Un risultato ancora più importante, considerato che il sito è attivo solo dal primo settembre 2011 ed è stato sviluppato internamente dall'Area Grafica e Comunicazione degli Oleifici Mataluni, con il supporto della Core e Pixsael ICT Solution, società sannite specializzate nella realizzazione di sistemi informatici e siti web.



GLI OLEIFICI MATALUNI VINCONO I “DM AWARDS 2012”
Oliodante.com eletto miglior sito delle Industrie di marca da consumatori ed esperti

Gli Oleifici Mataluni si aggiudicano l’edizione 2012 dei “DM Awards”, il riconoscimento assegnato da consumatori ed esperti di settore che premiano ogni anno il miglior sito internet delle aziende del largo consumo.
Il sito web di Olio Dante è risultato vincitore nella categoria Industria di marca, per la sezione “Contenuti” che valuta il grado di interesse e fruibilità delle notizie pubblicate.
Ben 3221 le preferenze espresse per il sito oliodante.com, di cui 2971 voti da parte degli utenti che hanno votato online, e 250 dalla giuria qualificata, composta da Daniele Tirelli, Presidente di Popai, Salvatore Sagone, Direttore del quotidiano online ADV Express, Sabrina Bellodi, Field Marketing Manager di IBM e Armando Brescia, Direttore di Distribuzione Moderna.
Per quanto riguarda la classifica finale su un totale di 48.250 voti, gli Oleifici Mataluni hanno ottenuto il punteggio più alto in assoluto, superando in ordine di preferenze anche i vincitori della categoria Distribuzione.
Un risultato ancora più importante, dunque, considerato che il sito è attivo solo dal primo settembre 2011 ed è stato sviluppato internamente dall’Area Grafica e Comunicazione degli Oleifici Mataluni, con il supporto della Core e Pixsael ICT Solution, società sannite specializzate nella realizzazione di sistemi informativi e siti web.
Con uno stile minimalista, oliodante.com propone contenuti dinamici, aggiornati quotidianamente e di facile fruizione, grazie anche ad una piattaforma integrata di accesso alla pagina Facebook, al canale YouTube e ai principali Food Blog. Nel corpo superiore del sito, trova spazio il menu generale da cui si accede alla storia del brand, alla vetrina prodotti con le schede nutrizionali, all’area stampa, alla sezione “salute e benessere” che ospita interessanti articoli e suggerimenti dei ricercatori degli Oleifici Mataluni. Ma il vero fiore all’occhiello del “Sommo Poeta” in versione web 2.0, è rappresentato dal ricettario interattivo, arricchito ogni giorno dai food blogger ed aperto al contributo di utenti e gourmet.
Il concorso, giunto alla sua III edizione e patrocinato da ADM (Associazione della Distribuzione Moderna) e da Assodigitale, ha registrato 77 siti web candidati (63 in rappresentanza dell’Industria di marca e 14 della Distribuzione).
Sei i riconoscimenti conferiti a Milano: per la categoria Industria, hanno vinto gli Oleifici Mataluni - Olio Dante nella sezione “Contenuti”, Sisma Group - Cotoneve (Design) e La Molisana (Interattività); per il settore Distribuzione, si sono aggiudicate il concorso le catene Crai (Contenuti), Sigma (Design) e Billa (Interattività).
Alla cerimonia di premiazione, sono intervenuti Gianpaolo Costantino, Business Solutions Director di SymphonyIRI; Carolina Gerenzani, Retail & Shopper Specialist di TNS; Giuseppe Convertini, di TradeLab; Eugenia Burchi, Social Media Analyst di Blogmeter; Thomas Campaner, Digital Marketing Specialist di Ikea Italia, e Armando Brescia, Direttore della testata Distribuzione Moderna che ha ideato il concorso

Da non perdere anche il comunicato stampa relativo alla puntata di "Ricette di famiglia", condotta su rete 4 da Davide Mengacci ed andata in onda giovedì 22 novembre, alle ore 10.50, da Cerreto Sannita (BN), dove ha visitato i luoghi più suggestivi del Sannio alla ricerca dei sapori del territorio.




RICETTE DI FAMIGLIA, ALLA RICERCA DELL’OLIO SANNITA
Giovedì 22 novembre, alle ore 10,50, il programma di Mengacci fa tappa a Cerreto Sannita

L'inconfondibile gusto dell'olio sannita arricchirà le pietanze della prossima puntata di "Ricette di Famiglia", il programma all'insegna della tradizione e della gastronomia tipica, condotto ogni giorno su Rete4 da Davide Mengacci e dall'inviata speciale Michela Coppa.
Giovedì 22 novembre, alle ore 10,50, la trasmissione itinerante farà tappa anche a Cerreto Sannita (Benevento), visitando i luoghi più suggestivi del Sannio alla ricerca del buongusto e dei sapori del territorio.
Nella puntata dedicata al principe dei condimenti, non potevano mancare gli Oleifici Mataluni, il complesso agroindustriale oleario di Montesarchio che raggruppa 23 marchi storici tra cui Dante, Topazio, Olita, OiO e Vero.
Nel corso del programma, sarà intervistata Maria Savarese, ricercatrice del Centro di ricerca degli Oleifici Mataluni, in qualità di assaggiatrice esperta di oli di oliva e capo panel.
“L’olio di oliva del Sannio - afferma la ricercatrice Maria Savarese - rappresenta una eccellenza del nostro territorio. E' un olio di elevata qualità nutrizionale e sensoriale, caratterizzato da un fruttato medio intenso con note erbacee di mela e pomodoro, ottimo per esaltare i prodotti tipici sanniti”.
Quindi, toccherà ad una cuoca improvvisata e ad uno chef professionista mettersi alla prova, cimentandosi con i fornelli e preparando le tipiche ricette beneventane, accompagnate anche dai prodotti di alta qualità degli Olelifici Mataluni, tra cui Olio Lupi, Dante e Condisano, il nuovo Olio Extravergine "100% Italiano" arricchito con la vitamina D.

sabato 17 novembre 2012

Pane tipo Altamura


Da brava pugliese D.O.C. adoro il pane di Altamura e grazie alla ricetta della bravissima Sara Papa ho potuto cimentarmi nella sua preparazione.
Il risultato è stato straordinario!
Un pane soffice e mollicoso all'interno e croccante all'esterno.
Vi dirò di più, si mantiene fresco ed è ottimo da mangiare per più giorni.
All'inizio ho avuto qualche difficoltà nell'ottenere la classica forma un pò "cornuta", ma al terzo (se non il quarto) tentativo ci sono finalmente riuscita.

Ingredienti:
600g di farina di semola
400g di acqua
150g di lievito madre
2/3 g di lievito di birra (nella ricetta di Sara Papa non c'è, l'ho aggiunto io!)
10g di sale

Preparazione:
per preparare questo impasto io mi aiuto con la planetaria con il gancio inserito.
Mettere il lievito madre, il lievito di birra e l'acqua e azionare (magari tenersi un pò indietro con l'acqua, tanto si fa sempre in tempo ad aggiungerla se serve).
Aggiungere dopo qualche secondo la farina e il sale e lavorare finchè non si compatta, ma sempre a velocità bassa.
Quando l'impasto assume la forma della classica palla continuare ad impastare con le mani finchè l'impasto non sarà più appiccicoso e sarà diventato elastico.
In genere rimetto a riposare l'impasto nella planetaria (volendo la si può ungere con un pò di olio) e lo copro con un panno e con un panno e lo lascio lievitare nel forno spento per due ore.
Trascorso questo tempo l'impasto va lavorato di nuovo, ma giusto per qualche secondo,  e poi va rimesso a lievitare per un'altra ora.
A questo punto si può infornare il pane avendo cura di spargere un pò di farina sulla teglia da forno e posizionandoci sopra il pane a cui si inciderà con tre tagli la cresta.
Infornare a 190° per 50/60 minuti.
E' buonissimo... a casa ormai solo pane di Altamura fatto in casa!


sabato 31 marzo 2012

Colomba Pasquale

Domani è la domenica delle Palme e per noi cattolici rappresenta un giorno davvero importante.
La Quaresima non è ancora terminata, ma comincia la settimana Santa.
La storia racconta che Gesù in tale giorno entrò in Gerusalemme in sella a un asino accolto con grande entusiasmo dalla popolazione, che lo osannava agitando rami di palma e rami di ulivo.
Purtroppo, come la storia ci insegna, il popolo è volubile e sappiamo in quanto poco tempo quell'osannare si sia trasformato in un: "liberate Barabba!"
Pensare alla domenica della Palme mi porta indietro nel tempo, quando da bambina, accompagnata da mia sorella maggiore, portavo un piccolo ramoscello di ulivo in dono ai miei nonni ed ai miei zii e loro, dopo aver ricambiato il gesto, mi davano anche qualche soldino (500\1000 e talvolta anche 2.000 Lire), dicendomi: "con questi comprati un gelato!"
Che bei ricordi!
Non potendo che limitarmi ad inviare a tutti voi una palma virtuale, voglio donarvi, come gesto di pace e di amore, tipico della domenica delle Palme, una ricetta che, sono certa, apprezzerete e riprodurrete con successo: la COLOMBA PASQUALE.
E' una ricetta davvero ottima e meno laboriosa di quanto sembri. Io l'ho già realizzata due volte ed è piaciuta tantissimo.
La preparazione di questa colomba richiede all'incirca 24 ore. Ci sono ben 5 lavorazioni, a ognuna delle quali deve seguire un periodo di riposo.
L'unico problema che ho riscontrato con questa ricetta sono le dosi.
Mi spiego meglio: la prima volta che ho fatto la colomba seguendo questa ricetta (la scorsa domenica), l'impasto, durante la cottura, è fuori uscito dallo stampo. Oggi ho ridotto le dosi e, anche se di poco, l'impasto è fuori uscito lo stesso, tanto che durante la cottura ho dovuto rifilare i bordi della colomba, ecco perchè si è un pò afflosciata nel centro.
Io uso uno stampo di carta che ho comprato presso un negozio specializzato in prodotti di pasticceria. Credo che la sua grandezza sia quella regolamentare, però non avendo termini di confronto non posso dirlo con certezza. L'unica cosa che so per certo è che, in base agli stampi che ho ed in base a questi ingredienti, a me con questa dose vengono due colombe perfette.
Pertanto, chi volesse provare questa ricetta potrebbe magari dimezzare tranquillamente gli ingredienti per fare una sola colomba (fermo restando che dipende dalla grandezza dello stampo che si usa).

Credetemi, però, quando vi dico che questa ricetta è davvero fantastica. Il sapore di questa colomba è sublime e decisamente migliore della colomba in commercio, tanto più che questa si può mangiare calda e quella in commercio no.

Ingredienti:
250g di farina 00 Rosignoli per dolci e sfoglie
450gr di farina Manitoba Rosignoli
180g di zucchero
250ml di latte
50g di miele (io ho usato il millefiori)
230gr di burro
150gr di arancia e limone canditi o 150g di gocce di cioccolato
2 uova intere
4 tuorli
1 cubetto di lievito di birra
1 baccello di vaniglia
scorza grattugiata di limone e di arancia

per la glassa:
150g di mandorle intere con la pelle
150g di farina di mandorle
150g di zucchero a velo
3 albumi
granella di zucchero


Procedimento:
impastare 150g di farina 00 con il lievito sciolto in 125g di latte tiepido; lasciare lievitare per 2/3 ore. Aggiungere a questo impasto altri 150g di farina, 100g di zucchero, 125g di burro e il latte rimanente. Lavorare, fino a ottenere un impasto elastico e lasciarlo lievitare per altre 3/4 ore.
Al terzo impasto aggiungere gli altri ingredienti nella versione con canditi, tutti tranne le gocce di cioccolato nella versione, appunto, con gocce di cioccolato (altrimenti si scioglierebbero macchiando l'impasto). Amalgamare per bene e far lievitare per tutta la notte.
Il giorno seguente, lavorare ancora e lasciare lievitare nuovamente per altre 2/3 ore. Procedere con l'ultima lavorazione (la quinta), durante la quale, nella versione con gocce di cioccolato, vanno aggiunte quest'ultime all'impasto. A questo punto l'impasto si presenterà morbido e non appiccicoso e si staccherà facilmente dalle pareti della coppa in cui è lievitato.
Mettere l'impasto nello stampo per colomba e far lievitare per l'ultima volta fino al suo raddoppio, ma non meno di altre 2/3 ore (secondo Sal De Riso ce ne vorranno addirittura 6).
Accendere il forno a 200° e intanto che si riscalda per bene, preparare la glassa, amalgamando la farina di mandorle, lo zucchero a velo e gli albumi, fino ad ottenere un composto morbido, ma sostenuto al tempo stesso. Distribuire la glassa sulla colomba e spolverizzare la superficie con mandorle intere e granella di zucchero. Infornare e cuocere a 200° per dieci minuti e successivamente a 180° per altri 40 minuti. A metà cottura coprire la glassa con un foglio di alluminio per evitare che bruci.

N.B.: la farina di mandorle si può anche preparare in casa seguendo questo procedimento semplicissimo: sbollentare le mandorle con la pelle per un paio di minuti, spellarle e passarle in forno caldo per 3/4 minuti. Le mandorle non devono tostare, si devono solo asciugare. Dopo il passaggio in forno tritare le mandorle in un mixer fino ad ottenere una consistenza simile alla farina.

Ecco due foto della mia colomba prima della cottura.
Si tratta della versione senza arancia candita e con le gocce di cioccolato.

 E questa è la colomba dopo la cottura.

Vi lascio con questa stupenda ricetta, augurandovi: BUONA DOMENICA DELLE PALME!

P.S.: Vi confermo che le dosi che vi ho dato sono per due colombe, l'ho rifatta per testarlo personalmente e con queste dosi me ne sono venute due altissime e bellissime. Appena posso metto le foto... Baci!!

giovedì 1 marzo 2012

pizza salmone e sottilette

La ragazza di mio cognato lavora in una pizzeria dove la pizza è davvero molto buona.
Ieri sera, mio cognato ha portato a casa una busta con dell'impasto di questa pizzeria.
Ho subito acceso il mio forno pizza ed ho cominciato a sfornare una pizza dopo l'altra (ne ho fatte 6). Arrivata all'ultima pizza (la settima), avevo finito la mozzarella, ma non mi sono persa d'animo ed ho subito preso dal frigorifero le mie sottilette IN.AL.PI.. Ho pensato che le sottilette fondono prima della mozzarella in cottura, quindi, ho infornato dapprima la pizza condita con il solo pomodoro (premetto che condisco il pomodoro con olio, sale e origano).
Un paio di minuti prima di togliere la pizza dal forno, ho messo sulla stessa le sottilette, ho richiuso il forno e lasciato fondere le sottilette, dopodichè l'ho riaperto e ultimato il condimento della pizza con due fettine di salmone affumicato. 
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata la pizza più buona della serata?

domenica 5 febbraio 2012

Albero di Natale in ritardo

Riguardando le foto che ho scattato nell'ultimo periodo, mi sono resa conto che avevo dimenticato di postare una ricetta che ho realizzato la vigilia di Natale.
Anche se siamo in pieno clima carnascialesco e, quindi, davvero in ritardo per le ricette natalizie, ho pensato che tutto sommato avrei potuto rischiare di postarla.
La sera della vigilia, ho avuto ospiti a casa i miei suoceri. Come aperitivo ho preparato panini imbottiti e questo albero di Natale.
L'albero di Natale era fatto di pasta di pane lievitata a cui ho aggiunto, senza delle dosi particolari, ma comunque abbondanti: prosciutto cotto, salame piccante (qui la chiamano anche spianata), emmenthal e un pò di provola tagliati a dadini. Insomma, un ripieno molto ricco e gustoso. Ho oleato lo stampo a forma di albero ed ho messo al suo interno questo impasto, che ho massaggiato delicatamente con dell'olio evo in superficie. Ho lasciato riposare ancora una mezzoretta e poi ho infornato a 180° per il tempo necessario affinchè l'albero si cuocesse uniformemente sia sopra che sotto (ma comunque non meno di mezz'ora). Non indico i tempi esatti di cottura, perchè sono molto indicativi, in quanto possono variare da forno a forno e poi dipendono anche da quanto è grande lo stampo infornato o grosso, in termini di spessore,l'impasto.
Da tenere presente comunque che anche da cotto, l'interno di questo albero si mantiene sempre un pò umido, tanto da poter lasciar credere di essere un pò crudo, ma in realtà non lo è, perchè questo effetto è dato dai formaggi che all'interno dell'impasto si sono fusi.
Dopo aver sfornato e sformato il mio albero di Natale, sullo stesso ho apposto, a mò di decorazioni natalizie, delle rondelle di wurstel.
Aveva un sapore davvero gustoso e si può tranquillamente riproporre tutto l'anno con stampi diversi o semplicente come treccia o panetto arricchito.



mercoledì 7 dicembre 2011

Pandoro

Questa ricetta non è propriamente farina del mio sacco, io come al solito ho solo apportato delle modifiche per adeguarla alle mie esigenze. La ricetta originale l'ho presa da Cookaround.
Prendetevi 2/3 giorni di tempo per realizzare al meglio il pandoro, ma vedrete che ne sarà valsa la pena.

Ingredienti:
Impasto:350 g, farina (l'ideale è usare per 80% farina Manitoba 00 e per il restante 20% farina 0)
2 tuorli
4 uova intere
50 g. burro a temperatura ambiente
130 g. zucchero

175g. pm rinfrescata e bene in forza
6g. sale
Acqua q.b. ( 50 gr. Circa )
Vaniglia

Per la sfogliatura:
burro gr 220
miele gr 15
cioccolato bianco sciolto 120gr

P.S.: Per chi non ha la pasta madre, fare la biga impastando 100gr di farina con un cubetto di lievito di birra sciolto in 25gr di latte (arrivando fino a 50gr se serve)


Procedimento:
impastare per cinque minuti
la p.m. con i 2 tuorli aggiungere la farina, il sale. A parte 
sbattere le uova con lo zucchero e aggiungerle all’impasto poco per volta fino a quando avrà formato la palla. A questo punto aggiungere poco per volta il burro a temperatura ambiente e quando si sarà ben incorporato, aggiungere poco per volta anche l'acqua. L'impasto dovrà risultare liscio e ben legato. Far riposare l'impasto per almeno 10 ore prima di riprenderlo.
Intanto che l'impasto riposa preparare l'occorrente per la sfogliatura. Sbattere 220 g. di burro con i semini di due stecche di vaniglia (io ho usato un baccello di vaniglia ed una bustina di vanillina), 15g. di miele, il cioccolato bianco fuso o in alternativa (anzi è meglio) del burro di cacao, amalgamere bene e mettere in frigo tutta la notte coperto con la pellicola trasparente. Quando l'indomani (o comunque dopo almeno 10 ore) l'impasto è pronto per essere sfogliato, riprendere la crema al burro e appiattirla tra due fogli di pellicola e rimettere a riposare in frigo per una mezzoretta. Riprendere l'impasto a base di farina, uova e zucchero e aggiungerci 40gr di pm sciolta in 20gr di acqua e riportare a incordatura (a questo punto il mio impasto ero molto morbido e per riuscire ad impastarlo ho dovuto aggiungere un pò di farina, forse le mie uova erano troppo grandi e non me ne ero resa conto prima). Riportare ad incordatura significa intensificare la maglia glutinica della pasta, che deve arrivare a tendersi senza strapparsi. Se si strappa significa che la maglia glutinica a sua volta ha ceduto e si è strappata.
Effettuata questa operazione, lasciare riposare l'impasto per 15 minuti, dopodichè allargarlo sulla spianatoia (aiutandosi con un pò di farina) e metterci dentro la crema al burro (che non deve essere dura di frigorifero, quindi è meglio tirarla fuori prima) e cominciare con i giri di pieghe a tre.
Normalmente quando si procede con la sfogliatura, tra una sfogliatura e l'altra (bisogna farne almeno tre), si lascia riposare l'impasto in frigo per almeno mezz'ora. Per questa sfogliatura Papum (l'autore della ricetta) dice che si può procedere con le tre sfogliature senza attendere, quindi facendole una appresso all'altra.
Durante il procedimento di sfogliatura il burro non deve mai uscire dalla pasta, se ciò accadesse in fase di lievitazione ci si ritroverebbe con il burro liquido ai bordi dello stampo. Terminata questa operazione, formare una palla e metterla nello stampo per pandoro imburrato (qualcuno lo inzucchera pure, ma io l'ho solo imburrato come consiglia Papum).
N.B.: Se l'impasto è troppo molle e non consente di fare una perfetta sfogliatura non c'è comunque da preoccuparsi, l'impasto non va buttato. Rimettere tutto in planetaria (insieme alla crema di burro) e lavorare insieme. Certo il pandoro non verrà sfogliato, ma sarà comunque gustoso da mangiare e non avrete buttato niente. Anche in questo caso, formare una palla e metterlo nello stampo per pandoro imburrato.
Mettere a lievitare alla temperatura di 24° / 26° gradi fino a che l’impasto raggiunge il bordo dello stampo, quindi, cuocere in forno a 160° con fessura i primi 30’, poi a 150° sempre a fessura finchè il pandoro non assume un bel colore dorato (45 minuti in tutto sono più che sufficienti, forse anche qualcosina in meno a seconda del forno dove lo si cuoce).
Lasciare raffreddare completamente il pandoro nello stampo e aspettare almeno 6 ore prima di sformarlo. Con questo impasto si otterrà un pandoro di circa 1100g.


Il pandoro è più buono se non viene mangiato subito, ma lasciato riposare in un sacchetto di plastica ben chiuso (anche i classici cuki per congelazione vanno bene) per qualche giorno (almeno 3/4).
Il mio pandoro l'ho tagliato dopo 5 giorni e, a detta di mio marito, era buonissimo.
Naturalmente non scordate di imbiancarlo con tanto, ma tanto, zucchero a velo vanigliato! 

lunedì 5 dicembre 2011

Treccia, pane e panini

Da quando ho cominciato a pasticciare con il lievito madre sono letteralmente invasa da questo impasto che cresce sempre di più, quindi, come è ovvio mi devo ingegnare per trovare modi sempre nuovi per utilizzarlo, senza che per me rappresenti uno sforzo avere questa nuova creatura che vive dentro casa mia e si ciba della mia farina. Ecco come nasce la ricetta di oggi!
Ho impastato nelle dosi che riporterò di seguito: farina di semola, farina manitoba, farina 00 (le ultime due le ho mischiate perchè avevo finito la farina 0, mentre la farina di semola la avevo inserita apposta), sale, acqua e lievito madre. Devo dire che il grosso del lavoro lo ha fatto l'impastatrice, io sono stata lì solo a guardare come cresceva vertiginosamente il mio impasto (il mio lievito madre è già maturo ed ha una spinta verso l'alto davvero notevole), dopodichè ho creato i miei prodotti da forno.

Ingredienti:
400gr di farina 0
350gr di farina di semola di grano duro
180gr di farina manitoba
270gr di lievito madre (circa il 30% delle farine anche se è sufficiente già il 20%)
500gr di acqua
18gr di sale

Procedimento:
il procedimento è quello classico, quindi, non mi dilungo molto nel parlarne. L'importante è che alla fine della lavorazione risulti sodo, liscio e ben incordato. Ho messo a riposare l'impasto in luogo fresco e asciutto per circa 4 ore (ho utilizzato un contenitore della tupperware provvisto di coperchio che risulta molto utile per questi impasti), dopodichè ho prelevato dall'impasto delle piccole dosi facendomele passare nell'incavo tra pollice e indice, così da avere tante palline di pasta di misura pressochè identica. Dopo averle un pò appiattite con le mani ho creato al loro interno un incavo che ho riempito con prosciutto cotto ed emmenthal tritati finemente, ho richiuso e messo a riposare per 45 minuti circa, quindi ho cotto in forno, già caldo, a 180° per il tempo necessario a prendere un bel colore dorato (circa 15 minuti), a metà cottura ho rigirato i panini per far prendere colore anche sull'altro lato, avendo già fatto questi panini, vi rimando alle foto dell'altro post che gli avevo dedicato.
Passiamo ora al pane e alla treccia.
Quando ho terminato di appallottolare i panini con il loro ripieno, ho preso due palline piuttosto grandi e ho cominciato a stenderle e arrotolarle come volessi fare un salamino, poi ho cominciato ad attorcigliarle su se stesse e le ho messe a riposare per 45 minuti circa.
La treccia l'ho fatta dividendo l'impasto che era rimasto in tre parti, a ciascuna parte ho aggiunto rispettivamente: rondelle di olive verdi denocciolate, mortadella, emmenthal (un gusto per ogni parte di pasta). Ho creato dei filoncini di pasta e ho cominciato ad intrecciarli, con un pennellino ho leggermente inumidito la treccia ottenuta con dell'acqua e poi ho cosparso sopra mandorle a pezzi, messa a riposare per 45 minuti e poi cotta in forno con i panini e il pane. Prima di cuocere pane e treccia di pane, ho unto leggermente il fondo della teglia utilizzata per la cottura. I panini invece li ho cotti direttamente sulla griglia del forno. Il tempo di cottura è molto indicativo, dipende dalla potenza del proprio forno. Comunque anche in questo caso 160° per il tempo necessario a far prendere un bel colore dorato al pane e alla treccia. La teglia va messa prima nella parte inferiore del forno e poi spostata nella parte superiore, per consentire una cottura uniforme del pane e della treccia.
Le due pagnotte di pane. Pesavano circa 200gr ciascuna ed erano croccanti fuori e morbidissime e mollicose dentro. Proprio buonissime!

 Ed ecco la treccia ripiena. Caspita com'era buona! Il giorno dopo pane, treccia e panini erano ancora fragranti come appena fatti e morbisodi dentro. Eccezionali!