Il n° 160 (marzo 2012) di Luoghi dell'infinito, mensile di Avvenire, è dedicato al grattacielo e s'apre con l'editoriale scritto da Massimiliano Fuksas, dal titolo: "Il grande sogno: una vita tra le nuvole".
Siccome sono rimasto basito e deluso dalla scelta editoriale di far scrivere alla nota archistar l'editoriale, mi sono permesso di fargli le pulci e con ciò mettere alla berlina la scelta del direttore di Avvenire, Marco Tarquini e/o del coordinatore del mensile, Giovanni Gazzaneo.
"L'umanità ha sempre desiderato andare "oltre", superare i limiti, vedere quel che sta al di là dell'orizzonte".
Fuksas usa tre formule: "andare oltre, superare i limiti, vedere al di là dell'orizzonte" per descrivere ciò che abita il cuore dell'uomo: il desiderio. Ma il desiderio, quantunque contenga nel suo significato etimologico la relazione con gli astri che muovendosi in cielo attraggono verso l'alto il cuore dell'uomo, non è in se stesso buono o cattivo, ma è informe e necessita d'essere educato. Andare oltre significa non lasciarsi fermare dagli ostacoli, o non accontentarsi di una tappa raggiunta, ma talvolta è proprio necessario fermarsi se non si vuol cadere in un precipizio. Superare i limiti è altrettanto equivoco, ci sono limiti che devono essere superati, come la predisposizione al male, ma vi sono limiti da non violare mai e sempre da rispettare, come il primato di Dio che nella retta coscienza parla all'uomo. Vedere al di là dell'orizzonte, ci sono orizzonti ristretti che delimitano la casa della schiavitù e dai quali Dio ci ha liberato, ed orizzonti al di là dei quali vedremo solo a tempo debito.
In sintesi, non tutto ciò che il cuore umano desidera è anche desiderabile, non tutto ciò che l'ingegno tecnico può fare è anche lecito. Desiderio ed ingegno devono sottomettersi alla suprema legge della Verità.
Magritte, Il Castello dei Pirenei (1959) |
Non lasciamoci irretire da giudizi privi di giudizio e ingiustificati, invece chiediamoci: Il grattacielo che relazione crea tra l'uomo e la natura?
Con notevole arguzia l'archistar osserva che prima del primo grattacielo tale relazione era ignota. Ovviamente anche al sottoscritto era ignota la paternità prima di avere la mia primogenita.
Reputo che il grattacielo separi l'uomo dalla natura, lo allontana lanciandolo nell'informe inconsistenza dell'aria, lasciandolo sospeso tra cielo e terra, senza radici e perciò senza futuro. Relazione fatta di fuga dalla realtà per precipitare nel sogno/incubo, fatta di abbandono della terra assegnata agli uomini da Dio come domus, tesa al dominio su tutti e tre i piani cosmici (inferi/terra/cielo), al possesso teso a superare i limiti, come scrive l'editorialista, fino al delirio d'onnipotenza...
Questa è una relazione buona e vera, oppure una contraddizione e una rottura delle ordinate relazioni con i tre piani cosmici: gli inferi come destino post-mortem in attesa del Giudizio, la madre terra quale casa dei viventi - adamah (terra) affidata alle cure di adam (terrestre, uomo) - , i cieli sede di Dio?
J.R.R. Tolkien, La Torre e l'Occhio di Sauron a Isengard |
Anzitutto perché i due oggetti paragonati appartengo a due categorie diverse, così eterogenee da risultare imparagonabili. La prima, infatti, è un ente simbolico, mentre le altre sono enti concreti. Confondere la realtà virtuale con la realtà reale è proprio di una grave patologia psico-spirituale.
Inoltre perché i rispettivi significati sono agli antipodi. La torre di Babele è simbolo dell'orgoglio umano, punito con la confusione delle lingue e sanata nella Pentecoste. Le cattedrali gotiche e anche quelle paleocristiane, romaniche, rinascimentali e barocche, sono concreti edifici di culto, furono edificate da comunità vive ed esprimono l'umile fede in Dio e nell'ingegno umano dei costruttori e sono plasmate dal miracolo della Pentecoste che avviene in ogni divina Eucaristia in esse celebrata.
Burj Khalifa, Dubai (828 m) |
Monet, Cattedrale di Rouen al mattino |
Monet, Cattedrale di Rouen alla luce pomeridiana |
Non mi meraviglia che Fuksas sia Fuksas e promuova le proprie idee babeliche cui sono strettamente legati i suoi legittimi interessi economici, ma resto allibito che Luoghi dell'infinito, mensile di Avvenire quotidiano della CEI, faccia proprie tali idee antievangeliche ed antiumane. Non abbiamo bisogno della fatua luce elargita da un'archistar, nè di una firma nota da esibire nell'illusione che ciò significhi essere accettati dal mondo che conta. Ecco l'incipit della seconda lettura di ieri: "Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1Cor 1,22). Non si può evacuare impunemente lo scandalo e la stoltezza della Croce, sempre che sia ancora "spes unica".