No, una minchia.
Cos'è, la gente può scrivere post pieni di immagini con le zucche i ragni i fantasmi le mummie e io non posso scrivere un post per dire che Halloween non mi piace? E insomma.
Non è che è una festività straniera e perché dobbiamo sempre importare le cose dall'Ammeriga invece di tenerci le nostre e bla bla bla. Chissene.
È proprio che non mi piace.
I ragni mi fanno schifo, le ragnatele se ne tocco una con un solo dito mi fanno venir voglia di farmi la doccia, le cose di paura mi fanno paura.
Seriamente. Mi spavento anche solo con i trailer dei vari Paranormal activity/Saw. Ho guardato un solo horror in vita mia, The Ring, che gli appassionati del genere mi dicono essere anche un brutto horror.
Era in seconda serata e l'ho guardato con mio fratello, perché volevamo vedere come finiva: sì perché dai, ti prende, tutta la storia della cassetta che fra 7 giorni morirai, a un certo punto c'era anche Adam Brody che è troppo ♥. Quindi tutto bene, finché non è comparsa la bambina: la bambina nell'armadio, la bambina che esce dalla televisione, la bambina che non-ricordo-chi prende in braccio sul fondo del pozzo. Quella notte ho avuto degli incubi terribili e per mesi appena spenta la luce mi sono vista quella cazzo di bambina uscire dalla tv.
Quindi, quella cosa della gente che si spaventa e poi scoppia a ridere e dice Dai ancora ancora io proprio non la capisco.
Non mi piace travestirmi. A Carnevale non l'ho più fatto dopo credo i cinque anni, tranne una volta alle medie in cui ho messo un vecchio trench di mia madre, un cappello tipo Borsalino, occhiali da sole e rossetto rosso per impersonare BOH, ma l'ho fatto solo per poter entrare gratis a vedere i carri mascherati, perché chi non era travestito pagava. E i carri mascherati non mi piacciono.
Che poi, i travestimenti se fatti bene sarebbero anche belli, nelle feste di Halloween dei film e telefilm si vedono dei trucchi e vestiti stupendi, ma la gente che si troverà alle feste stasera non si rende conto che il vestito fatto riciclando la gonna della nonna e il mantello di zorro del fratellino piccolo è solo ridicolo. Mettiti un vestito anni '20 fatto di frange ma serio, non con le frange fatte col filo che metti sull'albero di Natale, ecco, allora mi piacerà.
È solo un motivo in più per fare festa/per bere/per divertirsi? Non è vero, perché comunque l'1 novembre si sta a casa da lavoro/scuola quindi si esce lo stesso e locali e discoteche sarebbero aperti comunque, solo senza camerieri con il sangue finto che esce dalla bocca e ragnatele finte sul soffitto.
I dolci? Ci sono i dolci, certo. Tutti vogliono mangiare biscotti a forma di dita mozzate e cupcakes con spalmato sopra sciroppo di fragola come fosse sangue e cioccolatini a forma di scarafaggio. Proprio boni. La zucca sì, quella almeno è buona, nel risotto o per farci gli gnocchi. Intagliata con la candela dentro no grazie, la metto tra le cose inquietanti insieme ai clown, alle bambole assassine e ai burattini di legno dei ventriloqui, che stai lì a guardarli sempre con la paura che la testa prenda a girargli.
Una volta l'ho festeggiato Halloween, a dir la verità. Sono andata a un pigiama party a casa di qualcuno che non mi ricordo nemmeno, per dire quanto tempo è passato, però mi ricordo che ho portato una teglia di pizza. Dovevamo guardare un film che faceva paura ma c'era qualcosa che non funzionava nella videocassetta quindi abbiamo guardato Casper, che son pur sempre fantasmi, ma carini.
Cioè dai: bisogna travestirsi, ti fanno gli scherzi che fanno paura, e in tutto questo non ci sono nemmeno le frittelle.
No comunque buona serata, io stasera sto a casa a guardare Mad men.
Inverno BUUUUU
Ho avuto la febbre.
Venerdìsabatodomenica.
Non è che mi dia fastidio per il fine settimana, ultimamente non sono grande fan delle uscite, esco solo di giorno massimo cena. Mi sa che l'ho presa venerdì mattina che ho preso la pioggia.
Lo so che avevo detto che non vedevo l'ora che finisse l'estate perché ero stanca che tutti andassero al mare mentre io non potevo, ma mi sono già pentita.
Il freddo fa schifo. Fa freddo da due settimane io sono già stufa.
E poi siamo in quel periodo dell'anno che fuori è freddo da cappotto ma la gente pensa Che sfigati quelli, hanno già il cappotto. Meglio il giubbino in pelle a costo di congelarsi quindi boh.
Ho deciso che oggi pomeriggio torno in palestra. Non posso mettermi il cappottino nero sopra la tuta, vero? Perché non ho un giubbotto da mezza stagione? E poi mia madre dice che ho tanta roba.
Torno in palestra, dopo cinque mesi. Dovrò farmi fare una scheda per deficienti, roba tipo riabilitazione e so già che comunque mi farà morire. Ci vado all'orario della merenda, così ho due ore in meno da stare a casa in cui mi mangerei anche i mobili per l'ansia/nervoso.
Venerdìsabatodomenica.
Non è che mi dia fastidio per il fine settimana, ultimamente non sono grande fan delle uscite, esco solo di giorno massimo cena. Mi sa che l'ho presa venerdì mattina che ho preso la pioggia.
Lo so che avevo detto che non vedevo l'ora che finisse l'estate perché ero stanca che tutti andassero al mare mentre io non potevo, ma mi sono già pentita.
Il freddo fa schifo. Fa freddo da due settimane io sono già stufa.
Sto in casa e mi gelo e mi tocca girare con la copertina addosso tipo mantello, occhei, mi sento un po' un supereroe, ma non mi piace lo stesso. Il mio presupposto di non vestirmi come una profuga per stare a casa se ne va a farsi fottere perché non riesco a fare a meno di mettermi quattordici strati addosso e finisco per sembrare l'omino Michelin.
Per uscire non so come vestirmi: cosa mettevo l'anno scorso? Forse non sono mai uscita. Ho tirato fuori dal cassetto le maglie pesanti: due maglioni (nero, grigio) e tre cardigan (nero, grigio, blu). Le scarpe, che scarpe si mettono per non congelare?
E poi siamo in quel periodo dell'anno che fuori è freddo da cappotto ma la gente pensa Che sfigati quelli, hanno già il cappotto. Meglio il giubbino in pelle a costo di congelarsi quindi boh.
Ho deciso che oggi pomeriggio torno in palestra. Non posso mettermi il cappottino nero sopra la tuta, vero? Perché non ho un giubbotto da mezza stagione? E poi mia madre dice che ho tanta roba.
Torno in palestra, dopo cinque mesi. Dovrò farmi fare una scheda per deficienti, roba tipo riabilitazione e so già che comunque mi farà morire. Ci vado all'orario della merenda, così ho due ore in meno da stare a casa in cui mi mangerei anche i mobili per l'ansia/nervoso.
Voglio andare in letargo.
Prisencolinensinainchoosy (cit.)
Cara signora ministro Fornero,
sono una disoccupata. Sono solo una tra tanti e, lo dico con tranquillità, nemmeno delle migliori: l'unica cosa di cui posso vantarmi è quella di essermi laureata nei tempi regolari con un voto abbastanza alto. Vantarmi tra virgolette, essendo una cosa completamente inutile. Anzi, se tornassi indietro mi farei tranquillamente qualche anno fuori corso: non per divertirmi ma per fare l'erasmus che non ho fatto per finire in tempo e soprattutto un paio di stage in più oltre a quelli curriculari. Perché anche se sembra un paradosso, poi ti ritrovi a rispondere ad annunci di chi vuole uno stagista, o se va bene un apprendista, ma con esperienza.
Se ti fai un giretto nel web, cara signora ministro, trovi migliaia di blog di persone che raccontano la propria storia fatta di università private e esperienze all'estero e master e corsi di specializzazione e cinque lingue parlate in modo professionale: questo è uno. Sono storie che mi fanno impallidire e pensare "ma io cos'ho fatto per tutti questi anni?" Ma non tutti siamo uguali (purtroppo - per fortuna) e non tutti siamo fatti per partire e andare all'estero, non tutti aspiriamo a trasferirci in una megalopoli e a lavorare da Steve Jobs o Louis Vuitton: io sono una persona normale, con un'intelligenza normale, una carriera scolastica e lavorativa mediocre/nella media e delle aspirazioni assolutamente non irrealizzabili, e vorrei comunque dire quello che penso.
Cara signora ministro Fornero, io vorrei dirti che hai ragione.
Anzi, di più, mi è capitato spesso in passato di usare le tue stesse parole: in italiano, perché io sono solo una povera disoccupata, ma mi è capito spesso parlando con i miei compagni di corso di dire "è impossibile che il primo lavoro che ti capita sia quello della tua vita, quindi accetta il primo che ti offrono, anche se non ti piace o ti pagano poco, nel frattempo sei sempre libero di cercare di meglio".
È questo che intendeva lei dicendo choosy vero?
Signora ministro, hai ragione: ci sono delle persone che sono troppo choosy. Ti racconto un esempio: l'anno scorso stavo facendo uno stage in una grande azienda, non è l'azienda più figa del mondo anzi qualcuno direbbe che è un po' sfigata, ma con 900 dipendenti è una grande azienda e io l'ho sempre considerato un posto figo dove lavorare. Ero contenta del mio stage. Una mia ex compagna di corso mi contatta per raccontarmi che ha fatto primo e secondo colloquio per uno stage nella mia stessa azienda e io penso che figo, ci vedremo in mensa.
Però lei è stata choosy, ha rifiutato il posto perché 300 euro erano troppo pochi e non ne valeva la pena.
La mia ex compagna di corso ha in pratica rifiutato il lavoro che io stavo facendo, mi sono sentita sminuita? No, perché il mio lavoro mi piaceva anche se molti probabilmente lo considerano stupido: era un lavoro vario, mi portava in contatto con molte altre funzioni dell'azienda e con varie agenzie esterne, mi è capitato spesso di stare intere giornate in ufficio senza il mio capo e anche un'intera settimana in agosto mentre lei era in ferie. Come mi sono sentita soddisfatta quella settimana: vedere quella sedia vuota accanto a me e sapere di essere l'unica responsabile anche se c'era solo da fare ordinaria amministrazione, essere l'unica a rispondere al telefono, riuscire a risolvere da sola qualche piccolo problema e poi scrivere in una mail "Ciao capa, oggi è successo questo e io ho fatto così come mi hai insegnato tu, senza prima doverti chiedere conferma".
Ho divagato signora ministro, scusami, è che quello è il mio unico bel ricordo lavorativo, e mi fa sorridere anche se ormai è passato quasi un anno.
Quello che volevo dire dall'inizio, è che io vorrei tanto essere choosy. In particolare, io vorrei tanto avere la possibilità di essere choosy.
Ho fatto da poco un colloquio per uno stage in un'azienda che cercava un rimpiazzo per una dipendente incinta di 8 mesi che deve andare in maternità, tra l'altro unica persona ad occuparsi di quella particolare funzione. Hai capito bene? Hanno bisogno di sostituire una persona che ha un contratto a tempo indeterminato, unica persona nell'ufficio ad occuparsi della funzione X, e cercano uno stagista. Se fossi choosy non avrei nemmeno risposto all'annuncio, non mi sarei sentita dire di no perché ormai sono laureata da più di 12 mesi e non posso più fare riferimento all'ufficio stage dell'università quindi la burocrazia è troppo complicata.
Qualche mese fa ho fatto un colloquio per un posto in un'agenzia: in città, a 40 km da casa senza possibilità di prendere i mezzi quindi spendendo soldi per la benzina e per il parcheggio ogni giorno, per sei mesi ma gratis, poi forse un contratto di apprendistato. Il datore di lavoro mi ha detto che non gli sembrava giusto che io praticamente pagassi per andare a lavorare e mi ha detto che non mi avrebbe tenuta in considerazione nonostante il mio profilo gli andasse bene, non mi ha nemmeno dato la possibilità di essere choosy.
Vogliamo parlare, signora ministro, della faccia dei selezionatori quando presento il mio curriculum con l'ultima "piccola" esperienza di lavoro datata maggio 2012 e poi spiego che non ho più lavorato né cercato, perché impegnata a girare per ospedali, farmi esaminare, a piangere, a farmi operare e stare un mese a letto e poi un mese al massimo seduta e a riprendermi. No, di questo non voglio parlare.
Ma del lavoro sì, come quello trovato a fine giugno, un contratto di apprendistato di sei mesi (per iniziare) su un bel progetto, con uno stipendio di quelli che per me erano veramente tanti soldi, e quel "non ti preoccupare, operati, guarisci e stai tranquilla che il progetto non parte fino a settembre e ti aspetto" che ti fa pensare finalmente di aver trovato una persona che vale, ho dovuto aspettare ma eccola, la mia occasione. E passare la convalescenza a immaginare il nuovo lavoro e non vedere l'ora di rimetterti in piedi ma poi richiami per dire "ehi, guarda che adesso sto bene, ci sono" ti dicono che il periodo è difficile, che devi avere pazienza, che ti chiameranno per spiegare bene tutto e invece non chiamano più.
Se fossi choosy non avrei fatto numerosi colloqui per fare la commessa, non so più contare le volte che ho sentito "cerchiamo una persona con esperienza, e tu non hai mai fatto la commessa/cerchiamo un'apprendista a cui insegnare, ma con il tuo curriculum tu continuerai a cercare e te ne andrai e io avrò perso quei mesi".
Questi, signora ministro, sono i rifiuti che fanno piangere di più, quando i tuoi genitori non ti vedono: perché se non mi vogliono per fare la commessa, se non mi vogliono per fare qualcosa che non ho mai fatto allora troverò lavoro solo per quello che ho studiato, ma se per fare stage non mi prendono per la burocrazia difficile, ma se per il resto cercano solo gente con almeno tre anni di esperienza per posizioni manageriali, allora io che ho fatto degli stage ma ho ancora bisogno di imparare, allora io, signora ministro, io non troverò mai lavoro.
Vorrei tanto essere choosy.
Perché per essere choosy, signora ministro, bisognerebbe avere libertà di scelta.
sono una disoccupata. Sono solo una tra tanti e, lo dico con tranquillità, nemmeno delle migliori: l'unica cosa di cui posso vantarmi è quella di essermi laureata nei tempi regolari con un voto abbastanza alto. Vantarmi tra virgolette, essendo una cosa completamente inutile. Anzi, se tornassi indietro mi farei tranquillamente qualche anno fuori corso: non per divertirmi ma per fare l'erasmus che non ho fatto per finire in tempo e soprattutto un paio di stage in più oltre a quelli curriculari. Perché anche se sembra un paradosso, poi ti ritrovi a rispondere ad annunci di chi vuole uno stagista, o se va bene un apprendista, ma con esperienza.
Se ti fai un giretto nel web, cara signora ministro, trovi migliaia di blog di persone che raccontano la propria storia fatta di università private e esperienze all'estero e master e corsi di specializzazione e cinque lingue parlate in modo professionale: questo è uno. Sono storie che mi fanno impallidire e pensare "ma io cos'ho fatto per tutti questi anni?" Ma non tutti siamo uguali (purtroppo - per fortuna) e non tutti siamo fatti per partire e andare all'estero, non tutti aspiriamo a trasferirci in una megalopoli e a lavorare da Steve Jobs o Louis Vuitton: io sono una persona normale, con un'intelligenza normale, una carriera scolastica e lavorativa mediocre/nella media e delle aspirazioni assolutamente non irrealizzabili, e vorrei comunque dire quello che penso.
Cara signora ministro Fornero, io vorrei dirti che hai ragione.
Anzi, di più, mi è capitato spesso in passato di usare le tue stesse parole: in italiano, perché io sono solo una povera disoccupata, ma mi è capito spesso parlando con i miei compagni di corso di dire "è impossibile che il primo lavoro che ti capita sia quello della tua vita, quindi accetta il primo che ti offrono, anche se non ti piace o ti pagano poco, nel frattempo sei sempre libero di cercare di meglio".
È questo che intendeva lei dicendo choosy vero?
Signora ministro, hai ragione: ci sono delle persone che sono troppo choosy. Ti racconto un esempio: l'anno scorso stavo facendo uno stage in una grande azienda, non è l'azienda più figa del mondo anzi qualcuno direbbe che è un po' sfigata, ma con 900 dipendenti è una grande azienda e io l'ho sempre considerato un posto figo dove lavorare. Ero contenta del mio stage. Una mia ex compagna di corso mi contatta per raccontarmi che ha fatto primo e secondo colloquio per uno stage nella mia stessa azienda e io penso che figo, ci vedremo in mensa.
Però lei è stata choosy, ha rifiutato il posto perché 300 euro erano troppo pochi e non ne valeva la pena.
La mia ex compagna di corso ha in pratica rifiutato il lavoro che io stavo facendo, mi sono sentita sminuita? No, perché il mio lavoro mi piaceva anche se molti probabilmente lo considerano stupido: era un lavoro vario, mi portava in contatto con molte altre funzioni dell'azienda e con varie agenzie esterne, mi è capitato spesso di stare intere giornate in ufficio senza il mio capo e anche un'intera settimana in agosto mentre lei era in ferie. Come mi sono sentita soddisfatta quella settimana: vedere quella sedia vuota accanto a me e sapere di essere l'unica responsabile anche se c'era solo da fare ordinaria amministrazione, essere l'unica a rispondere al telefono, riuscire a risolvere da sola qualche piccolo problema e poi scrivere in una mail "Ciao capa, oggi è successo questo e io ho fatto così come mi hai insegnato tu, senza prima doverti chiedere conferma".
Ho divagato signora ministro, scusami, è che quello è il mio unico bel ricordo lavorativo, e mi fa sorridere anche se ormai è passato quasi un anno.
Quello che volevo dire dall'inizio, è che io vorrei tanto essere choosy. In particolare, io vorrei tanto avere la possibilità di essere choosy.
Ho fatto da poco un colloquio per uno stage in un'azienda che cercava un rimpiazzo per una dipendente incinta di 8 mesi che deve andare in maternità, tra l'altro unica persona ad occuparsi di quella particolare funzione. Hai capito bene? Hanno bisogno di sostituire una persona che ha un contratto a tempo indeterminato, unica persona nell'ufficio ad occuparsi della funzione X, e cercano uno stagista. Se fossi choosy non avrei nemmeno risposto all'annuncio, non mi sarei sentita dire di no perché ormai sono laureata da più di 12 mesi e non posso più fare riferimento all'ufficio stage dell'università quindi la burocrazia è troppo complicata.
Qualche mese fa ho fatto un colloquio per un posto in un'agenzia: in città, a 40 km da casa senza possibilità di prendere i mezzi quindi spendendo soldi per la benzina e per il parcheggio ogni giorno, per sei mesi ma gratis, poi forse un contratto di apprendistato. Il datore di lavoro mi ha detto che non gli sembrava giusto che io praticamente pagassi per andare a lavorare e mi ha detto che non mi avrebbe tenuta in considerazione nonostante il mio profilo gli andasse bene, non mi ha nemmeno dato la possibilità di essere choosy.
Vogliamo parlare, signora ministro, della faccia dei selezionatori quando presento il mio curriculum con l'ultima "piccola" esperienza di lavoro datata maggio 2012 e poi spiego che non ho più lavorato né cercato, perché impegnata a girare per ospedali, farmi esaminare, a piangere, a farmi operare e stare un mese a letto e poi un mese al massimo seduta e a riprendermi. No, di questo non voglio parlare.
Ma del lavoro sì, come quello trovato a fine giugno, un contratto di apprendistato di sei mesi (per iniziare) su un bel progetto, con uno stipendio di quelli che per me erano veramente tanti soldi, e quel "non ti preoccupare, operati, guarisci e stai tranquilla che il progetto non parte fino a settembre e ti aspetto" che ti fa pensare finalmente di aver trovato una persona che vale, ho dovuto aspettare ma eccola, la mia occasione. E passare la convalescenza a immaginare il nuovo lavoro e non vedere l'ora di rimetterti in piedi ma poi richiami per dire "ehi, guarda che adesso sto bene, ci sono" ti dicono che il periodo è difficile, che devi avere pazienza, che ti chiameranno per spiegare bene tutto e invece non chiamano più.
Se fossi choosy non avrei fatto numerosi colloqui per fare la commessa, non so più contare le volte che ho sentito "cerchiamo una persona con esperienza, e tu non hai mai fatto la commessa/cerchiamo un'apprendista a cui insegnare, ma con il tuo curriculum tu continuerai a cercare e te ne andrai e io avrò perso quei mesi".
Questi, signora ministro, sono i rifiuti che fanno piangere di più, quando i tuoi genitori non ti vedono: perché se non mi vogliono per fare la commessa, se non mi vogliono per fare qualcosa che non ho mai fatto allora troverò lavoro solo per quello che ho studiato, ma se per fare stage non mi prendono per la burocrazia difficile, ma se per il resto cercano solo gente con almeno tre anni di esperienza per posizioni manageriali, allora io che ho fatto degli stage ma ho ancora bisogno di imparare, allora io, signora ministro, io non troverò mai lavoro.
Vorrei tanto essere choosy.
Perché per essere choosy, signora ministro, bisognerebbe avere libertà di scelta.
Il ritorno dell'EX
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E questo adesso chemminchia vuole.
Per la cronaca: questo, il primo della lista.
Come stai, cosa succede, è tanto che non ci sentiamo.
Lavori, non lavori. Io ora sto a Roma.
Oddio, vuoi vedere che è la volta che mi scrive per sapere come sto in maniera disinteressata? Vuoi vedere che è un caso che non ci sia più la foto profilo con quella ragazza. Vuole solo sapere come sto. Alla fine con lui ridevo un sacco e siamo sempre andati d'accordo, se escludiamo la mia incapacità di dirgli quello che provavo e le sue sparizioni giustificate dal solito sono-fatto-così. E poi. E poi vabbè, quelle volte che ci siamo rivisti dopo siamo sempre finiti a baciarci, ma è un'altra storia.
Eh sì sono a Roma stabile, sai, sono scelte sbagliate. Vabbè, passerà.
Oh oh oh. Qua si va sul torbido. Però col cazzo che chiedo.
Mi ero dimenticato le risposte a monosillabi della Michela.
Oooh guarda, quattro parole e una faccina!
Non serve che ridi sempre, anche quando ti parlo seriamente.
Sono passati anni e ancora mi sgrida perché non parlo e non gli dico le cose. Ancora mi sgrida perché mi viene da ridere quando parla. Cioè aspetta: ancora mi viene da ridere quando mi parla. Sarò scema.
Potresti venire a trovarmi un weekend a Roma, andiamo un po' in giro, stiamo un po' a casa
TA-DAAAAN. Eccolo là, disinteressato un corno.
Però magari forse, un fine settimana non uccide nessuno.
Nonono. Cioè dai, pure a domicilio a milllllemila km di distanza? E poi l'hai scritto l'altro giorno Michela un po' di coerenza, non è che puoi farti guidare così dall'ormone o da quel piacere di noi femminucce che qualcuno ci venga dietro anche se non ci interessa.
Neanche se ormai è passato talmente tanto tempo che hai dimenticato come si fa a limonare. No.
Neanche se ormai è passato talmente tanto tempo che hai dimenticato come si fa a limonare. No.
NO.
Auguri
Tre mesi da quando è cambiato tutto.
Certe cose ti spingono a fare progetti, nuove intenzioni, tanti buoni propositi, perché ti cambiano per sempre.
Invece in tre mesi non è cambiato niente.
Beh, quasi.
Buon mesiversario.
Certe cose ti spingono a fare progetti, nuove intenzioni, tanti buoni propositi, perché ti cambiano per sempre.
Invece in tre mesi non è cambiato niente.
Beh, quasi.
Buon mesiversario.
Super Michela Bros
La finiamo di sposarci? È ottobre, inizia a fare freddo, gli invitati non sanno più cosa mettersi e il giorno dopo c'è scuola, non si può stare alzati fino a tardi.
Basta dai.
E invece no. Anche stamattina passo per la piazza e mi ritrovo davanti a un cartello gigante con scritto "Sigismondo fermati, sei ancora in tempo!". Ma che simpatia. Che originalità. Una cosa mai vista.
Un modo di gente con gli occhi a cuoricini, tutti innamorati da milioni di anni, tutti incinti che vanno a convivere. Quei pochi, saranno al massimo una decina nel mondo universo, che sono soli sono disperati e sull'orlo del suicidio per un amore del passato, impegnati a scrivere frasi strappalacrime sul diario segreto.
Poi ci sono io, apatica, priva di sentimenti, Michela cuore di pietra. Io e mia madre che mi dice che alla mia età era sposata e incinta di mio fratello.
Non è che voglio fare quella che è acida perché invidiosa di quelle che hanno il fidanzato, che veramente chissene. Un uomo non lo voglio: non voglio un marito, un fidanzato, un frequentante, neanche un trombamico voglio. Andate tutti a fanculo. Cioè seriamente, ho ben altre priorità e pensare e "non trovo l'amore" non è di certo tra questi.
Mi sono sempre sentita come se fossi dentro a un videogioco: una vita a livelli ognuno con il proprio obiettivo, con delle prove da superare e per ogni prova un superpotere guadagnato. Ed ora sono ancora ben lontana dall'ultimo livello, e non possiedo nemmeno la metà dei superpoteri che vorrei, superpoteri che mi servono e voglio per poter affrontare serenamente anche le cose futili, come gli uomini.
Vorrei veramente che la gente la smettesse di trattarmi come un'handicappata perché non ho un fidanzato.
Quindi ciao tabaccaio: no, non l'ho ancora trovato il moroso, e va bene così. Ora vorrei la mia ricarica Vodafone da 25, grazie.
Basta dai.
E invece no. Anche stamattina passo per la piazza e mi ritrovo davanti a un cartello gigante con scritto "Sigismondo fermati, sei ancora in tempo!". Ma che simpatia. Che originalità. Una cosa mai vista.
Un modo di gente con gli occhi a cuoricini, tutti innamorati da milioni di anni, tutti incinti che vanno a convivere. Quei pochi, saranno al massimo una decina nel mondo universo, che sono soli sono disperati e sull'orlo del suicidio per un amore del passato, impegnati a scrivere frasi strappalacrime sul diario segreto.
Poi ci sono io, apatica, priva di sentimenti, Michela cuore di pietra. Io e mia madre che mi dice che alla mia età era sposata e incinta di mio fratello.
Non è che voglio fare quella che è acida perché invidiosa di quelle che hanno il fidanzato, che veramente chissene. Un uomo non lo voglio: non voglio un marito, un fidanzato, un frequentante, neanche un trombamico voglio. Andate tutti a fanculo. Cioè seriamente, ho ben altre priorità e pensare e "non trovo l'amore" non è di certo tra questi.
Mi sono sempre sentita come se fossi dentro a un videogioco: una vita a livelli ognuno con il proprio obiettivo, con delle prove da superare e per ogni prova un superpotere guadagnato. Ed ora sono ancora ben lontana dall'ultimo livello, e non possiedo nemmeno la metà dei superpoteri che vorrei, superpoteri che mi servono e voglio per poter affrontare serenamente anche le cose futili, come gli uomini.
Vorrei veramente che la gente la smettesse di trattarmi come un'handicappata perché non ho un fidanzato.
Quindi ciao tabaccaio: no, non l'ho ancora trovato il moroso, e va bene così. Ora vorrei la mia ricarica Vodafone da 25, grazie.
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