Sfogo n.1, ovvero L'Omosessuale
Notte piena di interrogativi. Ma forse sono solo riflessioni. Sulla doppiezza, sul proprio alter ego. Chi di noi non ne ha uno, in fondo? Pirandello diceva che siamo "uno, nessuno e centomila". Ma certe volte è già abbastanza difficile gestire una duplice identità. Figuriamoci centomila.
"Guardami negli occhi e spogliati da ogni falsità
quell'aura di purezza tradisce diaboliche anomalie
e sai di cosa sto parlando..."
Mi è parso spesso di sentire parole come queste davanti allo specchio. In fondo, dietro la mia immagine riflessa, c'era qualcosa che somigliava vagamente alla mia anima e mi implorava di liberarla. Oppure era solo una consapevolezza più profonda del mio essere?
E' difficile dividersi tra se stessi e il mondo circostante. Gli altri, quelli che ti guardano e ti affibbiano, loro malgrado, un'etichetta che ti piomba improvvisamente tra capo e collo, senza alcuna possibilità di revoca. E così diventa tutto più semplice. O quasi. Perché, in qualche modo, rischi di perdere la tua strada. Quella che più intimamente ti appartiene. Quella che porta dentro di te, e che nessuno può vedere finché non viene mostrata. Talvolta elogiata, altre volte - e più spesso, posso dirlo? - esposta al pubblico ludibrio, schernita, derisa, presa a cazzotti dai benpensanti. E allora, ben consci di questa esemplare crocifissione in società, è alquanto preferibile ridurre il proprio ego in polpette e fare buon viso a cattivo gioco.
E' difficile essere frocio a questo mondo. (Mi permetto di servirmi di questo termine in quanto detentore del titolo a tutti gli effetti). Chi ti dà per malato, chi ti addita come il pazzo del paese. Le beghine, dietro i loro veli neri e luttuosi, gridano allo scandalo, il parroco fa di tutto per riportarti sulla retta via di Gesù Cristo Nostro Signore. I coetanei che ti vedono come una specie di alieno atterrato da chissà quale pianeta remoto. Per carità!
Esiste la possibilità di un quieto vivere, al prezzo tutto sommato onesto di organizzare una grottesca pagliacciata, in cui devi recitare la parte del maschio a tutti i costi, quello che non deve chiedere mai, l'insaziabile purgatore di passere.
Ma si può davvero accettare una vita sommersa dalla menzogna? Si può ammettere un compromesso, in cui a fare la differenza sull'ago della bilancia è il pregiudizio? C'è chi ci riesce, e sono combattuto tra una sentita ammirazione per costoro, e una sorta di infima pietà. Rinunciare a se stessi in nome del proprio nome. O di quello di tua padre e di tua madre, o del tuo posto di lavoro. Perché essere frocio non significa solo avere una predilezione per il cazzo, ma essere anche pedofilo e squilibrato.
Chi ci ha imposto tutto ciò? Perché siamo obbligati a dover nascondere l'amore di un uomo per un uomo, o di una donna per una donna?
Non so con chi prendermela per questo mondo che va alla rovescia. Non ne posso più di dovermi sentire colpevole per essere ciò che sono, e che non ho scelto di essere. Nessuno sceglie di essere omosessuale, così come nessuno sceglie di essere eterosessuale. E non capisco perché, diamine! non riesco a giustificare questa società che, in maniera tendenziosa, scaglia giù dalla sua Rupe Tarpea chi è diverso rispetto alla norma precostituita, all'ordine assolutamente incontrovertibile delle cose.
A volte mi sento stupidamente inferiore rispetto ad una persona eterosessuale. Perché so di non avere diritto a certe cose. Perché so di essere in minoranza, e non c'è nulla di peggio che sentirsi da soli, o quasi, e circondati da una muraglia invalicabile. E finisco col piangermi metaforicamente addosso per una condizione che mi tiene la testa sotto l'acqua e che non mi lascia respirare. Eppure cos'ho meno degli altri? Non mi manca l'intelligenza, né le capacità fisiche, ho carattere e sono spiritoso, ho successo dal punto di vista sessuale, e in più so anche stirare, lavare e cucinare. Roba che la maggioranza dei miei coetanei maschi non vanno oltre una pasta aglio e olio (con tutto il rispetto per la pasta aglia e olio) e non sa distinguere una scopa da una spugna.
Non ne posso più di tutta questa matassa fatta di etica e falsità.
Stasera voglio dire basta a chi ci vuole affamati di bambini, basta a chi ritiene che due persone dello stesso sesso non siano capaci davvero di amare, basta a chi ci crede tutti delle drag-queen, basta a chi ti giudica per come ti vesti, per quello che mangi, per quello che caghi. Basta all'odio e al pregiudizio, basta al potere del papato sulla libertà di espressione, basta all'oscurantismo, basta ai tentennamenti, ai dubbi, ai complessi d'inferiorità, basta. Basta. Basta!