Eppure Sentire
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Ho cercato tra le mie cose, tra i miei ricordi, ho sperato che qualche sogno riaffiorasse ai miei occhi, cosicché un bel mattino potessi svegliarmi e dare una risposta definitiva a questo stato d'animo d'incomparabile sterilità. Mi fermo a guardarmi intorno, dietro, nel passato, vedo migliaia di immagini, poi guardo davanti, e capisco che il problema è tutto lì. Quel maledetto davanti, il futuro, l'avvenire, non riesco a vedere me stesso in una proiezione stabile e definita tra cinque, dieci, vent'anni. Cosa farò? Chi sarà al mio fianco? Come sarà la mia vita? Ma soprattutto: come posso lasciarmi intimorire da qualcosa che non c'è? Non lo so, eppure è così, e non posso farci nulla. Almeno, non adesso. Vorrei solo dare un colpo di spugna a questa lavagna che riecheggia bianco su nero tutte le mie perplessità e le mie paure. Vorrei essere più forte per guardarla, e per saper affrontare a testa alta i mille problemi che immagino ci saranno un domani. Vorrei essere me stesso senza paura di esserlo. Vorrei poter dominare questa tempesta che mi spacca a metà e che mi divide tra gioie intense ed insopportabili cortine di tristezza. Non pensavo che, anche adesso, la solitudine potesse farmi così male, ora che riesco a riordinare qualche tassello della mia vita. Mi sembra che ci siano delle faccende in sospeso che non mi permettono di riposare, ma non so quali siano. Mi sembra che una cricca di fantasmi mi perseguiti alle spalle, che si diverta ad impreziosire i miei sospetti, già ampiamente rimarcati, di mancata riuscita in tutto quello che cerco di fare. Vorrei solo starmene in pace, ma è una pace che agogno e che sembra non arrivare mai definitivamente. Questa maledetta tranquillità è una puttana, si lascia pagare per qualche ora di sollievo al prezzo dell'oblio, un prezzo troppo alto e che non so se sono più disposto a sborsare. Perché non si innamora di me? Perché non mi stringe a sé con forza, con voluttà, col desiderio di legarsi a me per sempre? Ma non riesco ad abbandonarmi alla dimenticanza, continuo ad annaspare anche nel mare grosso. Io resto il solito cavaliere errante, macchiato di mille paure, ma sempre in sella, vagando nel buio più nero, di lanterne non v'è traccia, ma io cerco l'alba, io cerco la luce del giorno...